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Storia: I Regimi Totalitari
I totalitarismi sono regimi autoritari, cioè forme di
governo fondate sul potere di
un uomo solo o di un solo partito. Il totalitarismo è
caratterizzato da:
totale mancanza dei diritti di libertà (parola,
• stampa, associazione, insegnamento
persecuzione degli oppositori e uso del terrore
• propaganda martellante
• completo controllo della comunicazione e
• dell’informazione.
Caratteristici delle società di massa, i totalitarismi
si
sono affermati in vari Paesi:
il fascismo in Italia
• lo stalinismo in Unione Sovietica
• il nazismo in Germania
• il franchismo in Spagna
•
L’origine del fascismo
Nell’Italia del dopoguerra si diffonde un profondo
scontento perché:
• la vittoria viene giudicata mutilata (mancano
Istria e Dalmazia)
• i reduci stentano a reinserirsi
• la disoccupazione cresce I Fasci di combattimento
• aumenta la sfiducia nei partiti tradizionali • Le masse di scontenti si raggruppano nei Fasci
• si diffonde la paura del comunismo di combattimento, un movimento nazionalista
creato da Benito Mussolini nel 1919.
• Aggressivi e violenti, i Fasci hanno il loro
strumento nelle “squadre d’azione”, composte
da picchiatori che assaltano e incendiano le sedi
dei lavoratori socialisti, massacrandoli.
Il bienno rosso
Obiettivo dei Fasci sono gli operai che occupano le fabbriche per
partecipare alla loro gestione, e i contadini che occupano le
terre: è il biennio rosso (1919-1920).
Il fascismo, che si accanisce contro i socialisti, viene finanziato
da ricchi proprietari terrieri e imprenditori anticomunisti.
Il Partito socialista si scinde: l’ala più dura fonda il Partito
Comunista d’Italia sul modello del Partito comunista russo
(1921).
Mussolini Benito Mussolini nasce nel 1883 in una
povera famiglia romagnola. Benché
socialista, partecipa come volontario alla
Grande Guerra; quindi fonda il giornale «Il
popolo d’Italia», che lancia i Fasci di
combattimento. Il suo confuso programma
si basa su un violento antisocialismo e sulla
volontà di potenza.
Mussolini trasforma il fascismo in un partito,
che ottiene l’appoggio dei ceti ricchi, del re
e del Vaticano. Raggiunto un buon successo
alle elezioni del 1921, Mussolini organizza
un colpo di Stato per prendere il potere. Il
28 ottobre 1922 migliaia di squadristi in
camicia nera marciano su Roma e il re
impaurito nomina Mussolini Primo ministro.
La dittatura fascista 1922-
1943 Preso il potere, Mussolini procede alla costruzione della
propria dittatura con:
il delitto Matteotti (1924)
le leggi “fascistissime” (1926)
l’abolizione dei partiti e dei sindacati
l’abolizione della Camera dei deputati
il Tribunale Speciale
l’OVRA (polizia segreta)
Il regime
I cittadini sono privati di tutti i diritti di libertà
Sono abolite le elezioni
Mussolini impone la politica autarchica (l’Italia deve produrre
tutto il proprio fabbisogno)
Con una serie di brutali massacri viene conquistata l’Etiopia
(1935)
Emanazione delle leggi razziali contro gli ebrei (1938)
Il consenso
Il fascismo ottiene un consenso incondizionato. Mussolini
alimenta il culto di se stesso e della dittatura utilizzando tra i
primi radio, cinema e cinegiornali; censurando la stampa
avversaria; organizzando “adunate oceaniche” che arringa con
abili discorsi; circondandosi di intellettuali servili. Si dedica alla
“fascistizzazione” dei giovani attraverso la scuola, anche
promuovendo il mito dell’antica Roma.
L’opposizione
Gli oppositori al fascismo sono soprattutto operai (privati delle libertà sindacali) e
intellettuali (forniti degli strumenti culturali per criticare il regime)
Gli antifascisti vengono picchiati, arrestati, giudicati dal Tribunale Speciale e
condannati:
al confino
al carcere
alla pena di morte
Gli antifascisti
L’editore torinese Piero Gobetti fu uno strenuo oppositore
del regime fascista. Venne più volte picchiato dagli
squadristi e il suo fisico già molto provato non superò una
bronchite fulminante che lo uccise a soli 25 anni (1926).
Carlo Rosselli, fondatore del movimento antifascista
Giustizia e Libertà, è assassinato in Francia col fratello
Nello da delinquenti agli ordini di Mussolini (1937).
Antonio Gramsci, fondatore del PCI, muore dopo 11 anni
di carcere mentre sconta la condanna a 20 anni (1937).
La rivoluzione russa
Nel 1917 la popolazione russa insorge contro lo zar, colpevole di aver
mandato al massacro in guerra milioni di soldati.
È la rivoluzione comunista, che attraverso i soviet(assemblee dei
lavoratori) realizza:
l’abolizione della proprietà privata
• il controllo della produzione industriale
• la nazionalizzazione delle banche
• Rientrato dall’esilio, Lenin diviene capo del governo rivoluzionario, che
stabilisce:
pace immediata e ritiro della Russia dalla guerra
• la terra ai contadini
• tutto il potere ai soviet
• dittatura del proletariato
• Lo Stalinismo
Da una sanguinosa guerra civile (1918-22), nasce l’Unione Sovietica,
uno stato
comunista dove Stalin impone la sua spietata dittatura personale.
Caratteri del totalitarismo di Stalin:
1. collettivizzazione forzata
2. feroce repressione degli oppositori
3. clima poliziesco e culto della personalità.
Per la sua campagna di annientamento degli avversari, Stalin ricorre ai
gulag,
campi di prigionia dove obbligò carcerati ai lavori forzati.
Si calcola che le vittime dei gulag siano state circa 8 milioni in 30 anni.
Il nazismo: Le origini
Il dopoguerra vede la Germania in ginocchio a
causa:
enormi danni di guerra da pagare
inflazione, disoccupazione, povertà diffusa
fame, proteste, scioperi
attentati terroristici e tentativi insurrezionali
volontà di rivincita sulle nazioni europee.
Il programma di Hitler
Per affrontare questa situazione disastrosa nel
1923 Adolf Hitler (nato nel 1889) fonda il
Partito nazista. Il suo programma punta su:
nazionalismo: la Germania vendicherà la
sconfitta
razzismo: mito della “razza pura germanica”
anticomunismo: i ceti ricchi finanziano Hitler
per paura del comunismo
lotta al sistema parlamentare
fondazione dell’impero tedesco.
Il Terzo Reich Nel 1932 cade il fragile governo della Repubblica di
Weimar: Il Partito nazista vince le elezioni e Hitler si
proclama Führer, trasformando la Germania in uno Stato
totalitario attraverso:
soppressione di partiti e sindacati
incendio del Parlamento (di cui vengono accusati i
comunisti)
proclamazione del Terzo Reich (impero)
La Germania nazista
Le tappe della scalata di Hitler al potere:
grande ripresa dell’economia, soprattutto attraverso
l’industria del riarmo
enorme consenso popolare, ottenuto anche attraverso
un’abile propaganda
leggi di Norimberga che privano gli ebrei della
cittadinanza tedesca (1935)
notte dei cristalli: violenze e devastazioni contro gli
Ebrei (1938)
Contro i totalitarismi: le democrazie
In opposizione ai totalitarismi, sussistono alcune
democrazie, negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Francia.
Caratteristiche comuni:
separazione dei poteri (legislativo, esecutivo,
giudiziario);
riconoscimento della libertà e dei diritti;
presenza di partiti, sindacati, movimenti;
elezioni periodiche con voto libero e segreto.
Geografia: L’Africa orientale e
l’Etiopia
L'Africa orientale, denominata anche Corno d'Africa, è una
grande penisola triangolare nella quale si trovano quattro
stati: Eritrea, Etiopia, Gibuti, Somalia. Confina con Sudan e
kenya e si affaccia sul Mar Rosso, il Golfo di Aden e l’Oceano
Indiano.
LA REGIONE DEI GRANDI ALTOPIANI
La regione è dominata al centro dall'acrocoro etiopico, un
vasto altopiano con elevazione media di 2000 metri e alte
vette che raggiungono i 4000 metri. La fossa tettonica della
Rift Valley taglia in due altopiano per proseguire in Asia fino
alla Valle del Giordano. Dal Lago Tana, che si trova al centro
dell'acrocoro etiopico, esce il Nilo Azzurro, uno dei rami
sorgentizi del Nilo. Due altri fiumi sfociano nell'Oceano
Indiano in territorio somalo: il Giuba e l'Uebi Scebeli. Una
vasta regione dove le acque evaporano prima di giungere al
mare è la Dancalia, una depressione (che arriva fino a 170
m sotto il livello del mare) estesa fra Eritrea, Etiopia e
Gibuti. Lungo il Mar Rosso una stretta fascia pianeggiante
delimita la costa; nella parte nord della Somalia i rilievi
scendono a picco su una costa rocciosa, mentre a sud,
sull'Oceano Indiano, una pianura alluvionale termina in una
costa paludosa orlata da grandi cordoni di dune. Il clima
varia a seconda dell'altitudine: mite sugli altopiani, caldo
umido sulle coste, arido e caldissimo nelle depressioni. Le
piogge sono stagionali (da giugno a settembre) e copiose
sugli altopiani; le zone costiere sono aride.
UNA DELLE AREE PIÙ POVERE DEL CONTINENTE
Il reddito nazionale lordo pro capite dei paesi della regione(salvo quello del Gibuti) è tra i più bassi
dell’Africa. La popolazione vive in maggioranza nei villaggi, in capanne, e si dedica a un’agricoltura di
sussistenza. L’allevamento è stanziale negli altopiani, la pastorizia è praticata nelle zone più basse.
Nei territori irrigati è sviluppata la coltivazione industriale del caffè, pianta originaria della regione;
frumento, patate e legumi sono alla base dell’alimentazione locale. L’industria è molto limitata: è
composta soprattutto di fabbriche alimentari e tessili e di cementifici. L’energia è idroelettrica; le
poche risorse naturali sono scarsamente sfruttate. La maggiore città è Addis Abeba, capitale
dell’Etiopia, con 4 milioni di abitanti; seguono Mogadiscio, in Somalia, con circa un milione; Asmara,
capitale dell’Eritrea, e Gibuti con 500 mila. Le altre città in genere sono al di sotto dei 1oo mila
abitanti. I gruppi etnici sono numerosi, con proprie lingue locali. Le lingue ufficiali sono l’aramaico, il
tigrino, l’arabo e il francese. Le religioni sono la musulmana e la cristiana ortodossa.
UNA STORIA TORMENTATA
Nel 1890 l’Eritrea divenne la prima colonia italiana. Nello stesso periodo, gli italiani e inglesi si
spartirono la Somalia, mentre i francesi occuparono Gibuti. L’Etiopia rimase invece indipendente fino
al 1935, ma subì una parentesi coloniale in seguito alla guerra scatenata dal regime fascista italiano
contro il paese. Alla fine della seconda guerra mondiale, riconquistata l’indipendenza, guerre civili e
fra stati hanno minato lo sviluppo della regione. L’Eritrea, che nel 1952 era stata unita all’Etiopia, ha
condotto una lunga guerra per l’Indipendenza ottenendo la sovranità nel 1993. Il piccolo stato di
Gibuti si è liberato della tutela francese nel 1977, ma ora ospita una base militare statunitense. La
Somalia, da decenni soggetta a scontri e regimi dittatoriali, è tuttora scossa dalla guerra civile e
dall’ingerenza di potenze straniere.
L’ETIOPIA è uno degli stati più grandi e popolosi dell'Africa. Confina a nord con l'Eritrea, a est con il Gibuti e la Somalia, a sud
con il Kenia e a ovest con il Sudan. Non ha sbocchi al mare dal 1993, anno in cui l'Eritrea ha ottenuto l'indipendenza.
LA CULLA DELL'UMANITÀ
Il territorio etiopico è occupato in gran parte dall'acrocoro, tagliato in due parti dalla Rift Valley, la fossa tettonica che
sprofonda a est nella depressione della Dancalia. Questa terra è considerata dagli antropologi una delle «culle dell'umanità»:
qui sono stati ritrovati numerosi resti fossili di ominidi risalenti a milioni di anni fa. L'altopiano, con cime fino a 4000 metri, è
ricco di corsi d'acqua e laghi, fra cui spicca il Tana con il suo emissario, il Nilo Azzurro. Questo scorre per 1600 km fino in
Sudan, dove si unisce al Nilo Bianco. A est l'altopiano dell'Ogaden forma un piano inclinato verso la Somalia: è un territorio
semideserto dove si pratica una misera pastorizia. Il clima è strettamente legato all'altitudine e va dal temperato sugli
altipiani, con piogge abbondanti nel periodo primaverile e estivo, al caldo torrido, fino a 50 °C, della Dancalia.