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preposizione, ed esprimono forti sentimenti. Rientra in Italia nel 1921. Nel 1933
esce “Il sentimento del tempo”, la raccolta che segna l’inizio della sua seconda
fase poetica. Le liriche sono più lunghe e le parole più complesse. Nel 1939, in
Brasile per insegnare letteratura italiana all’Università di San Paolo, Ungaretti
perde il figlio di nove anni. Nel 1944 inizia la terza fase di produzione poetica,
più mediativa e stilisticamente meno innovativa. Il poeta riflette sulla vita, cosa
derivata dall’età. Torna in Italia nel 1942, a Roma, dove insegna all’Università.
Muore a Milano nel 1970.
ANALISI DELLE POESIE
Le poesie di Ungaretti, sono molto diverse da quelle degli altri poeti. Esse,
infatti, sono molto brevi, a volte composte da una sola frase, mancano di
punteggiatura ed è molto importante il titolo.
POESIE BREVI
Le poesie di Ungaretti sono brevi; infatti l’autore è un poeta ermetico. Questa
forma letteraria, difatti, dà poca importanza alla lunghezza della poesia,
esaltando invece forti emozioni, a volte molto evidenti, a volte nascoste.
MANCANZA DELLA PUNTEGGIATURA
La mancanza della punteggiatura dà alla poesia un senso di dolore. Infatti, le
poesie di Ungaretti sono molto tristi, essendo ispirate dalla Prima Guerra
Mondiale.
L’IMPORTANZA DEL TITOLO
Il titolo, nelle poesie ermetiche, è molto importante. In esse, è racchiuso tutto il
significato della poesia, e, a volte ne è racchiusa la morale.
“ Veglia”
3 Un intera nottata
Buttato vicino
A un compagno
Massacrato
Con la sua bocca
Digrignata
Volta al plenilunio
Con la congestione
Delle sue mani
Penetrata
Nel mio silenzio
Ho scritto
Lettere piene d’amore
Non sono mai stato
Tanto
Attaccato alla vita Cima Quattro il 23 Dicembre 1915
PARAFRASI
Ho passato tutta la notte vicino ad un compagno morto, con la bocca aperta in
un ghigno di sofferenza che guarda la luna, con il gonfiore delle mani che
tormenta il poeta, scrive lettere piene d’amore. Non sono mai stato tanto
legato alla vita.
COMMENTO
In questa poesia, il poeta esprime il suo pensiero riguardo la guerra e la vita.
Nella prima parte descrive il suo compagno morto ed esprime il suo parere
sulla guerra. Nella seconda parte Ungaretti scrive che la vita è importante. La
poesia è corta e senza rime ed è costituita da versi che non hanno la stessa
lunghezza. “Soldati” 4
Si
sta
com
e
D’autunno
Sugli alberi
Le foglie Bosco di Courton Luglio 1918
PARAFRASI
I soldati sono come le foglie d’autunno.
COMMENTO
Anche se la poesia è breve, Ungaretti riesce ad esprimere la condizione di
soldato. Egli paragona infatti il soldato ad un foglia d’albero in autunno: basta
un colpo di vento per far morire la foglia, così come basta un colpo di fucile a
far cadere il soldato. GUERRA IN TRINCEA
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Per guerra di trincea s’ intende un tipo di guerra di posizione nella quale la
linea del fronte consiste in una serie di trincee. La guerra di trincea conobbe il
suo apice nei sanguinosi combattimenti della prima guerra mondiale:
solamente durante la battaglia di Verdun (febbraio – marzo 1916) 700.000
soldati vennero feriti o uccisi, senza che la linea del fronte mutasse in maniera
sostanziale.
Durante la prima guerra mondiale, la guerra di trincea si diffuse su larga scala
costituendone sicuramente il capitolo più terribile e sanguinoso. Le novità
introdotte dall’evoluzione delle armi di fuoco e di grandi eserciti di leva
avevano modificato in maniera drammatica la natura stessa della guerra, ma la
dottrina militare non aveva compreso appieno gli effetti e l’estensione di tale
combattimento. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale i comandi militari
avevano pianificato un conflitto di breve durata, non molto diverso dalle guerre
precedenti.
LA GUERRA DI TRINCEA NEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE
Ma sin da subito ci si accorse che era possibile respingere un attacco anche
disponendo di una copertura molto limitata. Gli attacchi frontali comportavano
perdite drammatiche, per cui si riteneva che solo un aggiramento sui fianchi
desse qualche possibilità di vittoria. La battaglia della Marna fu il tentativo delle
forze franco – inglesi di aggirare le armate tedesche. Questi tentativi di
reciproco aggiramento proseguirono con la cosiddetta corsa del mare.
Ma una volta giunti sulle coste della Manica, non esistevano più possibilità di
manovra. Ben presto si formò un sistema di trincee ininterrotto, dalla Svizzera
al mare del Nord. Il fronte occidentale sarebbe rimasto praticamente fermo per
più di tre anni, sino alle offensive di primavera del 1918.
La zona compresa tra le trincee avversarie era chiamata la terra di nessuno. La
distanza tra le trincee variava a seconda del fronte. Sul fronte francese era di
100-250 metri, anche se in alcuni settori era di soli 25 metri.
STRUTTURA DELLE TRINCEE
Le trincee venivano quasi sempre scavate seguendo
una linea a zig zag, che divideva la trincea in settori, a
loro volta uniti da trincee trasversali di collegamento. 6
Non esistevano tratti rettilinei di lunghezza maggiore di 10 metri. In questo
modo, qualora una parte di trincea fosse stata conquistata dal nemico, questi
non avrebbe avuto modo di colpire d’infilata il resto della trincea. Inoltre questo
schema costruttivo riduceva gli effetti di quei proiettili d’artiglieria che
colpivano direttamente la trincea. Il lato della trincea rivolto al nemico era
chiamato parapetto. Generalmente era munito di un gradino che consisteva di
sporgersi oltre il bordo della trincea. I fianchi della trincea erano rinforzati con
sacchi di sabbia, tavole, filo di ferro; il fondo era ricoperto di tavole in legno.
Vi erano tre metodi per lo scavo delle trincee: il primo consisteva di scavare
una trincea in tutta la sua lunghezza. Era il metodo più efficiente, perché
consisteva di operare con molti uomini su tutta la lunghezza della trincea. Ma si
trattava di una trincea in prima linea, gli uomini sarebbero stati allo scoperto di
fronte al fuoco nemico. Pertanto questo metodo veniva impiegato solo lontano
dalla prima linea o di notte; la seconda possibilità era di allungare una trincea
già esistente. In questo caso vi erano solo 1 o 2 uomini a scavare, ad un
estremo della trincea. Chi scavava era in questo modo sufficientemente
coperto. Lo svantaggio era che si trattava di un metodo molto lento; il terzo
metodo consisteva nello scavare una sorta di tunnel, di cui alla fine si faceva
crollare la copertura.
LA VITA IN TRINCEA
Il primo nucleo della linea di trincee fu ottenuto dalle buche provocate dalle
granate, collegate tra loro da passaggi e difese con
il filo spinato. Gia dopo la battaglia della Marna, sul
fronte occidentale si era sviluppato un sistema
articolato di fossati e fortificazioni che per molto
tempo rimase teatro di atroci sofferenze per i
soldati in guerra. Le due linee contrapposte erano
separate dalla terra di nessuno, un vero e proprio
ammasso di cadaveri, feriti e crateri, cui non potevano accedere nemmeno le
squadre di soccorso.
I soldati erano sempre esposti al pericolo di morte durante le lunghe ore di
inerzia tra un combattimento e l’altro: il fuoco dei cecchini, le granate, le
mitragliatrici e gli assalti nemici erano sempre all’ordine del giorno, logorando i
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nervi delle truppe già provate dalle pessime condizioni di vita dovute alla
sporcizia e al freddo.
Le trincee nemiche spesso erano davvero molto vicine tra loro, tanto che non
mancarono episodi di tregua in cui i due eserciti fermarono le ostilità.
LA MORTE IN TRINCEA
La mortalità dei soldati che presero parte alla Prima Guerra Mondiale si aggira
attorno al 10%.
All’epoca della Prima Guerra Mondiale
l’assistenza medica era ancora rudimentale.
Non esistevano antibiotici e anche ferite
leggere potevano facilmente evolvere in una
mortale setticemia.
I medici militari tedeschi verificarono che il
12% delle ferite alle gambe e il 23% delle ferite alle braccia avevano un esito
letale.
Le condizioni sanitarie nelle trincee erano catastrofiche. Molti soldati divennero
vittime di malattie infettive: dissenteria, tifo, colera e malattie provocate da
parassiti. I cadaveri rimanevano insepolti nella terra di nessuno sino a quando il
fronte non si muoveva. In questo caso era però troppo tardi per procedere ad
un’identificazione. Su alcuni fronti era possibile seppellire i morti solo dopo la
fine della Grande Guerra. 8
Egitto
STORIA
Ha subito varie colonizzazioni tra cui: greci, romani, arabi e durante il periodo
turco – ottomano, ha visto l’interesse dei paesi europei. La prima potenza
europea ha colonizzare è stata la Francia, perché quando sono iniziati i lavori
nel canale di Suez c’è stato l’intervento egiziano insieme alla Francia.
L’apertura del canale è stata fatta nel 1869 e ha comportato l’importanza del
Mar Mediterraneo.
La Gran Bretagna, pochi anni dopo, si impossessa del traffico che c’era nel Mar
Mediterraneo e dal 1880 colonizzò il paese.
Nel 1953, lo Stato proclamò la repubblica con il presidente Nasser. Egli, per
prima cosa, migliorò l’agricoltura e nazionalizzò il Canale di Suez nel 1956.
Quest’ anno corrisponde a una guerra tra Israele e i paesi arabi confinanti e il
presidente impedì il passaggio nel Canale di Suez a Israele. Nel Mar Rosso
arrivarono navi inglesi, francesi e statunitensi ad
aiutare Israele. La guerra terminò con una tregua.
Nasser realizzò una diga sul Nilo nel 1960 per
razionalizzare l’irrigazione senza esondarli e con la
costruzione della diga di Assuan ci sarà produzione
di energia idroelettrica. Dall’altra parte della diga si
formò un lago artificiale, il lago Nasser.
A distanza di anni, però, questa diga, ha prodotto effetti negativi: la diga
filtrando l’acqua non fa passare il limo che va a depositarsi nel lago Nasser;
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l’acqua che è stata filtrata passa nel fiume senza contenere organismi naturali
per i pesci.
Durante le successive guerre tra la nazione e Israele, la popolazione si va a
concentrarsi lungo il corso del Nilo. Nel 1967 con la terza guerra, Israele occupa
il Sinai e il Canale di Suez verrà chiuso per otto anni dal 1967 al 5 giugno 1975.
L’Egitto per riavere la Penisola del Sinai, firmò un trattato di pace a Camp
David nel 1979. Con questa firma, i paesi arabi, hanno visto l’Egitto come un
paese traditore.
Nel 1981, durante una parata militare accadde che il presidente Sadat venne
ucciso dagli integralisti islamici perché non volevano che l’Egitto si avvicinasse
alla politica occidentale.
Il nuovo presidente, Mubarak, continuò la politica aperta all’occidente e la
continua tuttora.
ASPETTI MORFOLOGICI
L’Egitto confina ad ovest con la Libia, a sud con il Sudan, ad est con il mar
rosso ed Israele e a nord con il mar Mediterraneo.
Si presenta con una superficie prevalentemente
desertica (95%) e con una minima parte occupata
dal corso del fiume Nilo che è uno dei fiumi più
lunghi al mondo. A ovest del Nilo si estende il
deserto libico, ad est quello arabico che si allunga
scomparendo solo in prossimità della fascia costiera
sul Mar Rosso. Latitudinalmente, invece, il Nilo
divide il territorio in tre parti: il basso Egitto a nord, il
medio Egitto al centro e l’alto Egitto a sud.
Il clima egiziano si presenta di tipo desertico su quasi tutto il Paese, eccezione
fatta per la zona mediterranea dove esso è più temperato. Gli inverni sono miti,
anche se non mancano gelate invernali nel deserto, dovute alle forti escursioni
termiche tra il giorno e la notte. Le estati sono molto calde e secche e le
temperature raggiungono molto facilmente i 43-45 °C, con punte di oltre 50 °C
in pieno deserto. La zona più fresca in estate è quella delle coste mediterranee,
avvantaggiata dalle brezze marine che rendono più sopportabile la calura. Le
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precipitazioni sono molto scarse, soprattutto nelle zone interne sahariane, dove
può non piovere per molti mesi.
L’economia viene divisa in base alle stagioni:
- Sefi (estate): cotone, riso, canna da zucchero
- Nihili (autunno): riso, mais
- Scitui (inverno) : grano, fagioli, orzo, cipolla
Sono presenti anche le industrie che lavorano i prodotti agricoli: molitorie