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Il Ping-fa

2.

2.1. Cenni Storici:

L'Arte della Guerra viene scritto in Cina in un momento imprecisato il VI e il

IV secolo a.C., tra il Periodo delle Primavere e degli Autunni (770 a.C. - 454

a.C) e il Periodo degli Stati Combattenti (453 a.C. - 221 a.C), durante i quali si

originarono anche molte delle dottrine filosofiche orientali più significative,

dette le Cento Scuole di Pensiero, tra cui il Taoismo, il Confucianesimo e il

Legismo.

Dopo la conquista del Nord della Cina da parte della dinastia Zhou nel 1045

a.C., il regno venne diviso in feudi e guarnigioni semi-indipendenti affidati a

diverse famiglie legate al trono da vincoli matrimoniali o di sangue. Questa

organizzazione statale e gli ideali aristocratici che la caratterizzarono

richiamano quelli dell'Europa feudale: i nobili combattevano tra loro

seguendo precisi codici d'onore e la sconfitta sul campo di battaglia non

comportava necessariamente il totale annientamento dello Stato perdente.

Tuttavia, il progressivo indebolirsi dell'autorità centrale portò a un aumento

dei contrasti interni e delle guerre intestine. Nel VI secolo, all'epoca di

Confucio, l'autorità dei sovrani Zhou era puramente simbolica e il potere era

conteso dai vasti stati di Qi, Qin, Jin e Chu. Lo stato a prevalere inizialmente

fu quello di Jin, fino al 453, quando finì sotto il controllo di sei ministri

provenienti da famiglie potenti che iniziarono una lotta per la supremazia,

dando inizio al Periodo degli Stati Combattenti, che ebbe termine con la

vittoria dello stato di Qin, che istituì un impero fondato sulle dottrine della

scuola filosofica del Legismo.

In questo contesto di continua guerra e incertezza, in particolare durante il

Periodo degli Stati Combattenti, la difesa dello stato tramite l'esercito divenne

la principale preoccupazione di ogni sovrano. In quest'ultimo periodo furono

introdotte alcune innovazioni belliche, come l'uso del ferro per forgiare le

armi. Vennero schierate in campo grandi armate e sorse la necessità di

sviluppare e tramandare gli strumenti adatti a gestire e guidare un gran

numero di uomini in battaglia.

È proprio in questo contesto che viene scritto il Ping-fa, che si distingue da

altri testi dell'epoca trattanti lo stesso argomento per essere meno didascalico

e avulso da ogni criterio di moralità, diventando un testo fondamentale della

strategia cinese e, in seguito, mondiale. Pag.

L'Arte della Guerra 5

2.2. Lingua e Stile:

I primi ostacoli che deve fronteggiare un qualunque lettore contemporaneo

del Ping-fa sono la lingua e lo stile con cui è scritta l'opera.

Per quanto riguarda il primo, bisogna ricordare che si tratta del cinese

classico parlato al momento della composizione dell'opera, una lingua ostica

se non impossibile da leggere anche per un cinese moderno. La traduzione

dell'opera quindi, per quanto accurata, deve reinterpretare in chiave moderna

e occidentale le parole e le espressioni di una lingua lontana sia nel tempo che

nello spazio dall'Occidente del terzo millennio e potrà essere fedele solo entro

un certo livello.

Il secondo ostacolo riguarda il lettore in maniera ancora più diretta, in

particolare quello occidentale: L'Arte della Guerra infatti si discosta, come

molti altri classici della strategia cinese, dalla trattazione argomentativa

classica dei testi occidentali, esponendo i suoi insegnamenti in forma

aforistica. È quindi compito del lettore interpretare correttamente il

significato delle parole del testo, che spesso è volutamente vago o ambiguo,

come gli scritti di Eraclito e di Nice. Il testo occidentale che più facilmente si

può comparare al Ping-fa è probabilmente i Ricordi di Francesco Guicciardini

che si avvicina all'opera di Sun Tzu sia per lo stile che per alcune idee

fondamentali, come il concetto di discrezione.

2.3. Concetti e Simboli:

Come è stato già detto, L'Arte della Guerra fornisce al lettore, oltre a un

metodo di approccio alle operazioni belliche, una precisa interpretazione del

mondo e lo fa attraverso alcuni concetti fondamentali. Conoscere tali concetti

è il primo passo per comprendere il testo.

a) Il Tao:

“Il Tao è cio' c he i n d u ce il popolo a co n d i vi dere lo s tes so obiettivo del g o ver n a n te,

Al pu n to d i n o n d ar si pe n a di vit a o m o r te, pur di n o n d el u derlo.”

Sun Tzu, L'Arte della Guerra (Ping-fa), capitolo primo – Valutazioni Strategiche

Il Tao è il primo concetto introdotto nel Ping-fa ed è il primo dei cinque

“elementi concreti” o fattori che un generale saggio deve saper valutare.

Questo termine può essere tradotto in italiano come “strada” o “sentiero”, ma

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L'Arte della Guerra 6

anche come “condurre”, se usato come verbo, quindi “guida”. Il termine Tao

rimanda al modo in cui qualcosa funziona, ma anche all'approccio corretto a

una situazione, il metodo con cui qualcosa dovrebbe essere fatto.

È necessario ricordare anche che Sun Tzu fu influenzato dalla dottrina

filosofica del Taoismo da cui prese alcuni suoi termini ed idee, adattandoli

alle operazioni belliche. Il termine Tao rimanda dunque anche all'uso fattone

nella dottrina taoista in cui indica l'unità di fondo di tutte le cose.

Il Tao consiste nel modo in cui il mondo funziona e nel suo principio unitario.

L'unità di un gruppo di uomini nel perseguire uno scopo è data dall'accordo

di tutti i singoli elementi col Tao, lo spirito dell'esercito. È compito dello

stratega mettere in accordo se stesso e le sue truppe in un Tao comune,

creando un'unità di fondo di tutti gli elementi dell'armata che in questo modo

si identificano negli obiettivi del comandante.

Il Tao è una forza tale da spingere gli uomini a superare la paura della morte,

unifica gli uomini in uno scopo comune che supera la loro esistenza normale:

i principi dei kamikaze giapponesi nella seconda guerra mondiale

discendono anche da reinterpretazioni successive di questo concetto.

b) Il Cielo:

“Il cielo co m pre n de e fre d do e c al do, il s u s se g uir si delle s t a g io n i.

yin yang,

Se g uirlo o opporvisi deter m i n a l a vittori a m i l it are.”

Sun Tzu, L'Arte della Guerra (Ping-fa), capitolo primo – Valutazioni Strategiche

Il cielo è il secondo fattore da considerare in guerra. Il cielo non deve essere

inteso solo come fattore atmosferico, ma rappresenta la struttura in cui

l'universo è organizzato, i rapporti tra i vari enti e le leggi che li regolano.

Nel Taoismo lo yin e lo yang sono le apparenti polarità complementari e

opposte, in realtà comprese nel Tao, che sono alla base di tutte le cose

esistenti. Il freddo e il caldo, il maschile e il femminile, sono tutte espressioni

di questi opposti.

Un generale deve dunque prendere in considerazione le strutture universali

nella sua strategia e adattarla ad esse per sfruttarle a suo vantaggio.

c) La Terra:

“La terr a ri g u ar d a le alt ure e i b a s s opi a n i, cio' c he è a m pio e cio' c he è a n g u s to, cio'che è lo n t a n o e

cio' c he è vici n o, il terre n o a cci de n t ato e q u ello pia n o, la m o r te e l a vit a.”

Sun Tzu, L'Arte della Guerra (Ping-fa), capitolo primo – Valutazioni Strategiche Pag.

L'Arte della Guerra 7

La terra è il terzo “elemento concreto” nel quadro della guerra. La terra

rappresenta le condizioni ambientali della battaglia, ma anche di ogni

situazione, ciò che è immutabile e predeterminato in un certo contesto. Ogni

situazione, così come ogni terreno, presenta forme differenti, che comportano

differenti elementi di vantaggio e svantaggio per ogni parte.

Lo stratega dovrà sfruttare al meglio questi elementi fissi,

avvantaggiandosene o almeno facendo sì che non siano d'ostacolo. Come nel

caso del cielo, la strategia dovrà prendere in considerazione la terra in essa,

per poterla sfruttare e per non essere invece soggetta ad essa.

d) Il Generale:

“Il g e n er ale r apprese n t a l a co n o s ce n z a, l a fe deltà, il cor a g g i o e l a severità.”

Sun Tzu, L'Arte della Guerra (Ping-fa), capitolo primo – Valutazioni Strategiche

Il generale stesso è il quarto fattore determinante di una guerra. Il generale

deve possedere alcune qualità fondamentali per poter svolgere la sua

funzione: la conoscenza dei principi regolanti la guerra per poter guidare le

truppe, la fedeltà verso il suo stato, per poter anteporre ad esso i suoi

interessi personali, il coraggio, per poter applicare la strategia e la severità

per mantenere la guida degli uomini.

Alcuni testi includono tra queste anche lo ossia la solidarietà, un valore

jen,

cardine del confucianesimo, ma i testi più antichi non lo presentano. La sua

effettiva appartenenza al Ping-fa è quindi dubbia, considerando anche il

modo in cui il testo presenta la figura del generale in altri punti, e si potrebbe

trattare del tentativo di un redattore posteriore di presentare il generale,

figura centrale nel testo e destinatario dell'opera, come un membro della

società confuciana.

e) Il Metodo:

“Il m e to do ri g u ar d a il s aper d a re or di n i, il Tao dell'or g a n i z z a zio n e dell'esercito e delle riserve

lo g i stic he.”

Sun Tzu, L'Arte della Guerra (Ping-fa), capitolo primo – Valutazioni Strategiche

L'ultimo fattore determinante è il metodo. Il metodo rimanda a qualcosa che

può essere riprodotto, alle procedure prestabilite e al modo in cui vengono

condotte.

Il metodo è quindi il mezzo con cui grandi masse vengono organizzate in

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L'Arte della Guerra 8

moduli ripetibili e gestite attraverso gli ordini e le procedure, rendendole

coordinate.

f) Le comparazioni:

“Chiedi:

Quale g o ver n a n te se g ue i Tao?

Quale g e n er ale è più a bile?

Chi h a a s uo f a vore cielo e terr a?

Chi os serv a più ri g oro s a m e n te il m e to do e g l i or di n i?

Quale esercito è più forte?

Quali s o n o g l i uffici ali e i s ol d ati m e g l io a d de str ati?

Da c he parte i pre m i e le pu n i zio n i so n o più e q ui?

Tr a m i te q u e ste co m p ar a zio n i si pos so n o preve dere l a vittori a e l a s co n fitt a.”

Sun Tzu, L'Arte della Guerra (Ping-fa), capitolo primo – Valutazioni Strategiche

I primi cinque “elementi concreti” del Ping-fa costituiscono un gruppo

comune e sono gli elementi fondativi di ogni battaglia. Tuttavia, essi non

sono sufficienti per determinare l'esito di una battaglia, ma vanno strutturati

in domande che rispondano alle esigenze del generale.

Queste domande sono le comparazioni, i rapporti logici che determinano in

battaglia la vittoria o la sconfitta e che sono a loro volta determinati dai

cinque fattori. Un abile stratega risponde a queste domande per poter sapere

in anticipo chi vincerà la guerra e chi sarà sconfitto.

g) Lo Shish:

“Ave n d o es a m i n a to i v a n t a g g i, co m portati d i co n s e g ue n z a.

Poi tr a s for m a li i n s hi s h a seco n d a d ell a situ a zio n e ester n a.

La v al ut a zio n e dei v a n t a g g i deter m i n a lo s hi s h.”

Sun Tzu, L'Arte della Guerra (Ping-fa), capitolo primo – Valutazioni Strategiche

Lo shish indica il potere intrinseco di un momento, la disposizione favorevole

di una situazione. Tramite i fattori e le comparazioni si determina il

vantaggio relativo per sé in una situazione e quindi si cerca di ottenere lo

shish, una disposizione che ci conceda i massimi vantaggi dalla situazione in

questione.

Bisogna però ricordare che questa disposizione non è affatto fissa e

predeterminata, ma muta col mutare degli eventi, quindi la strategia deve

mutare con essi. Lo stratega deve dunque sempre valutare la situazione

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L'Arte della Guerra 9

presente e cercare lo shish, non può affidarsi a ciò che ha fatto in passato,

perché ciò che si è dimostrato vittorioso in passato probabilmente non lo sarà

più in futuro, in quanto la situazione sarà mutata.

“Questi s o n o g l i str at a g e m m i m i l it ari vittoriosi dei n o s tri a vi.

No n pos so n o es sere tr a m a n d a ti i n a n ticipo.”

Sun Tzu, L'Arte della Guerra (Ping-fa), capitolo primo – Valutazioni Strategiche

h) L'Acqua:

L'acqua è un elemento che il testo spesso associa metaforicamente al modo

corretto di condurre una battaglia. L'acqua rappresenta il mutevole,

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