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Essendo arbitro di calcio, ho deciso di trattare nella mia tesina di maturità la figura di questo atleta che nonostante non ricopri il ruolo da protagonista in campo, è l’autorità più importante, senza la quale non è possibile dare inizio ad un match.
Analizziamo ora quali sono gli aspetti fondamentali di cui un ottimo arbitro deve tener conto e come deve agire in campo per gestire al meglio 22 calciatori più staff, panchine e allenatori. La concentrazione determina almeno l’80% della prestazione, un buon arbitro deve sapere prendere le proprie decisioni in meno di un secondo e fischiare all’istante essendo sicuro di ciò che ha visto e individuare quale sia l’infrazione commessa.
Nella tesina ho voluto mettere in primo piano la scelta di fischiare un fallo o qualsiasi altra scorrettezza di gioco da parte dell'arbitro che deve essere una “scelta incondizionata” proprio perché un buon arbitro deve semplicemente far rispettare il regolamento del gioco del calcio.
Filosofia: L'imperativo categorico di Kant .
Inglese: The common sense in Wordsworth and Coleridge.
Fisica: Il moto parabolico .
Latino: Concezione del tempo di Seneca.
Storia: Età giolittiana (in quell'anno vi è la nascita dell'AIA-FIGC).
Scienze: Le condizioni metereologiche.
Italiano: "A un vincitore nel pallone" di Giacomo Leopardi.
THE COMMON SENSE OF A REFEREE (Inglese: Lyrical Ballad, Wordsworth and Coleridge)
About “Common Sense”, we can find some connections to this theme in William
Wordsworth's preface to the Lyrical Ballads: he wrote about the tendency of his poem
to evoke feelings of “more than common pleasure” in the reader.
It is with the aim of delivering such pleasures that Wordsworth urges the reader to
judge “by his own feelings genuinely”. The poet finds common cause with Samuel
Taylor Coleridge, who insisted throughout his life on the necessity of elevating
common sense through philosophical thought and rigorous selfreflection: “it is the
two-fold function of philosophy,” Coleridge wrote in the Biographia
Literaria, “to reconcile reason with common sense, and to elevate common sense into
reason.”
Let's explain, now, what common sense is for referees. It’s another way of looking at
things, instead of relying solely on the pure Laws of the Game or instructional training.
One of the greatest battles a Referee has is balancing the need to be able to control
the game by proper application of the Laws, in conjunction with the understanding
that this is a game where players should enjoy themselves. Learning the Laws and
being successful in passing the exam is the easy part. Knowing the Laws, and being
able to concentrate 100% while using sound judgment and common sense are the
foundations of successful officiating on the field of play. And, referees should rely on
their intelligence and not the persuasion of others.
The connection with the literature can be found in the fact that each of the sense
collected in each moment of the game, helps the official to improve his ability in using
common sense: Common sense used during a Refereeing career is built up from
experience gained within football, and by experience picked up during actual games
Refereed. In general, a Referee will have the support of colleagues during his initial
"baptism of fire". A great deal of experience will be gleaned from experienced officials,
and the new Referee will gain a great deal more experience, as the number of games
he officiates increases.
Insieme alla concentrazione, alla scelta in condizionata e al buonsenso, un altro
elemento determinante la prestazione di un arbitro è la posizione che egli deve
assumere all’interno del terreno di gioco.
A tal proposito è necessario l’aiuto della fisica, che, con le sue leggi, può aiutarci a
rendere prevedibile lo sviluppo di un’azione e posizionarci in modo di avere un’ottima
visuale.
COME LA FISICA AIUTA UN ARBITRO (Fisica: moto parabolico)
Uno dei tanti aspetti fisici che può aiutare un arbitro nel corso di una gara, è la
conoscenza dei principi del moto parabolico, movimento assunto dal pallone,
caratteristico dei cosiddetti passaggi filtranti alti e cross.
Il moto parabolico è un tipo di moto bidimensionale esprimibile attraverso la
combinazione di due moti rettilinei: il moto rettilineo uniforme e il moto
uniformemente accelerato.Il moto parabolico può essere descritto mediante le
relazioni della cinematica che legano i vettori posizione, velocità, ed accelerazione. La
più significativa realizzazione di tale moto è fornita dal moto del pallone in cui si
utilizzano le seguenti esemplificazioni:
1. tutta la massa e la geometria del corpo sono concentrate in un unico
punto;
2. l'accelerazione del moto è verticale; il suo modulo è pari all'accelerazione
di gravità sulla crosta terrestre: g = 9.81 m/s2. Dunque, il corpo si trova
in un campo di gravità uniforme ed indipendente dal tempo;
3. le eventuali forme di attriti legate alla resistenza dell'aria sono
trascurabili.
Un bravo arbitro riesce a cogliere il punto in cui potrebbe cadere il pallone, appena
questo viene calciato, calcolando ad occhio, in base all’esperienza, la gittata (la legge
fisica prevede che questa grandezza sia definita come la distanza fra il punto di lancio
e quello di atterraggio, nell'ipotesi, ovviamente, che questi si trovino alla stessa
altezza; si calcola trovando i punti per cui la parabola descritta dalla traiettoria del
pallone, si annulla) e valutare se sia il caso o meno di portarsi in posizione vantaggiosa
per valutare l’azione, tutto ciò per auto convincersi di essere stato all’altezza della
situazione e avere giudicato correttamente.
Una volta visti questi tre fattori che devono essere applicati durante lo svolgimento di
un match, vediamo adesso un aspetto non meno importante, quale la gestione del
tempo da parte di un arbitro, soprattutto negli allenamenti.
Per spiegare questa gestione, facciamo un esempio seguendo la concezione del tempo
sostenuta da Seneca.
IMPORTANZA DEL TEMPO PER UN ARBITRO (Seneca: la concezione del tempo)
Seneca fa notare, come, la maggior parte degli uomini, non sia consapevole di quanto
sia prezioso il tempo e come esso debba essere usato in modo da vivere pienamente,
fino in fondo, ogni secondo della propria esistenza; infatti non teniamo conto del suo
valore. Seneca è convinto innanzitutto del fatto che la vita non sia per nulla breve,
come molti affermano, non solo ignoranti ma anche menti illustri come Aristotele, ma
che anzi, sia lunga se il tempo viene gestito bene, e il tempo è più che sufficiente per
compiere anche i più alti e nobili propositi; gran parte del nostro tempo ci sfugge
mentre siamo impegnati nella “nullafacenza” e non ci rendiamo conto che quello già
trascorso, è morto, ormai è passato, e non c’è più motivo per cui deve essere
rievocato. Qual è allora, secondo Seneca, il modo per vivere bene, in modo positivo e
costruttivo, la vita? Il suo punto di vista è chiaro e di facile realizzazione: è necessario
vivere pienamente l’oggi, vivere, quindi, il presente, senza fare grandi progetti per il
futuro, considerando l’oggi come una vita intera. Non c’è nulla di più sciocco che fare
progetti a lunga scadenza e rimandare al domani quel che è possibile fare oggi,
sprecando la vita nel progettare il futuro. In questo modo finiamo per fare affidamento
su ciò che è nelle mani della sorte, facendoci sfuggire ciò che è nelle nostre. Tutto ciò
che deve ancora accadere è dominato dall’incertezza. Bisogna lottare contro la
velocità del tempo attingendo a esso come da un torrente rapido! Se non si seguono
questi semplici suggerimenti secondo Seneca si finisce per vivere come se fossimo dei
viaggiatori assorti in una conversazione, o in una lettura, i quali arrivano alla fine del
viaggio senza neanche accorgersene. Non si può che sottolineare questo stretto
collegamento tra ciò che ad ogni arbitro, viene insegnato, sin dalle prime esperienze
sui campi, che relaziona l’abilità di lasciarsi alle spalle ogni avvenimento, durante il
corso di una gara, e la concezione di Seneca del tempo trascorso.
Un buon arbitro tralascia gli avvenimenti, sia che essi siano positivi o negativi, per
essere lucido e all’altezza di giudicare gli avvenimenti che si susseguono in frazioni di
secondo. Dunque un arbitro non può permettersi di sprecare tempo a “rivangare” il
passato, in quanto sarebbe soggetto alla balia del tempo che scorre, del «panta rei»
eracliteo.
Queste affermazioni possono essere prese in considerazione per capire che ogni
momento di una gara di calcio può essere considerato come a se stante, non in
correlazione con il resto, una azione non dipende necessariamente dall’altra, non si
tratta di una serie concatenata di eventi prestabilita. La fisica può aiutare ma non
sotto l’aspetto temporale; la possibilità di rendere il tempo, “proprio amico” è dovuta
soltanto alla coscienza di ogni singolo direttore di gara.
Per aiutarci a gestire il tempo e a ricoprire il ruolo di seconda famiglia, è l’Associazione
Italiana Arbitri, nata il 27 Agosto 1911, periodo in cui in Italia si era nella cosiddetta
“Età Giolittiana”.
A.I.A. – F.I.G.C (Storia: L’età Giolittiana)
L’età giolittiana coincide con lo sviluppo e il decollo dell’industria italiana. Si ebbero i
principali progressi nelle industrie siderurgia, elettrica, meccanica e in quella del
cotone. Le industrie avevano sede a Torino, Milano e Genova. Nel campo dei trasporti
ferroviari furono attuate una serie di commesse statali, mentre la politica
protezionistica con un’imposizione di alte tasse sui prodotti esteri favorì lo sviluppo
delle industrie. Nacquero le prime banche miste e ci fu un grande miglioramento nel
livello medio della vita. Arrivarono l’illuminazione elettrica, i trasporti urbani e molti
altri servizi pubblici. Migliorarono le condizioni igieniche e sanitarie e aumentò la
popolazione delle città.
Il partito Socialista italiano era diviso in due correnti:
- riformisti guidati da Filippo Turati che ritenevano che si dovesse cambiare
gradualmente la società con l’attuazione di una serie di riforme; ritenevano inoltre che
si dovesse dare appoggio alla linea politica giolittiana.
- massimalisti guidati da Benito Mussolini ritenevano invece che la società si dovesse
cambiare attraverso la rivoluzione, senza scendere a patti con il governo.
Giolitti (Primo Ministro) cercò di ottenere l’appoggio dei riformisti, ma non ci riuscì data
l’influenza dei massimalisti. Fu proclamato il primo sciopero generale nazionale, Giolitti
indisse nuove elezioni, vinsero i riformisti che furono però subito superati di nuovo dai
massimalisti.
Giolitti aveva un doppio volto, aperto e democratico sui problemi del nord ma corrotto
e conservatore per quanto riguarda il sud. Consentì gli scioperi e varò delle riforme
che miglioravano la situazione degli operai.
L’orario di lavoro fu diminuito a 10 ore
Fu riorganizzata la cassa nazionale per invalidità e vecchiaia dei lavoratori
Furono presi dei provvedimenti per tutelare la maternità e la malattia delle
lavoratrici e dei ragazzi.
La lotta sindacale portò all’aumento dei salari.
Tuttavia non venne attuata una riforma tributaria e non venne affrontata la questione
meridionale.
Gli scioperi del sud furono duramente repressi dalle forze dell’ordine e la popolazione
venne controllata attraverso i prefetti, le forze dell’ordine e violenze e brogli elettorali.
Giolitti decise di riprendere la politica coloniale perché
- voleva dimostrare di essere in grado, con la sua linea politica, di aumentare il
prestigio dell’Italia
- voleva assecondare gruppi industriali e finanziari
- voleva accontentare l’opinione pubblica che voleva nuove conquiste al Sud.
Decise così di conquistare la Libia. L’esercito incontrò però delle difficoltà perché a
popolazione oppose una forte resistenza. Attaccò così la Turchia riuscendo, con il
Trattato di Losanna a ottenere il dominio sulla Libia.
Alla fine dell’Ottocento non era ancora possibile costituire un partito cattolico. I
cattolici si erano però impegnati molto nell’Opera dei Congressi ed era stata fondata
anche l’Azione Cattolica. Giolitti, con l’Unione Elettorale Cattolica stipulò un accordo, il
Patto Gentiloni, con cui i cattolici promettevano di votare i candidati liberali che
avessero promesso di difendere gli interessi della Chiesa, così Giolitti riuscì ad
ottenere ancora la maggioranza.
La guerra in Libia però si era rivelata un fallimento e aveva indebolito il governo di
Giolitti, che aveva riportato il paese in una profonda situazione di crisi economica. Così
Giolitti decise di dare le dimissioni e fu sostituito a Antonio Salandra.
Tornando all’A.I.A. – F.I.G.C. , essa è organizzata in 19 comitati regionali C.R.A e in
211 sezioni arbitrali su tutto il territorio nazionale. Gli organi tecnici (O.T.) si dividono
in Organi Tecnici Nazionali (C.A.N. A, C.A.N. B, C.A.N. PRO, C.A.N. D, C.A.I., C.A.N.
5 e C.A.N. BS) e Organi Tecnici Periferici (C.R.A. e O.T.S.). Si occupano delle
designazioni di arbitri, assistenti ed osservatori nelle gare di loro competenza.
Il regolamento di questa istituzione prevede tra le numerose regole che, ogni partita,
una volta stabilita in una determinata data e orario, non può essere non disputata.
Solamente in casi estremi, questa regola può essere “violata”