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Storia - Guerra Fredda
Filosofia - Adam Smith
LA TEORIA DEI GIOCHI
Simone Bellesia
INDICE
Introduzione…………………………………………………………………………………………………
……………… 3
Teoria dei
giochi…………………………………………………………………………………………………………
… 4
Introduzione…………………………………………………………………………………………………
…… 4
Definizioni……………………………………………………………………………………………………
……. 4
Cenni
storici……………………………………………………………………………………………………….
5 Il
teorema minimax di John von Neumann…………………………………………………………….
7
Applicazioni del teorema
minimax……………………………………………………………………….. 7 John Nash: una
mente bellissima………………………………………………………………………… 12
L’equilibrio di
Nash…………………………………………………………………………………………….. 13
Applicazioni dell’equilibrio di
Nash……………………………………………………………………….. 17
La soluzione di
Nash………………………………………………………………………………………….. 17
Il problema di
Nash……………………………………………………………………………………………. 17
Storia e teoria dei
giochi……………………………………………………………………………………………….. 18
La RAND
Corporation…………………………………………………………………………………………. 19
La corsa agli
armamenti……………………………………………………………………………………… 20 2
LA TEORIA DEI GIOCHI
Simone Bellesia
Adam Smith e John
Nash………………………………………………………………………………………………. 22
Adam
Smith……………………………………………………………………………………………………….
22
Adam Smith e John Nash a
confronto………………………………………………………………….. 25
Bibliografia e
sitografia………………………………………………………………………………………………….
27 INTRODUZIONE
È sempre stato faticoso trovare l’argomento su cui basare la propria “tesina”. Questa
difficoltà nasce, nella maggior parte dei casi, dalla complessità di fare collegamenti
(non banali e non forzati) tra le varie materie scolastiche.
Per quanto mi riguarda, ho avuto l’illuminazione durante uno “Stage estivo per gli
studenti delle Scuole Superiori” presso l’Università degli Studi di Parma, a cui ho
partecipato l’anno scorso. Durante questo breve stage della durata di tre giorni, è
stato proposto un seminario chiamato “Intelligenza Artificiale e giochi da tavolo”,
tenuto in modo brillante dal professor Federico Bergenti, che mi ha avvicinato alla
teoria dei giochi e a come la matematica possa essere utilizzata nella vita di tutti i
giorni. Successivamente, la visione del film “A Beautiful Mind”, diretto da Ron Howard,
e vari approfondimenti mi hanno portato a fare della teoria dei giochi, una “scienza
matematica” poco conosciuta ma molto affascinante, l’argomento di questa
trattazione. Essendo una branca della matematica molto complessa, cercherò di
trattare la questione in modo accessibile a tutti.
I collegamenti, poi, sono stati immediati: la teoria dei giochi, infatti, come poi
spiegherò, si adatta molto a spiegare varie situazioni della storia, soprattutto la Guerra
Fredda (argomento di storia). La figura di John Nash, il matematico che ha fornito i
maggiori contributi alla teoria dei giochi, inoltre, mi ha portato a trattare in filosofia di
Adam Smith, l’economista scozzese le cui teorie vengono perfezionate e superate da
quelle di Nash. 3
LA TEORIA DEI GIOCHI
Simone Bellesia
Consapevole del fatto che non sia possibile mettere in relazione tutte le materie, mi
limiterò a questi due collegamenti, per evitare di forzarne alcuni, con l’impegno di
trattarli nel modo più esauriente possibile.
TEORIA DEI GIOCHI
INTRODUZIONE
Nel ventesimo secolo si sviluppa una disciplina matematica fortemente innovativa, che
ha lo scopo di analizzare situazioni di conflitto tramite lo studio delle interazioni
strategiche tra più individui: la teoria dei giochi. Essa è il tentativo di costruire una
teoria sistematica del comportamento umano razionale guardando ai giochi come
semplici sistemi per l’esercizio della razionalità umana. Per gioco si intende l’insieme
costituito da tutti i giocatori, dalle loro strategie e dai possibili guadagni nell’applicare
una di queste in relazione alle scelte degli altri. Essendo coinvolti diversi soggetti,
l’esito finale di un gioco dipende dalle singole scelte effettuate da ciascun giocatore.
Nella teoria dei giochi gli individui hanno a disposizione determinate “soluzioni” o
“strategie” (ovvero insiemi di mosse) per raggiungere il loro obiettivo. La premessa
indispensabile, inoltre, è che tutti devono essere a conoscenza delle regole ed essere
consapevoli delle conseguenze di ogni singola mossa. In dipendenza dalle strategie
adottate da tutti i giocatori (o agenti), ognuno riceve un "pay-off" (che in inglese
significa compenso, vincita, pagamento, ma anche esito) secondo un'adeguata unità
di misura, che può essere positivo, negativo o nullo. Dalla sua nascita, la teoria ha
trovato applicazioni in svariati campi: dall’economia alla politica, dalla sociologia
all’informatica, dalla biologia alla finanza. In economia, ad esempio, è ampiamente
utilizzata per descrivere le interazioni strategiche tra agenti economici; in campo
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LA TEORIA DEI GIOCHI
Simone Bellesia
politico-militare, è stata adottata (soprattutto negli anni della Guerra Fredda) per
studiare le possibili strategie in un conflitto armato.
DEFINIZIONI
Per comprendere meglio il resto della trattazione e per evitare incomprensioni, è
indispensabile riportare alcune definizioni sui vari tipi di giochi. Nel panorama della
teoria dei giochi, infatti, vengono presi in considerazione giochi che appartengono a
varie categorie. Alla base di tutto, però, vi è il principio di razionalità, cioè che il
soggetto coinvolto si comporti in modo tale da scegliere la strategia utile per
massimizzare il proprio guadagno: in presenza di giocatori irrazionali, infatti, non
sarebbe possibile giungere a soluzioni inquadrabili in un modello matematico.
Una prima categoria è quella dei giochi a somma zero, in cui quello che è
guadagnato da un contendente è necessariamente perso dall’altro: nel gioco del
calcio, ad esempio, una squadra vince e l’altra perde, altrimenti si giunge al pareggio.
Nei giochi a somma variabile, invece, è prevista anche la possibilità di un guadagno
(o di una perdita) per entrambi i giocatori. Una distinzione importante va fatta tra
giochi cooperativi e non cooperativi. Un gioco è cooperativo quando i contendenti
possono accordarsi preventivamente circa la strategia da adottare, in modo tale da
ottenere entrambi il massimo guadagno: esempi si possono trovare nei campi che
prevedono l’interazione umana, come l’economia o la pianificazione strategica. Nel
caso di giochi non cooperativi, i partecipanti devono scegliere autonomamente la
propria strategia di gioco, come avviene giornalmente in borsa. Esistono inoltre giochi
ripetuti e non ripetuti (se il gioco è appunto ripetuto, sempre con gli stessi valori,
più volte nel tempo o meno), giochi finiti e infiniti (a seconda che il tempo di
svolgimento sia determinato o meno). Se i giocatori decidono le proprie mosse in
contemporanea, come avviene nelle aste, si parla di giochi simultanei; se invece,
come nella dama o nei giochi di carte, le mosse di un giocatore seguono quelle
dell’altro, si parla di giochi sequenziali. Infine un gioco può essere a informazione
perfetta se in ogni momento si conosce con certezza la storia delle giocate
precedenti (come negli scacchi, nella dama o nel go); se, al contrario, le giocate
dell’avversario sono tenute segrete (come a briscola o a scopa), abbiamo giochi a
informazione imperfetta.
CENNI STORICI
Storicamente, il primo lavoro logico-matematico sui giochi si deve a Ernst Zermelo,
che nel 1912 inaugura l’approccio assiomatico ai giochi con l’elenco dei tre possibili
esiti di una partita a scacchi: vittoria, sconfitta o pareggio. In seguito Èmile Borel, nel
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LA TEORIA DEI GIOCHI
Simone Bellesia
1921, si propone di determinare in quali casi esista una strategia ottimale e come fare
ad ottenerla. Il passo successivo si ha con il “Teorema Minimax” di John von
Neumann, che stabilisce che nei giochi a somma zero e a informazione perfetta esiste
una strategia che permette ad entrambi i giocatori di minimizzare le loro perdite. Il
teorema viene ripreso, nel 1944, nell’opera “Theory of Games and Economic Behavior”
dallo stesso John von Neumann e da Oskar Morgenstern: si tratta della prima opera
che presenta una trattazione organica e completa dei giochi. I due studiosi tentano di
descrivere matematicamente il comportamento umano nei casi in cui l’interazione tra
uomini comporti la vincita o lo spartirsi di qualche tipo di risorsa, introducendo
importanti elementi usati in campo economico. Il più famoso studioso che si occupa
successivamente della teoria dei giochi è John Nash, che riesce a formalizzare, nel
1949, il concetto di equilibrio, dimostrando che in tutti i giochi non cooperativi a due o
più giocatori, esiste una situazione che non può essere migliorata con iniziative
individuali. L’applicazione di questo concetto in campo economico vale a Nash il
“Premio Nobel per l’Economia” nel 1994. In seguito Kenneth Arrow e Gérard
Debreu, nel 1954, riescono a dimostrare l’esistenza di una condizione in grado di
condurre all’equilibrio economico, e per questo vincono il “Premio Nobel per
l’Economia” nel 1972 e nel 1983. Ernst
Èmile
Zermelo
Borel
John von Neumann
Oskar Morgenstern John Nash 6
LA TEORIA DEI GIOCHI
Simone Bellesia Kenneth Arrow Gérard Debreu
IL TEOREMA MINIMAX DI JOHN VON NEUMANN
Illustreremo ora in maniera abbastanza sintetica il teorema sopracitato, mentre ci
soffermeremo molto più approfonditamente sulle applicazioni di quest’ultimo nella
tecnologia moderna.
Il risultato noto come “teorema minimax” fu pubblicato da John von Neumann nel
1928 sulla rivista “Mathematische Annalen”, in un articolo chiamato “Zur Theorie der
Gesellschaftspiele” (ovvero “Sulla teoria dei giochi di società”). Esso è applicabile a
giochi finiti, a somma zero, a informazione perfetta e a due giocatori, sia nel caso di
mosse alternative che simultanee.
In breve, il minimax, nella teoria delle decisioni, afferma che esiste una strategia che
permette ad entrambi i giocatori di minimizzare (min) la massima
(max) perdita possibile; in alternativa, per massimizzare (max) il minimo guadagno
(min).
Più specificatamente, la tecnica di von Neumann si può riassumere così:
- per ogni mossa possibile definiamo valore minimax il pay-off massimo
ottenibile contro un giocatore ottimo (per giocatore ottimo si intende un agente
dotato di razionalità, che comprensibilmente avrà una strategia ottima, volta a
massimizzare il proprio pay-off);
- l’agente sceglie come prossima mossa quella che ha valore minimax massimo
(e questa prende il nome di decisione minimax).
APPLICAZIONI DEL TEOREMA MINIMAX
Il “teorema minimax” di John von Neumann è uno dei principi fondamentali
dell’Intelligenza Artificiale. Di norma questo termine (che viene comunemente
contratto nell'acronimo ‘IA') viene utilizzato per designare una disciplina scientifica
(talvolta considerata una branca della più generale scienza dei calcolatori) il cui
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