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storia- guerra fredda
filosofia- Wittgenstein
storia dell'arte- joan Mirò il carnevale di Arlecchino
Rene Magritte ce ce n'est pas une pipe
Teoria dei giochi - Simone Chiodi-
INDICE
1. Introduzione
2. Cenni storici
3. Elementi di teoria dei giochi
3.1 Il gioco
3.2 Rappresentazione dei giochi
3.3 Classificazione giochi
3.4 Teoremi
3.5 Applicazione
3.6 Esempi di gioco
4. Storia
5. Filosofia
6. Arte - 3 - Teoria dei giochi - Simone Chiodi-
1. INTRODUZIONE
L'idea di trattare la Teoria dei Giochi è nata in seguito ad una lezione, a cui ho assistito
presso l'Università di Bergamo, tenuta dal professor Gambarelli all'interno del progetto
ponte tra l'Università e le scuole superiori della provincia.
Prima di quella lezione non avevo mai sentito parlare di questa materia, ma spinto dal
mio interesse per la statistica, per i giochi e dalla curiosità ho deciso di approfondire
questo argomento; inizialmente, ancor prima di presiedere alla lezione, per capire di
cosa trattasse e successivamente mi sono documentato in maniera approfondita per
portare la teoria dei giochi come argomento centrale della tesina.
Le maggiori difficoltà incontrate sono state quelle di trovare collegamenti consoni per
le diverse materie.
Questo problema non si è verificato per storia, dove la difficoltà è stata di scegliere
quale argomento, tra i diversi possibili, poteva essere il più idoneo.
Data l'applicazione della teoria dei giochi alle strategie militari,si poteva facilmente
legare sia alla Prima che alla Seconda Guerra Mondiale; ma alla fine la scelta è
ricaduta sulla Guerra Fredda, non solo per il medesimo periodo in cui Guerra Fredda e
Teoria dei Giochi si sono sviluppate ma, più in generale, perché molti concetti della
teoria dei giochi facilmente collegabili alla Guerra Fredda.
Meno facile è stato il percorso per Filosofia ed Arte: dove le scelte sono ricadute
Il Carnevale di Arlecchino.
rispettivamente su Wittgenstein e sull' opera di Joan Mirò
La scelta di Wittgenstein è stata fatta basandomi sulle considerazioni fatte dal filosofo
austriaco sul linguaggio, tra cui quello scientifico, e sulla logica: logica e linguaggio
scientifico che sono i fondamenti anche della materia di cui mi occuperò.
Il Carnevale di Arlecchino Ceci n'est pas une pipe
In Arte, oltre al ho analizzato anche
di Renè Magritte, per ricollegarmi al pensiero di Wittgenstein sulla rappresentazione
del mondo.
Il Carnevale di Arlecchino è stato scelto sulla base di due affermazioni fatte da due tra
i più grandi teorici della teoria dei giochi: Robert Aumann e John Nash.
- 4 - Teoria dei giochi - Simone Chiodi-
IL CARNEVALE
DI ARLECCHINO RAPPRESENTAZIONE
DEL MONDO
STORIA WITTGENSTEIN
DELL'ARTE
TEORIA DEI GIOCHI
CENNI STORIA
STORICI
ELEMENTI
DI UN GIOCO EQUILIBRIO
DI NASH
TIPI DI
GIOCO GUERRA
TEOREMI DILEMMA DEL FREDDA
PRIGIONIERO
ESEMPI
DI GIOCO GIOCO
DEL POLLO
- 5 - Teoria dei giochi - Simone Chiodi-
Tutti noi ogni giorno siamo di fronte a dover compiere continue scelte: materie come la
filosofia, l'economia, la sociologia, da sempre si sono occupate di studiare queste
situazioni ma solo da un punto di vista empirico e mai da un punto di vista
matematico.
Questo desiderio ha spinto matematici, fisici, economisti a creare modelli applicabili in
più situazioni.
Vede così la luce la Teoria dei Giochi; che ha come scopo la modellizzazione
matematica di questo processo decisionale.
2. CENNI STORICI
- 6 - Teoria dei giochi - Simone Chiodi-
Il termine "teoria dei giochi" deriva dal fatto che le prime osservazioni e i primi studi
furono fatti in relazione a veri giochi, come gli scacchi, dama, go; data la profonda
somiglianza dei problemi decisionali con i giochi di società.
Il primo approccio ad una situazione di conflitto risale al 1913 e fu enunciato da
Zermelo in un articolo; partendo da osservazioni, proprio, sul gioco degli scacchi, si ha,
così, il primo teorema formale della Teoria dei giochi
Questo teorema afferma che nel gioco il scacchi è strettamente determinato secondo
un procedimento logico, ossia vale una di queste tre alternative:
- Vince il bianco;
- Vince il nero;
- Patta.
L’ovvietà della conclusione non pregiudica l’importanza di questo passo, in quanto è la
dimostrazione della possibilità di trattare scientificamente situazioni di questo genere.
Si può, però, parlare di teoria dei giochi solamente a partire dal 1921 quando Emile
Borel utilizzò per la prima volta questa espressione. Borel pose il problema di
determinare in quali casi esista una strategia che si possa considerare ottimale.
Sulla base delle considerazioni di Borel e di Zermelo venne enunciato il teorema del
MiniMax, che mostra come tutti i giochi hanno una soluzione, di John von Neumann nel
1928. Il teorema fu rivisto a più riprese dallo stesso matematico statunitense ed il
Theory of Games and
risultato finale del 1944 culminò con la pubblicazione del testo
Economic Behavior (Teoria dei giochi e comportamento economico ), scritto da Von
Neumann con l’economista Oskar Morgenstern.
Con la pubblicazione di questo libro, la teoria dei giochi inizia ad essere una disciplina
scientifica a sé stante. Oltre ad esporre il definitivo teorema minimax quest'opera ha
rappresentato il primo tentativo di applicare la teoria dei giochi ad altri ambiti, in
questo particolare caso all'economia.
Altro evento cruciale nella storia della teoria dei giochi è la pubblicazione del 1951 di
John Nash dei i propri risultati a proposito di un equilibrio nei giochi non
cooperativi,;dimostrò,infatti, che ogni gioco non cooperativo a due o più giocatori, anche non a somma
poi ribattezzato "equilibrio di Nash" .
zero,ammette un equilibrio
Questo lavoro nel 1994 gli frutterà il Nobel per l’economia insieme a John Harsanyi e
Reinhard Selten che negli anni successivi perfezionarono il suo lavoro.
Il Nobel per l' economia, dato a Nash nel 1994 per gli sviluppi apportati alla teoria dei
giochi, non resta l'unico dato ad un teorico dei giochi
3. ELEMENTI DI TEORIA DEI GIOCHI
3.1 Elementi dei giochi
La teoria dei giochi è una branca della matematica applicata,che tenta di
analizzare da un punto di vista matematico il comportamento in situazioni
strategiche, nelle quali il successo di un individuo nel fare delle scelte
dipende dalle scelte degli altri.
La teoria dei giochi potrebbe essere descritta in maniera più appropriata come "teoria
delle decisioni" poiché si occupa principalmente del comportamento di chi prende le
decisioni e di come queste si influenzano a vicenda è quindi la scienza dell'interazione
- 7 - Teoria dei giochi - Simone Chiodi-
strategica dove identità( i giocatori) interagiscono le une con le alte mentre
perseguono obiettivi diversi.
Il gioco
Un gioco, per poter essere analizzato secondo gli schemi della teoria dei giochi deve
essere caratterizzato da tre elementi principali:
-Giocatori:
sono le identità, sopra citate che interagiscono le une con le altre.
principio di razionalità,
Ogni giocatore del gioco è caratterizzato dal cioè che il
soggetto coinvolto si comporti in modo tale da scegliere la strategia utile per
massimizzare il proprio guadagno ed inoltre conosca la razionalità degli altri giocatori
aspettandosi da questi un comportamento altrettanto razionale.
In presenza di giocatori irrazionali non sarebbe possibile giungere a soluzioni
inquadrabili in un modello matematico.
- Strategia:
consiste nel piano completo che un giocatore ha per gestire la partita. Esso specifica
un'azione ammissibile del giocatore per ciascuna circostanza in cui il giocatore può
essere chiamato ad agire. La strategia può essere pura o mista,si parla di strategia
mista quando il gioco razionale non è descrivibile attraverso una singola strategia pura
e quindi non deterministico.
Una strategia può poi essere dominante o dominata: si parla di strategia dominante
quando quella giocata garantisce il miglior guadagno indipendentemente dalla giocata
degli altri giocatori; una strategia sarà dominata invece se garantisce minori guadagni
indipendentemente dalle giocate degli altri giocatori.
- Pay-off:
è la fase conclusiva dei giochi, ovvero il guadagno finale ottenuto da ogni giocatore in
relazione alle proprie giocate.
3.2 RAPPRESENTAZIONE DEI GIOCHI
Per lo studio dei modelli di un gioco è necessario rappresentare tutte le possibili azioni
dei giocatori con i relativi pay-off, in modo da rendere visibile l’evoluzione della partita.
Le rappresentazioni proposte dalla Teoria sono due: la rappresentazione in forma
normale e quella in forma estesa.
-Forma normale: La rappresentazione dei giochi in forma normale è
caratterizzata,come viene mostrato nell'esempio sottostante, dall'utilizzo di una
matrice a doppia entrata dove le righe e le colonne rappresentano le mosse che i
rispettivi giocatori di riga e colonna possono compiere.
- 8 - Teoria dei giochi - Simone Chiodi-
In ogni cella sono rappresentate le vincite, pay-off che i due giocatori (di riga e di
colonna) ottengono attuando le mosse raffigurate nelle corrispondenti righe e colonne;
B B
I \ II 1 2
A 0 , 0 0 , 1
1
A 1 , 0 -1 , -1
2
-Forma estesa: Rappresentazione dei giochi a forma estesa consiste in una
descrizione formale completa: il gioco viene rappresentato come un albero, nel
quale ogni nodo rappresenta ogni possibile stato di avanzamento del gioco, ci
sono poi i rami che rappresentano quella che è stata la decisione presa dal
giocatore in ogni nodo
La rappresentazione in forma estesa rispetto alla forma normale permette di
studiare quei giochi in cui il giocatore fa più di una mossa e quindi giochi a
strategia mista; I
S D
II II
S D S D
I I I
I
S D S D S D S D
II II II
II II II II II
S D S D S D S D S D S D S D S D
(3,-1) (2,2) (3,4) (1,3) (0,-1) (-2,0) (5,-2) (3,8) (4,2) (1,2) (0,4) (1,-2) (0,1) (5,5) (2,-8) (7,-3)
3.3 Classificazione giochi
Una prima distinzione importante tra i vari giochi deve essere fatta a seconda del tipo
di interazione che possono avere i giocatori, abbiamo così una prima suddivisione tra
giochi cooperativi e non cooperativi.
-Giochi Cooperativi: quando i giocatori, che perseguono una strategia comune,
possono accordarsi preventivamente circa la strategia da adottare al fine di ottenere
entrambi il massimo guadagno, secondo accordi vincolanti. La teoria cooperativa
ignora le procedure del gioco per concentrarsi invece sulle possibilità di accordo.
- 9 - Teoria dei giochi - Simone Chiodi-
Esempi si possono trovare nei campi che prevedono l'interazione umana(società,
economia, strategie militari).
- Giochi non cooperativi: i partecipanti in questo caso devono scegliere
autonomamente la propria strategia. In questo caso l'enfasi è, differentemente da ciò
che avviene nei giochi cooperativi, sull'individuo e sulle strategie che può usare. Un
esempio di giochi non cooperativi sono la dama o gli scacchi.
Altra distinzione importante è quella derivante dalla quantità e dal tipo di informazioni
che ogni giocatore possiede al momento della giocata si hanno così giochi ad
informazione completa ed ad informazione incompleta
- Giochi ad informazione completa: se in ogni momento si conosce con certezza la
storia delle giocate precedenti, potendo così studiare le possibili azioni proprie e
reazioni avversarie a partire da un punto certo.
- Giochi ad informazione incompleta: se contrariamente le giocate dell'avversario
sono tenute segrete, come a briscola o a scopa ma in generale a qualsiasi gioco di
carte, si parla di giochi ad informazione imperfetta o incompleta, sviluppata nel 1967
dal premio Nobel per l'economia John Harsanyi.
Queste prime distinzioni di gioco sono dovute ad alcune limitazioni imposte ai
giocatori, ora andiamo ad analizzare quei tipi di giochi che si differenziano per delle
proprie regole.
- Giochi a somma zero: sono quei giochi strettamente competitivi di cui si occupò
esclusivamente la teoria dei giochi nei primi decenni della sua nascita.
I giochi a somma zero sono caratterizzati da due giocatori e ciò che è guadagnato da
un giocatore è perso dall'altro, la somma delle vincite è quindi sempre uguale a zero.
In questi tipi di gioco non ha senso la collaborazione: se un giocatore vuole un
determinato risultato, allora la preferenza per l'altro giocatore sarà l'opposta; é questo
il caso di un gioco di società a due, come gli scacchi o il poker, ma inappropriato per