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Impianti a torre centrale
Questo tipo d’impianto, utilizza un sistema di specchi indipendenti (eliostati) concentrando
i
raggi solari su un “ricevitore”, posto sopra all’estremità della struttura della torre.
Dal ricevitore un fluido opportuno trasferisce il calore , a un generatore di vapore, che
alimenta un turboalternatore. Con questo sistema si possono raggiungere fattori di
concentrazione e quindi temperature superiori. Uno di questi principali impianti è il solar
two
presente negli USA, con una resa di 10 Mwe.
Impianti con collettori a disco parabolico
Questo tipo di impianto, è costituito da pannelli riflettenti di forma parabolica
che inseguono il sole, con un movimento di rotazione attorno a due assi ortogonali,
e concentra la radiazione solare su un “ricevitore” montato nel punto focale.
Il calore ad alta temperatura viene normalmente trasferito ad un fluido ed utilizzato in
un motore, posizionato al di sopra del ricevitore,dove si produce energia meccanica o
elettrica.
La Tecnologia CSP per la produzione elettrica
Gli impianti CSP trovano attualmente un’applicazione concreta solo nella produzione di
elettricità; anche nel breve-medio termine questa sarà con ogni probabilità la principale
applicazione. Gli impianti CSP per affermarsi devono fronteggiare un’agguerrita
competizione sul piano dei costi di generazione dell’energia.
In ogni caso il problema di ridurre il costo di produzione e di aumentare il valore di mercato
dell’energia prodotta rimangono gli aspetti principali per acquisire quote di mercato.
Per diminuire il costo di generazione si può agire sostanzialmente su due aspetti:
• ridurre i costi specifici di investimento;
• aumentare l’efficienza di produzione.
I due principali progetti: temperatura e continuità di
esercizio
I problemi principali relativamente alla tecnologia CSP sono i seguenti:
La temperatura raggiungibile e la continuità di servizio.
Per quanto riguarda la temperatura di esercizio negli impianti industriali si usano
collettori
parabolici lineari, che utilizzano come fluido un termovettore ad olio sintetico e quindi,
consente temperature operative non superiori a 400°C. Invece per quanto riguarda la
continuità di esercizio, per rendere la produzione elettrica meno dipendente dalla
propria
fonte solare la tecnologia attuale prevede di realizzare impianti “ibridi”,
in cui al campo solare si affianca un bruciatore a gas che fornisce energia quando
la radiazione solare è insufficiente.
La produzione diretta di idrogeno solare
Uno dei problemi fondamentali di un futuro scenario
energetico sostenibile sarà la produzione di energia su
larga scala a costi competitivi e senza produzione di gas
serra, servita da vettori di trasmissione quali energia
elettrica
ed idrogeno. Una volta esaurita la potenzialità di
“trasferimento di energia” tramite l’interconnessione
elettrica, il nuovo vettore idrogeno potrà consentire di
trasferire su grandi distanze il potenziale delle fonti
primarie
dalle zone di produzione alle zone di consumo, come
attualmente avviene per i combustibili fossili.
I cicli termochimici, costituiti da una serie di reazioni
Ossido riduttive che coinvolgono sostanze intermedie di
natura diversa, consentono di operare la scissione
dell’acqua
in idrogeno e ossigeno a partire da calore a temperature
relativamente elevate (800-1.500°C) ma comunque
Raggiungibili impiegando sistemi a elevata concentrazione,
quali sistemi a torre o a concentratori puntuali. Questa
tipologia di processi è nota fin dagli anni settanta del secolo
scorso, ma solo in questi ultimi anni è oggetto di rinnovato
interesse, sulla spinta delle sempre più Impellenti
Problematiche ambientali.
Principali programmi
e iniziative
internazionali
Programma SolarPaces
Il Programma SolarPACES (www.solarpaces.org) è un programma collaborativo istituito dalla
IEA(International Energy Agency) con lo scopo di coordinare le azioni dei vari organismi
Impegnati nello sviluppo della tecnologia solare a concentrazione. Nell’ambito del
SolarPACES
Sono previste una serie di Task (azioni) relative allo sviluppo delle varie tecnologie solari a
concentrazione, dalla produzione di elettricità alla chimica solare.
L’Iniziativa CSP-GMI
La CSP-GMI (Concentrating Solar Power – Global Market Initiative) è una Iniziativa internazionale
stabilita al Summit Mondiale di Johannesburg del 2002, coordinata nell’ambito dei Task I del
SolarPACES, intrapresa da un insieme di soggetti pubblici e privati con l’obiettivo di facilitare e
accelerare la realizzazione di 5.000 MWe di impianti solari a concentrazione, nel mondo, entro i
prossimi 10 anni. In questo quadro, durante la Conferenza Mondiale sulle Energie Rinnovabili
svoltasi nel 2004 a Bonn, l’Italia ha siglato un accordo con Germania, Spagna, Algeria, Marocco,
Israele per lo sviluppo di centrali elettriche ibride a gas con integrazione solare, iniziando con gli
impianti in Algeria, Marocco, Egitto previsti nel quadro del GEF e dei meccanismi di flessibilità
dell’accordo di Kyoto.
Il programma sulle
tecnologie solari
a concentrazione
La proposta per l’elettricità solare: utilizzo dei Sali
fusi
Questa tecnologia combina alcune caratteristiche dei sistemi a collettori parabolici
Lineari e di quelli a torre solare ad alta temperatura, puntando su innovazioni
tecnologiche
Che permettono di superare i punti critici di entrambi. In particolare:
l’utilizzo di collettori parabolici lineari,in quanto tecnologia più “matura”;
Lo sviluppo di tubi ricevitori in grado di operare ad alta temperatura;
L’utilizzo,come fluido termovettore, di Sali fusi già utilizzati negli impianti a torre USA;
La presenza di un sistema di accumulo termico,anche questo già utilizzato negli
impianti a torre USA
Lo schema di funzionamento dell’ impianto a collettori parabolici lineari a Sali fusi
È illustrato nella figura seguente: Nella figura :
Sono presenti due serbatoi (serbatoio “caldo”
e serbatoio “freddo”) che contengono la
miscela di sali fusi rispettivamente alla
temperatura di 550 °C e 290 °C. Dai serbatoi
partono due circuiti indipendenti in cui il sale è
spinto da opportune pompe di circolazione.
Nel circuito del campo solare, in presenza
di irraggiamento sufficiente il sale,
prelevato dal serbatoio freddo, si scalda
fino a 550 °C circolando all’interno dei
collettori solari e va a riempire il serbatoio
caldo.
Nel circuito del generatore di vapore (GV) il sale viene prelevato dal serbatoio caldo e,
dopo aver prodotto vapore surriscaldato nel GV, ritorna al serbatoio freddo.
I Vantaggi dei Sali fusi
L’impiego di sali fusi come fluido termovettore consente due
vantaggi:
• di realizzare un accumulo termico a basso costo, in quanto i
sali sono economici, non tossici e a limitato impatto
ambientale (si tratta di fertilizzanti naturali) in caso di
fuoriuscita accidentale;
• di aumentare la temperatura all’uscita del campo solare fino
a 550 °C, con aumento delle prestazioni del ciclo
termodinamico di produzione elettrica; nel caso negli oli
sintetici la massima temperatura è invece limitata a 400°C.
L’uso dei Sali e la relativa temperatura
l’impiego di sali fusi consente di produrre vapore ad alta temperatura,
dell’ordine
di 530 °C, in grado di alimentare cicli a vapore con rendimenti di conversione
termodinamica elevati (42-44% contro 37.6% di un ciclo alimentato con
vapore a
370°C, tipico di un impianto a olio) senza l’impiego di un risurriscaldatore a
combustibile fossile. Questo vantaggio va commisurato con le maggiori
perdite
termiche dei collettori e con la necessità di sviluppare una tecnologia più
“spinta”, in particolare per i tubi ricevitori. Anche a parità di rendimenti o costi
globali, poter produrre vapore a 530 °C consente comunque di alimentare
direttamente cicli a vapore di tipo commerciale. Come già citato, un’alta
temperatura rende inoltre più compatto il sistema di accumulo.
Le principali
realizzazioni SOLARI
Il collettore solare rappresenta la voce principale nell’analisi economica che
viene fatta per decidere la realizzazione di una centrale solare, quindi il suo costo
e la sua efficienza rivestono particolare importanza per la diffusione della
tecnologia solare a concentrazione.
Il collettore è composto da:
• una struttura che supporta gli specchi realizzando la geometria parabolica e permette di
orientarli in modo da inseguire il moto del sole;
• una serie di specchi di opportuno disegno geometrico;
• un sistema di movimentazione in grado far ruotare la struttura con la precisione di
puntamento richiesta;
• una serie di tubi ricevitori, su cui vengono concentrati i raggi solari, attraverso i
quali l’energia termica viene conferita al fluido vettore.
La struttura dei collettori solari
La struttura, che deve assicurare contemporaneamente rigidità, precisione geometrica
elevata
e basso costo. Oltre a raggiungere gli obiettivi di resistenza strutturale prefissi, il nuovo
progetto
ha conseguito notevoli risultati quanto ad economia costruttiva e semplicità di montaggio.
La soluzione adottata, basata su un tubo centrale portante e supporti laterali a profilo
variabile, pur a prezzo di un peso leggermente superiore ad analoghe realizzazioni
concorrenti,
presenta nella razionalità costruttiva e nella scelta dei materiali le sue carte vincenti, che la
rendono di fabbricazione poco costosa, di facile trasportabilità, di rapida
installazione e di semplice registrazione entro le tolleranze richieste dal sistema ottico
concentratore. Nonostante le dimensioni considerevoli, lunghezza di circa 100 m, ampiezza di
circa 6 m ed altezza di 3,5 m all’asse di rotazione, possono essere facilmente rispettate
tolleranze finali sul montaggio dell’ordine del millimetro.
Gli specchi dei collettori solari
Gli specchi sono stati realizzati con varie tecnologie, coinvolgendo
settori diversi dell’industria nazionale, con l’obiettivo
di esplorare tutta una serie di alternative per
conseguire un minor Costo finale e migliori
caratteristiche meccaniche rispetto alla soluzione
tradizionale (FLABEG) che impiega uno specchio in
vetro spesso curvato a caldo.
Comun denominatore di tutte le soluzioni è l’idea di
impiegare uno specchio in vetro sufficientemente
sottile (850 μm) da poter essere piegato a freddo, fino ad assumere la forma
parabolica richiesta, ed applicarlo ad un pannello di supporto con funzione strutturale
opportunamente sagomato.
Sistema di movimentazione dei collettori solari
Il sistema di movimentazione è stato realizzato
dalla
Duplomatic Oleodinamica ed è costituito da una unità
oleodinamica autonoma, Il sistema è in grado di
portare il collettore in posizione di sicurezza (in
previsione di eventi atmosferici avversi, quali forte
vento
o grandine) in presenza di velocità del vento fino a 14
m/s;una volta posto in sicurezza il collettore è
progettato per resistere a venti fino a 28 m/s.
I tubi ricevitori dei collettori solari
I tubi ricevitori sono elementi lunghi circa 4 m, saldati in opera per formare una linea
che,
nella posizione di riferimento in esercizio, deve essere in asse con la retta focale degli
specchi parabolici. La linea di tubi ricevitori è mantenuta in posizione da bracci di
sostegno, dotati alle estremità di cerniere cilindriche, che permettono la dilatazione
termica dei tubi quando l’impianto è in esercizio. La funzione dei tubi ricevitori è quella
di
trasferire al fluido termovettore la massima quantità di energia solare concentrata
dagli
specchi riflettenti, riducendo al minimo le perdite di energia per irraggiamento verso
l’ambiente.
Obbiettivi e prestazioni conseguiti
L’obiettivo tecnologico finale è quello di sviluppare collettori solari in grado di operare
con sali fusi a temperature di 550 °C, con rendimento globale massimo, nell’arco di
una
giornata (energia termica prodotta/energia incidente), superiore al 70 %.
Gli obiettivi di costo per una produzione di serie di collettori solari, con quantitativi
sufficienti a realizzare un campo solare dotato di alcune centinaia di collettori da 100
m