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Questa tesina di maturità prende in esame gli strumenti della visione, come per esempio la camera oscura. Gli argomenti che la tesina sviluppa sono i seguenti: in Italiano Verga, verismo, naturalismo, realismo, in Storia il comunismo e i Soviet, in Storia dell'arte Marcel Duchamp, Man Ray .
Italiano - Verga, verismo, naturalismo e realismo.
Storia - Il comunismo, i Soviet.
Storia dell'arte - Marcel Duchamp, Man Ray.
INDICE:
Dalla prospettiva alle camere ottiche …………………………………………………………. 1
Camere ottiche: modello della fotografia e del cinema ………………………………………. 2
Arte e industria ……………………………………………………………………………….. 3
Dalla cronofotografia al cinema ……………………………………………………………… 4
Il trucco e la realtà ……………………………………………………………………………. 6
Il mezzo televisivo ……………………………………………………………………………. 7
Il videotape …………………………………………………………………………………… 8
Il fotomontaggio ……………………………………………………………………………….9
Uso artistico del fotomontaggio ……………………………………………………………... 12
Fotografia creativa nel secondo dopoguerra in Europa e Stati Uniti ………………………... 13
Il linguaggio cinematografico ……………………………………………………………….. 14
Il film astratto ………………………………………………………………………………... 15
Cinema strutturale …………………………………………………………………………... .16
Surrealismo e cinema ………………………………………………………………………... 17
Televisione e video-arte ……………………………………………………………………… 19
La possibilità del mezzo ……………………………………………………………………… 20
DALLA PROSPETTIVA ALLE CAMERE OTTICHE
La prospettiva è il linguaggio visivo inventato per fissare
sul piano bidimensionale del foglio e del quadro lo spazio
tridimensionale della realtà.
Nel medioevo i contenuti morali, politici e religiosi
prevalevano, però, su quelli di ordine artistico e
scientifico: la Madonna, ad esempio, poteva essere molto
più grande dei fedeli. Fino a che non interverrà la fotografia
a riprendere in prospettiva gli oggetti, il pittore deve fare
complicati calcoli per determinare grandezza, forma e
scorcio. Furono inventati quasi subito degli strumenti per
ottenere la prospettiva con mezzi meccanici, facilitando
così il lavoro del pittore. In particolare, per riprodurre il
paesaggio nei suoi giusti rapporti si pensò alla
camera oscura, in cui facendo penetrare dei raggi di luce
da un piccolo foro in una stanza buia,
sulla parete opposta al foro si formava un’immagine. 1
CAMERE OTTICHE: MODELLO DELLA FOTOGRAFIA E DEL CINEMA
La riscoperta della camera oscura mise alla prova
le capacità di molti inventori.
Cardano applicò delle lenti al foro di passaggio della luce,
per aumentare la definizione dei contorni dell’immagine.
Daniello Barbaro inventò il diaframma per regolare
l’ingresso della luce attraverso il foro.
Della Porta attraverso l’uso di specchi concavi e convessi,
raddrizzò l’immagine che, nella proiezione sulla parete,
era rovesciata. Ancora si conserva a Venezia la camera portatile
usata da Canaletto come base per le sue prospettive. Camera ottica appartenuta al Canaletto.
Venezia, Museo Correr.
La camera oscura era quindi per i pittori il mezzo per raggiungere un’arte nutrita dalla natura, usata contemporaneamente per
stupire e meravigliare piuttosto che convincere.
Il Della Porta la usò come una specie di teatro e Il Kircher nel 1600 inventò i primi proiettori: le lanterne magiche. 2
ARTE E INDUSTRIA
La mano non ce la faceva più a tener dietro alle esigenze di verità visiva del tempo, per questo motivo si presentava l’esigenza di inventare
qualcosa che registrasse automaticamente le apparizioni della camera oscura. Camera oscura che servì ai primi
esperimenti di Niepce – Musèe Denon
Joseph Nicèphore Niepce, era noto come
l’inventore della fotografia, ma fu l’inventore inglese
William Henry Fox Talbot ad adottare per primo
la carta sensibilizzata ai sali d’argento che è ancora
oggi alla base della fotografia, che nel 1835 era già in
grado di ottenere dei negativi su carta mettendo una
camera oscura in relazione con il materiale reso Prima fotografia
di J.N. Niepce (1826) – Austin,
Texas University Museum
sensibile alla luce.
Nasce giusto in quei tempi la visione della fotografia come invenzione più utile per la società dopo la stampa, sia come mezzo creativo alla
portata di tutti, sia come strumento di educazione e di informazione. 3
DALLA CRONOFOTOGRAFIA AL CINEMA
La fotografia entra nell’uso e comincia a sostituire il disegno e la pittura in molte applicazioni pratiche.
Le prime istantanee furono un vero shock, l’occhio umano non riesce a distinguere le fasi successive di
un movimento al di sopra del decimo di secondo. L’improvviso congelamento del moto rivelava forme
sconosciute.
La fotografia d’azione arresta il movimento, fissandolo in una posa. Per restituire il movimento, dopo
averlo trascritto sulla pellicola, occorreva un altro strumento che rendesse alla immagini la loro
dinamica temporale. 4
Il fenachistoscopio inventato da Plateau, è la base di tutti gli strumenti di proiezione successivi, fino al cinematografo.
Lo sviluppo e la diffusione della fotografia e del cinematografo procedono a pari passo con quelli della società industriale. Così il sogno di Niepce
e Talbot di “diventare artisti” senza saper disegnare viene portato a compimento dalla Kodak con le sue macchine automatiche. Fare il cinema però
non sarà così semplice. Per rendere visibile a molti spettatori una sequenza di istantanee in movimento bisognava ingrandire i fotogrammi
proiettandoli su uno schermo.
I fratelli Lumière riunirono in un unico apparecchio, macchina da presa e proiettore. Disegnarono anche un sistema di trasporto per la pellicola,
applicarono subito i loro apparecchi alla produzione di spettacoli.
Manifesto del Cinèmatographe Lumière 1896 – Parigi. Bibliothèque du Musèe des Arts Dècoratifs 5
IL TRUCCO E LA REALTA’
La riproduzione fotografica, nata per evitare errori e interpretazioni della mano umana, si era fissata nella mente del pubblico
come un doppio della realtà stessa. Orientandosi verso lo spettacolo, il cinema, invece, divenne il banco di prova di tutti i
trucchi e le magie.
Il più grande impresario dei primi dieci anni eroici del cinema francese è un illusionista: Georges Mèlies, che produsse quasi
4000 film e aprì a Parigi il primo cinematografo pubblico del mondo. In ognuno dei suoi film vi era un colpo di scena. Il
pubblico andava pazzo per questa forma di evasione e, si stupiva ancora di più per l’ingegnosità del regista. I trucchi di
natura cinematografica non vennero usati nei primi film per accrescerne la sensazione di realismo, ma per il loro valore
fantastico e umoristico. Georges Mèlies – Foto Archivio Cineteca Italiana, Milano 6
IL MEZZO TELEVISIVO
La televisione trasmette la visione a distanza. Guardando il teleschermo siamo portati a identificare la televisione come
un’ulteriore evoluzione della fotografia e del cinema, ma non è così. La sua registrazione è più vicina a quella della voce che a
quella dell’immagine. Nella televisione, l’illusione è l’immagine.
John Logie Baird,
inventore della televisone,
nello studio da cui trasmetteva
i suoi spettacoli. (1928) Cabina di regia in uno studio televisivo.
Naturalmente, molti programmi televisivi sono ottenuti traducendo televisivamente i fotogrammi di un film. Nelle trasmissioni
dal vivo in diretta si esalta la caratteristica peculiare della televisione: l’istantaneità. 7
IL VIDEOTAPE
Il videotape è una registrazione televisiva su nastro: immagine e suono vengono registrati contemporaneamente su
nastro per essere successivamente trasmessi in ogni momento su un monitor.
Esso rappresenta l’emancipazione dal monopolio televisivo e la possibilità di rispondere con messaggi propri ai
messaggi emanati dalle trasmittenti ufficiali.
Copertina di Guerrilla Television, il libro che in America si è fatto portabandiera della televisione alternativa. 8
IL FOTOMONTAGGIO
Il fotomontaggio – tecnica per comporre un’immagine nuova combinando insieme fotografie e negativi fotografici diversi – è stato usato fin dalle
origini della fotografia.
La Società Fotografica Francese arrivò fino a proibire si suoi membri di esibire nelle mostre simili immagini “costruite”.
Henry Peach Robinson, si servì del fotomontaggio per affermare la libertà espressiva della fotografia, ritraendo parti anatomiche di diversi modelli,
per raggiungere la perfezione. Oscar Rejlander: Due modi di vivere 1857 - Londra 9
Il fotomontaggio, dal punto di vista tecnico costituiva la perfetta fusione fra la riproduzione foto-meccanica e la
comunicazione di massa.
La fotografia come mezzo espressivo si adattava perfettamente al programma del Costruttivismo russo: prodotto della
macchina, non dipendente da alcun stile artistico, esse era praticabile da chiunque e facilmente comprensibile.
Il fotomontaggio, con il suo carattere antiartistico e come strumento propagandistico ben rispondeva alle esigenze del
nuovo stato sovietico che ripudiava l’individualismo e il soggettivismo dell’arte borghese.
Replica di L.H.O.O.Q. realizzata da Marcel Duchamp R. Mutt (Marcel Duchamp), Fountaine, 1917 10
Il fotomontaggio fu usato in chiave propagandistica in due modi. La Russia costruttivista interviene alla Mostra
Internazionale della Stampa a Colonia, con un pieghevole disegnato da El Lissitzky. L’immagine fotografica prese il posto
della parola e la sua combinazione con altre fotografie permise di creare un discorso fatto per immagini, comprensibile
anche agli analfabeti. Il fotomontaggio divenne così la tecnica per ideogrammi del nostro tempo, usata in chiave
simbolica. 11
USO ARTISTICO DEL FOTOMONTAGGIO
Abbiamo visto che il fotomontaggio fu utilizzato come strumento politico, ma questa tecnica, fin da quando le avanguardie cominciarono a farne
uso, ebbe larga fortuna anche come forma espressiva e creativa. Gli artisti Dada e Surrealisti ritennero la tecnica del fotomontaggio molto aderente
alla natura del modernismo: la fotografia entrava così a far parte del mondo dell’arte.
Marcel Duchamp: Ritratto di famiglia, fotomontaggio – Milano Man Ray: Violon d’Ingres 1924 - Milano 12
FOTOGRAFIA CREATIVA NEL SECONDO DOPOGUERRA IN EUROPA E STATI UNITI
Gli artisti usano la fotografia come mezzo espressivo riprendendo le tecniche già note per differenziare le loro opere dalle altre immagini
che ormai hanno completamente invaso il panorama visivo dell’uomo moderno.
La tecnica del fotomontaggio risolve le esigenze della nuova espressione artistica.
L’italo-americano Sal Mancini e l’americano Duane Michals, sono esempi significativi di come il fotomontaggio raggiunga livelli di
estrema raffinatezza. I racconti fotografici in sequenza di Duane Michals hanno sempre un finale a sorpresa. Lo spettatore, seguendo il filo
narrativo si trova di fronte a una conclusione che sconvolge le regole e gli schemi noti.
Duane Michals: The true identity of man 1971 - Milano 13
IL LINGUAGGIO CINEMATOGRAFICO
Agli inizi del cinema la macchina, era una proiezione dell’occhio dello spettatore che, seduto sulla sua poltroncina, non aveva
possibilità di muoversi.
Con Griffith, la macchina diventa maneggevole, si avvicina e si allontana a seconda dei casi. Grazie alla possibilità di tagliare e
montare la pellicola, l’attore, appena entrato un una stanza, sta già uscendo dall’altra parte! Affinché la varietà dei punti di vista
non rendesse incomprensibile il racconto, ma lo arricchisse, Griffith pensò per primo al montaggio come mezzo per organizzare
una successione di piani presi secondo angolazioni e inquadrature diverse.
L’esempio più compiuto del suo concetto di cinema lo dette con Nascita di una nazione primo lungometraggio assieme a
Cabiria: 150 minuti. D. W. Griffith : Nascita di una nazione 1915 14