Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 14
Storia e Sviluppo delle Telecomunicazioni - Tesina per istituto tecnico industriale Pag. 1 Storia e Sviluppo delle Telecomunicazioni - Tesina per istituto tecnico industriale Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 14.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia e Sviluppo delle Telecomunicazioni - Tesina per istituto tecnico industriale Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 14.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia e Sviluppo delle Telecomunicazioni - Tesina per istituto tecnico industriale Pag. 11
1 su 14
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
Italiano: Dalla lettera all'email

Storia: La guerra Italo-Turca

Elettronica e Telecomunicazioni: Telecomunicazioni e canale trasmissivi
Estratto del documento

STORIA E SVILUPPO DELLE

TELECOMUNICAZIONI

telecomunicazione télécommunication.

La parola fu adattata dalla parola francese È un composto del

tele - communicare,

prefisso greco (τηλε-), che significa "lontano da" e del latino che significa

'condividere'.

Ma dove è nata la comunicazione?

La prima tecnologia della comunicazione che l'umanità ha sviluppato, e senza dubbio la più

importante, è la scrittura. La sua comparsa nella storia dell'uomo sembra risalire alla metà del

quarto millennio a. C. , nella zona della Mesopotamia , abitata all'epoca dai Sumeri.

In seguito molti sistemi di scrittura sono stati inventati autonomamente da altre civiltà, fino ad

arrivare allo sviluppo della scrittura fonetica alfabetica, quella scrittura cioè in cui i simboli

rappresentano singoli suoni. I primi esempi di questa nuova forma di scrittura appaiono, sempre

nella zona mediorientale, intorno al 1500 a.C. Ma i Greci introdussero i segni per le vocali e

completarono l'evoluzione della scrittura intorno all'ottavo secolo a.C.

Quali furono le conseguenze di questa scoperta?

Le conseguenze dell'invenzione della scrittura furono enormi trasformando la mente umana più di

qualsiasi altra invenzione.

La scrittura ebbe anche un ruolo fondamentale nel processo di civilizzazione dell'uomo: la fine del

nomadismo, lo sviluppo delle economie di scambio, la nascita dello stato furono possibili solo con

l'invenzione della scrittura. L’uomo poté tenere conto delle merci scambiate e immagazzinate,

scrivere le leggi, non considerare più importante il capotribù ma il sovrano che per legge comandava

la società perché difensore delle leggi stesse.

Nel corso dei secoli per comunicare si usarono i segnali di fumo, gli specchi che riflettevano i raggi

solari, poi i corrieri a cavallo, i piccioni viaggiatori, e così via, ma si può parlare veramente di

trasmissione a distanza di informazioni, sia pure su cavo, solo con l’invenzione del telegrafo e del

codice morse avvenuta in America ad opera di Samuel Morse.

IL TELEGRAFO MORSE

Negli anni quaranta del 1800 ,Samuel Morse, inventa un sistema telegrafico elettrico impiegante

un unico filo, ed inventa uno speciale codice, il Codice Morse, che permette di codificare le lettere

alfabetiche in sequenze di impulsi di diversa durata (punti e linee).

Egli riuscì a brevettare la sua invenzione negli Stati Uniti e ad ottenere il supporto del governo, e il

24 maggio 1844 si ha la prima trasmissione ufficiale tra le città di Washington e Baltimora.

In breve tempo il sistema comincia a diffondersi in ogni continente formando una fitta rete, grazie

anche a ulteriori perfezionamenti quali l'introduzione degli isolatori in vetro o ceramica, il filo di

rame al posto del ferro ed il sistema duplex, che consentirono di aumentare la lunghezza delle

tratte ed aumentarne l'efficienza.

Si forma anche una classe di operatori specializzati, alcuni dei quali arrivavano a digitare il codice

Morse ad una velocità di 80-100 caratteri al minuto.

I nodi della rete, gli uffici telegrafici intermedi (Relè), provvedevano ad instradare i messaggi sulle

giuste tratte fino a destinazione.

Da notare che il lavoro veniva svolto a mano: i messaggi ricevuti erano letti e, in base alla

destinazione, consegnati all'impiegato che li ritrasmetteva sul tratto successivo. Questo soprattutto

perché la corrente utilizzata era quella continua, che non permette il suo invio per lunghe distanze,

e soprattutto perché essa era fornita da batterie non esistendo ancora un altro metodo di produzione

della corrente elettrica (la dinamo sarà inventata solo nel 1869). Il sistema venne parzialmente

automatizzato con l'introduzione del nastro perforato e dei trasmettitori automatici.

In Italia a un mese dalle prove del 30 giugno 1847, viene introdotto il primo telegrafo

elettromagnetico (a quadrante) da Carlo Matteucci tra Pisa e Livorno.

RADIOTELEFONIA

La radiotelefonia nasce all’inizio del ‘900 grazie alle ricerche degli scienziati americani Reginald

Fessenden, Valdemar Poulsen e Lee De Forest, convinti dell’utilità di svincolare le

radiocomunicazioni dall’uso del telegrafo e dalla complessità dei suoi codici. In Italia i protagonisti

delle prime sperimentazioni di radiotelefonia sono Quirino Majorana (zio del famoso fisico nucleare

Ettore) e Giuseppe Vanni. Per la prima volta, grazie alla radiotelefonia, gli operatori di due stazioni

radio possono comunicare tra loro direttamente a voce.

Il prof. Majorana, direttore dell’Istituto Superiore Poste e Telegrafi di Roma, nel 1908 con il suo

microfono idraulico riesce a collegare l’Istituto con la stazione radio di Monte Mario distante 5 km.

Con alcune modifiche al microfono di Majorana, nel 1912 il prof. Giuseppe Vanni ottiene il record

mondiale dell’epoca (1000 km), collegando la stazione radio militare di Centocelle (Roma) con

Tripoli.

Gli impianti pubblici e il monopolio statale. La nascita dell'Unione Radiofonica

Italiana

Nel 1924 l’Unione Radiofonica Italiana (URI, poi nel 1928 EIAR–Ente Italiano Audizioni Radio e dal

1946 RAI–Radio Audizioni Italiane) inaugura la prima stazione pubblica a Roma. In pochi anni gli

impianti aumentano fino a coprire l’intero territorio nazionale: dopo Roma anche a Milano, Genova,

Napoli, Trieste e in altre importanti città vengono installati studi radiofonici e impianti di

trasmissione. Alle ore 21 del 6 ottobre 1924 viene messo in onda il primo programma radiofonico

italiano. Il microfono raccoglie la voce dell’annunciatrice Ines Viviani Donarelli.

Fino alla metà degli anni ’70 la Rai detiene il monopolio della radiofonia nazionale e l’emittenza

radiofonica è vietata ai soggetti privati. I fratelli Alberto ed Edoardo Hazan insieme ad altri amici

decidono di fondare una radio. Radio Studio 105 nasce a Milano nel febbraio del 1976 in un piccolo

appartamento del quartiere Lorenteggio. Niente a che vedere con i grandi impianti di Stato: in pochi

metri quadrati convivono apparecchi per la trasmissione e lo studio radiofonico. Mesi di battaglie

legali porteranno alla sentenza 202 del luglio 1976 in cui la Corte Costituzionale dichiara illegale il

monopolio statale e apre di fatto il mercato ai soggetti privati almeno in ambito locale.

IL TELEFONO

Il Telefono è stato inventato da Antonio Meucci nel 1871, un italiano emigrato in America a metà

del XIX° secolo.

Per molto tempo però in America si è considerato Alexander Graham Bell come il vero inventore

dell'apparecchio.

Soltanto nel giugno del 2002 il Congresso Americano ha emesso la sentenza definitiva che riconosce

a Meucci il merito dell'invenzione del telefono.

Come funziona una connessione telefonica?

Quando due utenti parlano a telefono, il microfono converte le onde sonore della loro voce in un

segnale elettrico variabile che racchiude la stessa informazione della parole che si scambiano.

Il ricevitore dell’apparecchio telefonico ricevente, trasformerà di nuovo il segnale elettrico in suono

udibile.

Sono due i fili elettrici che collegano i due utenti attraverso la rete telefonica ed assumono il nome di

doppino telefonico:

Si tratta di due conduttori in rame elettrolitico isolati in PVC e circondati da una guaina protettiva.

I due conduttori hanno diametri, di norma, di 0,4 o 0,6 mm a seconda della distanza da coprire.

L'apparecchio telefonico è collegato alla rete tramite una presa tripolare che va collegata ad

una cassetta di derivazione.

All'interno dei cavi telefonici i doppini sono sempre intrecciati ed il passo di

intrecciamento(binatura) è però diverso per ciascuno, al fine di eliminare i problemi di diafonia.

Tutti i doppini telefonici di vari edifici, provenienti dalle cassette di derivazione ,vengono poi

convogliati verso un unico armadio ripartilinee posto, di solito, ai piedi di un edificio, al centro di

una zona da servire etc…

Dall'armadio si arriva infine alla centrale telefonica urbana più vicina tramite cavi sotterranei,

secondo lo schema di figura:

LA TELEVISIONE

L'inizio della storia della televisione può essere fatto risalire al 25 marzo 1925, quando l'ingegnere

scozzese John Logie Baird ne diede dimostrazione nel centro commerciale Selfridges di Londra.

Nella sua dimostrazione le immagini in movimento rappresentavano delle silhouette, cioè

avevano solo la doppia tonalità di grigio. La trasmissione a distanza di immagini in movimento

con una vasta gamma di grigi, quelle che comunemente chiamiamo in bianco e nero, riuscì a

realizzarla il 2 ottobre 1925. La trasmissione avvenne dal suo laboratorio alla stanza a fianco. si

trattava della ripresa di un viso di un giovane ( il suo fattorino) che si era prestato per l'esperimento.

La risoluzione verticale dell'immagine televisiva era di 30 linee e la frequenza delle immagini era di

5 immagini al secondo.

Nel 1927 trasmise la televisione da Londra a Glasgow (700 km di distanza) attraverso una normale

linea telefonica in cavo. Nel 1928 realizzò la prima trasmissione televisiva transoceanica, da

Londra a New York. Sempre nel 1928 riuscì a trasmettere le prime immagini a colori.

La televisione di Baird fu in seguito definita televisione elettromeccanica perché l'apparecchio di

ripresa delle immagini e quello di visione si basavano su un dispositivo elettromeccanico inventato

nel 1883 da Paul Nipkow, il disco di Nipkow. Fu definita elettromeccanica per differenziarla dalla

televisione elettronica inventata negli anni seguenti e tuttora utilizzata.

LA TELEVISIONE ELETTRONICA

La televisione elettronica fu realizzata nel 1927 dall'inventore americano Philo Farnsworth nel

proprio laboratorio di San Francisco. La definizione è dovuta al fatto che sia l'apparecchio di ripresa

delle immagini che quello di visione erano realizzati con un dispositivo elettronico, il tubo a raggi

catodici, inventato dal fisico tedesco Ferdinand Braun nel 1897.

Il tubo a raggi catodici è stato sostituito negli apparecchi di ripresa (telecamera e videocamera) dal

CCD, mentre negli apparecchi di visione (televisore, monitor e videoproiettore) si appresta ad essere

completamente sostituito dalla tecnologia al plasma, a cristalli liquidi, OLED, 3D e altre ancora in

fase sperimentale. LA TELEVISIONE IN ITALIA

La Rai comincia il suo servizio il 03/01/1954: un solo canale che può raggiungere solo ed

esclusivamente gli italiani del Piemonte, Lombardia, Toscana, Liguria, Umbria e Lazio.

Successivamente il segnale viene potenziato e potrà coprire il 97% del territorio nazionale;

inizialmente i programmi duravano 4 ore: dalle 17.30 fino alle 19.00 con la "tv dei ragazzi" e dalle

20.45 fino alle 23.00 con l'informazione del tg. In questi primi anni di servizio, infatti, la televisione si

presentò soprattutto come mezzo d'informazione e di cultura con il difficile compito, simile a quello

della radio, di unificare gli italiani. Negli anni cominciano a prendere sempre maggior importanza le

trasmissioni di fiction e di intrattenimento come Lascia o raddoppia, condotto da Mike Bongiorno, che

si rivelò un vero e proprio fenomeno di proporzioni incredibili ( i dirigenti rai furono costretti a

cambiare l'orario di programmazione dopo le lamentele dei gestori di cinema che rimanevano vuoti a

causa del sovrapporsi degli orari degli spettacoli con quelli del quiz).

TELEFONIA MOBILE

Il primo sistema telefonico radiomobile della storia nacque negli USA nel 1964 e funzionava nella

gamma di frequenza dei 160/450 MHz con soli 23 canali bidirezionali.

Nel nostro paese il sistema radiomobile, detto di prima generazione, venne introdotto nel 1974 e

funzionava a 160 MHz, ma era molto limitato nel numero dei canali e nelle prestazioni, richiedeva

l'intervento degli operatori di centrale, ed era molto ingombrante per il peso e per la lunghezza

dell'antenna.

Nel 1984 nacque invece il sistema radiomobile RTMI (Radio Telefono Mobile Integrato), funzionante a

450 MHz, detto di seconda generazione per via delle prestazioni di gran lunga migliori del

precedente, era, infatti, direttamente connesso con la rete telefonica nazionale ed era più leggero e

meno ingombrante, anche se oggi è stato completamente superato.

Dettagli
Publisher
14 pagine
31 download