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Sintesi
Storia: Storia della propaganda, propaganda fascista

Italiano: Pascoli (la grande proletaria si è mossa), D'Annunzio (canto augurale per la nazione eletta)

Filosofia: Gustave Le Bon (psicologia delle folle)

Inglese: George Orwell 1984
Estratto del documento

Andrea Toso

Premessa

Ho deciso di svolgere la mia tesina su un argomento come la propaganda, non per interesse o

schieramento politico ma perché mi ha sempre affascinato scoprire il modo in cui le persone

possano essere influenzate e manipolate, ovviamente non per manipolare a mia volta, ma per

prendere coscienza di questo fenomeno, molto spesso taciuto e mio avviso molto pericoloso.

E' per questo motivo che attraverso la mia tesina, cercherò di ricostruire, a grandi linee, la storia

della propaganda, di svelare le teorie che si celano dietro di essa e mostrare che cosa potrebbe

accadere in futuro se questo problema si sottovalutasse.

Spero quindi che questa tesina possa non solo aver uno scopo puramente didattico, ma che possa

anche fungere da monito per il futuro in modo che non si ripetano più gli spiacevoli fatti del

passato.

Andrea Toso

Andrea Toso

Definizione

La propaganda costituisce un ampio ed affascinante oggetto di studio.

Non sono poche le ricerche che hanno indagato sull'argomento: dai più scientifici studi di Ellul

(1967, 1973) a quelli più critici di Chomsky, sino alle più recenti ricerche di Pratkanis e Aroson

(2001).

Il comune denominatore è rinvenibile nella difficoltà riscontrata in tutte queste ricerche nel definire

il concetto e portare avanti una trattazione obbiettiva non influenzata dai pregiudizi. Le difficoltà

sono imputabili alla connotazione negativa che il concetto di propaganda ha assunto con il passare

del tempo. Infatti, nonostante la sua iniziale neutralità, è andata assumendo caratteri dispregiativi di

un'opera di manipolazione ed è oggi spesso usata come sinonimo di discorso falso o parziale.

Inoltre essa viene spesso associata alle dittature, poiché è stata essenzialmente nei regimi totalitari

che ha avuto modo di svilupparsi ed è proprio nelle dittature che è stata usata come tecnica e

strumento fondamentale per il mantenimento dello status quo.

Per questo motivo mi sembra necessaria una seppur sintetica definizione ed un inquadramento

storico.

Cenni storici

La propaganda è un fenomeno difficilmente definibile, soprattutto da un punto di vista storico. Una

qualsiasi definizione che prendesse in considerazione solo le caratteristiche della propaganda così

come è venuta a delinearsi nel corso del XX sec., non troverebbe riscontri nel passato e quindi

porterebbe ad escludere, erroneamente, la sua presenza in epoche lontane.

Pertanto, nonostante la propaganda moderna come oggetto di studio sia emersa solo nel XX sec., la

presenza del fenomeno propaganda è rintracciabile in tutte le epoche storiche in cui l'uomo ha

cominciato ad organizzarsi in termini societari. Seguendo le indicazioni di Ellul (1783) si possono

identificare tre grandi periodi storici:

- dalle origini sino al XV sec. ;

- dal XV sec. sino agli inizi del XIX sec. ;

- dalla rivoluzione francese sino alla "grande guerra".

Nel primo periodo la propaganda rappresenta un fenomeno molto frammentato; non ha un

organizzazione e una tecnica bene precisa ed è principalmente legato alla presenza del

propagandista, come Pericle nell'antica Grecia o Augusto a Roma. E' soprattutto nel periodo dei

tiranni, presenti in quasi tutte le città greche fra VIII e il VI secolo a.C., che nel mondo ellenistico la

propaganda, così come noi la intendiamo oggi, sembra emergere. I tiranni instaurando un nuovo

tipo di regime, hanno dovuto far leva sul popolo, propagandando le proprie virtù, con lo scopo di

ottenere rispetto, adesione e fedeltà, in maniera molto simile a ciò che succede ora nelle società

post-rivoluzionarie, dove si sente la necessità di formare una nuova mentalità più consona ai

principi della rivoluzione: per farlo si ricorre alla propaganda.

Tra tutti i tiranni spicca la figura di Pisistrato(600-527 a.C.) considerato "una sorta di genio della

propaganda " (Ellul), cosa che gli valse la cattiva reputazione di ingannatore del popolo. La sua

abilità, unita alla sua naturale dote di eloquenza, è stata quella di utilizzare vari mezzi ( i moderni

mass-media) magistralmente coordinati tra di loro in modo tale da riuscire a conferire al messaggio

le caratteristiche della coerenza e della ridondanza, utili per una più efficace campagna

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Andrea Toso

propagandistica. Egli diresse la sua propaganda non solo all'interno (Propaganda interna) ma anche

all'esterno del suo regno ( Propaganda esterna) espandendo la propria influenza. In Pisistrato

rinveniamo molti elementi che caratterizzano la propaganda moderna: la coordinazione di diversi

mezzi per promuovere un unico messaggio, la messa in scena propagandistica, il tentativo di

strumentalizzare le credenze popolari, la propaganda interna ed esterna la divulgazione di false

notizie e l'identificazione di un nemico "pubblico". E' certo però che la propaganda ellenica manca

di una componente che oggi caratterizza le più sofisticate campagne propagandistiche:

l'informazione. Questo elemento nascerà per la prima volta in epoca romana ed è Cesare stesso che

userà l'informazione, per fare opera di promozione della grandezza di Roma. Grazie agli Acta

Diurna- manifesti contenenti diverse informazione riguardanti la vita sociale, riassunti di leggi,

operato del Senato, ed ogni altro tipo di informazione utile alla "causa romana"- che venivano

affissi nei luoghi pubblici delle città e divulgati grazie all'esercito in ogni angolo dell'impero, rese

possibile l'esaltazione della grandezza di Roma. A questa iniziale propaganda verrà a sostituirsi la

propaganda più evidente, fatta di lodi e adulazione dell'imperatore di turno, il che le farà perdere

efficacia, poiché come oggi sappiamo, la propaganda appare più incisiva quanto più riesce a

mascherarsi sotto le sembianze di informazione libera e indipendente.

Dobbiamo aspettare il medioevo per rinvenire ulteriori elementi di propaganda che, scomparsa

quasi del tutto nel basso impero romano, ricompare quando la Chiesa, nello scontro di potere con il

re (o l'imperatore), fa leva sulla sua arma più raffinata: lo sfruttamento della fede. Una forma di

propaganda che possiamo definire psico-sociale, poiché si basa su elementi religiosi, interiori e non

su aspetti razionali. Il papa, i vescovi e tutto il clero esercitano un forte ed incontrastato potere sulla

popolazione che crede ciecamente agli ordini ecclesiastici.

In conclusione possiamo considerare la propaganda in questo periodo come un fenomeno

sporadico, localizzato e in qualche modo personalizzato basato, molto spesso, su elementi

superstiziosi e religiosi.

Il secondo periodo che va dal XVI secolo sino allo scoppio della Rivoluzione Francese (1789) è

caratterizzato dalla comparsa della stampa. Grazie alla stampa le idee e le notizie si sono potute

diffondere con maggiore celerità e in una fascia sempre più ampia di popolazione.

Chi utilizzò notevolmente la stampa per diffondere le proprie idee e le convinzioni, fu Lutero e la

sua Riforma Protestante. Con essa si assiste ad una sistematica campagna propagandistica, ed in

questo l'uso della stampa, ed in particolar modo dei libri - molto rari e per questo visti come

contenitori di verità-, riveste un ruolo di primissimo piano. All'uso della stampa come mezzo di

propaganda si deve aggiungere anche il tentativo di utilizzare l'istruzione come arma di questa. Il

rapporto istruzione-propaganda caratterizzerà successivamente tutti i regimi, poiché la diffusione

delle ideologie passerà in primis dalle scuole. Questo periodo però non è però solo contraddistinto

dalla sistematica campagna propagandistica di Lutero e della Riforma, ma anche dalla necessità che

avverte la Chiesa di contrastarla. Nasce a tal proposito un organismo ecclesiastico espressamente

orientato a diffondere la fede ed arginare l'attività della riforma: " La Congregatio de propaganda

Fide". La congregazione è della massima importanza per l'analisi della propaganda, poiché sarà

proprio da essa che nascerà il termine che designa il campo del fenomeno che stiamo analizzando.

Al di là della sua struttura, quello che qui interessa sottolineare è la nascita di un organismo che

prende il nome di propaganda e che ha il deliberato compito di presiedere e regolare tutto ciò

che riguarda la diffusione di una ideologia o dottrina, nel caso specifico quella cristiana.

Ultimo grande periodo prima dello sviluppo e della nascita della propaganda moderna è quello che

intercorre tra la Rivoluzione Francese e la "Grande Guerra". Si parla di un momento che ha

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Andrea Toso

costituito il retroterra fondamentale per l'affermazione del fenomeno, non si tratta solo di

sottolineare le maggiori possibilità tecniche che il progresso mette a disposizione dei propagandisti

ma è tutto lo scenario sociale e politico che cambia e si evolve. Mentre prima la propaganda veniva

subita da un pubblico ignaro, dopo la Rivoluzione Francese si tratta di soddisfare un bisogno reale

di colui al quale i messaggi sono indirizzati. Insomma mentre prima vi era un propagandista attivo

che cercava di influenzare il suo pubblico che passivamente subiva, ora il propagandista deve tener

conto delle esigenze della popolazione, per cui la propaganda viene vista come una sorta di incontro

tra le esigenze di chi promuove un messaggio, idea o dottrina e i bisogni delle persone a cui sono

rivolte. Tali bisogni sono emersi con la Rivoluzione Francese che, avendo rimesso in discussione

tratti e caratteristiche della società tradizionale, sente la necessità di promuovere nuovi principi,

nuove idee, primo fra tutti il concetto di sovranità del popolo. Il potere passa alla popolazione che

però deve prenderne coscienza e rendersi parte attiva del processo rivoluzionario. La propaganda

dunque serve ad informarla, stimolarla, renderlo partecipe ed è qui che risiede la sua efficacia. In

realtà al di là di questi nobili elementi della propaganda, vi sono altri aspetti, in qualche modo

legati al fermento rivoluzionario, che l'avvicinano notevolmente alla propaganda moderna. In primo

luogo si tratta del fattore guerra. Pian piano la guerra diviene un fattore nazionale per cui si cerca

di mobilitare il maggior numero di persone possibili, proprio per passare dall'esercito di mestiere

all'esercito nazionale. Per farlo si necessità di una martellante campagna propagandistica atta a

convincere la popolazione della inevitabilità e della giusta causa della guerra: aspetto che ritornerà

caratteristico nella propaganda moderna. Infatti la Grande Guerra è stato il banco di prova che ne ha

sancito la nascita, soprattutto nelle democrazie come quella statunitense. Secondo Chomsky la

prima operazione propagandistica di un governo moderno ebbe luogo nel 1916 negli USA con

l'amministrazione Wilson che, nonostante approvasse l'ingresso in guerra, doveva scontrarsi con

l'avversione di buona parte dell'opinione pubblica contraria ad un intervento in un conflitto lontano

da casa. Venne istituita allora una particolare commissione governativa per la propaganda,

denominata "Comitee on Public Information" che:« nel giro di sei mesi riuscì a trasformare una

popolazione pacifista in un popolo fanatico e guerrafondaio, deciso a distruggere tutto quanto

appartenesse alla Germania, a trucidare i tedeschi e salvare il mondo»( Chomsky).

Hitler rimase impressionato da essa, e riflettendo sui motivi che avevano portato alla disfatta

dell'esercito tedesco, rinvenne nell'abile uso che della propaganda aveva fatto non solo il

governatore statunitense ma anche quello inglese, una delle cause principali della sconfitta tedesca.

Come lui stesso dirà nel suo "diario" gli esiti a cui può giungere un'efficiente e sapiente campagna

propagandistica sono "immani".

Siamo così giunti nella nostra analisi alla propaganda moderna, quella presente nei regimi fascisti e

nazisti, che ora, dopo aver studiato l'evoluzione di questo fenomeno, possiamo comprendere

meglio. - 3 -

Andrea Toso

La Propaganda Fascista

Il sistema autoritario fascista fondato da Benito Mussolini, ottenne in pochi anni un così grande

successo grazie ad una grande capacità comunicativa, la "propaganda" appunto, attraverso la

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