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Storia: Seconda guerra mondiale vissuta dal punto di vista degli U.S.A.;
Filosofia: Il superuomo di Nietzsche; Sigmund Freud e la coesistenza di Io, Es e Super-Io.
Fu così che nel giugno del 1938 Jerry Siegel e Joe Shuster introdussero Superman nel n. 1 di Action
Comics, con una copertina adattata dalla vignetta di una striscia, in cui superman sollevava una
berlina sopra di sè, mettendo in fuga i criminali terrorizzati, arrivò in edicola al prezzo di dieci
centesimi.
Inizia da questo storico evento la cosiddetta Golden Age (età dell'oro) del fumetto supereroico.
Ben presto le edicole si riempirono dei fumetti dei supereroi, con personaggi che vantavano una
gamma stupefacente di poteri e capacità. Tutti questi personaggi avevano la carettiristica cruciale di
essere abbastanza diversi da Superman per non incappare nella violazione dei diritti d’autore. Molti
di questi supereroi avevano un solo superpotere, come la supervelocità (Flash), la capacità di volare
(Hawkman), la superforza (Capitan America) o nessuno di questi (Batman). Alcuni di loro avevano
ottenuto i superpoteri in modo “scientifico”, ma molto più spesso i poteri dei personaggi avevano un
origine mistica o soprannaturale, dovuta all’acquisizione o al contatto con un oggetto magico
proveniente da qualche angolo remoto del mondo.
Mentre la DC dominava il mercato dei supereroi, la Fawcett Comics fu l'unica in grado di sfidarne
la popolarità con il personaggio di Capitan Marvel; negli stessi anni la Marvel Comics, allora
Timely, muoveva i primi passi con la prima Torcia Umana e con Namor.
Durante la Seconda guerra mondiale, i supereroi divennero ancora più popolari, sopravvivendo al
razionamento della carta e alla perdita di parecchi disegnatori di talento caduti al servizio delle
forze armate. La ricerca di racconti semplici di vittorie del bene sul male che possano far consolare
o parzialmente dimenticare gli orrori del momento e della guerra può spiegare la popolarità dei
supereroi in tempo di guerra. A questa ricerca da parte dei lettori, i creatori di fumetti risposero con
storie in cui i supereroi combattevano le forze dell'Asse e ne introdussero alcuni ispirati ai temi
patriottici, tra i quali il Capitan America della Marvel, che insieme ai già citati Torcia Umana e
Namor, e con la collaborazione del suo giovane assistente Bucky, in più di un'occasione salvò il
mondo dalla minaccia nazista. Dopo la guerra i supereroi persero popolarità. Un fattore fu la
crociata morale che considerava i fumetti dannosi per la gioventù e ispiratori di delinquenza. In
risposta parecchie case editrici adottarono la “Comics Code Authority” (CCA). Gli editori idearono
una serie di regole per stabilire i contenuti accettabili dei fumetti, con l’indicazione esplicita che
qualsiasi albo recante in copertina il marchio di approvazione della CCA non potesse raffigurare
violenza, oscenità, uso di droga, zombie e vampiri. Tutte le storie degli albi a fumetti dovevano
essere sottoposte alla CCA (il cui personale era pagato dalle case editrici) prima della
pubblicazione. Page 5
Intorno agli anni cinquanta, ci fu un calo delle vendite dovuto alla perdita di una grande rete di
distribuzione e alla concorrenza della tv. Ciò portò il settore del fumetto sull’orlo del collasso, e dal
1953 al 1956 continuò ad essere pubblicata solo mezza dozzina di testate sui supereroi, con un calo
drastico rispetto alle 130 che si trovavano in edicola al culmine della Golden Age.
La Silver Age
Nel 1956 la DC Comics introdusse una nuova versione di Flash su “Showcase” n.4 (queste storie
presentavano esempi sui principi di fisica applicati correttamente), che ottenne un immediato
successo. Questo indusse la compagnia nel giro di pochi anni a presentare nuove versioni di
Hawkman, Lanterna Verde, e molti altri. Cominciò così la Silver Age dei fumetti di supereroi.
In piena guerra fredda, con il lacio del satellite sovietico sputnik nel 1956, si provava una forte
ansia per la qualità dell’istruzione scientifica ricevuta dagli scolari americani. Il marchio della CCA
presente in copertina garantiva che le storie di supereroi non erano dannose per i lettori più giovani,
ed è possibile che l’aggiunta di questi concetti scientifici abbia convinto alcuni che quelle avventure
stampate, fossero in fondo utili. Oltre a rappresentare la scienza, i fumetti della Silver Age spesso
regalavano, nascoste all’interno delle storie, alcune conoscenze e informazioni riguardanti altre
discipline.
Così i giovani lettori venivano a conoscere fatti e dati storici in genere esclusi dalle lezioni di storia.
Pur non essendo integrate nella trama, le curiosità storiche o scientifiche spuntavano ogni tanto
nelle avventure dei fumetti grazie a una didascalia che descriveva un fatto non strettamente legato
alla storia in corso.
Probabilmente gli scrittori della Silver Age imbottivano il proprio lavoro con digressioni storiche o
scientifiche per avere un incentivo economico, in quanto erano pagati a parola.
O probabilmente il fatto di inserire elementi istruttivi nelle storie era per istinto di sopravvivenza,
per evitare un ulteriore sorveglianza da parte del congresso.
La decostruzione del supereroe
A cavallo tra gli anni settanta e ottanta il concetto di supereroe venne messo fortemente in
discussione e minato alle radici. Ora non basta che gli eroi abbiano dei problemi, devono avere delle
psicosi, è arrivato il momento di cambiare le cose e di rimestare nel torbido.
Non era più accettabile l’idea di un eroe virtuoso motivato solo dal suo desiderio di fare del bene,
invece sembrava credibile una figura che combattesse il male perchè spinta da una qualche contorta
pulsione emotiva.
In quegli anni la Marvel Comics introdusse alcuni popolari anti-eroi tra cui il Punitore, un ex-
soldato (reduce del Vietnam) la cui famiglia venne spietatamente uccisa dalla mafia, Wolverine, un
nuovo, violento e cinico mutante, e la versione crepuscolare di Devil realizzata da Frank Miller, che
aveva già rivitalizzato il mito di Batman. Questi personaggi erano fortemente tormentati da
qualcosa: la già citata strage alla base della follia di Frank Castle (Il Punitore), la lotta contro i
propri istinti animali per Wolverine, la difficile infanzia e la continua esposizione alla vita dei
bassifondi per Devil.
Anche le serie mutanti dedicati agli X-men si fanno cupe e inaugurano quel filone denominato
"morte e distruzione".
Poi arrivano gli inglesi, stesso mordente ma con un taglio diverso, l’impronta è più europea, più
politica. Nel 1985 l’autore Alan Moore e il disegnatore Dave Gibbons creano una miniserie di
dodici numeri per la DC, dal titolo Watchmen. Alan Moore era deciso a stravolgere non soltanto il
concetto di supereroe ma quello di eroe in generale.
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Sebbene pubblicata dalla DC Comics, la storia si svolge al di fuori dell'universo DC canonico
presentando nuovi personaggi. I supereroi di Watchmen sono moralmente ambigui, impotenti, o
psicotici, ed affrontano, per la prima volta in maniera diretta, le conseguenze della loro esistenza
sulla gente comune. Watchman è la più complessa e intrigata storia di supereroi mai realizzata e
ispira una nuova generazione di disegnatori e autori.
Forse ancor più di Watchmen, l'altra opera che contribuì alla reinterpretazione in chiave più
realistica del supereroe fu Il ritorno del Cavaliere Oscuro (1985-1986), scritta ed illustrata da Frank
Miller, che gioca con abilità con uno dei personaggi di punta della DC Comics ambientando la
storia nel futuro, dove si ritrova un Bruce Wayne invecchiato e deluso, che sfida degli psicopatici e
una società corrotta. La serie proponeva l'eroe come un alienato che si lascia dominare dalla sua
rabbia interiore, memore dell'assassino dei suoi genitori, nel violento tentativo di modellare la
società al suo volere.
In quest’era dura e cinica i vecchi personaggi presentano nuovi problemi, per spiegare la rabbia di
Hulk, gli autori fanno emergere un passato di abusi infantili, una tematica inedita e molto ardita
negli anni ottanta. Il momento più buio nella storia del fumetto, è la morte di Robin. Non si tratta di
Dick Grayson, il primo assistente di Batman oggi noto come Nightwing, il nuovo Robin oggi si
chiama Jason Todd un sostituto assistente che nessuno sopporta.Nel 1988 il Joker cattura Jason, lo
pesta a sangue e poi fa esplodere l’edificio dove lo tiene segregato. La DC affida il suo destino ai
lettori, per 72 voti Robin è condannato a morte, quando la Stampa viene a saperlo si scatena
l’indignazione. Probabilmente molti pensavano si trattasse di Dick Grayson, la gente ci si era
affezionata, anche se non toccava un fumetto da vent’anni. Più tardi Batman trova un terzo Robin,
un bravo ragazzo chiamato Tim Drake, ben accolto dai fan.
Gli anni ottanta si chiudono con l’uscita del film di Batman diretto da Tim Burton, per i supereroi la
pellicola sembra l’inizio di una nuova era.
Gli anni novanta
Nel decennio successivo i fumetti, come i film e la tv sperimantano una rivoluzione sessuale. Negli
anni novanta si iniziano ad affrontare argomenti che prima non erano mai stati sfiorati, come
l’omosessualità. E così i personaggi omosessuali si moltiplicano. In Authority, Apollo e Midnighter,
due difensori della legge, sono anche teneri amanti.
Nei primi anni novanta i fumetti procurano molti profitti e non solo agli editori, infatti al contrario
dei loro predecessori, autori e disegnatori posseggono i diritti dei loro personaggi.
Questo panorama indipendente (ovvero il fumetto pubblicato da editori non-Marvel e non-DC ed i
cui diritti restano, generalmente, agli autori), e con esso il genere supereroico, ha un grande impulso
a partire dal 1992, anno della fondazione della Image Comics, un consorzio editoriale realizzato da
ex disegnatori della Marvel. Ben presto la nuova realtà editoriale divenne il maggiore sfidante che
Marvel e DC avessero mai avuto nei loro 30 anni di egemonia e introdusse molti nuovi popolari
eroi tra cui Spawn. Spawn, il cui vero nome è Al Simmons, era un uomo fatto risorgere da
Malebolgia apparentemente per riempire l'Inferno uccidendo i criminali. All’inizio degli anni
novanta, ideatori, autori, disegnatori ed editori sono diventati tutti milionari.
In questi anni alcuni politici considerano questa nuova forma espressiva un ottimo veicolo di
propaganda su argomenti controversi. Page 7
Nel 1993 Batman è il protagonista di una storia della DC e invoca la neccessità di leggi più rigorose
sul possesso delle armi.
Batman sembrava una scelta più logica rispetto a Superman perchè i suoi genitori erano stati uccisi
da una pistola. Più tardi nel 1996 si affronta il problema delle mine antiuomo inesplose, la DC
pubblica un numero speciale di Superman, da distribuire ai bamini in Bosnia. La rivista mette i
piccoli in guardia sui rischi degli ordigni inesplosi.
Anche Batman partecipa alla campagna con un numero speciale intitolato “ La strage degli
innocenti”.
In questi anni arrivò un ondata di speculatori, gente che non aveva mai letto i fumetti, e che per loro
erano solo un investimento. Si leggevano articoli che spiegavano come i Comics fossero un
investimento migliore della borsa. I negozi numerano gli albi vecchi di poche settimane e li
rivendono a un prezzo molto superiore, gli speculatori sperano che un giorno varranno quanto i
pezzi da collezione degli anni quaranta. A quel punto tutti gli editori si fecero travolgere
dall’avidità, e iniziarono a pubblicare copertine alternative, edizioni speciali mandando così i prezzi
alle stelle. Alcuni albi vendevano sei milioni di copie a fronte di un pubblico di appena mezzo
milione di lettori, questo perchè tutti compravano due, tre o anche quattro edizioni di un particolare
numero. Dal momento che ne compravano così tante, gli editori ne stampavano sempre più copie.
Molti adulti e ragazzini speravano di potersi arricchire con questi albi o quanto meno di pagarsi il
college. L’unica ragione per cui i vecchi fumetti avevano un determinato valore era la loro rarità,
nessuno avrebbe pagato cifre folli per qualcosa che si trovava dappertutto. Infatti quando gli
appassionati hanno cercato di rivendere gli albi che avevano conservato e si sono resi conto che non