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Italiano: Alberto Moravia e L'inverno nucleare
Filosofia: Hegel e la giustificazione filosofica della guerra
Latino: Lucrezio e il progresso regresso
Fisica: Energia nucleare: fissione, fusione e radioattività
Scienze della terra: Le onde sismiche dei test atomici
Chimica: Ciclo protone-protone
Storia dell'arte: Andy Wahrol e la serigrafia Atomic Bomb
Inglese: Wilfred Owen e Dulce et decorum est
Non i corpi, caduti nell'istante del sole artificiale,
ma le loro immagini, dieci scatti inediti impressi
su un rullino fotografico, probabilmente da
qualcuno di loro, prima di raggiungerli nel
mucchio di cadaveri…
...fotografie che un soldato americano, Samuel
Capp, trovò per caso frugando tra i morti e
ispezionando una caverna dopo l'occupazione, e
che tenne per sé, dopo averle sviluppate e
viste, per oltre 50 anni, prima di rassegnarsi a
donarle al fondo intitolato al presidente Herbert
Hoover presso l'Università di Stanford, con
l'impegno di non renderle pubbliche fino al
..tutte le immagini dei massacri, dei
genocidi, delle fosse comuni sono
oscenamente simili, perché i caduti,
nelle guerre, giuste o sbagliate che
siano, si somigliano sempre tutti..
..guardare queste dieci foto, ritrovate
e diffuse da un ricercatore della
University di California a Merced, il
professor Sean Malloy, per un libro
sulla morte atomica, significa rivedere
istantaneamente le cataste di
cadaveri a Mauthausen, le fosse
comuni in Ucraina, gli ebrei della
rivolta di Varsavia, i bambini di
Halabja, il villaggio gassato da
Saddam Hussein, i soldati iracheni
sollevati dalle ruspe americane e
inglesi lungo la «autostrada della
morte» fra Kuweit City e Basra nel
febbraio del 1991 e poi ricoperti dalla
sabbia, senza guardare troppo per il
sottile, chi fosse davvero morto o
..quelle figure ritratte nelle nuove istantanee non
sono più giapponesi o russi, asiatici o caucasici,
bianchi, neri o gialli, nel gonfiore dei gas della
putrefazione che sfigura volti e membra dopo
poche ore, neppure maschi o femmine, vecchi o
giovani. Soltanto i bambini si riconoscono. Sono
cose, oggetti, statistiche, bilanci, cifre per gli
storici..
..di fronte a queste fotografie si può invocare il
diritto della propria causa, si possono e si devono
ricordare le responsabilità, ma nessun combattente
può mai pretendere l'assoluzione preventiva dalle
atrocità implicite in tutte le guerre..
…non c'è meccanismo ideologico o di propaganda
che possa ingentilire e infiocchettare queste
fascine di corpi che furono esseri umani. Ogni
guerra, ogni genocidio, ogni olocausto ha sempre
almeno un superstite, un testimone, un documento
che sopravvive e che torna a raccontarceli, come
queste foto...
…da Hiroshima, dove oggi si può passeggiare nella
quiete soffocante del “Parco della Pace”, fra il
museo dei reperti e delle memorie, il ponte a “T”
sul fiume che servì da bersaglio al bombardiere
della “Enola Gay”, la processione di ricordi
continuerà... ...chissà quanti dei reperti
ancora viventi che portano
sul proprio corpo i
«cheloidi», le cicatrici
mostruose delle ustioni
nucleari, come la bambina
ormai sessantenne, che
quella mattina d' agosto, si
salvò soltanto perché aveva
perduto il tram, conservano
segreti che ancora non
vogliono raccontare e forse
non racconteranno mai...
..perché gli «hibakusha», i
colpiti dalle ustioni nucleari,
come sono clinicamente
chiamati, sono prima
giapponesi che vittime e
sentono dunque la
vergogna, il pudore di
essere vittime. Il coraggio di
vergognarsi per le colpe
altrui, il pudore difficile del
male subìto che queste
fotografie squarciano con la
loro innocente oscenità,
sono ciò che spinse un
fotografo anonimo, quasi
certamente un cittadino
qualsiasi e un moribondo lui
…conoscendo lo
spirito giapponese,
se quelle fascine di
corpi fissate sulle
nuove foto emerse
da Hiroshima
potessero
miracolosamente
alzarsi e parlare, ci
chiederebbero scusa
per l' imbarazzo che
suscitano in noi che
li guardiamo.
«Suimasèn,
suimasèn», scusate,
…67 anni dopo, sulla rete, sui blog
americani che le hanno diffuse, ribolle il
fiume della rissa, fra chi rivendica
l'inevitabilità strategica delle due
bombe atomiche sganciate per evitare
un'invasione di 500 mila possibili caduti
americani e chi grida all’odiosa
vendetta contro una nazione ormai
disfatta, ma sempre odiata e aliena,
come mai furono odiati gli altri nemici
del Patto Tripartito, gli italiani di
Mussolini e i tedeschi di Hitler. La solita
controversia, di fronte a morti che
chiedono soltanto di essere ricordati e
scusati per essere morti. E noi li
perdoniamo, se loro perdonano noi.
Credo che…
…il 6 agosto del 1945, giorno di Hiroshima, è cominciata
una nuova era: non solo quella atomica, ma l’era in cui
possiamo trasformare in qualunque momento ogni luogo,
anzi la Terra intera, in un’altra Hiroshima. Da quel giorno
siamo onnipotenti in modo negativo; ma potendo essere
distrutti ad ogni momento, ciò significa anche che da
quel momento siamo totalmente impotenti.
Indipendentemente dalla sua lunghezza e dalla sua
durata, quest’epoca è l’ultima: poiché la sua differenza
specifica, la possibilità dell’autodistruzione del genere
umano, non può aver fine che con la fine stessa.
Credo che ormai siamo diventati UTOPISTI AL ROVESCIO:
mentre loro non sanno produrre ciò che concepiscono,
noi non sappiamo immaginare ciò che abbiamo prodotto.
Perché possiamo assumerci la responsabilità
dell’uccisione di una persona, ma non di quella di
centomila. Quanto più grande è l’effetto possibile
Albert
Einstein Enrico Fermi
Julius Robert Oppenheimer
Leslie Niels Bohr
Richard
Groves Einstein
<<La mia parte in questo campo è stata indiretta.
Non ho previsto, infatti, che si potesse arrivare a
produrre l’energia atomica entro il corso della mia
vita. Essa diventò un fatto pratico grazie alla scoperta
accidentale della reazione a catena, e questo non è
un fatto che io avrei potuto prevedere. Essa fu
scoperta da Otto Hahn a Berlino, ed egli stesso non
comprese subito esattamente ciò che aveva
scoperto.>>
<<La maggior parte della gente continua a vivere la
propria vita giorno per giorno: per metà spaventati, per
metà indifferenti, se ne stanno a guardare la spettrale
tragicommedia che viene rappresentata sulla scena
internazionale di fronte agli occhi e alle orecchie del
mondo. Ma su questa scena, sulla quale gli attori
sostengono, sotto la luce dei riflettori, le parti stabilite,
viene deciso il nostro destino di domani, la vita o la morte
delle nazioni.>>
Ricostruzione post-bellica di
“Little Boy”
Lunghezza: 3 m
Diametro: 71 cm
Peso: 4 tonnellate
costruzione post-bellica di "Fat Man“
unghezza: 3,30 m
ametro: 1,52 m
eso: 4,6 tonnellate Prima...
...dopo.
<<Se non accetteranno adesso le nostre condizioni,
si possono aspettare una pioggia di distruzione
dall’alto, come mai se ne sono viste su questa terra.
>> Truman
<<La fine sollecitata della guerra è da attribuirsi più alla
bomba atomica che a qualsiasi altro fattore. Prima di farne
uso, abbiamo trasmesso ai giapponesi un ultimatum. Fu fatto
ogni possibile sforzo per assicurare l’evacuazione della
popolazione. Nel nostro paese è stato detto che quest’arma
non avrebbe dovuto essere usata. Mi dispiace, ma non posso
condividere queste idee. L’esperienza di sei anni di guerra mi
ha convinto che se i giapponesi o i tedeschi avessero avuto la
possibilità di annientarci, avrebbero fatto del loro meglio.>>
Churchill
<<Ero convinto che il Giappone fosse già sconfitto e che il
lancio della bomba fosse del tutto inutile. In quel momento il
Giappone stava cercando un modo per arrendersi il più
dignitosamente possibile. Non era necessario colpirli con
quella cosa spaventosa.>> Eisenhower
Sala della Prefettura per la promozione
industriale, ora, Cupola della Bomba-A:
Monumento della Pace di Hiroshima
(Patrimonio dell’UNESCO 1996)
Siamo quelli che “vivono” ancora
“Era l’inferno diventato realtà. Tutto ciò che era umano, era stato
cancellato. Ebbi l’impressione di non essere venuto sulla terra che
dopo l’esplosione della bomba atomica.” T. Hara (suicidatosi nel
“Fuori, Hiroshima era
1951) “Ho visto una giovane donna con il ventre squarciato, e
vicino a lei il suo bambino, vivo e non partorito. Hiroshima
è una lurida cicatrice grigia sul volto del paesaggio.”
sparita sotto le volute
O. Masatake
“Ero chinato sulla terra del mio orto a piantare sementi, protetto da un
del fumo, cosa
muro di mattoni non più alto di un metro. Mia moglie Ikuko era in piedi
accanto a me e mangiava. Parlava in fretta, come tutte le donne. Poi ha
smesso, di colpo. Per qualche secondo ho continuato a spargere semi,
m’importava
finché ho udito un boato spaventoso. Ho alzato la testa e ho visto Ikuko
nera come un pezzo d’antracite. Era morta senza sapere di morire.”
S. Motomitsu più di vivere?”
“Qualcuno aveva la faccia che si liquefaceva come cera, erano privi di
pelle. Se solo li toccavamo, urlavano come folli. Hiroshima è arsa,
H. Shinzou, più tardi sindaco
smaterializzata. Non c’è più nulla, non ci è rimasto neppure il passato.”
K. Sutomu
La responsabilità
Hiroshima: Nagasaki:
morte 70mila 40mila decessi
persone per lo iniziali e 60mila
scoppio iniziale feriti
Entro la fine del 1945 70mila morti entro il
il bilancio 1946 e il doppio
oltrepassa le entro i cinque anni
100mila unità successivi
Dopo 5 anni supera
Al 31 marzo 2010 il Governo Giapponese ha censito
le 200mila
227.565 Hibakusha ancora in vita, e 240mila quelli
deceduti dal giorno del bombardamento.
La scienza in crisi
Prima bomba: necessaria? SGOMENTO
…
RABBI
Seconda bomba: INUTILE! A!
Alla domanda: “Come dobbiamo
vivere?”, si è sostituita quella: “Vivremo
ancora?”
Manifesto Russell –
Einstein “ Noi rivolgiamo un appello come
esseri umani ad esseri umani:
Ricordate la vostra umanità e dimenticate il
resto .“
“ Se sarete capaci di farlo vi è aperta la
via di un nuovo Paradiso, altrimenti è
davanti a voi il rischio della morte universale. “
<<Spero che anche voi vi domandiate come
me “Perché è necessario che le persone
soffrano così in una guerra?”. La guerra rende
pazzi, e non è solo la gente a soffrire, tutte le
creature hanno diritto di vivere. Hiroshima è un
appello al rispetto di ogni vita. È dovere di ogni
persona sopravvissuta a Hiroshima e Nagasaki
utilizzare ogni respiro concesso per liberarci di
queste armi. Io credo in tutti voi. Ascoltate le
grida dei sopravvissuti, gli hibakusha, e
lavorate per portare la pace.>>
Seiko Ikeda
“Hiroshima in itself is not enough to
explain his behaviour”
“Ho volato su Hiroshima per 15 minuti per studiare i gruppi di
nuvole; il vento le spingeva allontanandole dalla città. Mi
pareva il tempo e il luogo ideale, così trasmisi il messaggio in
codice e mi allontanai in fretta come mi era stato detto, ma
non abbastanza. La potenza della bomba mi terrorizzò.
Hiroshima era sparita dentro una nube gialla.” Claude
Eatherly
“Personalmente non ho rimorsi. Mi fu detto - come si ordina a un
soldato - di fare una certa cosa. E non parlatemi del numero delle
persone uccise. Non sono stato io a volere la morte di nessuno.
Guardiamo in faccia alla realtà: quando si combatte, si combatte per
vincere, usando tutti i metodi a disposizione. Non mi posi un problema
morale: feci quello che mi avevano ordinato di fare. Nelle stesse
condizioni lo rifarei.” Paul Tibbets
STORIA
DELL’ARTE:
COSI' ANDY
WARHOL Andy Warhol
1928 -
1987
La serigrafia come arte
Non è forse la vita
una serie Andy Warhol,
Atomic Bomb, 1965
Serigrafia su tela,
264 x 204 cm
Saatchi Collection, London.
La catastrofica serietà dell’immagine
è indebolita dalla ripetizione che la
rende quasi banale e comune. Il fatto
che tale immagine di morte e
catastrofe possa essere considerata
come abituale, o addirittura
accettabile, provoca inquietudine, ed
è forse questo che Warhol vuole
trasmettere. Non possiamo
banalizzare e perdere di vista fatti del
genere poiché la loro immagine
resterà per sempre impressa nelle
Serigrafia..
La serigrafia o stampa serigrafica è una tecnica
di stampa artistica di immagini con matrice, su
qualsiasi supporto o superficie mediante l'uso di
un tessuto. Detta anticamente "crivellografia"
per il fatto che l'inchiostro di stampa passava
attraverso un "crivello" cioè una sorta di trama
fittissima, inizialmente di seta.
Il termine "serigrafia" deriva dal latino "seri"
(seta) e dal greco "grapho" (scrivere), dato che i
primi tessuti che fungevano da stencil erano
di seta.
La serigrafia come tecnica artigianale e
industriale è stata adottata in ambiti artistici e
"La tecnica della stampa con i timbri di