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Informatica: algoritmo che simula il funzionamento di enigma in visual basic
Italiano: Così è (se vi pare), Pirandello
Scienze della terra: i massi erratici
Inglese: Sherlock Holmes
Informatica: La macchina Enigma
Enigma era una macchina cifratrice utilizzata dal Terzo Reich negli anni precedenti e durante la Seconda
Guerra Mondiale.
La macchina Enigma veniva utilizzata per "mascherare" un messaggio che un operatore telegrafico
mandava ad un altro in modo che chiunque intercettasse tale comunicazione non fosse in grado di
comprenderne il significato. Quando un operatore utilizzava la macchina, egli digitava le lettere che
costituivano il corpo del messaggio sulla tastiera della macchina e i meccanismi interni della stessa
trasformavano quel testo in un altro apparentemente incomprensibile. La chiave di lettura era l'utilizzo
della stessa macchina, opportunamente settata da parte di chi riceveva il contenuto cifrato.
La versione base del dispositivo era costituita da tre componenti collegati tra loro con fili elettrici:
• una tastiera per immettere le lettere del testo in chiaro;
• un’unità scambiatrice che cifra la lettera trasformandola nel corrispondente elemento del crittogramma;
• un visore con varie lampadine che illuminandosi indicano la lettera da inserire nel testo cifrato.
In pratica l’operatore preme il tasto corrispondente ad una lettera del testo in chiaro, la macchina elabora
l’impulso elettrico ricevuto e fa illuminare la lampadina corrispondente alla lettera cifrata.
Lo scambiatore rappresenta la parte più importante della macchina: consiste in uno spesso disco di gomma
attraversato da una fitta rete di fili. I fili permettono di effettuare lo scambio mediante i diversi punti di
ingresso e uscita (Figura 1). Lo schema interno dello scambiatore determina quindi uno schema cifrante da
utilizzare per la sostituzione monoalfabetica.
Figura 1: rappresentazione semplificata del funzionamento (con sole tre lettere) dei tre componenti principali di una macchina
Enigma dal quale risulta chiaro il processo di scambio delle lettere operato dallo scambiatore.
Il passo successivo fu quello di far ruotare lo scambiatore di un ventiseiesimo di giro a ogni lettera cifrata in
modo da cambiare la chiave di cifratura ogni volta. La macchina così realizzata presenta ancora il problema
della ripetizione, fenomeno dannoso in quanto è segno di una cifratura debole, e per ovviare a questo
problema vengono aggiunti altri due rotori. Il secondo rotore effettuavo un ventiseiesimo di giro quando il
primo completava una intera rotazione. Allo stesso modo faceva il terzo basandosi sul secondo. In questo
modo la macchina Enigma poteva disporre di 26 x 26 x 26 = 17576 procedure di scambio diverse.
2 Come decifrare il messaggio?
Per ovviare al problema del decifrare il
messaggio venne aggiunto un nuovo
componente chiamato riflessore. Il
riflessore ha proprio il compito di
riflettere il segnale in arrivo. Con tale
elemento installato un segnale in
ingresso alla macchina attraversava i
tre scambiatori, poi passava al
riflessore e veniva rimandato indietro
Figura 2: Esempio di funzionamento. Si nota come immettendo la lettera B passando nuovamente negli
nella macchina questa restituisca A. Ma anche come, con gli scambiatori
nella stessa posizione, immettendo A la macchina restituisca B. scambiatori, ma usando un percorso
diverso. (Figura 2) La macchina in
questo modo diventa sia cifratrice che decifratrice. Per aumentare la difficoltà del decifraggio da
parte dei nemici, vennero creati più rotori,
con diverse chiavi di cifratura, numerati che
venivano cambiati giornalmente. Inoltre
venne aggiunto un pannello a prese multiple
che, con dei cavi di collegamento, era in grado
di scambiare tra loro fino a 6 lettere prima che
entrassero nel rotore. Questo nuovo
componente si interponeva tra il primo rotore
e la tastiera. Ogni addetto alla trascrizione dei
messaggi era in possesso di tavole che
specificavano quali rotori montare, in che
ordine e il settaggio iniziale della macchina.
Queste tavole erano scritte con inchiostro
solubile rosso su fogli rosa. In caso di attacco
la priorità dell’addetto era la distruzione dei
codici e per farlo era sufficiente bagnarli.
Figura 3: Esempio di tavola per il settaggio giornaliero di Enigma 3 In allegato il programma in Visual Basic
che simula la macchina Enigma
4
Riporto il codice di scambio del primo rotore e il relativo diagramma a blocchi.
(p1 = numero lettera)
p1 = r1(p1, 1)
i = 0
controllo = False
Do
i = i + 1
If p1 = r1(i, 3) Then
p1 = i
controllo = True
End If
Loop Until controllo = True
p1 = r1(p1,1)
i = 0
controllo = false
I = i+1
p1 = r1(i,3)
no sì
p1 = i
controllo = true
no Controllo = true
Quando si conclude questo ciclo il programma ha ottenuto la nuova posizione e riproduce lo stesso ciclo
per r2 e poi per r3. 5
Storia: Lo sbarco in Normandia tra inganno e tecnica
La battaglia di Normandia è stata l'ultima grande
operazione militare preordinata dal mondo occidentale.
Tra il giugno e l'agosto del 1944, a seguito della più
imponente invasione di mezzi anfibi della storia, eserciti
composti da oltre un milione di uomini decisero il destino
dell'Europa. Noi ora ci soffermeremo sul giorno dello
sbarco in Normandia, il D-Day, il giorno più lungo di tutta
la battaglia. Tra gli alti comandi Alleati vi era molta
incertezza su dove avrebbe dovuto aver luogo lo sbarco.
Gli americani puntavano su Calais, concordando, senza
saperlo, con le supposizioni tedesche; gli inglesi
Figura 4: Sbarco di Fanti Statunitensi preferivano la Normandia che, in base alle loro
informazioni ricevute grazie alla violazione di Enigma, aveva le difese più deboli. Nell'agosto del 1943, alla
conferenza di Quebec, si decise per la Normandia, e il piano relativo venne approvato da Churchill, da
Roosevelt e dai capi di Stato Maggiore delle due potenze. Furono avviate azioni per convincere i tedeschi
che lo sbarco sarebbe avvenuto dove essi lo aspettavano, nella zona di Calais. I bombardamenti si
infittirono sulla città e sul territorio circostante. Si giunse al punto che, quando già la flotta di invasione
navigava verso la Normandia, un'altra flotta scortata da aerei, si stava dirigendo verso Calais. L'inganno
riuscì tanto bene che i tedeschi continuarono a credere che lo sbarco in Normandia fosse soltanto una finta
e che la vera invasione avrebbe avuto luogo a Calais, dove essi continuarono ostinatamente a mantenere il
grosso delle forze. La preparazione allo sbarco è stata curata nei migliori dei modi. I bombardamenti
quotidiani a tappeto sulle linee e sulle difese tedesche hanno messo in crisi l'intero Vallo Atlantico.
L'aviazione tedesca è stata praticamente distrutta negli aeroporti. L'operazione di sbarco, denominata
Overlord, si mette in moto dopo la mezzanotte del 5 giugno del 1944. Sull'intero fronte la battaglia si placò
col sopraggiungere del tramonto. Sia gli Alleati sia i tedeschi erano troppo stanchi per continuare i
combattimenti. I tedeschi, poi, non avevano più i mezzi sufficienti per respingere l'assalto nemico e
mancavano di truppe per un contrattacco in grande stile. Non tutti gli obiettivi fissati sulle varie spiagge
erano stati raggiunti dagli Alleati nel D Day; anzi, quasi nessuno. Eppure Overlord si poteva già considerare
un grande successo. Centinaia di migliaia di uomini, decine di migliaia di carri armati e di veicoli erano stati
sbarcati. Da questo momento diventava impensabile rigettarli in mare.
6
Scienze della Terra: I massi erratici, un enigma fino al XIX secolo
I massi erratici hanno costituito per secoli un
enigma per i Geologi che, allo stesso tempo,
sono stati attratti da questi enormi blocchi di
granito posti in cima a colline oppure isolati nel
mezzo di una pianura. Il nome fu attribuito a
queste rocce proprio perché non se ne
conosceva la provenienza. L’enigma si infittisce
quando i geologi provano a darne le prime
motivazioni e avanzano le prime teorie. Si pensò
che queste rocce ritrovate nelle pianure
europee fossero ciò che restava di antichi monti
ormai erosi. Rapidamente questa teoria cadde in
quanto venne dimostrata l’origine alpina dei
massi. Come è possibile allora che un masso di
Figura 5: Esempio di masso erratico 45 tonnellate si trovi a più di 200 km da dove
dovrebbe essere? Quale fenomeno lo ha trasportato? Per spiegare questo fenomeno furono avanzate
molte proposte. Esplosioni che avrebbero proiettato lontano questi massi, ma non ve ne era traccia e
inoltre i massi si sarebbero frammentati nell’impatto con il suolo che tra l’altro non ha lasciato tracce sotto
ad essi. Si pensò allora che essi fossero stati trasportati da fiumi, fu perfino calcolata la forza e il volume
d’acqua necessario per postarli e questo fece cadere la teoria. La soluzione a questo enigma avvenne a
metà del XIX secolo quando capirono che la
formazione di questi massi era dovuta
all’alternanza delle glaciazioni. In certi
periodi la temperatura sulla terra si
abbassò determinando l’espansione dei
ghiacciai che arrivarono a coprine più del
30% delle terre emerse. Il successivo
aumento di temperatura ha fatto ritirare i
ghiacciai che hanno così lasciato sul fondo
grandi quantità di sedimenti formatisi nella
suo lungo percorso (morene).
I massi erratici non sono altro che tracce di
antiche morene che i ghiacciai hanno Figura 6: In questa foto si nota la lontananza dei monti dai quali in masso
proviene
lasciato ritirandosi. 7
Italiano: “Così è (se vi pare)” l’enigma dell’interpretazione
“Così è (se vi pare)” è un’opera teatrale di Pirandello tratta dalla novella La signora Frola e il signor Ponza,
suo genero .
L’opera narra la vita di una tranquilla cittadina di provincia che viene scossa dall'arrivo di un nuovo
impiegato, il Signor Ponza, e della suocera, la Signora Frola, scampati ad un terribile terremoto. Si mormora,
tuttavia, che assieme ai due sia giunta in città anche la moglie del Signor Ponza, anche se nessuno l'ha mai
vista. I coniugi Ponza alloggiano all'ultimo piano di un caseggiato periferico, mentre la Signora Frola vive in
un elegante appartamentino. Il trio viene così coinvolto nelle chiacchiere del paese, che vedono il signor
Ponza come un "mostro" che impedisce alla suocera di vedere la figlia tenuta chiusa a chiave in casa. Il
superiore del signor Ponza, il consigliere Agazzi, si reca perciò dal prefetto affinché metta in luce la verità e
chiarisca la vicenda. Questa richiesta, comunicata alla moglie e ad altri conoscenti riuniti in casa del
consigliere, provoca l'ilarità dello scettico cognato Laudisi, che difende i nuovi arrivati dalla curiosità del
paesino affermando l'impossibilità di conoscere gli altri e, più in generale, la verità assoluta.
La signora Frola diventa quindi oggetto di un vero e proprio interrogatorio sulla vita della sua famiglia. Per
sottrarsi dall'inchiesta che la colpisce direttamente, giustifica l'esagerata possessività del genero nei
confronti della moglie. Anche il signor Ponza è sottoposto al medesimo interrogatorio, durante il quale
dichiara la pazzia della suocera. A suo dire essa è impazzita a causa della morte della figlia Lina, sua prima
moglie, e si è convinta che Giulia (seconda moglie) sia in realtà la figlia ancora viva. Per questo lui e la
moglie, per tener viva l'illusione della donna, hanno dovuto prendere una serie di precauzioni che hanno
insospettito gli abitanti del paese.
Sconcertati dalla rivelazione, i presenti sono tuttavia rassicurati dalle parole del signor Ponza.
Successivamente, però, entra la signora Frola che, resasi conto di essere stata trattata come una pazza,
rivolge la stessa accusa al genero. Afferma che, dopo la lunga assenza della moglie in una casa di cura, egli
non l'avesse più riconosciuta, e non l'avrebbe più accettata in casa se non si fossero svolte delle seconde
nozze, come se si trattasse di una seconda donna. Tutti sono sbalorditi, non sapendo più cosa pensare,
eccetto Laudisi che prorompe in una sonora risata.
La ricerca delle prove per determinare la verità è in realtà l'occasione per Laudisi di svelare il senso di
quest'opera: l’inconoscibilità del reale. Può essere di esempio il dialogo di quest'ultimo con la propria