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Questa tesina di maturità descrive la stabilità di una nave. Argomenti tesina: la definizione di nave, che cos si intende per stabilità di una nave, l'equilibrio di una nave, i movimenti oscillatori, i mezzi per aumentare l'altezza metacentrica, la nave dura e cedevole.
Movimenti della nave:
Qualità essenziale e nautica di una nave
QUALITA’ ESSENZIALI DI UNA NAVE
-Galleggiabilità: Proprietà di galleggiare con carico completo ed in pieno assetto di
navigazione;
-Impermeabilità: evita le infiltrazioni d’acqua attraverso lo scafo; essa viene raggiunta con un
accurato calafataggio;
-Solidità o robustezza di struttura: assicura la nave la possibilità di poter
resistere alle sollecitazioni degli organi di propulsione ed alle pressioni del mare e del carico.
QUALITA’ NAUTICHE DI UNA NAVE
Sono le caratteristiche che rivelano l’attitudine a svolgere il servizio marittimo alla quale è
destinata:
-Dolcezza di oscillazione: è caratteristica delle navi che oscillano lentamente quando si trovano
in acque agitate;
-Velocità: è una caratteristica di notevole importanza economico-commerciale oltreché tecnico
nautica;
-Manovrabilità: indica la prontezza con cui la nave risponde ai comandi che le vengono
impartiti attraverso il timone;
-Navigabilità: possibilità di spostarsi agevolmente ed in sicurezza sull’acqua tra i punti di
approdo;
-Stabilità di rotta: è caratteristica delle navi che tendono a mantenere nella direzione loro
assegnata, senza eccesivi e troppo frequenti interventi dell’addetto al timone;
-Stabilità:
La stabilità della nave
E’ l’attitudine di una nave a resistere alle forze che tendono a inclinarla e la
capacità di raddrizzarsi spontaneamente quando cessa l’azione di queste.
Sappiamo che la stabilità di una stessa nave può variare notevolmente, poiché il
suo valore dipende anche dalla posizione in cui viene disposto il carico di volta
in volta imbarcato, certamente la stabilità aumenta concentrando i pesi nella
parte inferiore della nave, cioè è essenziale che la nave abbia un baricentro
necessariamente basso ed un’opportuna forma di carena, che le consenta di
ottenere un equilibrio stabile. Un’ imbarcazione galleggia, quando ha un giusto
rapporto tra peso e volume.
Le buone doti di stabilità dipendono dal progetto della nave, quindi dalla
geometria, dal dislocamento (peso), dalla posizione del baricentro, dalla
compartimentazione stagna, ecc. In tutte le condizioni operative, l’unità dovrà
soddisfare i requisiti imposti dai registri di classificazione internazionale e dalle
normative: IMO (International Maritime Organitation), SOLAS (Safety of life at
sea), MARPOL(Maritime Pollution), ILLC (International Load Line
Conventional), RINA (Registro Italiano Navale), differenziate in funzione della
tipologia di nave.
Movimenti oscillatori
La nave è soggetta a moti oscillatori intorno ai
suoi assi passanti per il baricentro, vale a dire:
rollio,beccheggio e imbardata rispettivamente
intorno all’asse longitudinale, trasversale e
verticale. La grandezza che più di tutte
caratterizza ciascun moto oscillatorio è il relativo
periodo di naturale oscillazione, esso dipende
dalla distribuzione delle masse rispetto all’asse
intorno al quale avviene il movimento e dall’entità
delle (forze di richiamo) che sono presenti e
caratterizzanti del tipo di oscillazione.
Prova di stabilità
A costruzione terminata il progettista insieme ai tecnici del registro di
classifica, effettua la pesata nave e la prova di stabilità. La prima(pesata nave),
serve a determinare l’esatto peso della nave. La prova di stabilità, invece,
viene eseguita, per determinare il valore dell’altezza metacentrica( r - a ) e
quindi dell’esatta posizione del centro di gravità della nave per le condizioni di
carico. Si procede con la nave scarica ed asciutta ( senza liquidi, cioè senza
carburante ed acqua nelle cisterne), in uno specchio d’acqua perfettamente
tranquillo, imprimendo artificialmente alla nave oscillazioni trasversali per lo
studio del suo comportamento e la determinazione di alcuni parametri. La
stabilità di piattaforma, cioè l’attitudine di una nave a oscillare limitatamente
in un mare ondoso, si può ottenere con appropriate forme di carena, con
opportuni valori d’altezza metacentrica e con dispositivi atti a smorzare le
oscillazioni (stabilizzatori). Queste operazioni servono per il calcolo
dell’altezza metacentrica (R-a) e per la compilazione del fascicolo “ Istruzione al
comandante”. L’equilibrio di una nave
-Stabile: quando l’unità navale si trova sotto effetto di una causa inclinante
(ad esempio il vento), tende naturalmente a riportarsi nella condizione
iniziale non appena la causa inclinante verrà a mancare,
• ( r – a > O), il centro di gravità della nave G si trova al disotto del
metacentro trasversale m;
-Instabile: se l’unità navale perde la posizione di equilibrio iniziale
trovandosi in regime di instabilità,
• ( r – a < O), il centro di gravità della nave G si trova al disopra del
metacentro trasversale m.
-Indifferente: se l’unità navale rimane nella posizione assunta a seguito
dell’azione sbandante,
• ( r – a = O), il centro di gravità della nave coincide col metacentro
trasversale.
Mezzi per aumentare altezza metacentrica
L’altezza metacentrica è la distanza di M da G : più è grande, più
grandi sono il braccio x e la coppia raddrizzante, tanto più stabile
è l’imbarcazione. L’altezza metacentrica determina la velocità
dell’imbarcazione al raddrizzamento. Se dalla prova di stabilità
risulta un’altezza metacentrica ridotta, per aumentarne il valore si
può:
• -aumentare il valore del raggio metacentrico trasversale(r);
• -diminuire la distanza a= Zg – Zc , cioè abbassare il centro di
gravità della nave (G):
• Nel primo caso, essendo r = occorrerà aumentare il
momento d’inerzia della superficie di galleggiamento rispetto
all’asse baricentrico longitudinale, aumentando la larghezza della
figura di galleggiamento, sistemando nella zona del bagnasciuga
un controbordo o controfasciame di legno leggero, rivestito di
lamiera metallica.
Nave dura o cedevole
Il coefficiente D (r – a) rappresenta la resistenza opposta dalla
nave alle inclinazioni trasversali per angoli minori di 10° ÷ 12°
e a seconda che il suo valore risulti elevato o ridotto, la nave si
dirà dura o cedevole. Nello studio del rollio in moto ondoso, si
dimostra che una nave dura risulta molto agitata, per la
tendenza a mantenere i ponti paralleli alla superficie
dell’onda; una nave cedevole invece, presenta una stabilità di
piattaforma, tende cioè a mantenere i ponti in posizione orizzontale
per l’elevato periodo d’oscillazione nei movimenti di rollio e
beccheggio. Per conciliare le due condizioni, in modo che la nave non
risulti, né troppo dura né troppo cedevole, l’altezza metacentrica dovrà
avere un valore adeguato al tipo di nave stessa.
Stabilità di rotta nelle qualità essenziali
E’ la capacità che ha una nave di procedere in modo rettilineo senza che il timoniere
o l’autopilota debbano correggere la rotta. La stabilità di rotta dipende dalla
lunghezza e dall’immersione, dalla superficie del timone, da un certo appoppamento
e da come è distribuito il carico.
Stabilità trasversale e longitudinale
Quando una nave si trova a navigare in mare
ondoso, generalmente riceve le onde da una
direzione che non coincide con la sua rotta.
Per studiare il comportamento della nave, e
valutare la sua attitudine ad opporsi alle cause
sbandanti, si usa prendere in considerazione i
due casi estremi:
- onde che provengono esattamente dalla
prora;
- onde che provengono esattamente al
traverso, cioè da una direzione a 90° dalla
rotta.
Nel primo caso si parla di Stabilità
longitudinale, nel secondo caso di Stabilità
trasversale.
Esaminiamo il secondo caso e guardiamo la
fig. 1
Quando, in seguito al sopraggiungere di un’onda al traverso, la nave si
inclina di un certo angolo (chiamiamolo z come si usa fare in architettura
navale), il centro di gravità (il baricentro G ) non si sposta, a meno di casi
particolari, in quanto esso è fissato una volta costruita e caricata la nave.
Il centro di carena, invece, si sposta, in quanto cambia la forma della parte
immersa della scafo: da un lato esso si sovra immerge, formando quello che
viene chiamato “menisco di immersione”; dall’altro esso emerge
parzialmente, formando quello che viene chiamato “ menisco di emersione”
( vedi fig. 2).
Lo studio del fenomeno dell’oscillazione della nave in
mare ondoso è complesso.
Però si può capire semplificando, vediamo la figura 3.
Quando la nave, sbanda, ad esempio sulla dritta, il
centro di carena B si sposta dallo stesso lato,
percorrendo quando l’inclinazione aumenta, una curva
B1- B2- B3, che, per l’inclinazione ,può essere
considerata. Un arco di circonferenza. Il raggio di
curvatura del cerchio viene chiamato “Raggio
Metacentrico Trasversale di Carena” ed è indicato con
la lettera r . Il centro di curvatura, per inclinazioni di
ampiezza limitata, può essere considerato come
appartenente alla verticale passante per G e per B,
viene chiamato “Metacentro” ed è indicato con la
lettera M.
Si può dimostrare che il valore di ” r “
è dato dalla relazione: r= nella quale V rappresenta il volume di carena e
incontriamo una funzione usata dalla meccanica applicata: I momento di inerzia
della figura di galleggiamento rispetto all’asse di simmetria longitudinale della
figura stessa.
Guardando di nuovo la figura 1, se indichiamo con a la distanza esistente fra G e B
(altezza del baricentro sul centro di carena), l’inclinazione trasversale della nave di
un angolo z provoca la creazione di una coppia di forze antagonista M, la cui
intensità è data dalla espressione: M = D (r-a) sen z
alla quale viene dato il nome di “Coppia o Momento di Stabilità Trasversale” .
Nell’espressione appena scritta troviamo:
• -D (dislocamento) rappresenta la forza;
• - (r-a) sen z rappresenta il braccio; del nominato momento di stabilità.
rappresentazione
La grafica del momento di stabilità è una curva ad andamento
sinusoidale, alla quale viene dato il nome di “Curva o Diagramma di Stabilità”. ( vedi
fig. 5).
Lo studio di questo diagramma è di cruciale importanza ai fini della stabilità e quindi
della sicurezza della nave e della sua capacità di affrontare la navigazione. L’area
racchiusa fra la curva e l’asse delle ascisse individua la Riserva di Stabilità della nave e
rappresenta la resistenza totale che la nave può opporre alle cause sbandanti, ovvero il
lavoro che le forze sbandanti, devono compiere per ottenere il capovolgimento della
nave. L’angolo Zc rappresenta l’angolo di capovolgimento della nave; nel senso che
quando l’inclinazione lo supera, la coppia generata dalla sbandata, anziché opporsi alla
causa sbandante, agevola il capovolgimento. Quanto detto fin’ora riguarda la stabilità
Esaminando il primo caso, cioè la stabilità longitudinale, quando le
inclinazioni sono dovute al moto ondoso proveniente da prora ( o da
poppa),
si applicano le stesse formule, con un momento raddrizzante dato
dalla
relazione: M = D (R - a) sen β in cui R indica il” Raggio Metacentrico
Longitudinale di Carena” e con β l’angolo di inclinazione secondo il
piano di
simmetria longitudinale della nave. Si dimostra che R ha un valore
molto
maggiore di r, sicché una volta calcolata e trovata soddisfacente la
stabilità
trasversale, la stabilità longitudinale viene data per acquisita (vedi
fig. 6).
Tale considerazione trova riscontro nella pratica marinaresca: il movimento di
beccheggio è sempre molto minore del movimento di rollio. Da qui nasce la pratica di
mettere la prora al mare in caso di cattivo tempo.
-Momento di stabilità statica trasversale per angoli d’inclinazione
α > 10° ÷ 12°
Se per l’azione d’una causa esterna una nave dalla posizione di equilibrio iniziale,
trasversalmente dritta, assume una nuova posizione di equilibrio al galleggiamento A’
B’ inclinato all’angolo α > 10°÷ 12° rispetto al galleggiamento iniziale AB, il sistema
di
forme D, S forma una coppia di momento: M = D . GH cioè : M = D ( h-a) sen α
essendo ( h ) l’altezza del falso metacentro o pro metacentro ( µ ), sul centro di carena
iniziale (C). Si rileva che M = f ( h , α ) e quindi è necessario conoscere i valori