Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Introduzione Non solo cenere, tesina
Nella mia tesina di maturità ho deciso di descrivere i terribili attentati che hanno colpito gli Stati Uniti l'11 settembre 2001. Non bisogna avere paura dei cambiamenti, neanche dei più paurosi, impensabili, atroci. Sono passati soltanto dodici anni dalla mattina dell’11 settembre 2001, ma per l’orologio della storia è cambiato tutto. America, Paese invincibile è stato spezzato da 4 aerei kamikaze causando una delle catastrofi più significative del XXI secolo e suscitando in tutta la popolazione mondiale un clima di terrore e vulnerabilità che ancora oggi risuona nell’aria. Inizia a delinearsi in tutto l'Occidente uno scenario dove la gente è abituata a vivere sospesa tra continui allarmi, richiami alla vendetta, complotti e privazioni delle libertà personali. Ma cos’è cambiato esattamente dopo la caduta delle Torri Gemelle? L’obiettivo della mia tesina è quello di analizzare i cambiamenti sul piano politico, economico e sociale che si sono verificati a seguito dell’attentato dell’11 settembre.
Collegamenti
Non solo cenere, tesina
Italiano - Presentazione del libro "Il mondo dopo l'11 settembre".
Inglese - Biografia Thomas Friedman.
Storia - La questione mediorientale.
Scienze delle finanze - L'economia dopo l'11 settembre.
Economia Aziendale - Gli investimenti delle aziende.
Informatica - Internet e l'11 settembre.
Introduzione
Non bisogna avere paura dei cambiamenti, neanche dei più paurosi, impensabili, atroci.
dalla mattina dell’11 settembre 2001 ma per l’orologio della
Sono passati soltanto dodici anni storia
è cambiato tutto.
America, Paese invincibile è stato spezzato da 4 aerei kamikaze causando una delle catastrofi più
significative del XXI secolo e suscitando in tutta la popolazione mondiale un clima di terrore e
vulnerabilità che ancora oggi risuona nell’aria.
Inizia a delinearsi in tutto l'Occidente uno scenario dove la gente è abituata a vivere sospesa tra
continui allarmi, richiami alla vendetta, complotti e privazioni delle libertà personali.
cambiato
Ma cos’è esattamente dopo la caduta delle Torri Gemelle?
L’obiettivo della mia tesina è quello di analizzare i cambiamenti sul piano politico, economico e
sociale che si sono verificati a seguito dell’attentato dell’11 settembre.
“La paura non è reale. L'unico posto in cui può esistere è
nel nostro modo di pensare al futuro.” 3
Denise Fariello-VB “Il mondo dopo l’11 settembre”
Thomas Friedman nel suo libro “Il Mondo dopo l'11 Settembre” affronta gli eventi più drammatici
del periodo prima e dopo la caduta delle Torri Gemelle, e lo fa sia in veste di commentatore politico
che svolge le riflessioni nei suoi articoli, sia in veste di cronista in viaggio che testimonia i suoi
pensieri nelle pagine di un diario. Nessun giornalista riesce meglio di lui a esprimere la
consapevolezza di un mondo completamente nuovo e la difficoltà del ruolo americano in questo
grande scenario.
Il suo libro è diviso in tre sezioni: la prima parte è una raccolta di articoli che vanno dal 15
dicembre 2000 all'11 settembre 2001, la seconda raccoglie gli articoli che vanno dal 13 settembre
l’ultima parte intitolata “Viaggi in un mondo senza muri” dove
2001 al 3 luglio 2002 e infine
le sue opinioni personali sugli eventi dopo l’attentato.
descrive
Di seguito sono riportati i concetti fondamentali racchiusi nel romanzo di Friedman:
La lente con cui si guarda il mondo
l’autore
Secondo ognuno di noi porta con sé una grossa lente attraverso il quale guarda il mondo e
decide che cosa è importante e cosa non lo è.
Gli eventi dell'11 settembre non sono avvenuti per caso. Si sono verificati nel contesto di un nuovo
sistema internazionale: la globalizzazione.
Mentre per la guerra fredda il principio del sistema era la divisione e il simbolo per eccellenza era il
muro di Berlino, il sistema della globalizzazione si basa sull'integrazione ed essa è la lente, con la
quale si leggono gli avvenimenti dell'11 settembre.
Però non tutti ne beneficiano allo stesso modo, la globalizzazione abbattendo i muri che limitavano
il raggio d'azione, ha concesso agli individui di intervenire sempre più spesso sulla scena del mondo
in prima persona. Un potere tale da influenzare il mondo e i mercati senza la mediazione di uno
Stato. 4
Denise Fariello-VB
Il cerchio del binladenismo
Senza volerlo, Bin Laden ha innescato fra i musulmani il dibattito più serio che ci sia stato in questi
anni sulla capacità dell'islam di adattarsi alla modernità.
Molti stati arabi-musulmani hanno oggi una struttura politica rigida, all'interno composta da due
isole. Su una abitano i regimi autocratici secolari, sull'altra le autorità religiose (i mullah) che
dominano la pratica e l'educazione islamica, ancora basate sulle interpretazioni tradizionali del
Corano, che escludono la modernità, il pluralismo e l'uguaglianza delle donne.
Fra le due isole esiste un patto: i regimi restano eternamente al potere e i mullah esercitano
eternamente il monopolio religioso e scolastico.
Il patto, che ha retto tutti questi anni agli aiuti americani o sovietici, ha permesso a questi paesi di
sopravvivere senza aprire l'economia al mercato o modernizzare le scuole. Ma da quando i proventi
per il petrolio sono diminuiti ed è esplosa la popolazione giovanile in cerca di lavoro, quel patto è
entrato in crisi. Questi paesi non possono più sopravvivere senza aprire le porte agli investimenti
globali, a Internet e a una scuola
moderna. Ma quanto più i
governanti vanno in questa
direzione, tanto più le autorità
religiose si sentono minacciate.
Con la sfida lanciata da Bin Laden
gli estremisti hanno tentato di
uscire dalla loro isola e assumere il
controllo dell'altra isola, quella dello
Esempio di Madrasa, scuola islamica
stato secolare. I regimi hanno reagito reprimendo o esiliando gli integralisti, ma non hanno
riformato le scuole islamiche (le madrase), né modificato le condizioni politiche che continuano a
produrre ondate di integralisti arrabbiati. Così il cerchio funesto che ha prodotto il binladenismo
continua ad espandersi.
Viaggi in un mondo senza muri
Friedman ci informa che i sentimenti degli americani subito dopo gli avvenimenti dell'11 settembre
furono un misto di rabbia e curiosità. Rabbia perché persone sconosciute avevano violato le loro
certezze, curiosità perché volevano sapere chi erano esattamente quei dirottatori e quali forze
storiche li avevano prodotti. 5
Denise Fariello-VB
Per l'America il problema era nuovo dato che l'Unione Sovietica (nemico storico durante la guerra
fredda) amava la vita più di quanto odiasse gli americani.
I terroristi suicidi erano però nemici di tutt'altro genere: in loro l'odio per gli USA era più forte
dell'amore per la vita.
Il muro del comportamento civile non soltanto è stato abbattuto, ma lo è stato in un momento in cui,
nel mondo globale, i muri fra paesi e persone venivano abbassati sempre più dai rapidi progressi
delle telecomunicazioni e la guerra al terrorismo si può vincere definitivamente solo se la società
alla quale i kamikaze appartengono può riuscire a dissuaderli o delegittimarli.
Riflessioni finali
Una società libera è una società aperta e per mantenere l'ordine fa perno su un'etica e su alcuni
codici d'onore condivisi. Oggi però siamo interconnessi con molte società che non hanno governi
capaci di mantenere l'ordine e con
persone che non hanno nessun rispetto
per la nostra etica e i nostri codici
d'onore.
Imparare a vivere in un mondo in cui
ogni giorno la tecnologia cancella muri su
muri - rendendo molto più facile la
comunicazione, il commercio e
l'integrazione - è la grande sfida del
nuovo secolo. 6
Denise Fariello-VB Thomas L. Friedman
Biography Thomas Loren Friedman is an American journalist,
columnist and author of: "The World after September 11".
He writes a twice-weekly column for The New York Times
and has written extensively on foreign affairs including
global trade, the Middle East, globalization, and
environmental issues, and has won the Pulitzer Prize three
times.
Friedman was born in Minnesota on July 20, 1953.
From an early age, Friedman, whose father often brought him
to the golf course for a round after work, wanted to be a
professional golfer. He played a lot of sports, and became
serious about tennis and golf. Friedman is Jewish. He attended
Thomas L. Friedman Hebrew school five days a week until his Bar Mitzvah, then St.
Louis Park High School, where he wrote articles for his school's newspaper. He became enamored
of Israel after a visit there in December 1968, and he spent all three of his high school summers
living on Kibbutz Hahotrim.
Friedman studied at the University of Minnesota for two years, but later transferred to Brandeis
University and graduated “summa cum laude” in 1975 with a degree in Mediterranean studies
After graduating from Brandeis, he attended St Antony's College at the University of Oxford on a
Marshall scholarship.
Friedman's wife, Ann , is a graduate of Stanford University and the London School of Economics.
They were married in London in 1978 and live in Maryland. The couple has two daughters.
Journalism career
Friedman joined the London bureau of United Press International after completing his master's
degree. He was dispatched a year later to Beirut, where he lived from June 1979 to May 1981 while
covering the Lebanon Civil War. He was hired by The New York Times as a reporter in 1981 and
redispatched to Beirut at the start of the 1982 Israeli invasion of Lebanon. His coverage of the war,
particularly the Sabra and Shatila massacre, won him the Pulitzer Prize for International Reporting.
7
Denise Fariello-VB
In June 1984, Friedman was transferred to Jerusalem, where he served as the New York Times
Jerusalem Bureau Chief until February 1988. That year he received a second Pulitzer Prize for
International Reporting, which cited his coverage of the First Palestinian Intifada. Afterward he
wrote a book, From Beirut to Jerusalem, describing his experiences in the Middle East, which won
the 1989 U.S. National Book Award for Nonfiction.
Following the election of Bill Clinton in 1992, he became the White House correspondent for the
New York Times. In 1994, he began to write more about foreign policy and economics. In 2002,
Friedman won the Pulitzer Prize for Commentary
"for his clarity of vision, based on extensive
reporting, in commenting on the worldwide impact
of the terrorist threat."
In February 2002, Friedman met Saudi Crown
Prince Abdullah and personally encouraged him to
make his comprehensive attempt to end the Arab-
Israeli conflict by normalizing Arab relations with
Israel in exchange for the return of refugees
alongside an end to the Israel territorial
occupations. Abdullah proposed the Arab Peace Friedman during a conference
Initiative at the Beirut Summit that March, which
Friedman has strongly supported since.
Friedman received the 2004 Overseas Press Club Award for lifetime achievement and was named to
the Order of the British Empire by Queen Elizabeth II.
In May 2011, The New York Times reported that President Obama "has sounded out" Friedman
concerning Middle East issues. 8
Denise Fariello-VB
Awards, recognition, and criticism
Friedman has won the Pulitzer Prize three times:
1983: for his coverage of the war in Lebanon. A distinguished example of international reporting.
1988: for coverage of Israel: a distinguished example of reporting on international affairs.
2002: for his commentary
illuminating the worldwide
impact of the terrorist
threat.
Additionally, in 2005 he
was elected as a member of
the Pulitzer Prize Board.
American journalist and
former civil rights litigator
Glenn Greenwald, writing
for Salon on July 25, 2012,
commented: "His status
among American elites is Friedman with the Pulitzer Prize
the single most potent fact for
understanding the nation's imperial decline."
Another American academic and commentator, Haroon Moghul, has described Friedman as hating
Muslims enough to want to bomb them.”
Islam, stating that: "he hates
Documentaries
Friedman has hosted several documentaries for the Discovery Channel from several locations
around the world. In Straddling the Fence (2003), he visited the West Bank and spoke to Israelis
and Palestinians about the Israeli West Bank barrier and its impact on their lives. Also in 2003,
Thomas L. Friedman Reporting: Searching for the Roots of 9/11 aired on the Discovery Times
Channel. This program investigated the reason for Muslim hatred of the United States, and how the
Sept. 11th attacks in New York, Pennsylvania, and the Pentagon were viewed in the Muslim world.
In The Other Side of Outsourcing (2004), he visited a call centre in Bangalore, interviewing the
young Indians working there, and then travelled to an impoverished rural part of India, where he 9
Denise Fariello-VB
debated the pros and cons of globalization with locals (this trip spawned his eventual best-selling
book The World is Flat).
In Does Europe Hate Us? (2005), Friedman travelled through Britain, France and Germany, talking
with academics, journalists, Marshall and Rhodes scholars, young Muslims and others about the
nature of the strained relationship between Europe and the United States.
Addicted to Oil (2006) when he examined the geopolitical, economic, and environmental
consequences of petroleum use and ways that green technologies such as alternative fuels and
energy efficiency and conservation can reduce oil dependence.