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secolo e l’inizio del XX secolo gli stati industrializzati fecero riprendere
l’espansione coloniale dove vennero colonizzate Asia e Africa.
Quest’ultime rimasero colonizzate fino al 1945 quando iniziò la
decolonizzazione e si trasformarono in stati indipendenti.
La maggior parte delle colonie
ottenne l’indipendenza
pacificamente, mentre quasi tutte le
ex colonie inglesi entrarono a far
parte del Commonwealt britannico e
mantennero con l’Inghilterra rapporti
commerciali.
Tuttavia le potenze europee
tentarono di mantenere parti del loro
impero introducendo riforme
amministrative e impegnandosi in
logoranti conflitti, che erano condotti
dai metodi di guerriglia.
La decolonizzazione ebbe inizio in Asia dove la popolazione non accettava
la cultura occidentale. Nel 1945 l’Indonesia si proclamò indipendente,
l’India nel 1947 e l’Indocina francese nel 1954, mentre in Cina si affermò
una rivoluzione comunista.
In Africa la decolonizzazione iniziò dalla fascia settentrionale, mentre
nell’Africa sub sahariana il maggior numero di stati raggiunse
l’indipendenza fra il 1958 e il 1965.
Per indicare i paesi sottosviluppati si usava l’espressione “terzo mondo”,
ma oggi è stato cambiato in “sud del mondo”.
Le ex colonie avevano ancora dei problemi perché anche dopo
l’indipendenza, la
loro economia
continuò a reggersi
sulle esportazioni,
quindi rimase in
mano alle compagnie
straniere che erano
in grado di
influenzare la loro
vita politica.
Questa forma di
controllo fu chiamata
neocolonialismo.
Nell’Africa sub sahariana il risveglio coloniale iniziò nel 1957. I primi
dirigenti africani si trovarono a dover
affrontare enormi problemi e
difficoltà di ogni genere.
Degli stati africani volevano farne
un’unità nazionale, ma si trovarono
in contrasto con i gruppi etnici. Perciò
nella maggior parte degli stati si affermò un regime autoritario a partito
unico.
Una storia a sé è quella degli stati dell’Africa meridionale, governati da
minoranze di bianchi, che avevano imposto un brutale regime di
separazione razziale, detto apartheid.
Le leggi negavano ai neri il diritto di voto, i matrimoni misti e ne
limitavano la libertà di movimento.
Come reazione si formò l’African National Congress, il cui leader era
Nelson Mandela. Poiché il Commonwealth
britannico criticò la politica
dell’apartheid i dirigenti
sudafricani non esitarono a
staccarsene e proclamarono la
repubblica sudafricana
indipendente.
Il superamento dell’apartheid fu
avviato dal presidente
sudafricano Frederik De Klerk.
Nel 1993 una nuova
costituzione introdusse in
Sudafrica il suffragio universale
con l’ammissione al voto della maggioranza nera e, per aver posto fine
all’apartheid, Mandela e De Klerk ricevettero il premio nobel per la pace.
MOTORIA
Parlando di Nelson Mandela possiamo dire che nessun grande leader della
storia ha amato lo sport come lui. Per Nelson Mandela lo sport era allo
stesso tempo disciplina. Quando si pensa a Nelson Mandela e lo sport, il
primo pensiero non può che andare ai Mondiali di rugby del 1995, ospitati
dal Sudafrica. Il neoeletto presidente vide nel torneo la prima occasione di
riconciliazione per un paese in cui bianchi e neri erano divisi da una
barriera invalicabile.
Grazie a lui bianchi e neri si ritrovarono per la prima volta insieme, prima
negli stadi e poi a festeggiare la vittoria
finale. Le immagini di Nelson Mandela
che esulta e consegna la Coppa a
Francois Pieenar sono tra le più
emozionanti di sempre: bianco che
abbraccia il nero, il sogno di una
“nazione arcobaleno” che non è più un
illusione.
Il terreno dove si gioca il rugby è
diviso in campo di gioco, area di gioco,
recinto
di gioco
e area di
meta.
Il campo di gioco è largo 70m, lungo 100m
e ha due porte a H.
All’interno si trovano:
2 linee di meta
2 linee dei 22-metri.
2 linee, dei 10-metri,
2 linee dei 5-metri,
e 2 linee dei 15-metri.
Il rugby è uno sport che viene giocato da
due squadre di quindici giocatori ciascuna,
scopo del gioco è quello di schiacciare la
palla oltre la linea di meta avversaria.
La palla può essere passata ad un altro
giocatore della propria squadra solo con un
passaggio indietro rispetto al giocatore che
lo effettua.
Per avanzare non è consentito lanciare la palla in avanti con le mani, ma la
si può portare avanti solo di persona.
La palla può essere passata in avanti solo con un calcio e può essere
recuperata solo da due giocatori che erano dietro la linea della palla al
momento del calcio.
I giocatori che si trovavano davanti la palla, nel momento del calcio,
devono essere sorpassati dai propri compagni per essere di nuovo in gioco
e potervi partecipare. I giocatori per fermare gli avversari
devono ricorrere al placcaggio, che
può essere effettuato dalle spalle in
giù. Il placcaggio al collo viene
punito con una punizione contro chi
lo effettua.
La palla deve essere visibile e
giocabile e se questo non avviene
l'arbitro ferma il gioco e decreta una
mischia, della quale ce ne sono due
tipi: mischia chiusa e mischia aperta. L’incontro dura 80 minuti più il
tempo di recupero, ed è diviso in due
Tempi con un intervallo di 10 minuti.
Punteggio
Ogni meta vale 5 punti.
Dopo ogni meta c' è il calcio addizionale che se viene realizzato vale 2
punti, quindi ogni meta realizzata vale 7 punti.
Ogni volta che un giocatore commette un fallo volontario viene punito con
un calcio di punizione che viene calciato nel punto in cui è stato commesso
il fallo. Il drop o calcio di rimbalzo può essere
effettuato da qualsiasi giocatore in qualsiasi
punto del campo, facendo rimbalzare la palla
prima di colpirla, se viene realizzato vale tre
punti. Tutti i calci sono validi solo se la palla
passa sopra la traversa e in mezzo ai pali.
Quando la palla esce dal campo lateralmente
viene battuta una "touche" . Le due squadre
si dispongono in fila indiana davanti alla linea
laterale formando due file a circa un metro di
distanza l'una dall'altra, il giocatore della
squadra che usufruisce della rimessa lancerà
la palla in mezzo ai due schieramenti che se
la contenderanno saltando, chi la vince ne ha
il possesso e può quindi giocarla. MUSICA
Il rugby è nato nel 1866,
quindi nell’epoca dei canti
di lavoro afroamericani che
si sono sviluppati
originariamente nell'era
dello schiavismo. La prima collezione di canzoni degli schiavi
afroamericani fu pubblicata nel 1867.
Il canto di lavoro è un brano musicale spesso cantato durante lo
svolgimento di una mansione, spesso per mantenere tempo e
coordinazione; oppure una canzone, che può essere un racconto o ancora
una canzone di protesta.
Molti studiosi di canti di lavoro, hanno incluso nel termine sia le canzoni
cantante durante il lavoro che quelle che lo riguardano, perché le due
categorie sono interconnesse.
Si noti che esiste anche uno standard jazz chiamato "Work Song", inciso
nel 1960 dal sassofonista Julian Cannonball Adderley.
Le attività erano svolte lontano
dal centro urbano e per buona
parte della giornata. Per questo
motivo i gruppi facevano lunghi
canti narrativi, spesso cantati
individualmente per non
annoiarsi.
La maggior parte dei canti di
lavoro agricoli erano molto
ritmici per sincronizzare i
movimenti di gruppo. Le parole
erano spesso improvvisate e
cambiavano di volta in volta.
Una caratteristica comune dei canti afroamericani è la domanda e
risposta, nella quale il leader cantava una strofa e gli altri rispondevano
con il ritornello. Agli inizi della schiavitù africana, le percussioni venivano
usate per mantenere il ritmo, ma furono proibite ma nonostante ciò, gli
africani riuscirono lo stesso a produrre suoni di percussione, utilizzando
altri strumenti o il loro stesso corpo.
GEOGRAFIA
Gli africani sono ormai in tutto il mondo, ma il loro paese d’origine è
l’Africa.
L’Africa
L’Africa è delimitata a est
dall’Oceano indiano e dal
Mar rosso, a nord dal Mar
mediterraneo e a ovest
dall’oceano atlantico.
L’Africa ha una superficie di
30 milioni di Kmq e la sua
compattezza fa in modo che
non ci siano grandi isole.
Quella più grande è il
Madadascar, mentre quelle
più piccole si possono
trovare in arcipelaghi come
le Canarie oppure no, come
Reunion, Zanzibar e Socotra.
L’Africa è un continente pianeggiante, ma lungo la Great Rift Valley si
trovano il Kilimangiaro e il Kenia che superano i 5000m, mentre più
inferiori sono i monti dei draghi che non superano i 3500m. Altre catene
montuose sono l’Atlante e l’Hoggar.
I fiumi più lunghi sono il Nilo, il Congo,il Niger e lo Zambesi, che sono,
rispettivamente, il primo, il secondo, il terzo e il quarto più lunghi
dell’Africa. I tre laghi più grandi sono il lago Vittoria seguito dal lago
Tanganica e dal Niassa.
L’Africa è tagliata in due dall’Equatore e nella parte centro-occidentale ha
un clima equatoriale. Questa zona è ricoperta dalla foresta pluviale che è
circondata da una fascia tropicale umida. Nella zona del Sahara il clima è
desertico e sulle coste i climi sono temperati caldi.
L’Africa è stata la culla dell’umanità perché è stato provato che l’Homo
sapiens abbia vissuto li 200.000 anni fa, ma essa è rimasta sconosciuta a
tutti fino a quando iniziarono le vere esplorazioni dopo la conquista araba.
L’Africa ha una densità di 30 abitanti per Kmq. Molti africani parlano il
francese e l’inglese. Gran parte della popolazione è araba, nell’Africa
centrale ci sono i pigmei e nel sud africa gli afrikaner con circa un milione
di asiatici.
- L’Africa settentrionale L’Africa
settentrionale ha una
densità di
popolazione di 25,6
abitanti per Kmq ma i
dati non sono
omogenei perché si
passa dalla bassa
densità di Libia a
quella alta dell’Egitto.
L’area mediterranea
è abitata da arabi ma
c’è una grande
minoranza di berberi.
Più complesso è il
quadro etnico nel Sahel dove convivono le etnie arabo-berbere e l’etnia
sudanese suddivise in sottogruppi. Più a est una forte minoranza nilotica si
affianca all’etnia araba.
All’interno del mondo islamico africano sono attivi movimenti
fondamentalisti che hanno suscitato molti conflitti sociali. Ci sono
minoranze cristiane in Egitto, Ciad e Sudan, mentre nella fascia del sahel
sopravvivono culti animisti.
L’arabo è parlato dalla maggioranza della popolazione, il tamazight è la
lingua dei berberi e il copto e quella degli egiziani.
Grazie all’agricoltura i paesi della fascia mediterranea sono tra i più ricchi
del continente. Si coltivano cereali, cotone, ortaggi, frutta e agrumi. In
tutta la regione si allevano ovini e caprini, ma si pratica anche la pesca.
L’industria e legata all’attività estrattiva ed è cresciuta anche l’importanza
del turismo.
Molto diverso è il quadro del Sahel, dove l’economia si basa
sull’agricoltura e sull’allevamento. Il settore industriale è scarsamente
sviluppato e lo sviluppo economico è ostacolato dalla precarietà delle reti
di comunicazione e dai conflitti.
- Il Sudafrica
Il governo repubblicano del Sudafrica è retto da un presidente eletto
dall’Assemblea nazionale. L’unione delle repubbliche boere dell’Orange e
del Transvaal con le colonie del Capo e del Natal, l’Unione Sudafricana,
divenne autonoma nel 1931. Nel 1994 è stato eletto presidente Nelson
Mandela, leader dell’African National Congress.
L’80% della popolazione è costituita da bantu, il 9,2% è afrikaner, l’8,8% è
coloured e il 2,5% è composta da asiatici. Le lingue più parlate sono
l’afrikaans e l’inglese ma sono diventate ufficiali anche nuove lingue
bantu. Le religioni più praticate sono il protestantesimo, il cattolicesimo e
l’anglicanesimo ma la minoranza asiatica segue l’islam e l’induismo.
Le leve dell’economia
sudafricana sono in mano
alla minoranza bianca,
tuttavia sta nascendo una
classe imprenditoriale nera.
Il paese è il principale
esportatore di diamanti, oro
e platino. Dispone anche di
un importante apparato
industriale che ha i suoi
punti di forza nei comparti
energetici, siderurgici,
metallurgici, meccanici, chimici e tessili. Il paese ha una forte agricoltura
dove vengono prodotti cereali, tè, caffè, canna da zucchero, tabacco,
cotone e girasoli ma differenziata è la produzione di frutta, mentre