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Sintesi
Fisica: Il suono e l'impossibilità di silenzio assoluto;

Geografia: La radiazione cosmica di fondo;

Latino: Seneca con riferimento alla Lettera a Lucilio LVI , libro IV (“Il silenzio non turba, anzi favorisce gli studi; invece le passioni turbano gli studi e anzitutto la quiete dell’animo”);

Italiano: “I Quaderni di Serafino Gubbio Operatore” di Luigi Pirandello;

Inglese: Il silenzio sulla scena teatrale: Samuel Beckett. “Theatre of the Absurd”: the impossibility of comunication;

Storia: Le lettere della Prima Guerra Mondiale;

Filosofia: Il silenzio in psicoanalisi;

Storia dell'arte: “L'urlo” di Edvard Munch.
Estratto del documento

IL SUONO E L'IMPOSSIBILITÀ DEL SILENZIO

ASSOLUTO

Il suono è dato dal movimento di un corpo che vibra, è un'onda longitudinale generata

da successive compressioni e rarefazioni del mezzo in cui si propaga. Può propagarsi

in un mezzo materiale, nell'aria o in un altro mezzo elastico, ma non si propaga nel

vuoto.

Caratteristiche

Altezza

L’altezza è la caratteristica che determina l’elevazione di un suono dovuta alla

frequenza delle vibrazioni longitudinali che lo producono e ci consente di distinguere i

suoni acuti da quelli gravi. Al crescere della frequenza corrisponde l’aumento

dell’altezza.

Intensità

L’intensità è legata all’ampiezza dell’onda, distingue un suono ad alto volume da uno

a basso volume, infatti un suono è tanto più forte quanto maggiore è l'ampiezza delle

oscillazioni della sorgente che lo genera.

Equivale all’energia trasportata dall’onda nell’unità di tempo. Poiché l’intensità di

un’onda sferica è inversamente proporzionale al quadrato della distanza un suono è

sempre più debole mano a mano che ci si allontana dalla sorgente.

Timbro

Il timbro rappresenta la qualità del suono e dipende essenzialmente dalla forma

d’onda dello stesso.

Permette di distinguere suoni emessi da sorgenti diverse, anche se essi hanno la

stessa frequenza e la stessa intensità. Infatti un suono è solitamente costituito dalla

somma di tante onde elementari ma è possibile ad esempio che due strumenti

musicali differenti possano eseguire la medesima nota con la stessa frequenza e

intensità: ciò che rende i due suoni diversi è appunto il timbro.

I limiti di udibilità

Non tutte le onde sonore sono percepite come suono dal nostro sistema orecchio-

cervello. Per essere udibile, un'onda sonora deve avere una frequenza compresa tra

20 Hz e 20 000 Hz; infatti a frequenze inferiori corrispondono gli infrasuoni e a quelle

superiori corrispondono gli ultrasuoni, a cui l'orecchio umano è sordo.

Nella figura: in rosso sono indicati gli intervalli di frequenze che corrispondono ai suoni emessi, in

blu i suoni uditi.

Da un punto di vista fisico il silenzio assoluto non esiste, poiché, infatti, tutti i corpi

emettono onde radio. Perché questo non accada bisognerebbe poter raggiungere lo

zero assoluto e questo, come è noto, non è possibile.

L’orecchio umano, tuttavia, è in grado di percepire solo vibrazioni che spaziano in un

campo limitato di frequenza, che va da 20 Hz a circa 20 000 Hz. Ecco che, quindi, noi

avvertiamo il silenzio ogni volta che le onde sonore hanno una frequenza che non

rientra nella fascia della nostra capacità uditiva. Il silenzio sembra quindi esistere

realmente, ma è, in realtà, solo una nostra impressione. Il suono persiste sempre e

ovunque intorno a noi.

LA RADIAZIONE COSMICA DI FONDO

La tesi che dimostra l'impossibilità del silenzio assoluto è la radiazione cosmica di

fondo.

Fu scoperta nel 1964 da due radioastronomi, Penzias e Wilson, che effetuarono

ricerche finalizzate a misurare l'intensità delle onde radio emesse dalla nostra

Galassia, per eliminare i “rumori di fondo” che potevano impedire una corretta analisi

di altri segnali radio. Per questo scopo modificarono un'apparecchiatura, ma captarono

un rumore radio persistente. Penzias e Wilson pensarono inizialmente che il rumore

fosse dovuto a difetti dell'apparecchiatura o dalla presenza di sorgenti locali di onde

radio, ma si accorsero ben presto che il rumore proveniva uniformemente da tutte le

direzioni del cielo e che si manteneva costante nonostante la correzione dei difetti

dell'antenna e indipendentemente dall'ora o dal periodo dell'anno in cui veniva

effettuato il rilevamento.

Si trattava di un insieme di radiazioni elettromagnetiche a bassa energia con

lunghezza d'onda variabile, chiamate anche micro onde. Perplessi per i risultati

ottenuti, i due radioastronomi si misero in contatto con gli astrofisici di Princeton i

quali, attraverso modelli teorici, avevano avanzato l'ipotesi che una radiazione fossile,

residua del big bang, permeasse tuttora l'Universo.

Secondo questi modelli, la radiazione fossile sarebbe costituita da fotoni prodotti in

seguito al big bang che avrebbero percorso l'Universo in espansione fino a noi. Nel loro

“viaggio” si sarebbero trasformati in onde radio a causa dell'effetto Doppler.

Misurazioni successive, con il satellite lanciato dalla NASA nel 1989, e poi

dall'osservatorio orbitante WMAP (Wilkinson Microwave Anisotropy Probe) lanciato nel

2001, dimostrarono che questa radiazione aveva caratteristiche corrispondenti a

quelle previste per la radiazione fossile del big bang. Dimostrarono inoltre che la

radiazione cosmica di fondo presentava lievi variazioni di intensità nelle diverse

direzioni dello spazio; ciò significa che la materia dell'Universo primordiale non era

distribuita in modo perfettamente omogeneo, e proprio per questo ci fu la formazione

Con la scoperta della radiazione cosmica di fondo siamo venuti a

di galassie.

conoscenza della teoria dell'espansione dell'Universo, e che quindi anche l'Universo,

apparentemente silenzioso, emette frequenze, e, come abbiamo visto, le frequenze

emettono dei suoni, perciò l'Universo non è silenzioso come si crede.

Nell'immagine le zone blu sono la parte della nostra Galassia e nelle zone in rosso è visibile la

radiazione cosmica di fondo perché non schermate dalla Via Lattea.

SENECA: LETTERA A LUCILIO

“IL SILENZIO NON TURBA, ANZI FAVORISCE GLI

STUDI; INVECE LE PASSIONI TURBANO GLI

STUDI E ANZITUTTO LA QUIETE DELL’ANIMO”

<<Che io possa morire se, quando uno se ne sta appartato a studiare, il silenzio è

necessario come si pensa. Ecco, intorno a me risuonano da ogni parte schiamazzi di

tutti i tipi: abito proprio sopra uno stabilimento balneare. Immagina ora ogni genere di

baccano odioso agli orecchi: quando i più forti si allenano e fanno sollevamento pesi,

quando faticano o fingono di faticare, odo gemiti, e, tutte le volte che trattengono il

fiato ed espirano, sibili e ansiti; quando capita qualcuno pigro che si contenta di un

normale massaggio, sento lo scroscio delle mani che percuotono le spalle e che danno

un suono diverso se battono piatte o ricurve. Se poi arrivano quelli che giocano a palla

e cominciano a contare i colpi, è fatta. Mettici poi l'attaccabrighe, il ladro colto in

flagrante, quello a cui piace sentire la propria voce mentre fa il bagno, e poi le persone

che si tuffano in piscina e smuovendo l'acqua fanno un fracasso indiavolato. Oltre a

tutti questi che, se non altro, hanno voci normali, pensa al depilatore che spesso

sfodera una vocetta sottile e stridula per farsi notare e tace solo quando depila le

ascelle e costringe un altro a gridare al suo posto. Poi ci sono i vari richiami del

venditore di bibite, il salsicciaio, il pasticciere e tutti gli esercenti delle taverne che

vendono la loro merce con una particolare modulazione della voce.

Costringo la mente a rimanere assorta in se stessa senza farsi distrarre da fattori

risuoni pure fuori di me ogni genere di fracasso, purché

esterni;

interiormente non ci sia scompiglio, purché non combattano tra loro cupidigia e

paura, purché l'avarizia e l'intemperanza non siano in lotta e l'una non tormenti l'altra.

A che serve il silenzio dell'intero quartiere, se le passioni si agitano in noi?

Tutto era tranquillo nella placida quiete della notte. E’ falso: non esiste nessuna

placida quiete se non quella regolata dalla ragione; la notte rivela l'inquietudine, non

la elimina, cambia semplicemente gli affanni. Quando dormiamo, i nostri sogni sono

tormentati come le nostre giornate: la vera tranquillità è quella in cui si dispiega la

saggezza. Guarda quell'uomo cui si cerca di conciliare il sonno facendo silenzio

nell'ampia dimora: tutta la schiera dei servi tace e quelli che si avvicinano alla sua

stanza camminano in punta di piedi, perché nessun rumore disturbi le sue orecchie:

ma lui si gira di qua e di là e cerca di prendere un po' di sonno tra le sue

si lamenta di aver udito qualcosa, in realtà non ha sentito

preoccupazioni;

niente. Secondo te qual è il motivo? È l'anima che strepita dentro di lui.

Questa bisogna placare, è la sua rivolta che deve essere sedata; non devi pensare che

l'anima è tranquilla, se il corpo riposa: talvolta la quiete stessa è carica di

inquietudine; perciò dobbiamo essere spronati ad agire e impegnarci a svolgere

qualche nobile attività tutte le volte che l'inerzia, insofferente di se stessa, ci fa star

male. I grandi generali, quando vedono che un soldato obbedisce controvoglia, lo

tengono a freno con qualche occupazione e lo impiegano in spedizioni militari. Chi ha

molto da fare non ha tempo di abbandonarsi alla dissolutezza. Senza dubbio il lavoro

cancella i vizi generati dall'ozio. […]

Sembriamo quieti, ma in realtà non è così. Se siamo in buona fede, se abbiamo

chiamato a

raccolta le nostre forze, se abbiamo disprezzato le belle apparenze, niente ci

distoglierà: nessuna voce di uomini o canto di uccelli interromperà i nostri buoni

propositi, ormai saldi e fermi. Chi presta attenzione alle voci e agli eventi fortuiti, ha

un'indole incostante e incapace di raccoglimento interiore; ha in sé preoccupazioni e

timori che lo rendono ansioso>>.

Spiegazione

Non il silenzio esterno, ma il placarsi delle passioni dà la vera quiete. Infatti in questa

lettera Seneca afferma che “non c’è placida quiete se ad essa non presiede la

ragione”. Egli fa l’esempio di un uomo che si gira e si rigira nel letto, cercando un po’

di pace fra i suoi affanni, ma nonostante il silenzio non riesce a prendere sonno proprio

a causa dell’animo che gli strepita dentro e delle passioni che fremono in lui. Non si è,

quindi, in uno stato di quiete solo perché il corpo giace in riposo. Il messaggio che

Seneca vuole trasmettere a Lucilio e a tutti gli uomini è che la vita sarà in ordine solo

quando nessun clamore turberà il mondo interiore di ciascuno.

Le Epistole a Lucilio

Si tratta di una raccolta di lettere scritte dopo il ritiro dalla vita politica, dal 62d.C. al

65d.C., anno della morte di Seneca: sono una raccolta di 124 lettere distribuite in 20

libri di differente estensione e di vario argomento indirizzate all'amico Lucilio. È l'opera

filosofica più importante di Seneca, in cui esprime in modo maturo la sua visione della

vita e dell'uomo, infatti, giunto alla vecchiaia, si dedica esclusivamente allo studio, alla

ricerca e al perfezionamento morale.

Seneca parla delle norme a cui il saggio si deve attenere, della sua indipendenza e

autosufficienza, della sua indifferenza alle seduzioni mondane e del suo disprezzo per

le opinioni correnti e propone l'ideale di una vita indirizzata al raccoglimento e alla

meditazione, al perfezionamento interiore mediante un'attenta riflessione sulle

debolezze e i vizi propri e altrui, infatti i tratti della vita quotidiana hanno funzione

morale: le esperienze personali vengono sempre trasformate in occasione di

riflessione da cui ricavare utili insegnamenti.

Gli insegnamenti di Seneca si discostano dal contesto temporale e mirano a garantire

la tranquillità dell’animo anche ai posteri. La filosofia, quindi, è un mezzo per resistere

all’empia storia perché l’interiorità è un luogo protetto, non toccato dagli eventi

esterni e che deve fungere da riparo per gli uomini. Il filosofo, infatti, non può essere

colpito da alcun oltraggio e da alcuna offesa, perché la sua forza e la sua superiorità

morale lo rendono invulnerabile di fronte a qualsiasi attacco dall'esterno, come

dimostra nel “De Costantia Sapientis”.

L’ideale filosofico senecano non può essere convogliato entro una rigida dottrina, esso,

infatti, è libero da ogni condizionamento e deve garantire a tutti la possibilità di

accedere alla verità. Ognuno di noi deve essere in grado di diventare soprattutto

maestro di se stesso. LA SCELTA DELL’ “OTIUM”

Particolarmente rilevante nella concezione della vita di Seneca, soprattutto dopo il suo

ritiro dalla scena politica, è, indubbiamente, la sua concezione di “otium.”

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