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Sintesi

Tesina per il liceo scientifico

La tesina parla della musicoterapia, essa è una terapia che utilizza la musica come forma di comunicazione non-verbale per instaurare un dialogo sonoro tra paziente e terapeuta

materie:

musicoterapia: Benenzon R.O., Manuale di Musicoterapia, fondamenti di musicoterapia

filosofia: Schopenhauer A., il mondo come rappresentazione, la filosofia della musica

arte: Kandinskij V., lo spirituale nell'arte, la teoria dell'armonica, il rapporto tra arte e musica e tra colore, sentimento e strumento musicale

fisica: il suono

Introduzione

La musica è sempre esistita, da prima ancora che ne rimanesse una traccia storica. Sin dai primordi l'uomo l'ha usata come un vero e proprio linguaggio per comunicare con i propri simili, dapprima con una funzione pratica ed, in seguito, anche con una funzione estetica, traducendo sentimenti e sensazioni in suoni efficaci ed espressivi. La musica può essere considerata una tra le nostre esigenze primarie e rappresenta il linguaggio che preferisce l'anima per comunicare la nostra interiorità . D'altronde come disse Giovanni Paolo II:«Senza l'arte l'uomo resterebbe ampiamente cieco a se stesso, al proprio mondo interiore. essa per la sua natura può far risuonare interiori armonie, solleva intense e profonde emozioni». La musica è una forma di linguaggio non-verbale che parla in primo luogo al corpo e in seconda battuta alla mente ed è in grado di suscitare reazioni emotive e risposte fisiologiche; per questo ha assunto anche un valore terapeutico. Si è notato che la musica favorisce l'espressione, la comunicazione, elementi necessari per superare l'isolamento sociale; essa è anche uno strumento accogliente(vedi sottofondi musicali nei locali, nei centri commerciali, ecc)che favorisce l'emergere di emozioni.

Bibliografia

Benenzon R.O. Manuale di Musicoterapia, ed. Borla, Roma, 1983.
Sito internet del F.I.M. (Ferderazione Italiana Musicoterapeuti)[ ]
Schopenhauer A. il mondo come rappresentazione, 1819
Schopenhauer A. Parerga e paralipomena, 1851
Kandinskij V. lo spirituale nell'arte, 1911
Amaldi U. fisica: idee ed esperimenti (volume secondo), ed. Zanichelli
Intervista a musicoterapeuta del Dipartimento Salute Mentale - ASL 3 genovese Foto: esperienza di musicoterapia al Dipartimento Salute Mentale - ASL 3 genovese
Immagini: Pablo Picasso e Vasilij Kandinskij Video: esperienza di improvvisazione clinica di Mauro Scardovelli(musicoterapeuta) rielaborazione video e grafici delle onde realizzati da Daniele Zec

Estratto del documento

La musicoterapia è l’utilizzo della musica e degli elementi sonori a fini terapeutici.

L’utilizzo della musica a scopo terapeuti cosi evidenzia anche in periodi storici antecedenti(come ad

esempio: gli sciamani, filosofi come Platone e Aristotele, gli arabi).

Al’inizio dell’ ottocento vi è la testimonianza della prima cura attraverso la musica.

Solo dopo il 1970 nasceranno le prime Associazioni di musicoterapia.

La musica dà alla persona la possibilità di esprimere i propri sentimenti che si manifestano con

delle risposte fisiologiche.

Questo rapporto con la musica si pensa derivi dal periodo pre-natale; infatti il feto è immerso nel

“bagno sonoro” dove l’unico contatto con il mondo esterno è il suo orecchio. Esso infatti è uno dei

primi organi a svilupparsi.

La musicoterapia si suddivide in musicoterapia attiva(creare musica)ed in musicoterapia

recettiva(ascoltare musica).

La musicoterapia attiva utilizza l’improvvisazione clinica per instaurare un dialogo sonoro tra

paziente e terapeuta(supporto multimediale).

La musicoterapia recettiva si basa sull’ascolto guidato di sequenze sonore capaci di far attivare

profondi sentimenti.

I campi di applicazione della musicoterapia sono quello preventivo(gravidanza e crescita), quello

riabilitativo(ambito psichiatrico e neurologico) e quello terapeutico.

Inoltre, in musicoterapia, vengono rievocate le esperienze originarie. Questo tecnica prende spunto

e rielabora i concetti espressi da Sigmund Freud nel metodo psicanalitico con il metodo delle libere

associazioni.

Schopenhauer e il valore della musica

Questo aspetto della musica, come arte capace di curare l’uomo e di essere espressione e

portatrice di sentimenti, è un aspetto che già aveva individuato, a mio parere, Arthur

Schopenhauer. Egli formula una vera e propria “Filosofia della Musica”.

La ragione non può squarciare il velo di Maya e, perciò, non ci può fornire una conoscenza vera.

Questo aspetto va affidato alla musica e alle arti in generale; anche se esse concedono

un’evasione momentanea dalla volontà.

Schopenhauer sostiene la necessità di fare della musica un linguaggio universale, capace di parlare

al cuore senza nessuna mediazione; la musica quando “parla” ci racconta la vita più intima della

volontà, i più delicati moti e sentimenti dell’animo umano.

kandinskij e la teoria dell’armonica

L’intuizione che tra musica e sentimento ci fosse una stretta relazione venne anche a Vasilij

Kandinskij. Egli sostiene che l’opera d’arte deve assomigliare sempre di più ad una composizione

musicale. Kandinskij nelle sue opere espone le sue teorie nell’uso del colore; in particolare il colore

può provocare nello spettatore un effetto psichico che ha una sua particolare vibrazione, un suo

suono.

Il suono

La distinzione tra i vari strumenti musicali è prodotta dal suono che ognuno di essi produce.

Tutti i suoni sono prodotti da corpi che vibrano. La vibrazione produce una compressione e una

rarefazione dell’aria,che riportata su un grafico da una sinusoide.

Una sinusoide è caratterizzata dal periodo, dalla frequenza, dalla lunghezza d’onda e dall’ampiezza;

parametri che influisco poi sul timbro, sull’intensità e sull’altezza.

Introduzione

La musica è sempre esistita, da prima ancora che ne rimanesse una

traccia storica.

Sin dai primordi l'uomo l'ha usata come un vero e proprio linguaggio

per comunicare con i propri simili, dapprima con una funzione

pratica ed, in seguito, anche con una funzione estetica, traducendo sentimenti e sensazioni in

suoni efficaci ed espressivi.

La musica può essere considerata una tra le nostre esigenze primarie e rappresenta il linguaggio

che preferisce l’anima per comunicare la nostra interiorità. D’altronde come disse Giovanni Paolo

«Senza l'arte l'uomo resterebbe ampiamente cieco a se stesso, al proprio mondo interiore. essa

II:

per la sua natura può far risuonare interiori armonie, solleva intense e profonde emozioni» .

La musica è una forma di linguaggio non-verbale che parla in primo luogo al corpo e in seconda

battuta alla mente ed è in grado di suscitare reazioni emotive e risposte fisiologiche; per questo ha

assunto anche un valore terapeutico.

Si è notato che la musica favorisce l’espressione, la comunicazione, elementi necessari per

superare l’isolamento sociale; essa è anche uno strumento accogliente(vedi sottofondi musicali nei

locali, nei centri commerciali, ecc)che favorisce l’emergere di emozioni.

La musicoterapia

Le definizioni della musicoterapia sono numerose nonostante si tratti di una disciplina

relativamente nuova. Diremmo che La musicoterapia è l'uso della musica e/o degli elementi

musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta, con un utente o un

gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l'apprendimento,

la motricità, l'espressione, l'organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare

le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive.

Si tratta quindi di una disciplina di medicina alternativa che utilizza la musica come strumento per

intervenire sul disagio di persone malate o affette da handicap.

L'uso della musica a scopi terapeutici è documentato in numerose civiltà dal mondo antico ad oggi,

prevalentemente all'interno di un modello di pensiero magico-religioso.

Lo sciamano sapeva che la musica ha un potere incantatorio sulla parte irrazionale dell’ Io; sapeva

che il mondo è costituito secondo principi musicali, che sia la vita del cosmo, sia quella dell'uomo,

sono dominate dal ritmo e dall'armonia.

Anche Platone ed Aristotele furono, oltre che pensatori e filosofi, anche dei

musicologi e musicisti convinti che le arti del ritmo contribuissero a

migliorare la calma interiore, la serenità e la morale.

Nel medioevo l'uso del flauto come strumento terapeutico era noto agli

arabi che lo utilizzavano per trattare i disturbi mentali.

Bisogna aspettare l’inizio dell’ottocento per avere qualche documentazione

dell’uso della musica in campo strettamente medico.

Nel 1801 Philippe Pinel riporta il caso di un paziente guarito grazie alla

riscoperta di una pratica musicale con il proprio strumento, il violino. La

musica viene ritenuta, principalmente, un mezzo per tranquillizzare(basti

pensare alle ninne-nanne).

Le prime associazioni di musicoterapia nascono dopo il 1970.

Fondamenti teorici

La musicoterapia è una modalità di approccio alla persona che utilizza

la musica o il suono come strumento di comunicazione non-verbale,

per intervenire a livello educativo, riabilitativo o terapeutico.

La musica dà alla persona la possibilità di esprimere e percepire

sentimenti, emozioni, desideri, tensioni che si manifestano nella

muscolatura, nella postura, negli sguardi, nei cambi di intonazione

della voce, nei gesti, nei movimenti, in scatti improvvisi.

Questa sorta di empatia con la musica è data, presumibilmente, dalla nostra predisposizione

neonatale ad impiegare il suono ed elementi musicali come veicolo espressivo e comunicativo.

Ancora nella fase embrionale, il feto, è immerso in quelli che alcuni musicoterapeuti definisco

“bagno sonoro”; suoni interni al grembo materno, che provengono dal corpo della stessa

madre(respiro, battito del cuore,ecc); i quali vengono percepiti dal feto.

Questo,al momento della nascita, è verificabile sotto due aspetti: il primo nasce dalla

considerazione che il neonato, nelle prime settimane di vita, sviluppa il sistema uditivo in misura

maggiore rispetto agli altri apparati sensoriali; il secondo dalla strettissima relazione che si crea tra

neonato e madre che acquisterà, nel tempo, un significato sempre maggiore.

La musicoterapia ha come obiettivi generali quelli di:

1. Aprire canali di comunicazione sia verso l’esterno ma anche verso l’interno per migliorare i

processi comunicativi e relazionali, esplorare approfonditamente il suo mondo interiore, per

acquisirne consapevolezza e benessere.

2. Canalizzare le ansie;

3. Stimolare l'espressione dei sentimenti e gli aspetti comunicativi e relazionali; spezzare lo

stato di isolamento, e offrire nuovi strumenti per l'espressione dei vissuti e per la loro

condivisione;

4. Favorire la creatività;

5. Migliorare la socializzazione e l'interazione;

6. Sviluppare l'espressione corporea;

7. Stimolare il ricordo.

Le tecniche

La musicoterapia si suddivide storicamente in musicoterapia attiva, caratterizzata dalla produzione

vera e propria di sequenze sonoro/musicali; ed in musicoterapia

recettiva, caratterizzata da proposte di ascolto sonoro/musicali e dalla

successiva traduzione verbale, corporea, pittorica, grafica delle

suggestioni evocate dall’audizione.

Le tecniche musicoterapiche quindi possono essere considerate come

l'insieme di interventi non verbali che utilizzano mediatori artistici allo

scopo di favorire, ampliare e modellare le modalità espressive e

comunicative.

Si potrebbe dire che,in un certo senso, sia la musicoterapia attiva che

quella recettiva nascono in qualche modo dal fallimento o dalla

inadeguatezza della mediazione verbale(dovuta magari anche ad una

patologia specifica del paziente).

Pur avendo entrambi lo scopo di stabilire un contatto, un approccio, la

musicoterapia attiva si distingue per la gratificante sollecitazione dei

sensi, mentre quella recettiva determina una sorta di nutrimento

psichico.

L'intervento attivo sembra essere più indicato per pazienti privi di adeguate competenze verbali,

caratterizzati da difficoltà(fisiche) e disagi(psichici) nei processi espressivi-comunicativi-relazionali,

con prevalenza della dimensione corporea. È ovvio che anche altri soggetti ne possano beneficiare

per una migliore integrazione.

Mentre l'intervento recettivo è rivolto a pazienti che conservano sufficienti competenze verbali,

connotati anch'essi da difficoltà e disagio nei processi espressivi-comunicativi-relazionali.

Entrambi i tipi di musicoterapia si posso affrontare in gruppo o individualmente; tanto più il

rapporto che il paziente instaura con l'elemento sonoro/musicale appare specifico, profondo,

peculiare, tanto più si può ipotizzare una presa in carico individuale; mentre quanto più questo

rapporto appare superficiale si può ipotizzare un trattamento di gruppo.

La musicoterapia attiva

La musicoterapia attiva si basa soprattutto sull’aspetto

dell’improvvisazione.

La musica, il suono ci permettono quindi di contattare il soggetto su un

piano sensoriale e corporeo attivandolo e stimolandolo per poi avviare

percorsi relazionali e cognitivi.

Lo svolgimento delle sedute prevede una suddivisione in quattro fasi: una

fase di accoglienza, una fase centrale caratterizzata dallo sviluppo dei

processi espressivi, comunicativi, relazionali mediati dall’elemento

sonoro/musicale, una fase di elaborazione verbale ed una fase conclusiva

di verifica.

La conduzione della relazione tra paziente e musicoterapeuta avviene

mediante l’improvvisazione clinica che comprende in sé il dialogo sonoro.

Il terapeuta ha a disposizione come materiale di lavoro i suoni, i silenzi, il

proprio corpo, i rumori, la musica ed i singoli elementi che la compongono:

1. il ritmo che agisce sulla sfera intuitiva;

2. la melodia che agisce sulla sfera sentimentale;

3. l’armonia che agisce sulla sfera intellettiva.

Durante il dialogo sonoro tutto viene creato e comunicato

direttamente, immediatamente, ed è per questo che un aspetto

importantissimo è dato dall’improvvisazione, dalla spontaneità e

dalla libera produzione, dove ogni paziente autonomamente e

inizialmente propone una personale sonorizzazione e dove

l'elemento sonoro diviene oggetto intermediario tra paziente e

terapeuta.

È caratteristica di questa musica la poliritmia, la capacità cioè di

sviluppare contemporaneamente diversi ritmi e di mantenerli in

modo costante ed uniforme, senza che uno prevarichi su di un

altro, ma con un’influenza reciproca.

Ogni strumento musicale presenta dei pregi e dei limiti. Per

questo motivo gli strumenti sono molti, suddivisi in categorie

(percussioni, fiato, corda) e famiglie (archi, ottoni, membrane,

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