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Sintesi

Sintesi Tesina sullo Sfruttamento



L’argomento che ho scelto per lo svolgimento della mia tesina di maturità, lo sfruttamento minorile, è uno dei problemi che ha da sempre toccato la mia sensibilità. Ho deciso di trattare questo argomento perché purtroppo, è un enorme problema ancora ai giorni nostri. Oggi parlare di sfruttamento minorile non significa solo discutere di bambini sfruttati sul lavoro, ma anche di bambini dimenticati, abbandonati e costretti a crescere da soli come se fossero già adulti. Esiste da sempre ed è presente ovunque, in Paesi sottosviluppati (cause sociali) e in paesi sviluppati (cause economiche): Africa, America Latina, India, Cina, Corea, ma anche Europa (Italia, Portogallo, Inghilterra) e Stati Uniti: 250 milioni di bambini nel mondo subiscono in ambito familiare o sociale violenze fisiche, psicologiche e sessuali. Il motivo principale dello sfruttamento minorile resta comunque la povertà: i bambini sono costretti a lavorare nei campi, nelle miniere, in una condizione di schiavitù o criminalità, spesso sono abbandonati. Questo fattore si ripercuote sull’educazione: cento milioni di bambini al mondo non frequenta la scuola,
facendo aumentare il tasso di analfabetismo e violando i loro diritti. Nella tesina analizzerò successivamente dal punto di vista storico il problema in Italia con Franchetti e Sonnino, dal punto di vista letterario con la novella “Rosso Malpelo” di Giovanni Verga e la novella “Ciaula scopre la luna” di Luigi Pirandello, infine la situazione durante la Seconda rivoluzione industriale in Inghilterra con la testimonianza di “Oliver Twist” di Charles Dickens.
In sintesi l'obiettivo della mia tesina è quindi quello di descrivere il grave problema dello sfruttamento minorile sotto vari punti di vista.

tema sullo sfruttamento minorile in Africa

Collegamenti


Tesina sullo Sfruttamento



Attualità: Lo sfruttamento minorile.
Italiano: Rosso Malpelo (Verga), Ciaula scopre la luna (Pirandello).
Latino: Plinio il vecchio contro lo sfruttamento minorile.
Inglese: La Seconda rivoluzione industriale in Inghilterra; Charles Dickens e Oliver Twist.
Arte: "Il vagone di terza classe", Daumier.
Estratto del documento

ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE “G. BARUFFI” – CEVA

Corso Liceo Scientifico

Esame di Stato A.S. 2012/2013

“SFRUTTAMENTO MINORILE, UNA TRISTE REALTA’”

Oggi nel mondo..

Secondo le stime dell'OIL

(Organizzazione Mondiale del

Lavoro) e di vari organismi non

governativi, il numero di bambini

lavoratori nel mondo comunque

oscillerebbe intorno ai 250 milioni,

distribuiti quasi ovunque: in Asia,

Africa, America Latina, ma anche in

Europa e in America del Nord. Sebbene le convenzioni internazionali fissino per

legge l’età minima di accesso al lavoro, tali leggi sono del tutto disattese nei vari

paesi e il lavoro minorile si continua a praticare nel mondo aumentando persino

in certi paesi. Se oggi molti ragazzi svolgono attività consentite e regolamentate

dalla legislazione nazionale, molti di più lavorano nell'illegalità. Le forme del

lavoro minorile sono tra le più diverse: si va dalla riduzione in schiavitù vera e

propria (diffusa in particolare nel settore dei lavoratori domestici) al lavoro in

fabbriche, laboratori, nel settore agricolo, bambini che diventano operai stagionali

in miniatura costretti al lavoro in campi infestati dai pesticidi con seri rischi per la

salute o piccoli pastori "assunti" illegalmente che lavorano 15 ore al giorno e che

si guadagnano da vivere in strada con mestieri sempre diversi - legali e illegali.

Vivono spesso in condizioni drammatiche, con orari disumani, salari minimi ed

assenza di ogni tutela della salute.

..alcuni provvedimenti presi dalle associazioni:

A fronte di questa complessa ed estesa realtà l’Unicef cerca di intervenire e

porre rimedio con due tipi di azioni: da un lato programmi di sostegno

all'economia familiare, che rendano meno necessario il ricorso al lavoro dei più

piccoli, dall'altro con interventi a favore dei bambini lavoratori, per tutelarli (anche

legalmente) e per garantire loro possibilità di scuola e istruzione professionale. 4

ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE “G. BARUFFI” – CEVA

Corso Liceo Scientifico

Esame di Stato A.S. 2012/2013

“SFRUTTAMENTO MINORILE, UNA TRISTE REALTA’”

In tutti o quasi i paesi, infatti, c'è uno stretto rapporto tra abbandono della scuola

e lavoro minorile. Scuola, formazione professionale, assistenza alle famiglie

povere, alleanza con le ONG locali: questo è l'impegno dell'UNICEF, nella lunga

e complicata battaglia contro lo sfruttamento del lavoro dei bambini.

Normative:

In Italia, a causa del ritardo nell’industrializzazione, l’intervanto dello stato a

regolare l’utilizzo dei bambini come manodopera a più basso prezzo avvenne

solo dopo l’11 febbraio 1886, data nella quale, venne varata, anche se

osteggiata dagli imprenditori, ma voluta dalla stessa borghesia più lungimirante,

una nuova Legge. Questa legge era più antiquata di quelle degli altri paesi

europei, in quanto non faceva menzione di molti mestieri diffusi tra gli adolescenti

e non poneva un vincolo di scolarità per i più piccoli lavoratori, ma pose

comunque le basi per una più rigida limitazione di questo fenomeno, notiamo per

esempio:

Art. 1:

È vietato mettere al lavoro, negli opifici industriali e nelle cave, i fanciulli dell’uno

o o dell’altro sesso, se non hanno compiuto l’età di 9 anni o 10 se si tratta di

lavoratori sotterranei

Possono, i fanciulli, essere ammessi al lavoro se non quando risultino da

o certificati di medici delegati da ciascun consiglio circondariale di sanità, che siano

sani e adatti al lavoro destinato

Art. 3:

I fanciulli che hanno compiuto il nono anno, ma non ancora il dodicesimo, non

o potranno essere impiegati per più di otto ore giornaliere

Art. 4:

Chiunque contravverrà al disposto della presente legge incorrerà in una multa da

o 50 a 100 lire per ciascun fanciullo ammesso al lavoro. Se vi sarà recidiva, la

multa potrà essere estesa al doppio di dette somme. 5

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“SFRUTTAMENTO MINORILE, UNA TRISTE REALTA’”

Ci sono degli articoli oggi della Costituzione Italiana che riguardano

specificatamente i diritti dei bambini:

 art. 30: E' dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli....

 art.31: la Repubblica......protegge l'infanzia e la gioventù...

 art. 34: La scuola è aperta a tutti.

 art: 37: la Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce

ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione

L'analisi dei documenti è continuata con la “Convenzione sui diritti del fanciullo”.

 art. 2: Non ha importanza il colore della pelle, la razza, il sesso, la religione, la

lingua che parla, in un bambino; né se è un disabile, oppure ricco o povero..

 art. 3: Gli stati e gli adulti devono assicurare cure, protezione e benessere per il

bambino.

 art. 6: Tutti devono riconoscere che il bambino ha un diritto inerente alla vita.

 art. 7: ogni bambino ha il diritto di avere un nome, la cittadinanza e a conoscere i

genitori ed essere allevato da essi.

 art. 8: Gli Stati devono concedere assistenza ai bambini abbandonati.

 art. 9: gli Stati vigilano affinché il bambino non sia separato dai genitori se non

per il suo bene. Se viene maltrattato o abusano di lui deve essere allontanato

dalla famiglia. Se i genitori vivono separati il bambino vivrà con uno solo di essi,

ma ha il diritto di vedere entrambi. 6

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“SFRUTTAMENTO MINORILE, UNA TRISTE REALTA’”

Due politici italiani per denunciare una triste

condizione: “Il lavoro dei carusi “

Ad occuparsi legalmente del problema dei minori sfruttati sul lavoro furono

Leopoldo Franchetti e Giorgio Sidney Sonnino, che in un libro-inchiesta noto

come Inchiesta in Sicilia, o la Sicilia nel 1876, intendevano far conoscere le

condizioni di vita del Meridione e diffondere la consapevolezza di un problema

sociale che andava risolto sia per riequilibrare uno sviluppo economico che

sacrificava le campagne e l'economia del Sud, sia per porre fine al malcontento

delle masse contadine che dava origine al brigantaggio e che poteva provocare

pericolose insurrezioni socialiste. Nell'Inchiesta in Sicilia si dedica particolare

attenzione al lavoro dei ragazzi, i cosiddetti “carusi”, impiegati come garzoni nel

duro lavoro nelle miniere di zolfo.

Nell'ultimo capitolo intitolato “Il lavoro dei fanciulli nelle zolfare siciliane”,

scrivono: 1

“Nelle province di Girgenti e di Caltanissetta avvengono sotto i nostri occhi,

parecchie ingiustizie verso i minori che vengono sfruttati nel lavoro delle miniere.

[…] I carusi sono quei poveri ragazzi che trasportano il minerale. La maggior

parte dei carusi ha tra gli 8 e gli 11 anni, ma alcuni iniziano il loro lavoro a 7 anni.

Ogni picconiere impiega in media da 2 a 4 carusi. Questi ragazzi percorrono coi

carichi di minerale sulle spalle le strette gallerie scavate a scalini nel monte, con

pendenze talora ripidissime, e di cui l’angolo varia in media da 50 a 80 gradi.

Gli scalini generalmente sono irregolari, più alti che larghi, sui quali ci si posa

appena il piede. Le gallerie in medie sono alte 1.50 metri e larghe circa 1.10

metri, ma spesso anche meno. Il lavoro dei fanciulli nelle gallerie va dalle otto

alle dieci ore al giorno e devono compiere durante queste un determinato

numero di viaggi.

Il carico varia a seconda dell'età e la forza del ragazzo, ma è sempre superiore a

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“SFRUTTAMENTO MINORILE, UNA TRISTE REALTA’”

quanto possa portare una creatura di tenera età. I più piccoli trasportano un peso

dai 25 ai 30 Kg, e quelli dai 16 in poi dai 70 agli 80 Kg. In media ogni carusu

compie 29 viaggi di andata e 29 di ritorno. Il guadagno giornaliero di un ragazzo

di otto anni sarà di £ 0.50, dei più piccoli e deboli £ 0.35; i ragazzi più grandi, di

sedici e diciotto anni, guadagnano circa £ 1.50 e talvolta £ 2 e 2.50.”

L’immagine raffigura giovanissimi spaccapietre in miniera

. Italiano

Il lavoro minorile del XIX secolo in Italia, come negli altri paesi europei, non era

un fenomeno da associare solo alla nascita delle grandi industrie, infatti, si

sviluppò anche nelle miniere e nelle cave, con la figura dei “carusi” come

sopracitato. L’esistenza dei “carusi” è testimoniata da Sarah Gooder, una

bambina inglese di otto anni, che afferma:

“Il mio compito è aprire le porte per far entrare l’aria nella miniera. Questo lavoro

non mi stanca, ma devo lavorare al buio e ho paura. Ci vado alle quattro,

qualche volta alle tre e mezzo del mattino e esco alle cinque e mezzo del

pomeriggio. Qualche volta canto, quando c’è un po’ di luce, ma non al buio;

allora non ho il coraggio di cantare. Il pozzo non mi piace. Io preferirei andare a

scuola piuttosto che in miniera”

La figura dei “carusi” è inoltre trattata in uno dei racconti più conosciuti di

Giovanni Verga, “Rosso malpelo”,pubblicato per la prima volta nel 1878 in

“Fanfulla”, successivamente in forma di opuscolo nel 1880 nella “Biblioteca

dell’Artigiano”. Fu poi raccolto nello stesso anno in “Vita dei campi”. 8

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“SFRUTTAMENTO MINORILE, UNA TRISTE REALTA’”

In particolare questo racconto è fondamentale nella produzione di Verga in

quanto apre la fase verista dello scrittore, in cui possiamo riscontrare alcune

importanti novità nell’impostazione narrativa verghiana.

“Rosso Malpelo” - Giovanni Verga

“Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi

perché era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riuscire un fior di

birbone. Sicché tutti alla cava della rena rossa lo chiamavano Malpelo; e persino

sua madre, col sentirgli dir sempre a quel modo, aveva quasi dimenticato il suo

nome di battesimo.”

Inizia così il racconto di Rosso Malpelo, un fanciullo impiegato in una miniere da

cui si preleva “rena”, termine utilizzato dall’autore per indicare la sabbia. La storia

si apre con la descrizione del ragazzo, “ un brutto ceffo, torvo, ringhioso e

selvatico” con i capelli rossi, e subito appare evidente uno dei tratti fondamentali

della narrazione verghiana: il pregiudizio superstizioso, proprio di una mentalità

primitiva, infatti l’autore apre il suo racconto con la frase “Malpelo si chiamava

così perché aveva i capelli rossi; aveva i capelli rossi perché era un ragazzo

malizioso e cattivo …”. Questa frase influenzerà tutto il resto del racconto; ogni

gesto che Malpelo compie per aiutare il suo fidato compagno Ranocchio, ogni

disperato tentativo di ritrovare il corpo del padre o almeno i suoi utensili sotto il

cumulo di sabbia che lo seppellì per sempre è interpretato dal narratore con una

certa malizia, infatti afferma:

“Spesso, mentre scavava, si fermava bruscamente, colla zappa in aria, il viso

torvo e gli occhi stralunati, e sembrava che stesse ad ascoltare qualche cosa che

il suo diavolo gli sussurrasse negli orecchi, dall’altra parte della montagna di rena

caduta” oppure “Ogni volta che a Ranocchio toccava un lavoro troppo pesante, e

il ragazzo piagnucolava a guisa di femminuccia, Malpelo lo picchiava sul dorso,e

lo sgridava << Taci, pulcino!>>, e se Ranocchio non la finiva più, ei gli dava una

mano,dicendo con un certo orgoglio: << Lasciami fare; io sono più forte di te>>”. 9

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Come si nota dagli estratti dal testo il narratore non ha i punti di vista di Verga ma

bensì utilizza nella narrazione il punto di vista del popolo, senza cultura e

soprattutto primitiva, ricca di superstizioni. Il narratore perciò è portavoce del

popolo, la sua voce è interna al mondo rappresentato, è allo stesso livello dei

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