vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Italiano: Rosso Malpelo
Economia Aziendale: le Multinazionali
Diritto: la Convenzione sui diritti dell'infanzia
PREMESSA
Ho scelto il tema dello sfruttamento minorile perché è l'argomento di un libro che mi è piaciuto molto: “La Storia
Di Iqbal”.
L’ho letto due volte perché, essendo ispirato ad una storia vera, mi ha preso il cuore ; esso riflette la realtà che,
ancora ai giorni d’oggi, molti bambini dei paesi più poveri vivono.
Iqbal fu testardo e speranzoso nel compimento della sua missione e, se veramente possono esistere persone
come lui, sono sicura che un giorno il lavoro minorile sparirà dalla faccia della Terra.
Ho considerato che a dieci anni ero, come i miei compagni, a scuola a studiare, a casa a giocare e avevo il
conforto dei genitori; mentre in Pakistan come in molti altri paesi, i ragazzini sono costretti a lavorare a forza e con
le minacce, ignoranti e senza i genitori.
Infine qua in Europa io posso pensare al mio futuro, mentre in altri paesi de mondo la vita finisce a dieci anni.
Il titolo della tesina è proprio tratto da una frase del libro.
3
INTRODUZIONE
Innanzitutto in questa mio percorso ho parlato un po’ dello sfruttamento minorile oggi, dei dati che ci vengono
forniti e dell’origine di questo fenomeno.
In seguito ho analizzato lo sfruttamento minorile nell’ambito storico con Giolitti e le sue riforme, passando poi al
ritardo economico-sociale del sud del paese rispetto al settentrione, la cosiddetta “questione meridionale”.
Da qui ho pensato a Verga con la sua novella “Rosso Malpelo” che parla della povertà in meridione e di un
ragazzino costretto a lavorare nella cava con suo padre per aiutare la sua famiglia.
Ancora oggi molti sfruttano i bambini, per esempio le multinazionali nel mondo, argomento approfondito in
Economia Aziendale.
È proprio questo un chiaro esempio dello sfruttamento dei bambini per la fabbricazione e produzione di palloni,
vestiti ,ma anche di alimenti.
Infine in ambito giuridico, ho affrontato la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, analizzando gli
articoli più importanti per la tutela dei diritti dei bambini.
MAPPA CONCETTUALE 4
La Convenzione sui
diritti dell’infanzia
Diritto
Giolitti e La situazione
Storia Lo sfruttamento
questione ai giorni d’oggi
minorile
meridionale
Letteratura Economia
Rosso Malpelo Le multinazionali
Dalla Rivoluzione industriale a Giolitti
Le prime notizie storiche sullo sfruttamento minorile si riferiscono al periodo della rivoluzione industriale che nella
seconda metà del Settecento interessò l'Inghilterra e, nel secolo successivo, molti altri Paesi europei. Molti bambini
lavoravano nelle fabbriche fino a 15 o 18 ore al giorno ed erano impiegati soprattutto negli stabilimenti tessili perché
con le loro piccole mani potevano con facilità riannodare i fili spezzati. Altri lavoravano nelle miniere dove venivano
calati nei pozzi sotterranei per trascinare carriole nei cunicoli fangosi. Le malattie erano frequenti, molte le
deformazioni, il tasso di mortalità era altissimo. Su cento bambini solo venti raggiungevano i dieci anni e appena
diciassette arrivavano ai 20 anni.
Nel periodo in cui governò Giolitti vennero fatte numerose riforme per migliorare le condizioni sociali:
Tutela del lavoro minorile e delle donne
Miglioramento dell’assistenza ai lavoratori per la vecchiaia e gli infortuni
Obbligo del riposo settimanale
Obbligo scolastico, passato da tre a sei anni e si stabilì che lo Stato avrebbe assunto il
controllo diretto delle scuole elementari, per garantirne la presenza su tutto il territorio
nazionale.
Inizialmente infatti, la gestione delle scuole, era affidata ai comuni, che molto spesso non
5
avevano le risorse necessarie, con la conseguenza che in molte regioni d’Italia l’obbligo
scolastico restava sulla carta.
Introduzione del suffragio universale maschile.
La politica di Giolitti presentò anche aspetti negativi.
In campo economico, avvantaggiò il nord, mentre i contadini e il sud, vennero meno favoriti.
L’atteggiamento di Giolitti nei confronti del sud non fu molto chiaro: vennero promossi alcuni interventi, ma
vennero anche stipulati accordi politici con i ceti privilegiati, bloccando ogni riforma per migliorare la condizione
del sud. Rosso Malpelo
In Italia, soprattutto nel Meridione, nel secolo scorso era ampiamente diffuso il lavoro
minorile.
Rosso Malpelo affronta alcuni temi della questione meridionale, quali la povertà
della gente del sud e soprattutto il lavoro minorile.
Rosso Malpelo è una novella di Verga pubblicata nel 1880 in Vita dei Campi,
racconta la storia di Rosso Malpelo, un ragazzo che lavora in una cava e che è
vittima di pregiudizi per via dei suoi capelli rossi. L'unico affezionato a lui è il padre,
che muore nella miniera, lasciandolo solo con la madre e la sorella che, però, lo
maltrattano. In seguito alla morte del suo unico amico Ranocchio, rendendosi
conto di non contare più per nessuno, Malpelo accetta con rassegnazione di
esplorare un cunicolo pericoloso nella cava. Imboccato il cunicolo sparisce nel nulla,
lasciando negli animi dei lavoratori della miniera la paura che egli possa tornare da
un momento all'altro come un fantasma.
Il pregiudizio di cui Malpelo è vittima è legato al colore dei suoi capelli: i capelli rossi erano simbolo popolare di
cattiveria e furbizia. Anche la madre e la sorella sembrano non fidarsi di lui: la madre ha paura che il ragazzo
sottragga soldi dallo stipendio mentre la sorella lo accoglie a casa picchiandolo.
6
L'unico che gli abbia mai dimostrato affetto è il padre, Mastru Misciu, che però muore nella cava a causa di un
crollo.
Dopo la morte del padre Malpelo si sentirà più solo che mai e, non riuscendo a trovare pace per il proprio dolore,
cercherà nell'esercizio della cattiveria - di cui tutti lo accusavano ingiustamente- l'unico sfogo per la propria
rabbia. Malpelo troverà in Ranocchio, un giovane ancora più sfortunato di lui, e nel rapporto di odio-amore che
nascerà fra loro, una specie di conforto dell'anima: Malpelo maltratta lo sfortunato ragazzino, lo picchia e sembra
odiarlo per essere un debole in un mondo dove vige la legge del più forte; nello stesso tempo è evidente la
tenerezza che Malpelo prova per lui, perché lo sente simile a se', perché riconosce la sua debolezza e la sua
solitudine.
Con le botte che gli propina, Malpelo vorrebbe insegnare a Ranocchio quella stessa durezza che lui ha dovuto
imparare sulla sua pelle, ma anche Ranocchio muore: colpito dalla tisi e dalla sua infermità, lascia Malpelo di
nuovo solo contro tutti. A questo punto il giovane si adatta a fare i lavori più duri e pericolosi, finché un giorno,
durante l'esplorazione di un cunicolo, sparisce senza tornare mai più.
I temi principali della novella sono lo sfruttamento minorile, la disumanizzazione, l'infanzia negata.
Malpelo viene avviato precocemente al lavoro duro, non è mai stato un bambino, non ha potuto giocare e vivere
la sua infanzia. Il periodo storico in cui è ambientato il racconto è quello dell'industrializzazione italiana, che vide il
nord migliorare molto a livello economico e sociale mentre il sud rimaneva arretrato e fortemente rurale.
L'ambiente qui descritto è il "meridione di Verga", un mondo durissimo in cui sopravvivere, dove su tutto domina
l'ignoranza e la violenza (di cui tutta la novella trasuda) e dove il progresso sembra impossibile.
Le multinazionali
Le multinazionali spesso si approfittano dei bambini costretti a lavorare per aiutare i genitori.
I vantaggi per loro sono evidenti:
il salario di un bambino è ovviamente molto più basso di quello di un adulto;
i bambini sono remissivi: non esiste il rischio che si organizzino in forme di tutela.
7 Tra le aziende implicate
nell'utilizzo di mano d'opera
infantile vi sono alcune tra le
più famose marche di
abbigliamento, articoli sportivi
ma anche alimenti.
Nell’ultimo scandalo si trova
coinvolto il marchio d'
abbigliamento Gap.
Bambini indiani ricamavano
maglie per i bambini europei
ed americani. Capi venduti ad
un costo di 35 euro.
Vi sono bambini in alcuni casi
venduti e che devono lavorare
in condizioni impossibili,
senza alcun diritto non certo
quello di avere un' infanzia
felice .
Secondo alcuni calcoli, in
India, quasi 60milioni di
bambini sono sfruttati senza
alcun controllo ed intervento:
d' altronde l'economia viaggia
con una crescita del 9% e
sempre più multinazionali
vanno in India a costruire
stabilimenti o ad affittare
"lavoro".
Ikea ammette che i tappeti potrebbero essere stati cuciti da bambini indiani.
Ad Haiti bambini confezionano maglie Disney, mentre la Philip Morris utilizza il tabacco raccolto dai bambini.
In Pakistan bambini sono impegnati a cucire i palloni e la Nestlè utilizza i bambini in Costa d'Avorio per
raccogliere il cacao.
Ragazzini e bambini in Cina, lavorano nelle fabbriche Timberland e producono giochi attira pubblico per
McDonald's.
Non c'è rispetto per nulla, neppure per i diritti dei più piccoli.
Convenzione sui diritti dell’infanzia
e dell’adolescenza
La Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia è una convenzione
delle Nazioni Unite approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite
8
il 20 novembre 1989 a New York.
Ad oggi sono ben 194 gli Stati parti della Convenzione.
La Convenzione è formata da un Preambolo e da 54 articoli.
Nel Preambolo si afferma che l’infanzia ha diritto ad un aiuto e ad una assistenza particolari e si sottolinea che la
famiglia deve ricevere la protezione e l’assistenza di cui necessita il minore.
La Convenzione sviluppa le norme internazionali applicabili ai bambini ed è strumento di promozione e di
protezione dei diritti dell'infanzia.
Secondo la Convenzione, è considerato bambino ogni individuo che abbia un’età compresa tra 0 e 18 anni. La
Convenzione introduce l'idea del bambino come soggetto di:
diritti universalmente riconosciuti e sanzionati (diritto al nome, alla sopravvivenza, alla salute,
all’istruzione…)
diritti di nuova generazione (come il diritto all'identità legale del bambino, il rispetto della sua
privacy, della sua dignità e della libertà d'espressione).
I quattro principi fondamentali della Convenzione sono:
a) Non discriminazione (art. 2): i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i
minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino/adolescente o dei
genitori.
b