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Sintesi
Storia: il Fascismo

Italiano: Gabriele D'Annunzio

Geografia: l'Africa; la Libia (approfondimento: Geddafi e la guerra civile)

Francese: le SIDA

Musica: la Black music

Arte: il post-impressionismo (Paul Cézanne; Paul Gauguin; Vincent Van Gogh)

Inglese: the Big Ben

Scienze: le leggi di Mendel; la genetica; il sangue

Ed. tecnica: l'energia nucleare; l'inquinamento atmosferico
Estratto del documento

Nel 1922 effettuò la cosiddetta Marcia su Roma. 30000 fascisti si misero

disordinatamente in marcia, chi in treno, chi su camion, chi addirittura a piedi, e il 28

ottobre 1922 giunsero alle porte della capitale. L'esercito si schierò sbarrando tutte le

strade d'accesso ma Vittorio Emanuele III inviò personalmente alle truppe l'ordine di

ritirarsi. I fascisti entrarono a Roma senza sparare un colpo e, il 30 ottobre, il re incaricò

Mussolini di costituire il nuovo governo.

LO STATO LIBERALE VIENE TRASFORMATO IN STATO AUTORITARIO

Diventato presidente del Consiglio, Mussolini prese una serie di

provvedimenti che servivano a trasformare lo Stato liberale in

Stato autoritario:

ridusse il numero dei ministeri, apparentemente per far

- risparmiare lo Stato, in realtà per liberarsi di numerosi funzionari

fedeli allo Stato liberale;

istituì il Gran Consiglio del Fascismo, col compito, tra l’altro, di

- studiare le modifiche da apportare allo Statuto albertino, cioè alla

Costituzione;

diede una veste ufficiale alle squadre d'azione trasformandole in

- Milizia, un corpo militare alle sue dirette dipendenze;

fondò la Ceka, una specie di polizia politica segreta;

- modificò la legge elettorale per avvantaggiare il proprio Partito;

- cominciò a farsi chiamare duce, "capo" (dal latino dux).

-

L'ASSASSINIO DI MATTEOTTI

Nel 1924 gli Italiani tornarono a votare e il fascismo

ottenne una larga maggioranza, il 65% dei voti. Questo

risultato però era stato ottenuto compiendo dei brogli.

Qauesto fu scoperto e denunciato pubblicamente dal de-

putato socialista Giacomo Matteotti che, con un in-

fuocato discorso in Parlamento, chiese di annullare il

voto. Pochi giorni dopo Matteotti sparì. Passati due mesi,

il suo corpo fu ritrovato con i segni delle bastonature che

ne avevano causato la morte. Il ritrovamento del corpo

suscitò un'ondata di indignazione in tutto il Paese; fu

immediatamente chiaro che gli assassini erano fascisti e

molti ritennero che il mandante fosse Mussolini stesso.

DOPO L'ASSASSINIO, LA POSIZIONE DEL DUCE SI RAFFORZA

I partiti erano divisi e impauriti; discussero molto, ma non fecero nulla. I deputati del-

l'opposizione si limitarono ad abbandonare il Parlamento ("secessione

dell'Aventino"), che smise di funzionare. Mussolini allora, in un famosissimo discorso,

si attribuì la responsabilità "morale, politica e storica" del delitto. Poi con una serie

di atti legislativi, annullò tutti i poteri del Parlamento.

LE "LEGGI FASCISTISSIME"

Nel 1926 promulgò le cosiddette "leggi fascistissime" che segnarono il definitivo

tramonto della legalità:

furono sciolti i sindacati e i partiti, eccettuato il Partito fascista;

- 2

il Parlamento fu occupato dai soli deputati fascisti ed ebbe solo il compito di approvare

- le proposte del duce;

fu istituito il Tribunale speciale, che giudicava i reati politici e anche i semplici reati di

- opinione;

fu ripristinata la pena di morte (solo per i reati politici) e ideato il confino, cioè il

- soggiorno obbligato in luoghi sperduti e isolati:

fu fondata l'Ovra (Organizzazione per la vigilanza e la repressione dell'antifascismo),

- cioè la polizia politica, che fu autorizzata a perquisizioni, arresti e torture senza il

mandato del giudice;

tutti gli oppositori furono dichiarati "antifascisti" e messi a tacere con diversi sistemi: il

- carcere, il confino, l'assassinio;

fu soppressa la libertà di stampa; tutti i giornali e la radio cominciarono a ricevere

- quotidianamente ordini dal governo su quali notizie pubblicare e in quale modo.

- si abolì il diritto di sciopero,

si sciosero i sindacati

-

IL CONCORDATO CON IL VATICANO

Il più vistoso successo politico di Mussolini fu la "conciliazione" tra lo Stato italiano e il

Vaticano, attuata nel 1929 attraverso i Patti lateranensi (così chiamati perché vennero

firmati nel Palazzo del Laterano), noti anche come Concordato. Con essi Mussolini

rinunciò al carattere laico dello Stato, promuovendo il cattolicesimo a religione di

Stato. In cambio il Vaticano riconobbe la piena legittimità del Regno d'Italia. Mussolini in

questo modo ottenne il consenso dei cattolici.

LA POLITICA ECONOMICA: L’AUTARCHIA

Tra il 1922 e il 1925 il duce sembra far rinascere l'economia.

In favore dell'agricoltura, bonificò le Paludi Pontine tra Roma e Latina, rendendo

coltivabili 60 000 ettari di terreno ed eliminando la malaria dalla zona, e completò

l'Acquedotto pugliese iniziato da Giolitti, fornendo al Meridione acqua potabile e per

l'irrigazione.

In favore dell'industria, costruì nuove centrali elettriche che aumentarono di cinque volte

la disponibilità di energia e ampliò la rete ferroviaria e stradale facilitando i trasporti.

Queste misure, però, ebbero successo solo per tre anni. Dopo il 1925 l'economia

cominciò a declinare e il Paese entrò in crisi.

Il fascismo scelse l’autarchia, parola che significa “bastare a se stessi”.

Per questo decise di passare dal liberismo al protezionismo aumentando i dazi sulle

importazioni.

Inoltre diede avvio allo statalismo, cioè l’interferenza dello Stato nell'imprenditoria

privata. Ma queste iniziative si rivelarono fallimentari:

Verso la metà degli anni Trenta l'Italia era ormai in pieno disastro. La lira si era

velocemente svalutata e la diminuita produzione industriale segnò il fallimento di

Mussolini.

LA PROPAGANDA MANIPOLA L'OPINIONE PUBBLICA

L'applicazione delle leggi fascistissime e le manovre economiche furono accompagnate

da una martellante propaganda che aveva lo scopo di entusiasmare le masse. La

propaganda fu attuata dall'apposito Ministero prima di tutto attraverso la censura, che

controllava le notizie dei giornali e della radio.

Nelle scuole elementari fu introdotto il testo di Stato (un testo unico per tutte le scuole

del Regno), compilato in base ai principi del fascismo. 3

Anche le copertine dei quaderni

esaltavano la figura del duce e

ritraevano una gioventù militarizzata.

Bambini e adolescenti di entrambi i

sessi, infatti, furono inquadrati in

organizzazioni giovanili di

carattere paramilitare. Il massimo

strumento propagandistico, tuttavia,

erano i discorsi del duce,

pronunciati nelle piazze ma diffusi in

tutte le abitazioni dalla radio.

I discorsi venivano anche incisi su

dischi a 78 giri.

Ecco un esempio

Questo grammofono apparteneva al mio

bisnonno.

Mio nonno lo ereditò e, appassionato di

musica di diverso genere e delle

cosiddette “macchine parlanti”,

possedeva (ed esite tutt’ora) una ricca

collezione di dischi in vinile a 78 giri.

Tra questi ne ho trovato uno con la

registrazione di un discorso di Mussolini,

anche se mio nonno non era fascista. Si

tratta di un discorso provocatorio contro

la Società delle Nazioni (oggi ONU), di 4

cui l’Etiopia era membro, che, proprio per questo, aveva sanzionato l’Italia per la sua

aggressione militare. Le fotografie sui quotidiani e i cinegiornali (brevi

documentari politici e di costume che precedevano la

proiezione dei film nelle sale) diffondevano la sua

immagine di uomo che eccelleva in tutti gli sport, di

eroe sprezzante della fatica e del pericolo, affettuoso

con gli amici, terribile con gli avversari.

Mussolini, insomma, fu il primo dittatore ad applicare

alla propaganda politica le regole della pubblicità.

LA CONQUISTA DELL'ETIOPIA

Alla fine degli anni Venti Mussolini

cominciò a registrare un calo del

consenso perché non era riuscito

a risolvere i problemi di fondo del

paese.

Il duce allora puntò sulla guerra e

sulla creazione di un impero

coloniale. Nel 1932 Mussolini

cominciò a rivendicare nei suoi discorsi l'egemonia italiana sul Mediterraneo e a de-

finirlo Mare nostrum. Poi invase l'Etiopia, l'unico paese, oltre la Liberia, rimasto indi-

pendente in Africa.

L'invasione fu condannata dalla Società delle Nazioni, ma la Guerra d'Etiopia continuò

(dal 1935 al 1936) e si concluse con la sconfitta del Negus ("imperatore") Hailé

Selassié. Questa vittoria fu ottenuta mobilitando 400 000 uomini, usando contro la po-

polazione civile gas e lanciafiamme e bombardando gli ospedali da campo della Croce

Rossa. Subito dopo venne proclamata la nascita dell'Impero coloniale italiano,

costituito da Etiopia, Libia, Eritrea e Somalia. Vittorio Emanuele III fu insignito del titolo

di imperatore. In quel periodo Mussolini toccò l'apice della sua popolarità e

contemporaneamente iniziò il percorso che lo avrebbe portato alla rovina: si alleò infatti

con la Germania, dove si era stabilito un altro regime di ispirazione fascista, il nazismo

di Hitler, costituendo l’Asse Roma-Berlino. La più immediata e tragica conseguenza fu

la promulgazione anche in Italia delle leggi discriminatorie nei confronti degli ebrei. 5

GABRIELE D’ANNUNZIO IL PERIODO STORICO

1861

Unità d’Italia

1876 – 1896

La Sinistra al Governo

Depretis e Crispi

1900

Assassino di re Umberto I

1901

Guglielmo Marconi realizza

il primo collegamento radio

tra le due sponde

dell'Atlantico

1914

Ha inizio la Prima guerra

mondiale

1922

Avvento del fascismo in Italia

Il fascismo aveva trovato sostegno in alcuni filosofi e letterati, come ad esempio

Gabriele d’Annunzio, che, come ho detto, si era messo a capo dell’impresa di Fiume.

Egli faceva parte della corrente artistica e letteraria chiamata DECADENTISMO, nata in

Francia alla fine dell’800.

Gli artisti decadenti criticano la nuova società che, nonostante tutti i progressi

(l’invenzione delle macchine, del telefono, degli aerei, insomma, nonostante uno stile di

vita più agiato) era da loro ritenuta "inferiore" dal punto di vista dei valori, del gusto e

della cultura. Quindi se ne distaccano e si dicono DECADENTI proprio perché sono co-

scienti della decadenza di un mondo. All'idea di decadenza, poi, unirono quella di un di-

stacco aristocratico dall'uomo comune, di un senso di superiorità.

LA VITA

D’Annunzio Nacque a Pescara nel 1863. Dopo gli studi a Pisa, si trasferì a Roma, dove

visse nel lusso, frequentando intellettuali e donne affascinanti come l'attrice Eleonora

Duse e collaborando con prestigiose riviste. Scrisse poesie, ma anche romanzi come II

fuoco, Il piacere, Il trionfo della morte, e testi teatrali.

La vita di D'Annunzio fu avventurosa e intensa. Egli voleva apparire come un uomo

fuori dalle regole e facile alle avventure estreme: amorose, letterarie o di guerra.

Diveva infatti che la voleva fare della sua vita un’opra d’arte. 6

Fedele ai valori quali la forza e la potenza, D'Annunzio partecipò alla Prima guerra

mondiale e fu ferito a un occhio in un incidente aereo. Non soddisfatto degli esiti del

conflitto, in seguito all'assegnazione della Dalmazia alla Iugoslavia, il poeta guidò la

marcia su Fiume con un esercito di volontari e occupò la città per due anni, fino al

1921, quando le truppe del governo italiano, inviate da Giolitti, lo invitarono a ritirarsi.

Il poeta sostenne anche il momento dell'ascesa del fascismo, pur senza dimostrare

esagerato entusiasmo per Mussolini. Negli ultimi anni di vita, si fece costruire sul lago di

Garda una villa principesca, che chiamò II Vittoriale degli Italiani, dove morì nel 1938.

IL PENSIERO

Secondo D'Annunzio il mistero della natura viene svelato al poeta per mezzo di

simboli e segni che solo lui riesce a percepire e che comunica attraverso la poesia,

rendendolo, così, comprensibile anche agli altri.

Il poeta coglie gli aspetti più belli della natura: colori, suoni, profumi, per poi tradurli in pa-

role capaci di comunicare quella stessa bellezza. Per questo la parola si fa spesso mu-

sica, imitando i suoni della natura vista essa stessa come un’opera d'arte.

La pioggia nel pineto

Questa poesia è stata scritta nell’estate del 1902.

Il poeta si trova a passeggiare in un bosco di pini nei pressi del litorale toscano con la

donna amata, che si chiama Ermione come la bella figlia di Elena di Troia, e la invita ad

ascoltare il linguaggio della natura che si esprime attraverso i suoni e i profumi prodotti

dalla pioggia di un temporale estivo. Incantati dalla pioggia e dalla melodia della natura,

il poeta e la sua donna si abbandonano al piacere delle sensazioni tanto che a poco a

poco subiscono una metamorfosi fiabesca e si trasformano in creature vegetali.

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