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Sintesi
La storia dello scandalo della Banca Romana
Italiano: I VECCHI E I GIOVANI di Luigi Pirandello
Storia: Età giolittiana
Francese: Les Banques
Diritto: I contratti bancari
Estratto del documento

LO SCANDALO DELLA BANCA ROMANA

Dopo l’Unità, in Italia, erano ben sei le banche centrali che avevano la facoltà di emettere biglietti di

banca: la Banca Romana, la Banca Nazionale di Torino, il Banco di Napoli, il Banco di Sicilia, la

Banca Nazionale Toscana e la Banca Toscana di Credito.

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All’epoca, le maggiori banche italiane si erano impegnate in prestiti a lungo termine soprattutto nel

settore edilizio. Dopo alcuni anni inizia la crisi del settore edilizio, e tra le banche che crollarono ci

fu la Banca Romana. Lo scandalo della Banca Romana, fu causato dalla grave depressione iniziata

nel 1887-88 e dagli eccessivi investimenti nel settore edilizio, dopo il trasferimento della capitale a

Roma. Per coprire le perdite, l'istituto di credito della capitale iniziò a emettere nuova moneta senza

autorizzazione, ed arrivò addirittura a stampare due serie di banconote con lo stesso numero di serie,

in modo da raddoppiare, senza ritirare le monete già in circolazione.

Cosi nel 1889 si inizia a parlare delle irregolarità delle banche e soprattutto della

Banca Romana. Per questo motivo, il Ministro dell'Agricoltura, Industria e

Commercio del Governo Crispi I, Luigi Miceli, dispose un'indagine ispettiva su

tutti gli istituti di emissione. L'inchiesta fu affidata al senatore Giuseppe

Giacomo Alvisi e al funzionario del Tesoro Gustavo Biagini. L'indagine dette

risultato contraddittorio: fu riscontrato una mancanza di nove milioni di lire,

reintegrate tuttavia il giorno successivo e spiegato con l’incapacità degli

inquirenti. Il 30 giugno 1891, il Governo di Rudinì I si oppose, affinché il

senatore Alvisi non riferisse al Senato i risultati dell'indagine da lui condotta "in

nome dei supremi interessi del Paese e della Patria". Prima della sua morte,

Alvisi confidò ad alcuni amici i risultati dell'inchiesta, che vennero resi noti il 20

dicembre 1892 dal deputato radicale Napoleone Colajanni: la Banca Romana, a

fronte dei 60 milioni di riserva, aveva emesso biglietti di banca per 113 milioni

di lire, incluse banconote false per 40 milioni emesse in serie doppia. Per

accertare le modalità di quelle emissioni fu proposta un'inchiesta parlamentare

a cui si oppose il presidente del Consiglio Giovanni Giolitti che promosse un

ulteriore richiesta presieduta dal primo presidente della Corte dei Conti Enrico

Martuscelli. Il 20 gennaio 1893 Martuscelli riferì l'esistenza delle irregolarità: il

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governatore della Banca Romana Bernardo Tanlongo e il direttore Michele

Lazzaroni vennero arrestati. L’ex governatore della Banca Romana Bernardo

Tanlongo, dal carcere affermò di aver dato

cospicue somme anche a diversi presidenti del

consiglio, tra cui Francesco Crispi e Giovanni

Giolitti. Giolitti, in risposta ad interrogazioni ed

interpellanze parlamentari, negò di essere stato a

conoscenza della relazione Alvisi-Biagini e di aver ricevuto denaro dalla Banca.

Il 21 marzo 1893 fu nominato un comitato di sette parlamentari che il 23

novembre 1893 presentò al presidente della Camera la relazione finale nella

quale si affermava che fra i beneficiari dei prestiti vi erano 22 parlamentari, fra

cui Crispi. Il processo del 1894 si concluse con l'assoluzione degli imputati: per

evitare che l'inchiesta travolgesse uomini di spicco della politica italiana, i

giudici nella sentenza denunciarono la sparizione di importanti documenti,

necessari a provare la colpevolezza degli imputati. Il procedimento penale

venne quindi archiviato senza emettere alcuna condanna.

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Lo scandalo ebbe non soltanto effetti sull'opinione pubblica, ma anche sul livello politico, sul

sistema economico e bancario italiano.

A seguito del caos finanziario, il capo del governo Giovanni Giolitti istituì commissioni di

inchiesta e pose mano rapidamente al riordino del sistema creditizio. Con la legge n. 449 del 10

agosto 1893 fu fondata la Banca d'Italia attraverso la fusione della Banca Nazionale con le due

banche toscane. Alla nuova banca fu affidata la liquidazione della Banca Romana.

L'emissione di moneta rimase competenza di soli tre

istituti: la Banca d'Italia in posizione di leadership, il

Banco di Napoli e il Banco di Sicilia fino al 1926. Sul

piano politico, le vicende precedenti nel 1893 hanno

portato ad una crisi politica e alle dimissioni di

Giovanni Giolitti da capo del Governo, sostituito in

dicembre da Francesco Crispi. Giolitti torna alla

presidenza del Consiglio soltanto dieci anni dopo

(1901-1914) che viene definita l’età giolittiana che coincide con lo sviluppo e il decollo

dell’industria italiana. Si ebbero i principali progressi nelle industrie siderurgia, elettrica, meccanica

e in quella del cotone con sede a Torino, Milano e Genova.

Nel campo dei trasporti ferroviari furono attuate una serie di commesse statali. La politica

protezionistica con un’imposizione di alte tasse sui prodotti esteri, favorì lo sviluppo delle industrie.

Cosi nacquero le prime banche miste e ci fu un grande

miglioramento nel livello medio della vita.

Il modo di fare di Giolitti venne definito “doppio volto”

 Un volto aperto e democratico

nell’affrontare

i problemi del nord

 Un volto conservatore e corrotto 5

nello sfruttare i problemi del sud

Giolitti decise di riprendere la politica coloniale per diversi motivi:

- voleva dimostrare di essere in grado, con la sua linea politica, di aumentare il prestigio dell’Italia

- voleva assecondare gruppi industriali e finanziari

- voleva accontentare l’opinione pubblica che voleva nuove conquiste al Sud.

Il Presidente del Consiglio decise così di conquistare la Libia. L’esercito incontrò però delle difficoltà

perché la popolazione oppose una forte resistenza. Cosi attaccò la Turchia riuscendo, con il Trattato di

Losanna a ottenere il dominio sulla Libia.

Giolitti, con l’Unione Elettorale Cattolica stipulò un accordo, il Patto Gentiloni, con cui i cattolici

promettevano di votare i candidati liberali che avessero promesso di difendere gli interessi della Chiesa;

Giolitti riuscì ad ottenere ancora la maggioranza.

La guerra in Libia però si era rivelata un fallimento e aveva indebolito il governo di Giolitti, che aveva

riportato il paese in una profonda situazione di crisi economica. Così Giolitti decise di dare le dimissioni

e fu sostituito da Antonio Salandra. Costui però represse gli scioperi al nord con l’esercito e questo

evento segnò la fine dell’età giolittiana.

LUIGI PIRANDELLO

Luigi Pirandello nacque ad Agrigento il 28 giugno 1867 da una

famiglia in cui non regnava affatto serenità a causa della

personalità forte e prevaricatrice del padre.

Forse da qui Pirandello ricavò la convenzione della famiglia

come “trappola”.

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Dopo la prima istruzione ricevuta in casa, si iscrisse alla facoltà di lettere prima a Palermo poi a Roma e

infine a Bonn dove si laurea.

Tornato in Sicilia, sposa Antonietta Portulano, donna bellissima ma di salute cagionevole e

psicologicamente fragile, da cui ebbe poi tre figli.

Nel 1903 una frana distrusse la miniera di zolfo, la notizia del disastro finanziario provocò nella

donna una crisi nervosa che si manifestò prima sotto forma di paralisi isterica e in seguito come

malattia mentale che la afflisse per tutta la vita. Luigi Pirandello, nel romanzo «I

VECCHI E I GIOVANI» ha dato una

visione romanzata dello Scandalo della

Banca Romana

LES BANQUES

Les banques sont des institutions de

production indirécte qui appartiennent au secteur tertiaire et réalisent le transfert systématique dans

le temps et dans l'espace des capitals recueillis en créant des services aptes à satisfaire des

exigeances spécifiques de la clientelle.

Les principales fonctions des banques sont:

1) La fonction d'intermédiation crédentielle;

2) La fonction monétaire;

3) La fonction de prestation des services;

4) La fonction de transmission de la politique économique et monétaire.

1) La fonction d’intermédiation crédentielle consiste à réperer auprès des operation en surplus, à

travers les operations de recoltage des moyens monétaires pour éroger le crédit aux operateurs en

deficit, au moyens des opérations d’occupation. 7

Les opérateurs en surplus sont en général les familles à travers l’emploi des revenus reçus dans le

marché des credits.

Les opérateurs en defaut sont surtout les entreprises qui demandent des fonds pour être utilisés

pour l’acquisition des facteurs productifs et l'administration publique à travers l'émission des titres

du débit publique.

2) La fonction monétaire tire son origine de la capacité des entreprises de crédit de créer la monnaie

bancaire en vue de remplacer dans les paiements la monnaie local en facilitant les transactions

commerciales.

La monnaie bancaire peut être de deux types:

a) en papier (des chèques de banques, des chèques circulaires)

b) la monnaie électronique (cartes de crédit, cartes de débit ).

3) La fonction de prestation de services, qui a une importance toujours plus grande et conisiste dans

la prédisposition d’une nuovelle gamme de prestation nécessaires pour conserver les nouveaux

utilisateurs et pour en gagner des nouveaux.

Les services bancaires peuvent être classifiés en:

a) des services complémentaires (traditionnels), par exemple, la location des coffres-forts)

b) services colatéraux (restes, inovatifs ), par exemple, le leasing, factoring, etc.

4) La fonction de transmission de la politique monétaire est obtenue par l'application d’un système

bancaire, les mesures prises par les autorités monétaires pour influencer le comportement et la prise

de décision sur les activités des opérateurs économiques.

Les autorités monétaires à l'échelle nationale sont les suivants:

a) Le Comité Interministériel de Crédit et d'Epargne (CICR) et le Comité Interministériel Pour la

Programmation Economique (CIPE)

b) La Banque d'Italie (gouverneur)

c) Les autres banques commerciales

Les autorités monétaires au niveau européen sont :

a) SEBC

b) La Banque Centrale Européenne (BCE)

I CONTRATTI BANCARI

I contratti bancari si caratterizzano per essere contratti in serie o per adesione, in cui le condizioni

generali sono prestampate dalle banche su appositi formulari e il cliente ha la facoltà di aderirvi,

apponendo la propria firma, o di non aderirvi.

L’Associazione bancaria italiana (ABI) ha predisposto delle norme per tutti i contratti, sia tipici sia

atipici.

Il deposito bancario (art. 1834 c.c.) é un contratto di deposito irregolare, in quanto la banca acquista

la proprietà del denaro depositato e si obbliga a restituire al depositante una somma equivalente.

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Deposito libero: il denaro può essere prelevato un qualsiasi momento;

Deposito vincolato: il denaro può essere prelevato solo nella data prestabilita dal contratto;

Deposito semplice: la banca rilascia al cliente un documento, il quale attesta che i versamenti e i

prelievi sono da fare in un’unica soluzione;

Deposito a risparmio: il cliente può effettuare più prelievi e versamenti sulla somma depositata.

Se la banca rilascia un libretto di deposito a risparmio: i prelievi e i versamenti devono essere

ammontati su di esso.

Il libretto di deposito a risparmio può essere :

Nominativo: i prelievi possono essere effettuati solo dall’intestatario o da una persona autorizzata.

Al portatore: i prelievi possono essere eseguiti da chiunque presenti, il libretto, quindi la banca è

liberata nel caso in cui chi si presenti non sia il legittimo proprietario.

Nominativo pagabile al portatore: se viene emesso con l’indicazione dell’intestato, ma si può pagare

al possessore del libretto.

Il conto corrente bancario è un contratto atipico, attraverso il quale la banca assume il mandato per

compiere, per conto del cliente e dietro sua indicazione, determinati pagamenti e determinate

riscossioni.

L’apertura di credito chiamata anche fido, è il contratto con il quale la banca si obbliga a tenere a

disposizione dell’altra parte una somma di denaro per un dato periodo di tempo o a tempo

indeterminato (art. 1842 c.c).

I caratteri dell’apertura di credito:

 consensuale, che si perfeziona con lo scambio dei consensi tra le parti;

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