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Le origini del mito 5
Nella Teogonia di Esiodo, poeta Greco del VIII e VII secolo a.c., viene
narrata la nascita dell’universo e la salita al potere di Zeus. Saturno,
la quale figura corrisponde al dio greco Crono, era uno dei titani,
sovrano del tempo, figlio di Gea e Urano. Era il più giovane tra i
titani e aiutò la madre a liberarsi del padre Urano, il quale giaceva
su di lei impedendogli di concepire figli. Crono uccise il padre con un
falcetto nato dalla terra e occupò il suo posto alla guida del mondo,
confinò i suoi fratelli ciclopi e titani nel Tartaro e sposò sua sorella
Rhea dalla quale nasceranno le più importanti e conosciute divinità
del Pantheon greco. La madre Gea però aveva profetizzato che uno
dei suoi figli, così come aveva fatto lui con il padre Urano lo avrebbe
detronizzato. Crono decise quindi di mangiare tutti i figli dati alla
luce da Rhea, ma uno di essi ovvero Zeus fu nascosto da Rhea e da
Gea, in Arcadia o secondo altre versioni a Creta. Zeus cresciuto,
somministrò al padre un veleno che gli fece vomitare tutti i figli
mangiati; in seguito Zeus e i suoi fratelli liberati intrapresero una
guerra vittoriosa contro Crono. Zeus quindi rinchiuse il padre nel
Tartaro liberando i Ciclopi, giganti con un occhio solo, i quali gli
regalarono i fulmini e decise come dimora per se e i suoi fratelli, il
monte più alto della Grecia: L’Olimpo.
A Roma infine il dio Crono divenne Saturno, e in suo onore, ma
soprattutto in memoria dell’età dell’oro, ovvero quell’era mitica
durante la quale regnava Saturno, venivano celebrati i Saturnalia,
durante i quali i ruoli di padrone e servo venivano meno e le regole
dell’etichetta ignorate. Si pensa che i Saturnalia insieme ai
Lupercalia siano le origini del moderno Carnevale. 6
“Saturno che divora i suoi figli” 7
Saturno nella pittura: Francisco Goya e il quadro “Saturno che divora i
suoi figli”
Molto interessanti risultano i dipinti basati sul mito di saturno, in
particolare quello molto significativo del pittore spagnolo neoclassico,
Francisco Goya Y Lucientes. Il quadro di cui si parla è quello intitolato
“Saturno che divora i suoi figli”, realizzato da Goya tra il 1819 e il 1823
e conservato al museo del Prado a Madrid. Esso raffigura una delle
scene più importanti del mito ovvero quella in cui Saturno o Crono per i
greci, essendogli stata profetizzata da Gea la sua detronizzazione per
mano di uno dei suoi figli, era solito divorarli al momento della loro
nascita. Questa opera fa parte delle “Pitture Nere”, serie di tredici
dipinti realizzati da Goya sulle pareti della propria casa, soprannominata
“Villa del Sordo”, a Madrid dove vive proprio gli anni in cui dipinge
questa opera. È realizzato a pittura d’olio su intonaco e come tutti i
dipinti della serie è caratterizzato da toni scuri, temi macabri e volti
deformati e spaventosi. Questi quadri, infatti, non erano stati
commissionati e non erano intesi ad essere mostrati al pubblico.
Quando Goya si trasferì in Francia, la casa passò al nipote Mariano e nel
1874 divenne di proprietà di un barone, il quale, a causa del loro
deterioramento, li fece trasferire su tela con la supervisione del curatore
del museo del Prado e nel 1878, li donò allo stato spagnolo. 8
Il dipinto “Saturno che divora i suoi figli” era uno dei sei quadri che
decoravano la sala da pranzo della villa. Come per gli altri dipinti della
serie il nome gli fu dato dopo la sua morte. Presenta pochi elementi,
messi in risalto da un sapiente uso degli effetti di luce, che fanno risaltare
il contrasto tra i colori scuri con cui è resa la figura del dio e il sangue del
figlio dilaniato. L’opera sembra avere subito meno degli altri quadri i
danni del tempo e del passaggio su tela.
Ovviamente il dipinto non è una mera rappresentazione di una delle
scene salienti del mito, ma ha avuto diverse interpretazioni: Il conflitto tra
gioventù e vecchiaia, il tempo come divoratore di ogni cosa, la Spagna
che divorava i suoi figli migliori in guerre e rivoluzioni o, più in generale,
la condizione dell’uomo del suo tempo. (Saturno che
Goya trasse forse ispirazione da un'opera del pittore Rubens
divora suo figlio, del 1636), conservato anch'esso presso il Prado: si tratta
tuttavia di un dipinto maggiormente convenzionale e rappresenta il dio
compiere l'atto con maggiore freddezza e calcolo, mentre nell'opera di
Goya viene mostrato come un uomo preso dalla follia; inoltre il corpo del
figlio divorato è mostrato come quello di un bambino indifeso. Lo stesso
Goya aveva inizialmente prodotto nel 1796-1797 un disegno sul
medesimo soggetto, più vicino al modello di Rubens.
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Pianeta dal sistema solare 10
Possiamo affermare però che la parola Saturno, piuttosto che al dio
greco e romano, ci fa pensare subito al pianeta Saturno. Ora
inquadriamo meglio questo gigante gassoso che occupa il sesto
posto all’interno del sistema solare.
Saturno è il sesto pianeta del sistema solare, il secondo per
grandezza dopo Giove, posto ad una distanza doppia dal sole
rispetto a quella del suo “vicino”. Saturno è l’ultimo dei pianeti
visibili a occhio nudo e fu scoperto per primo da Galileo Galilei il
quale lo definì un pianeta strano, in quanto alle lenti del suo
cannocchiale risultava solo un oggetto oblungo.
Il pianeta è formato da un grosso involucro gassoso composto al
75% di idrogeno e il 25% di elio con tracce di ammoniaca, acqua e
metano. Nello strato più esterno è presente un’atmosfera, dove si
alternano fasce scure e chiare parallele all’equatore, con
perturbazioni cicloniche e formazioni di nubi. Tutto questo sovrasta
un oceano di idrogeno metallico liquido, un elemento studiato solo
teoricamente, ma mai osservato. Successivamente il nucleo più
interno di dimensioni circa pari a quelle della terra, formato da
silicati ferrosi e ghiaccio.
Saturno come Giove possiede un gran numero di satelliti naturali;
tra quelli contati e quelli probabili sono una cinquantina. Il vero
problema nel conteggio di questi satelliti sta nel fatto che
tecnicamente ogni singolo corpo ghiacciato che compone gli anelli
può essere considerato un satellite. 11
Probabilmente la strutta più affascinante, ma non la sola nel
sistema solare, sono gli anelli che circondano Saturno. Essi sono
composti da minuscoli corpi ghiacciati orbitanti intorno al pianeta
all’altezza del suo piano equatoriale e disposti secondo anelli
concentrici piatti. La loro scoperta fu dovuta al fisico Christiaan
Huygens nel 1655.
Gli anelli sono divisi in sette fasce, separati da spazzi quasi vuoti e
distano tra loro di circa tre chilometri. Purtroppo gli studi non hanno
ancora portato alla formulazione di una teoria su come si sono
originati questi anelli. Due ipotesi sono considerate le più attendibili:
una vede la collisione di uno dei suoi satelliti naturali con un altro
corpo spaziale e la stabilizzarsi di questo materiale intorno al
pianeta, mentre nella seconda si parla di un “avanzo” di materiale
durante la formazione del pianeta, il quale non è riuscito ad
assemblarsi in un unico corpo.
La maggior parte delle informazioni riguardo il pianeta Saturno si
hanno grazie alle sonde Pioneer 11 e Voyager 1 e 2, le quali però si
sono limitate a passare accanto al pianeta e proseguire oltre. La
sonda spaziale atta allo studio di Saturno e in particolare della sua
luna titano, è la sonda Cassini-Huygens, la quale nel 2005 ha
permesso di osservare dell’acqua non ghiacciata al di fuori della
terra sulla superficie di titano. 12
Christiaan Huygens e il
suo
principio 13
Christiaan Huygens (l’Aia 1629-1695) fu matematico, fisico e
astronomo e uno dei protagonisti della rivoluzione scientifica. Fu
inventore dell’orologio a pendolo, che brevettò nel 1665 e uno dei
precursori del calcolo infinitesimale. Importante nel campo
astronomico fu la sua scoperta della luna di Saturno, Titano e degli
anelli che circondano questo pianeta. Importante nel campo fisico è il
suo studio delle onde e la formulazione della teoria che ora
conosciamo come “principio di Huygens”.
Il principio di Huygens è un metodo di analisi applicato ai problemi di
propagazione delle onde. Esso afferma che ogni punto di un fronte
d’onda può essere pensato come una sorgente puntiforme di onde
sferiche con stessa frequenza, fase ed ampiezza. Il nuovo fronte è
l’inviluppo delle onde secondarie, cioè la superficie tangente ai fronti
d’onda di tutte le onde secondarie. Il principio di Huygens è alla base
di un fenomeno di propagazione delle onde chiamato diffrazione.
Questo fenomeno può essere spiegato a parole semplici prendendo in
esame un’onda piana che incontra una superficie o un ostacolo
dotato di un foro di dimensioni paragonabili alla sua lunghezza
d’onda. Per il principio di Huygens l’onda che emergerà al di là del
foro sarà di tipo sferico poiché il foro è diventato una nuova sorgente
di onde piane. Il principio di Huygens però va ricordato che non
agisce solo nel fenomeno della diffrazione ma che può essere
applicato anche nei fenomeni più osservati nello studio delle onde 14
Galileo Galilei
e la Teoria Eliocentrica 15
Galileo Galilei nasce a Pisa nel 1564. Si iscrive alla facoltà di medicina
e poi a quella di matematica dimostrando una particolare attitudine
per le materie e uno spiccato interesse verso le applicazioni pratiche
delle discipline e per l’osservazione e l’esperienza di laboratorio.
Sarà più volte professore presso diverse università, ma la sua
dedizione verso una ricerca sperimentale lo porterà ad aprire
un’officina meccanica nella quale costruirà gran parte degli strumenti
di cui necessita per i suoi studi: fra questi soprattutto viene
annoverato il telescopio, prodotto nel 1609.
Negli anni successivi lo scienziato verrà accusato di sostenere tesi,
come quelle eliocentrica che contrastano apertamente la Bibbia. Nel
1632 scrive la sua opera più importante “Dialogo sopra i due massimi
sistemi del mondo, tolemaico e copernicano” in cui, per contrapporre
le teorie dell’eliocentrismo e del geocentrismo, sceglie la forma del
dialogo, immaginando il confronto fra un copernicano (Salviati), un
aristotelico (Simplicio) e un interlocutore (Sagredo) desideroso di
conoscere i termini della controversia. Nel 1633 il tribunale
dell’inquisizione mette all’indice la sua opera e lo costringe ad
abiurare tutte le sue tesi Galileo si fa alfiere della teoria copernicana,
che difende per decenni dalle obiezioni di scienziati e teologi della
chiesa. 16