Indice
• Motivazione e Presentazione
• Mappa Concettuale
• Recensione del libro
• Biografia dell’autore
• Bibliografia e Sitografia
Motivazione e presentazione
“Benché guidare una motocicletta sia romantico, occuparsi della sua manutenzione è decisamente classico. Lo sporco, il grasso, la padronanza della forma soggiacente sono così dissonanti per una sensibilità romantica, che le donne si guardano bene dall'occuparsene.”
Questa è una frase che riassume perfettamente la diatriba tra ragionamento scientifico e emotivo, diatriba sempre presente durante un viaggio Coast to Coast, e che contrappone la necessità di una conoscenza meticolosa e oggettiva della meccanica della moto e il suo lato più irrazionale e romantico. Un viaggio attraverso i monti del Montana e del Minnesota fino ad arrivare al Pacifico, una mente spietatamente razionale che però trova pace nei meandri più profondi della filosofia.
Questa è la dialettica che attraversa gran parte del libro, su cui ho voluto concentrarmi, sebbene la mole di argomenti filosofici toccati sia vasta e la trama praticamente assente.
Scienza e Filosofia. Classicismo e Romanticismo. Razionalità e misticismo. Ragionamento e sentimento. Ateismo e Fede. Due approcci opposti alla vita, alla necessità di risposte esistenziali ma che inevitabilmente si ripercuotono sulle modalità di risoluzione dei problemi di ogni giorno, e sulle modalità di apprendimento. L’universo è nato grazie al big bang o c’è qualcosa che governa la nostra esistenza? I muri li tingo di bianco perché la scienza mi permette di affermare che la casa sarà più fresca d’estate o lo faccio perché la cromoterapia dice che avrò meno sbalzi d’umore?
Questa dialettica mi si è svelata più e più volte portandomi ad avere spesso una duplice interpretazione della realtà; con questo libro poi ho avuto il perfetto riassunto dei due approcci che vedevo tenere dalle persone in risposta agli stimoli della vita. Ho potuto notare come ogni personalità come evidenziato anche da Nietzche (personalità Dionisiaca e Apolliaca) tenda all’uno o all’altro estremo e come questo possa spesso portare ad errori di valutazione. Ho voluto evidenziare poi come questi estremi non siano tipici solo delle personalità ma si possano riscontrare in numerosi aspetti dell’esistenza umana, come all’interno delle epoche storiche; non è difficile infatti vedere come sia tipico della tendenza sociale l’alternarsi tra epoche dove lo spietato razionalismo domina come al giorno d’oggi, a epoche dove l’interesse per il sentimento e per l’aspetto più emotivo dell’uomo hanno dominato. Questa dialettica mi ha preso a tal punto da spingermi ad un’analisi più approfondita con l’obbiettivo di cercare un equilibrio tra le due tendenze, che permetta loro di coesistere.
A questo proposito ho trovato il pensiero di Einstein e di molti altri scienziati rivoluzionari, illuminante. E’ chiaro che anche i più convinti utilizzatori del metodo scientifico che si sono addentrati nei più profondi meandri del sapere tramite analisi estremamente razionale, non siano riusciti a fare a meno di arrivare alla conclusione che qualcosa oltre alla razionalità esiste. Questo vuol dire che il limite della scienza è ancora indiscutibile, il dibattito rimane riguardo l’eternità o meno di questo limite, o il raggiungimento di una condizione di conoscenza tanto profondo da eliminare la presenza del bisogno di Trascendenza, visione al quanto utopistica ma considerabile.
Riporto alcune visioni del connubio tra scienza e fede che hanno avuto alcuni scienziati del XX secolo tramite le seguenti citazioni:
- “L’uomo incontra Dio dietro ogni porta che la scienza riesce ad aprire.” – A. Einstein
- “La scienza senza la religione è zoppa; la religione senza la scienza è cieca.”- A. Einstein
- "In qualunque direzione e per quanto lontano noi possiamo vedere, non troviamo da nessuna parte una contraddizione tra religione e scienza, ma piuttosto un pieno accordo proprio nei punti più decisivi". (Selvaggi, Planck: scienza, filosofia e religione, Fratelli Fabbri Editori, Milano, 1965, pag. 255)
- "Le scienze naturali sono in un certo senso il modo con cui andiamo incontro al lato oggettivo della realtà. La fede religiosa, viceversa, è l’espressione di una decisione soggettiva, con la quale stabiliamo quali debbano essere i nostri valori di riferimento nella vita. Devo ammettere che non mi trovo a mio agio con questa separazione, dubito che alla lunga delle comunità umane possano convivere con questa netta scissione tra sapere e credere".
(Heisenberg Fisica e oltre. Incontri con i protagonisti 1920-1965. Boringhieri, Torino 1984, pp. 92-103).
Per una Scienza Olistica:
Una proposta di rivisitazione dell’approccio estremamente razionale e talvolta limitante della scienza odierna l’ho trovato in un mensile di informazioni olistiche degli anni 80’ ( CYBER cervello-mente-coscienza, n° 5 del 1988). Nell’articolo “ PER UNA SCIENZA DEL VERO, DEL BELLO, DEL TUTTO” di Nitamo Federico Montecucco vengono proposte tre linee guida per una rinascita scientifica che punti ad una scienza più matura e complessiva che indaghi anche i campi che fino ad oggi sono stati delegati a Filosofia e Religione:
❶ Il carattere oggettivo-sperimentale della scienza è la sua forza, va mantenuto ma espanso a campi sempre più profondi e sottili mantenendo un contesto di rigore metodologico.
❷ E’ lo scienziato ad essere mancante di qualcosa, non è l’approccio adottato ad esserlo. Lo scienziato deve essere stimolato a comprendere l’intera gamma dei fenomeni vitali del nostro pianeta. L’arte e l’educazione alla bellezza dovrebbero essere materie coltivate nelle università scientifiche.
❸ Lo scienziato deve innanzitutto conoscere “il conoscitore”. Egli non può tralasciare lo studio sulla natura del proprio se’. La meditazione è lo strumento scientifico adottabile a questo scopo e dovrebbe essere implementata con caratteri rigorosi nelle università. La conoscenza del se’ renderà lo scienziato più completo e consapevole.
Queste direttive sono riflesso di un pensiero di parte e sicuramente sarebbero respinte dalla comunità scientifica, tuttavia mi hanno colpito e le ritengo un buono spunto per una scienza completa.
Biografia dell'autore
“Lo Zen e L’arte della manutenzione della Motocicletta” del 1974 è uno dei due soli libri scritti da Robert M. Pirsing, insieme a “Lila: Un’indagine sulla Morale” del 1992. Editato quasi per scherzo da una piccola casa editrice diviene ben presto best seller e vincitore di premi. Il carattere autobiografico ha permesso all’autore di rappresentare parte degli eventi della sua vita, il viaggio infatti è svolto in prima persona a bordo della sua motocicletta, con il primogenito Chris, nome reale del figlio avuto nel 1956 e assassinato nel 1979 in una rapina all’età di 23 anni.
Personalità unica, Robert M. Pirsing nasce a Minneapolis, (Minnesota) nel 1932, un quoziente intellettivo di 170 punti all’età di soli 9 anni gli ha creato non pochi problemi negli studi primari, favorendolo invece nella laurea all’università del Minnesota e successivamente in un università induista Indiana, esperienza che lo ha messo a contatto con la cultura Orientale e di cui se ne colgono i frutti all’interno del libro.
Un esaurimento nervoso nei primi anni 60 lo ha segnato profondamente, viene trattato anche con la tecnica dell’elettroshock di cui riporta l’esperienza nel libro, descrivendo la personalità esistente prima di questo evento con il nome di Fedro.
Muore il 24 Aprile 2017 nel Maine (Stati Uniti).
Recensione del libro
Il libro di carattere parzialmente autobiografico per i riferimenti al figlio e alla natura intellettiva del personaggio di Fedro che rappresenta l’autore prima del trattamento con l’elettroshock e le sue teorizzazioni solo in parte riesumate a causa di tali trattamenti.
Il libro si apre con lo scrittore che descrive se stesso a bordo di una motocicletta con il figlio dodicenne Chris e due amici al seguito. L’avventura è un viaggio da costa Orientale a costa Occidentale attraversando paesaggi eterogenei, tra campi, praterie, zone aride e montagne innevate. Il viaggio fisico è utilizzato come non mai come pretesto a digressioni filosofiche che richiedono grande calma e apertura mentale da parte del lettore per essere comprese appieno. I paesaggi svolgono a questo proposito la funzione di incipit a questi ragionamenti esistenziali in cui lo scrittore cita filosofi come Kant, Hume, Socrate, Platone e Einstein.
Il titolo fuorviante viene mano amano compreso grazie alle riflessioni di carattere tecnologico sulla manutenzione della motocicletta, necessaria a compiere un viaggio di tale entità e utilizzate dall’autore a rappresentazione di un sistema di ragionamento da lui ampiamente analizzato e a lui proprio ma che non si può dire invece appartenga agli amici che lo accompagnano; avversi alla tecnologia, incapaci di capirne il funzionamento e la bellezza intriseca, ma dediti solo all’esperienza del viaggio nel suo lato più romantico. Ci ritroviamo così nella mente dell’autore che osserva paesaggi desolati mentre elabora teorie in completa solitudine intellettuale, circondato dai discorsi intrattenuti con il figlio e gli amici che sono completamente all’oscuro delle astrazioni sviluppate nella mente del protagonista.
Pagina dopo pagina, i pensieri filosofici del protagonista diventano sempre più strutturati, e finiscono col far emergere la vera natura del suo Io, quel Fedro che anni addietro lo aveva portato sull’orlo della pazzia e che era stato allontanato con l’elettroshock.
Bibliografia e sitografia
- Libro: “Lo Zen e L’arte della manutenzione della Motocicletta” – casa editrice Adelphi, 1980 – Robert M.Pirsing
- https://it.wikipedia.org/wiki/Robert_M._Pirsig
- http://dallaragioneallafede.blogspot.it/2009/10/citazione-di-grandi-uomini-j-k-l.html
- http://www.nanopress.it/cultura/2016/12/28/frasi-celebri-di-albert-einstein-sull-amore-e-su-dio/157115/
- Cyber cervello-mente-coscienza n.5 Ottobre 1988 –Federico Ceratti Editore