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Fisica: la fisica quantistica
Filosofia: Soren Kierkegaard; Henri Bergson
Interdisciplina: la teoria dell'evoluzione
INTRODUZIONE
In questa tesina ho analizzato il concetto di “caso” prevalentemente dal punto
scientifico e filosofico, trattando anche, seppur in modo sintetico, le ideologie che
negano invece l’esistenza del caso.
Nella prima parte ho dunque trattato l’aspetto prevalentemente scientifico della
casualità, mentre successivamente l’aspetto più filosofico della nozione, senza tuttavia
dimenticare che molto spesso vari concetti scientifici (tra quelli presentati) hanno
causato varie implicazioni nella filosofia e viceversa. Nell’ultima parte, infine, ho
trattato l’aspetto della teoria dell’evoluzione, nel quale scienza e filosofia vanno a
intrecciarsi.
La mia scelta è ricaduta sul caso, seppur prettamente in ambito scientifico e filosofico,
perché l’ho sempre immaginato come qualcosa di intrinseco all’esistenza: come ci
suggerisce la vita quotidiana, molto spesso l’uomo si trova nell’incapacità di prevedere
il verificarsi o l’evolversi di un fenomeno. D’altronde, l’uomo fin dall’antichità ha
cercato di dare risposte a eventi che sembravano inspiegabili o privi di qualsivoglia
causa; eventi che erano attribuiti al fato, cui perfino gli dei dovevano sottostare;
ancora oggi, peraltro, non possiamo prevedere con certezza l’esito di un evento, ed io
stesso sono ancora affascinato di fronte all’inesauribile e incomprensibile svolgersi dei
fatti: ogni episodio, ogni esperienza particolare, appare ai miei occhi determinata
quasi interamente dalla casualità. Pagina
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CHE COS’È IL CASO
Quella di caso è una nozione che è stato oggetto di definizione diverse, ma
riconducibili a due fondamentali filoni: quello di caso come un avvenimento che si
verifica senza una causa definita e identificabile, contraddicendo così ogni
teoria deterministica che assegna ad ogni accadimento una precisa causa; e quello di
caso come evento di cui non si conoscono le cause, tale da permettere
l’identificazione di esse e quindi predirne gli effetti.
LA NEGAZIONE DEL CASO: IL DETERMINISMO E
LA CAUSALITÀ
Il determinismo definisce la connessione necessaria di tutti i fenomeni secondo il
principio della causalità. Secondo il determinismo, dunque, non esistono eventi
casuali, che vengono spiegati come lacune della conoscenza umana; viene dunque
negata la realtà oggettiva del caso, che viene ridotto a una causa incomprensibile
all’intelletto.
Questo visione, oltre che per gran parte dell’età moderna, fu condivisa anche da molte
correnti di pensiero dell’antichità: già Democrito (460 a.C. - 370 a.C.), infatti, concepì
l’atomismo come una dottrina basata sul movimento di una quantità innumerevole di
(atomi),
enti indivisibili che differivano per forma, ordine e posizione, ed erano in
perenne movimento spontaneo. Per questo motivo, dunque, benché gli atomi si
muovessero con moto vorticoso, non si poteva dire che l’atomismo obbedisse alla
casualità, in quanto fondato su un rigido determinismo materialistico.
Anche i filosofi cristiani escludevano il caso dal mondo ordinato della provvidenza
divina, e lo spiegavano con la limitatezza della ragione umana (a questo proposito
vorrei citare una frase dell’arcivescovo emerito di Bologna Giacomo Biffi: ”la
casualità è soltanto il travestimento assunto da un Dio che vuol passeggiare in
incognito per le strade del mondo; un Dio che si studia di non abbagliarci con la sua
onnipotenza e col suo splendore”).
Su questo indirizzo si collocano alcuni filosofi moderni: Spinoza (1632 - 1677)
affermava che, essendo ogni cosa prodotta necessariamente dalla natura divina, non
potevano esistere fatti casuali, e spiegava quelli che sembravano tali come dovuti ai
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limiti della nostra immaginazione. Leibniz (1646 - 1716) invece distingueva tra la
contingenza che caratterizza il sapere umano e la necessità che appartiene al
pensiero divino, cosicché tutto ciò che all’uomo sembra caso, è in realtà frutto di
un’armonia prestabilita presente nel disegno divino.
In parallelo, in campo strettamente scientifico, si ha l’affermazione del determinismo
in seguito alla rivoluzione scientifica galileiana e alla nascita della fisica classica,
basata sulle leggi del moto. La visione deterministica nella scienza dominerà fino
all’inizio del XX secolo, e avrà il culmine a cavallo del XVIII con l’Illuminismo. In
se fossero note in un
particolare, in un celebre passo del 1796, Laplace afferma che,
determinato istante tutte le forze che agiscono sulla natura e la posizione di tutti i
corpi, sarebbe in linea di principio prevedere tutti gli stati susseguenti dell’universo .
IL CASO NELLA SCIENZA
IL CALCOLO DELLE PROBABILITÀ
Ancora oggi siamo in grado di dare una risposta a varie domande solamente in
termini di probabilità: la matematica può infatti aiutare a muoversi in situazioni non
certe; la possibilità di esprimere con dei numeri la probabilità che si verifichi una certa
situazione, infatti, può essere di grande aiuto nell’orientare le scelte, senza però
dimenticare che non potremo mai avere la certezza assoluta del verificarsi o
“una successione di eventi è detta casuale se
meno di un dato evento. D’altronde,
non c'è alcun modo di prevedere un evento di un dato genere sulla base dell'evento o
degli eventi che l'hanno preceduto , e se il sistema obbedisce alle regolarità della
probabilità. Si osservi che gli eventi che diciamo casuali sono sempre elementi di un
qualche insieme limitato. Il risultato del lancio di una moneta non truccata viene detto
casuale. Ad ogni lancio la probabilità che il risultato successivo sia testa o croce resta
invariata. Ma la casualità è all'interno dell'insieme limitato: è o testa o croce, non si
devono considerare altre possibilità”.
Definizione classica
Secondo la prima definizione di probabilità, per questo detta classica, la probabilità di
un evento (E) è il rapporto tra il numero dei casi favorevoli (f) all'evento e il numero
dei casi possibili (n), purché questi ultimi siano tutti equiprobabili. Pertanto avremo
che la probabilità potrà essere espressa come
p(E) =
Dalla definizione seguono tre regole:
1. la probabilità di un evento è un numero compreso tra 0 e 1;
2. la probabilità dell'evento certo è pari a 1;
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3. la probabilità del verificarsi di uno di due eventi incompatibili, ovvero di due
eventi che non possono verificarsi simultaneamente, è pari alla somma delle
probabilità dei due eventi;
Definizione frequentista
Notiamo però che molto spesso la definizione classica non può essere applicata: se ci
chiediamo, ad esempio, quale può essere l’efficacia di un farmaco contro una malattia,
non possiamo parlare di rapporto tra numero dei casi favorevoli e numero dei casi
possibili. Possiamo però verificare in quanti casi il farmaco è stato efficace, e dare
quindi un valore alla probabilità esprimendo il rapporto tra il numero di casi in cui
il farmaco si è rivelato efficace e il numero totale di casi.
Richard von Mises (1883-1953) propose così di definire la probabilità di un evento
il limite cui tende la frequenza relativa dell'evento al crescere del numero degli
come
esperimenti:
La definizione frequentista si applica ad esperimenti casuali i cui eventi elementari non
siano ritenuti ugualmente possibili, ma assume che l'esperimento sia ripetibile più
volte, idealmente infinite, sotto le stesse condizioni.
Definizione soggettiva
Né il modello classico né quello frequentista sono però in grado di dare informazioni
su esperimenti che ci coinvolgono direttamente o che non possono essere ripetuti
sempre alle stesse condizioni: ad esempio, non possiamo stabilire quale sia la
probabilità che un cavallo vinca una corsa. De Finetti e Savage hanno così proposto
una definizione di probabilità applicabile ad esperimenti casuali, i cui eventi
elementari non siano ritenuti ugualmente possibili, e che non siano necessariamente
ripetibili più volte sotto le stesse condizioni: la probabilità di un evento è il prezzo che
un individuo ritiene equo pagare per ricevere 1 se l'evento si verifica, 0 se l'evento
non si verifica. In altri termini, la probabilità di un evento E è rappresentata dal
rapporto tra il prezzo P che un individuo ritiene giusto pagare e la somma S che ha
diritto ad avere in cambio se l’evento si verifica:
p(E) =
Deve però essere rispettato un principio di coerenza: l’individuo che accetta di
pagare P per ricevere S, deve essere anche disposto a ricevere P da un’altra persona
pagandola S se l’evento si verifica.
Teoremi
Il teorema della probabilità contraria afferma che, dato un evento E di probabilità
C
p, la probabilità del suo complementare E è 1-p, ossia:
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A B, P(A|B),
Si dice probabilità condizionata di dato e si scrive la probabilità che
A B
l'evento ha di verificarsi quando si sappia che si è verificato:
Attraverso tale concetto si perviene al teorema della probabilità composta, che
consente di calcolare la probabilità dell'intersezione di due o più eventi, ovvero la
probabilità che essi si verifichino tutti. Nel caso di due eventi (che può essere
generalizzato), si ha:
Nel caso che la probabilità di A dato B, P(A|B), sia uguale a P(A), i due eventi vengono
definiti indipendenti stocasticamente (o probabilisticamente) e dalla stessa definizione
segue una diversa formulazione della probabilità composta, caso particolare del
precedente: p(AB) = p(A) * p(B).
Il teorema di Bayes consente di calcolare la probabilità a posteriori di un evento
A , quando si sappia che si è verificato un evento E. Se A appartiene ad un insieme
i i
finito o numerabile di eventi a due a due incompatibili, e se E si verifica, allora si
verifica necessariamente uno degli eventi di tale insieme (ed uno solo, dato che sono
incompatibili), allora, conoscendo le probabilità a priori degli eventi Ai e le probabilità
P(E|A E,
condizionate ) e sapendo che si è verificato si può calcolare la probabilità a
i A
posteriori di un particolare mediante la formula:
i
LA FISICA MODERNA COME SCIENZA BASATA SUL CASO: LA
FISICA QUANTISTICA
Le grandi rivoluzioni della scienza sono spesso seguite da sconvolgimenti in campo
filosofico e sociale. Le tesi di Copernico, ad esempio, il quale sostenne che la Terra non
occupava il centro dell’universo, innescarono un processo di sgretolamento di dogmi
religiosi e filosofici che cambiarono profondamente la società europea degli inizi del
Rinascimento. Desta perciò notevole stupore che la più grande rivoluzione scientifica
di tutti i tempi sia passata per lo più inosservata agli occhi del grosso pubblico. E
questo non già perché le sue implicazioni abbiano scarso interesse, ma perché queste
implicazioni sono talmente sconvolgenti da risultare quasi incredibili, persino per gli
stessi scienziati che le concepirono. La rivoluzione di cui si sta parlando si è
consumata durante i primi trenta anni del ventesimo secolo ed è conosciuta col nome
di Teoria Quantistica o Meccanica Quantistica.
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classico è possibile,
conoscendo un sistema
all’istante t e le leggi del
moto, prevedere
l’evoluzione di esso
all’istante t =tt. La fisica
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quantistica invece,
permette soltanto di
calcolare con precisione la
probabilità di vedere il
sistema evolversi nei vari
modi. Tali informazioni
sono la più dettagliate che
si possono avere, dunque
il concetto di imprevedibilità di un evento è già intrinseco nella struttura della fisica
moderna.
Nata come tentativo di spiegare la fisica delle particelle elementari, la Teoria
Quantistica in seguito crebbe sino ad incorporare gran parte della microfisica e parte
della macrofisica. Oggi fra alterne vicende può dirsi universalmente accettata.
Fondamenti della meccanica quantistica:
1. Non esiste una realtà obiettiva della materia, ma solo una realtà di volta in volta
creata dalle "osservazioni" dell’uomo.
2. Le dinamiche fondamentali del micromondo sono caratterizzate dall'acausalità.
3. E’ possibile che, in determinate condizioni, la materia possa "comunicare a
distanza" o possa "scaturire" dal nulla.