vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Introduzione Sapone,tesina
La seguente tesina di maturità istituto tecnico industriale che tratta delle caratteristiche del sapone e come i detersivi attraverso la presenza di fosfati e nitrati inquinino l'acqua, . Gli argomenti che permette di sviluppare questa tesina sono: chimica organica:il sapone, matematica:calcolo del volume di una bolla di sapone, impianti chimici:nitrificazione e denitrificazione, chimica analisi:determinazione dei nitrati nelle acque, storia:II rivoluzione industriale, italiano:Gabriele D'Annunzio con la poesia "l'acqua"
Collegamenti
Sapone,tesina
Sapone,tesina
chimica organica: il sapone
matematica: calcolo del volume di una bolla di sapone ( volume del solido di rotazione di una sfera)
impianti chimici: nitrificazione e denitrificazione
chimica analisi: determinazione dei nitrati nelle acque
storia: II rivoluzione industriale
italiano: Gabriele D'Annunzio con la poesia "l'acqua"
Il mio
percors
o
Premessa:
Questo scritto
intende
proporvi una
riflessione
sull’uso del
sapone
Di Minco
La storia del
sapone
Il sapone ha una storia molto antica, basti pensare
che già nel 2800 a.C. era conosciuto tra i babilonesi;
gli scavi, a Babilonia, hanno riportato alla luce delle
giare sulle quali è indicata la composizione del
sapone in esse contenuto. Anche gli archivi egiziani,
relativi ai trattamenti medicali del tempo,
evidenziano l’uso del sapone soprattutto a scopo
terapeutico. Le donne galliche furono le prime a
scoprire che trattando la biancheria con cenere e
grassi si aveva un effetto smacchiante. Arriviamo
intorno all’800 d.C. e sappiamo che già all’epoca la
Francia, sfruttando le sue materie prime, si impose
nella scuola dei saponieri. Nel corso dei secoli man
mano che anche il concetto di igiene personale si
diffondeva si è sviluppata l’arte del sapone, ma fino
allo scorso secolo era considerato un oggetto di
lusso adatto soprattutto alle classi più abbienti.
Siamo ormai ai nostri giorni: il sapone è di uso
quotidiano ed accanto ad esso ritroviamo anche
tanti detergenti, simili al sapone dal punto di vista
concettuale, ma diversi nelle materie prime. La
differenza fondamentale è che al miscuglio
grasso/cenere, vengono sostituiti i tensioattivi,
prodotti di sintesi e spesso derivati dal petrolio.
Seconda
rivoluzione
La fase del processo di industrializzazione attuatasi
industriale
nell’ultimo trentennio dell’800 e nei primi anni del 900 viene
definita seconda rivoluzione industriale perché determinò una
trasformazione rivoluzionaria nella vita e nelle prospettive
dell’uomo.
Fu soprattutto nel periodo della seconda rivoluzione
industriale,che vennero fatte numerose e importantissime
scoperte in campo medico e scientifico.Le fondamentali
scoperte di Louis Pasteur e altri, portarono nel corso del XIX
secolo a trovare una difesa contro antichi flagelli come
la tubercolosi, la peste, la rabbia, la malaria.
Numerose altre scoperte e invenzioni (come ad esempio lo
stetoscopio) consentirono enormi progressi nel campo della
chirurgia e in generale delle condizioni igienico-sanitarie negli
ospedali e nella vita quotidiana delle famiglie. Furono ad
esempio gli studi di un medico ungherese (1818 – 1865) a
dimostrare che l'alto tasso di mortalità delle donne dopo
il parto era in buona misura dovuto a infezioni trasmesse dai
medici stessi durante il parto.
Questo complesso di scoperte e invenzioni permise nel giro di
pochi decenni di migliorare le condizioni igienico-sanitarie di
gran parte delle popolazioni dei paesi industrializzati, di
abbattere l'alto tasso di mortalità infantile, e di innalzare
notevolmente l'età media della popolazione e le aspettative di
vita delle persone.
Tale evoluzione, condusse nel giro di alcuni decenni ad un
incremento esponenziale della popolazione, tanto che, fra la
fine del XVII secolo e il XX secolo la popolazione europea si è
accresciuta di quasi quattro volte e la speranza di vita è
passata da valori compresi tra i 25 e i 35 anni a valori che
superano i 75 anni.
Ma cos’è il
sapone?
Dal punto di vista chimico, il sapone è una sale
ottenuto mescolando una base (soda, potassa,
calce) con un grasso (animale, vegetale o
minerale). GRASSO + BASE = SAPONE
La reazione viene chiamata “reazione di
saponificazione” ed avviene quando i reagenti
vengono riscaldati. La reazione di
saponificazione viene effettuata “in continuo”
ad alte pressioni ed in presenza di un
catalizzatore in modo che la trasformazione sia
molto veloce e quindi l’intero processo molto
efficiente. Per quanto riguarda i grassi, ne
possiamo utilizzare diversi e sceglierli in base al
tipo di sapone che vogliamo realizzare.
Utilizzando dei grassi animali viene fuori un
sapone adatto soprattutto per il bucato poiché è
abbastanza aggressivo; per ottenere, invece, un
sapone adatto alle mani e al corpo sono più
consigliabili oli vegetali. Possiamo utilizzare
anche combinazioni di diversi oli per ottenere
saponi sempre diversi tra loro per quantità di
schiuma, colore, morbidezza, efficacia.
Perché il sapone
pulisce?
Guardiamo la struttura del nostro
sapone.
Ogni molecola ha una coda molto lunga
idrofoba: quella parte della molecola
tende a ripiegarsi su se stessa o ad
avvicinare altre molecole simili ad essa e
in ogni caso respinge l’acqua. La testa
della nostra molecola, invece, è idrofila:
questa parte di molecola è molto affine
all’acqua e quindi si legherà “ben
volentieri” a molecole di acqua. La
somma delle due parti della molecola
avrà quindi contemporaneamente due
proprietà: da una parte la capacità di
legarsi a molecole non polari (lo sporco) e
dall’altra all’acqua.
Per fare un esempio semplice, ma
molto efficace possiamo sporcarci le
mani con un olio; se ci laviamo le mani
non si puliscono e l’olio non viene
rimosso, addirittura sembra che le
nostre mani diventino quasi
impermeabili. Olio e acqua hanno
polarità molto diverse e quindi non si
sciolgono l’uno nell’altra. Se proviamo
a lavarci le mani anche con il sapone
questa volta utilizziamo qualcosa che
ha una parte simile all’olio e che quindi
sarà capace di legarsi ad esso ed una
parte solubile in acqua. Le mani si
puliranno. Il sapone si organizza in una
struttura in cui le code idrofobe sono
orientate in modo da sfuggire all’acqua
ed essere vicine tra loro e al grasso,
mentre le teste idrofile sono esposte
all’acqua. Ne viene fuori una struttura
“circolare”, che prende il nome di
micella.
Calcolo del volume di
una bolla di sapone
Volume del solido di
rotazione:
Y= f(x) continua in [a;b]
LA SFERA:
x +y = r
2 2 2
y = r - x
2 2 2
y= ±√(r –x )
2 2
Quindi il volume di una
sfera risulterà:
V= UN ACCENNO SUI
DETERSIVI…
I detersivi possono avere effetti
tossici in tutti i tipi di vita
acquatica se sono presenti in
quantità sufficiente. Tutti i
detersivi distruggono gli strati
esterni di muco che proteggono
i pesci dai batteri e dai
parassiti; in più possono
danneggiare considerevolmente
le branchie. Il fosforo ed i nitrati
nei detersivi possono provocare
la fioritura d'alghe acquatiche.
Quando le alghe si
decompongono, esauriscono
l'ossigeno disponibile per la vita
acquatica.
Depurazione
delle acque
La denitrificazione, insieme alla nitrificazione,
consente di ottenere buone rese complessive di
rimozione dei composti azotati
.La nitrificazione è la trasformazione
dell'ammoniaca (NH ) e ioni ammonio (NH ) in
4+
3
ioni nitrito (NO ) e successivamente ioni nitrato
2-
(NO ).
3-
Nella nitrificazione intervengono batteri
nitrificanti che ricavano l’energia necessaria al
metabolismo dalla ossidazione di sostanze
inorganiche. Inizialmente l’ammoniaca viene
ossidata a nitriti per opera di batteri
Nitrosomonas:
NH + 3/2 O 2H + NO + H O
4+ + 2-
2 2
Successivamente i nitriti vengono ossidati a
nitrati tramite batteri chiamati Nitrobacter:
NO +1/2 O NO
2- 3-
2
Complessivamente avrò:
NH + 2 O 2H + NO + H O
4+ + 3-
2 2
DENITRIFICAZIONE
La denitrificazione delle acque reflue è un processo di
rimozione dei composti dell’azoto presenti in soluzione sotto
forma di NO ad opera di batteri eterotrofi facoltativi come gli
3-
Pseudomanas. La fonte di carbonio è costituita da metanolo,
adatto al metabolismo dei denitrificanti
5CH OH + 6NO 3N + 5CO + 7H O + 6OH
3- -
3 2 2 2
Nitrificazi Post Strippa Sedimenta Effluente
one denitrific ggio tore
Ossidazio depurato
azione azoto II
ne Fango di supero
Per la rimozione completa dell’azoto si utilizza lo schema
operativo riportato qui sopra. Esso prevede una post
denitrificazione in cui la prima vasca realizza la nitrificazione
dell’azoto e l’ossidazione combinata. Una frazione del liquame
grezzo viene avviata direttamente alla denitrificazione per
favorire il carbonio organico. Alla nitrificazione arriva anche la
biomassa eterogenea del sedimentatore secondario insieme al
liquame verso la denitrificazione. Da questa vasca il liquame
procede verso lo strippaggio.
Determinazione
dei nitrati nelle
acque
(METODO SPETTROFOTOMETRICO UV)
i nitrati
PRINCIPI TEORICI:
rappresentano un pericolo per l'uomo
se messi in condizione di essere ridotti
in nitriti; questi, infatti, possono
causare metaemoglobina. Inoltre, se
reagiscono con alcune ammine, i nitriti
possono dare origine a nitrosammine,
che sono cancerogene.Si sfrutta il
massimo assorbimento del gruppo NO 3-
nell'ultravioletto a 220 nm. Non si
deve fare altro che confrontare la
lettura del campione in esame, con
quella di soluzioni standard a
concentrazione nota con le quali si
costruisce una curva di taratura.
PROCEDIMENTO:
· Si preleva un opportuno volume
del campione in esame in base
alla sua concentrazione presunta
e lo si porta a volume con acqua
distillata.Si legge l'assorbanza del
campione nel campo dell'UV a 220
nm confrontandola con
l'assorbanza della curva di
taratura.Si tara lo
spettrofotometro con un bianco
costituito solamente da acqua
distillata più 1 mL di HCl 1M. La
curva così ottenuta esprime la
concentrazione in ppm di N, per
ottenere la concentrazione in
ppm di NO3- occorre moltiplicare
per il fattore analitico di
conversione.