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Introduzione Bolle di sapone tesina
In questa tesina maturità scientifica si prende in analisi il tema della bolle di sapone. Tutti noi siamo abituati a pensare alle bolle di sapone come a un banale gioco per bambini: si soffia su una lamina saponata e, come per magia, appaiono numerose meraviglie colorate pronte a scoppiare da un momento all'altro.
Ciò che mi ha spinta a strutturare l'approfondimento pluridisciplinare per la mia tesina attorno alle bolle di sapone è stata la pura curiosità: guardavo mio fratello soffiare all'interno del cerchio attaccato al tappo del tubetto di acqua saponata e mi chiedevo quali fossero le proprietà che permettevano la formazione di queste effimere strutture sferiche. Così mi sono documentata in rete per scoprire come si crea una bolla di sapone e mi sono stupita della complessità di questo fenomeno: non avrei mai immaginato che dietro alla leggerezza e alla delicatezza delle bolle di sapone si nascondesse una struttura ben più solida e articolata, in grado di trovare applicazioni tecniche anche nell'architettura moderna. Ho scelto di affrontare l'argomento partendo dal puro fenomeno fisico e matematico con le relative applicazioni tecniche, per approdare all'analisi del significato allegorico attribuito alle bolle di sapone nel corso della storia
Collegamenti
Bolle di sapone tesina
Fisica - Tensione superficiale, problema di Plateau, il colore delle lamine saponate.
Matematica - Teoria delle superfici minime.
Architettura - Otto Frei e le tensostrutture.
Storia dell'arte - Le bolle come soggetto artistico nel '600 olandese e nelle opere di Manet, Daumier e Millais.
Letteratura italiana - Le bolle come similitudine in Fra' Lucerta di D'Annunzio e le bolle come illusione in Marcovaldo, ovvero Le stagioni in città di Calvino.
ISTITUTO D’ISTRUZIONE SUPERIORE “G. G. TRISSINO” Valdagno (VI)
LICEO SCIENTIFICO – P. N. I.
ESAMI DI STATO 2014
Candidato: Diletta Bortolotto
Classe: 5^ SA
BOLLE DI SAPONE
“...in una comune bolla di sapone c'è molto di più di quanto
immagini di solito chi si limita a considerarla un gioco”
Charles Vernon Boys
Indice generale
Discipline coinvolte e percorso argomentativo....................................................................................3
Introduzione..........................................................................................................................................4
1. Bolle di sapone “scientifiche”..........................................................................................................5
1.1 Tensione superficiale.................................................................................................................5
1.2 Teoria delle superfici minime e il problema di Plateau.............................................................6
1.3 Superfici minime in architettura: Otto Frei................................................................................8
1.4 Il colore delle lamine saponate................................................................................................11
2. Bolle di sapone “simboliche”.........................................................................................................13
2.1 Le bolle nella pittura del '600 olandese...................................................................................13
2.2 Le bolle nella seconda metà del 1800: Manet e Daumier........................................................15
2.3 Le bolle da Millais alla pubblicità...........................................................................................16
2.4 Le bolle di sapone nella letteratura italiana.............................................................................17
- D'Annunzio: la bolla come similitudine.................................................................................17
- Calvino: Fumo, vento e bolle di sapone.................................................................................18
Conclusione........................................................................................................................................20
Bibliografia.........................................................................................................................................21
Discipline coinvolte e percorso argomentativo
Fisica Tensione superficiale, problema di Plateau e il colore nelle
lamine saponate.
Matematica La teoria delle superfici minime.
Storia dell'Arte Architettura: Otto Frei e le tensostrutture.
Pittura e comunicazione visiva: analisi del significato delle
bolle di sapone dalla scuola olandese in avanti, in particolare
nell'impressionista Manet (Ragazzo che soffia bolle di
sapone), nella litografia di Daumier (Les bulles de savon), in
Millais e nella pubblicità (Bubbles).
Analisi del significato delle bolle di sapone in un passo della
Letteratura italiana novella Fra' Lucerta di Gabriele D'Annunzio e in una parte
dell'opera Marcovaldo ovvero Le stagioni in città di Italo
Calvino.
1. Fisica, matematica e architettura (spiegazione delle principali proprietà fisiche e
matematiche delle bolle di sapone e la loro applicazione tecnica nelle tensostrutture
dell'architetto Otto Frei)
• Tensione superficiale.
• Introduzione alla teoria delle superfici minime e il problema di Plateau.
• Otto Frei: applicazione pratica delle superfici minime nell'architettura basata sulle
tensostrutture.
• Spiegazione del colore delle lamine saponate attraverso il fenomeno dell'interferenza.
2. Italiano e storia dell'arte (le bolle di sapone come soggetto artistico, letterario e legato alla
comunicazione)
• Le bolle di sapone come soggetto pittorico partendo dalla scuola olandese, analizzando i due
significati principali attribuiti a questo soggetto nella pittura (gioco e allegoria), citando Le
bolle di sapone di Manet e la litografia Les bulles de savon di Daumier.
• L'uso delle bolle di sapone nella pubblicità, analizzando il dipinto di Millais Bubbles
utilizzato per la pubblicità della “Pears”.
• Analisi del significato delle bolle nella letteratura, in particolare in una parte della novella
Fra' lucerta contenuta nella raccolta Terra vergine di Gabriele D'Annunzio e nell'episodio
Fumo, vento e bolle di sapone tratto da Marcovaldo ovvero Le stagioni in città di Italo
Calvino. 3
Introduzione
Tutti noi siamo abituati a pensare alle bolle di sapone come a un banale gioco per bambini: si soffia
su una lamina saponata e, come per magia, appaiono numerose meraviglie colorate pronte a
scoppiare da un momento all'altro.
Ciò che mi ha spinta a strutturare l'approfondimento pluridisciplinare attorno alle bolle di sapone è
stata la pura curiosità: guardavo mio fratello soffiare all'interno del cerchio attaccato al tappo del
tubetto di acqua saponata e mi chiedevo quali fossero le proprietà che permettevano la formazione
di queste effimere strutture sferiche. Così mi sono documentata in rete per scoprire come si crea una
bolla di sapone e mi sono stupita della complessità di questo fenomeno: non avrei mai immaginato
che dietro alla leggerezza e alla delicatezza delle bolle di sapone si nascondesse una struttura ben
più solida e articolata, in grado di trovare applicazioni tecniche anche nell'architettura moderna.
Ho scelto di affrontare l'argomento partendo dal puro fenomeno fisico e matematico con le relative
applicazioni tecniche, per approdare all'analisi del significato allegorico attribuito alle bolle di
sapone nel corso della storia. 4
1. Bolle di sapone “scientifiche” “Fate una bolla di sapone e osservatela:
potreste passare tutta la vita a studiarla”
Lord Kelvin
Cosa succede quando soffiamo su una lamina saponata per creare una bolla di sapone? Quando
facciamo una bolla di sapone fissiamo un determinato volume d'aria (quello che emettiamo) e il
liquido saponato lo circonda con una sfera, la quale non è altro che la soluzione a un problema di
superficie minima, perché è il solido in grado di contenere maggior volume avendo una superficie
esterna che sia la minima possibile.
Per spiegare meglio il motivo per il quale le bolle di sapone sono uno strumento utile per studiare
problemi di superfici minime occorre approfondire due fenomeni principali: la tensione superficiale
per quanto riguarda l'ambito fisico e la teoria delle superfici minime per quello matematico.
1.1 Tensione superficiale
Una bolla di sapone può formarsi grazie alla tensione superficiale che, assieme all'azione chimica
del sapone, determina l'elasticità del liquido.
Consideriamo un liquido la cui superficie sia in contatto con un gas, in questo caso l'acqua saponata
e l'aria. Dato che le molecole di un fluido esercitano tra di loro forze attrattive, quando una
molecola si avvicina alla superficie risente di una forza risultante che tende ad allontanarla da essa
perché dall'altra parte non ci sono molecole per attrarre il fluido nell'altra direzione. A ciò consegue
che deve essere effettuato un lavoro per portare una particella dall'interno della superficie
all'esterno.
Normalmente in natura i sistemi fisici tendono verso configurazioni di minima energia, quindi è
necessario che la bolla di sapone abbia la minor superficie possibile a parità di volume, cioè deve
avere forma sferica. Per questo la superficie dell'acqua saponata si comporta come se fosse elastica
e si contrae per resistere all'aumento della sua area.
L'eccessiva tensione superficiale dell'acqua determinerebbe un'esplosione quasi istantanea della
5
bolla, ma grazie alle qualità tensioattive del sapone, che agisce distanziando le molecole d'acqua e
diminuendo la tensione superficiale, le bolle generate dal liquido saponato godono di una superficie
più elastica e possono resistere più a lungo.
1.2 Teoria delle superfici minime e il problema di Plateau
Nel 1760 il matematico Lagrange introdusse il termine “superficie minima” per indicare una
superficie che rende stazionaria l'area rispetto a variazioni della superficie stessa. In termini
geometrici ciò equivale a dire che una superficie minima è una superficie che presenta curvatura
media nulla in ogni suo punto.
La curvatura media H della superficie S in un suo punto P è definita come la media aritmetica delle
curvature principali in quel punto. Le curvature principali H e H corrispondono alla curvatura
1 2
maggiore e a quella minore, pertanto i raggi di curvatura principali R e R possono essere definiti
1 2
come: R = 1/H e R = 1/H
1 1 2 2 .
Nell'equazione di Laplace-Young si indica la differenza di pressione P attraverso la superficie che
separa due fluidi a contatto, dove T è una costante che dipende dai due fluidi.
P=(1/2)T(H +H )
1 2
Se si definisce curvatura media della superficie la quantità H=(1/2)( H +H ), l'equazione diventa:
1 2
P=TH
Da quest'equazione si capisce la condizione geometrica che esprime la situazione di equilibrio:
affinché un fluido a contatto con l'aria sia in equilibrio è necessario che la quantità H=(1/2)( H +H )
1 2
6
sia costante.
Lagrange aveva ottenuto l'equazione che caratterizza le superfici di area minima:
H +H =0
1 2
Dato che H è la somma di H e H , H può essere nulla o perché entrambe le curvature sono nulle
1 2
(nel caso del piano) o perché H =-H cioè le due curvature sono opposte.
1 2,
Il fisico belga Plateau (1801-1883) fu il primo a condurre esperimenti con le lamine di sapone e nel
1873 elaborò la moderna teoria delle superfici minime, definendole come “quelle superfici che
minimizzano l'area della superficie rispetto a qualche proprietà”. Considerando una bolla di sapone
l'area si minimizza rispetto al volume d'aria contenuto. Plateau per condurre esperimenti sulle
lamine saponate elaborò una particolare soluzione di sapone, acqua e glicerina, con la quale
generava pellicole che potevano resistere anche per 18 ore, permettendogli così di studiarle più a
lungo. Due esempi di figure di equilibrio di cui si occupò Plateau sono la catenoide (che è una
superficie di rotazione ottenuta facendo ruotare attorno a un asse verticale z in un riferimento
cartesiano xyz una particolare curva piana, detta catenaria) e l'elicoide (che corrisponde al modello
di numerose scale all'interno di palazzi di varie epoche). Illustrazione 2: Elicoide
Illustrazione 1: Catenoide
In particolare Plateau scopre che le catenoidi che si possono ottenere sono due, una con curvatura
maggiore e una con curvatura minore, ma solo una risolve il problema dell'area minima. Infatti
quella più incurvata ha un'area maggiore e, pur essendo una superficie minima, non è stabile e non
può essere ottenuta mediante lamina saponata.
Durante i suoi esperimenti Plateau riusciva sempre ad ottenere una lamina saponata immergendo un
telaietto di ferro di varie forme e dimensioni nella soluzione da lui ideata e da questo dedusse che le
7
soluzioni che fino ad allora aveva ottenuto erano solo una minima parte delle superfici minime
realmente esistenti, di cui bisognava trovare le espressioni matematiche.
Il problema di Plateau, cioè quello di trovare la superficie di area minima avente come bordo un
qualsiasi numero di curve chiuse nello spazio, aprì la strada per lo studio di quelle funzioni di cui
risulta difficile, se non impossibile, trovare una soluzione al problema di massimo o di minimo.
Infatti le scoperte di Plateau suggerirono che, riproducendo in un sistema fisico le condizioni
matematiche della funzione, si poteva risolvere il problema per via sperimentale, studiando il
comportamento del sistema ottenuto.
1.3 Superfici minime in architettura: Otto Frei
“...una pellicola di sapone può materializzare
in un istante tutto il risultato dei nostri calcoli,
il nostro intero sistema di curve.”
D'Arcy W. Thompson
Otto Frei è un famoso architetto e costruttore tedesco nato nel 1925. Si avvicinò alla
sperimentazione dei materiali da costruzione dopo la prigionia in Francia durante la seconda guerra