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Sintesi
Italiano: Luigi Pirandello (Uno nessuno e centomila);

Inglese: Oscar Wilde (Picture of Dorian Gray);

Greco: Giasone, eroe/antieroe;

Arte: Edvard Munch (L'urlo).
Estratto del documento

The Picture of

Dorian Gray

The Picture Of Dorian Gray, was written by Oscar Wilde, in

1891. Oscar Wilde was born in Dublin in 1854. After attending

Trinity College, he was sent to Oxford where he gained a first class

degree in Classics. He became a disciple of Walter Pater,

the theorist of Aestheticism in England.After graduating,

he left Oxford and settled London where he soon became a celebrity.

Wilde's literary talentwas revealed by a series

The Canterville Ghost, Lord Arthur Savile's Crime, The

of short stories,

Happy Prince and Other Tales, The Picture of

Dorian Gray.In the late 1890s, he produced a series of plays

Lady Windermere's Fan, A

which were successfulon the London stage:

Woman of No Importance, The Importance of Being

Ernest. th

The novel is set in London at the end of the 19 century. The

protagonist is Dorian Gray, a young man whose beauty fascinates a

painter, Basil Hallward, who paints his portrait. While the young

man's desires are satisfied, including that of eternal youth, the signs

of age, experience and vice appear on the portrait. Dorian lives

only for pleasure, making use of everybody and letting people die

because of his insensitivity. When the painter sees the corrupted

image of the portait, Dorian kills him. Later Dorian wants to free

himself of the portrait, witness to his spiritual corruption, and stabs

it, but he misteriously kills himself. At the very moment of death

the picture returns to its original purity, and Dorian's face

becomes “withered,wrinkled and loathsome”.

This story is profoundly allegorical; it is a 19th-century

version of the mith of Faust the story of a man who sells

his soul to the devil so that all his desires might be satisfied.

This soul becomes the picture, which records the sign on experience,

the corruption, the horror and the sins concealed under the mask

of Dorian's timeless beauty.

Wilde plays on the Renaissence idea of the correspondence between

the physical and spiritual realms: beautiful people are immoral

people. His variation on this theme is in his use of the magical

portrait. The picture is not an autonomous self: it stands for the

dark side of Dorian's personality, his double, which he tries to forget

by locking it in a room.

The moral of this novel is that every excess must be punished and

reality cannot be escaped; when Dorian destroys the picture, he

cannot avoid the punishment for all his sins, that is, death.

The horrible, corrupting picture could be seen as a symbol of the

immorality and bad coscience of the Victorian middle class, while

Dorian and his pure, innocent appearance are symbols of burgeois

hipocrisy. Finally the picture, restored to its orignal beauty,

illustrates Wilde's theories of art: art survives people, art is eternal.

L'urlo

(E. Munch)

Autore:

Edvard Munch (1863-1944)

Opera:

Il Grido

Data di esecuzione:

1893

Tecnica:

Tempera su tavola

Dimensione:

91x73,5

Collocazione:

Oslo, Norvegia

Museo Comunale d’arte << Sentii un urlo attraversare

la natura: mi sembrò quasi di udirlo.

Dipinsi le nuvole come sangue vero

I colori stavano urlando >>

Analisi Iconografica

La tavola raffigura un ponte che

attraversa, in diagonale da sinistra a

destra, i due terzi inferiori dello spazio.

Una figura vestita di scuro è dipinta in

primo piano, quasi nel mezzo. Due

piccole figure maschili si scorgono sul

ponte in alto, dove la diagonale si

distacca dal margine sinistro. A destra

della diagonale vi è un paesaggio

collinare cupo in cui si inserisce un lago

o un braccio di mare chiaro; sopra, un

cielo formato da strisce ondulate di

colore. Il ponte è trattato con un fascio di

linee rette di colore che hanno origine

nell'angolo a sinistra e si aprono tutte

sulla base. Il resto della superficie è

trattato con colori ordinati in curve.Tutte

le linee sembrano convergere verso il

centro del dipinto, la testa urlante, gli

occhi fissi e guance incavate ricordano

un teschio.

Analisi formale

La composizione

• La composizione è semplice. Sotto

la fascia del cielo, i rilievi collinari

sono idealmente definiti da due

parallele; quella inferiore, corre

sulla riva piu lontana dello

specchio d'acqua. Un segmento

tracciato dall'estremità destra di

quella linea delimita la riva piu

vicina e raggiunge, a circa metà

altezza, il rettangolo verticale in

cui sono inseribili le due piccole

figure maschili. Il corpo della

figura in primo piano è definito da

curve che si stagliano contro le

rette del ponte e, nella testa chiara,

contro il paesaggio cupo. La

prospettiva,schematica, rotta sulla

destra, assimila rette ed angoli alle

linee curve.

Il colore

• La differenza di trattamento tra una

parte e l'altra del quadro, da un senso di

acuto disagio. Gli impasti cromatici

crudi e violenti si svolgono secondo

contrapposizioni equivalenti: a

sinistra,zona dai segni rettilinei

dominano i gialli con i rossi, a destra,

zona del segno curvo, gli azzurri e i

neri con i rossi. Il realismo di fondo del

disegno è smentito dall'uso dei colori,

ossessivo e irreale. Fra tonalità chiare e

scure non c'è armonia, ma violenta

contrapposizione. Le fasce ondulate di

colori caldi del cielo caricano

“tensione” come una cappa di fuoco di

andamento orizzontale. I toni caldi

come il rosso, l'arancio e il giallo sono

qui contrapposti a quelli freddi come il

verde e il blu. Vi è un'associazione di

colori complementari (rosso-verde;

azzurro-arancio) che mette in risalto i

colori cromatici ottenendo un forte

effetto espressivo. Quest'uso del colore

fu ripreso dagli espressionisti che

mirarono a creare, attraverso la

violenza cromatica, composizioni di

forte valenza espressiva (i Fauves). I

colori caldi conferiscono un maggiore

peso alla composizione nella parte

superiore equilibrando il peso degli

elementi compositivi concentrati in

basso.

Le linee di forza

• Le linee curve si contrappongono in modo

evidente alle linee diagonali che che

raffigurano il ponte e che spezzano con la

loro geometricità l'andamento curvilineo,

quasi magmatico, dello sfondo. Le linee

del cielo, come quelle dello spazio

sottostante, si ripetono nello stesso

andamento con la figura in primo piano,

mentre le due figure piu lontane ripetono

ritmicamente le linee verticali dei sostegni

della ringhiera del ponte. Ne emerge che il

personaggio in primo piano è associato al

cielo e al paesaggio, quasi volesse essere

un tutt'uno con il dolore cosmico espresso

da questi elementi, mentre le due figure

voltate di spalle che percorrono il

ponte,fanno parte della dimensione

concreta della realtà, indifferente al dolore

del mondo. Le linee diagonali del ponte

convergono verso le figure dello sfondo.

Le linee di forza che appartengono alla

figura partono dal basso della figura stessa

per convergere nelle mani quasi a voler

comprimere la testa nella zona temporale.

Tali linee contribuiscono ad alimentare il

senso di tensione emotiva.Sullo sfondo,

quattro linee verticali appena

accennate,che rappresentano i pennoni di

due imbarcazioni, evocano la sagoma di

quattro croci e si ricollegano idealmente

alle linee verticali dei due personaggi sul

ponte.

Lettura Iconologica

Non c'è migliore spiegazione del quadro di quella fornita dal suo stesso

autore:

<<Camminavo per strada con due amici. Il sole era al tramonto e cominciavo

a sentirmi avvolto da un senso di malinconia. A un tratto il ciclo si fece rosso

sangue. Mi fermai, appoggian-domi a una staccionata, stanco morto, e fissai

le nubi infiammate che gravavano, come sangue e spada, sul fiordo nero-

bluastro e sulla città. I miei amici continuaro-no a camminare. Io rimasi

inchiodato in piedi, tremante di paura e udii un grido forte e infinito

trafiggere la natura>>.

Il soggetto del quadro, come è indicato dal titolo, è l’urlo.

Il suono acuto, lacerante che si sente all’improvviso e rappresenta

in senso generale l’espressione dell’angoscia, del dolore e della

paura. L'urlo parte dalla bocca spalancata della figura in primo

piano e per la sua forza prorompente gli distorce la faccia che

diventa un teschio, il corpo, privo di consistenza, diventa un'ombra

ondeggiante (come un'ectoplasma). Uscendo da lui l’urlo stravolge

il personaggio e sembra portargli via anche la sua consistenza

concreta, lo lascia ridotto a una larva inconsistente. Proseguendo

il suo percorso, l’urlo trascina via tutto, come una corrente

gigantesca: trascina il paesaggio, risucchia il mare, il cielo, tutto

l'universo in un gorgo che poi rifluisce e finisce di nuovo in questa

bocca.

La bocca da cui fuoriesce l’urlo, è nera e ovale, prima genera e

poi raccoglie l’urlo. Tutta la scena è la metafora della

disperazione e della morte che nasce nell’individuo, esce,

travolge, spazza via tutto, poi torna nell’individuo distruggendolo.

La figura in primo piano, terrorizzata, disperata, si comprime la

testa con le mani per far uscire l’urlo e la vita stessa: esprime la

solitudine, l’isolamento della sua individualità, il dramma

collettivo dell'incomunicabilità dell'umanità intera.

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