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Italiano: Luigi Pirandello (Uno, nessuno, centomila)
Filosofia: Arthur Schopenhauer (il velo di maya)
Storia: Giovanni Giolitti
Storia dell’arte: Pablo Picasso (Les demoiselles d'Avignon)
Scienze della Terra: l'eclisse
Ernest in
fact is
pronounce
The d in the
Importanc same way
e of Being as Earnest
Earnest is that means
a theatre honest. The
comedy problem is
based on that the
the double characters
meaning of the play
of the are
name everything
Ernest. . but
THE PLOT
John Worthing, the protagonist, When Jack proproses to Gwendolen,
even known as Jack, is an orphan Lady Bracknell, her mother, forbids
who was found by a really rich the marriage on the grounds that
man. He became a successful Jack is a foundling. Meanwhile,
businessman and he is currently Algernon discovers that Ernest is Jack
the guardian of his stepfather's and also that he has a ward, Cecily.
Under the name of Ernest, he goes to
granddaughter , Miss Cecily Jack’s country house to meet her. The
Cardew. He has a big house in the two immediately fall in love. Cecily
country where he lives with Cecily found him irresistible because his
and a lot of domestics. He name Ernest. They are soon joined by
originally invented his brother Gwendolen, then by Jack, and finally
Ernest because he wanted to be by Lady Bracknell. There follow a
free to go in the city as often as series of comic misunderstandings
he liked so he could evade from and extraordinary coincidences. In
reality. As Ernest, jack is in love the end Jack (who was left in a hang-
with Gwendolen Moncrief, the bag at Victoria Station by his absent-
cousin of Algernon another idle minded governess), discovers that he
man (and Ernest friend) who, in is Algernon’s brother, and that his
turn, has invented an invalid name is Ernest as he always
friend, Bumbury, as an excuse to
importance of being ea
pretended.
evade his duties in London.
Italiano ...
Luigi Pirandello (Agrigento
1867. Ricevevette il premio
Nobel nel 1934. Ammalatosi di
polmonite morì nel 1936.
‘’La vita è un
enorme
pupazzata’’ ... luigi pirandello
La maschera e Pirandello
Pirandello rappresentò sulle scene l'incapacità dell'uomo di identificarsi
con la propria personalità, il dramma della ricerca di una verità al di là
delle convenzioni e delle apparenze. Al centro della concezione
pirandelliana c’è il contrasto tra apparenza e sostanza. Ciascuno vede
la realtà secondo le proprie idee e i propri sentimenti, in un modo
diverso da quello degli altri: a fronte della realtà esterna che si
presenta una e immutabile, abbiamo le centomila realtà interne di
ciascun personaggi, per cui la vera realtà è nessuna. L'uomo però deve
adeguarsi ad una legge imposta dalla società, egli si costruisce quindi
una maschera. Siccome il personaggio non ha nessuna possibilità di
mutare la propria maschera si verifica la disintegrazione fisica e
spirituale dei personaggi che si può riassumere nella teoria della
triplicità esistenziale: come il
come il come il personaggio
personaggio personaggio crede di
vede se è visto dagli essere visto
stesso altri dagli altri
Uno, nessuno, centomila
Trama :
Vitangelo Moscarda, è una persona ordinaria, che ha
ereditato da giovane la banca del padre e vive di rendita
affidando a due fidi collaboratori la gestione dell'impresa.
Un giorno, in seguito alla rivelazione da parte della
moglie di un suo difetto fisico (il naso leggermente
storto), inizia a scoprire che le persone intorno a lui
hanno un'immagine della sua persona completamente
diversa da quella che lui ha di sé. È la consapevolezza di
essere presente nelle persone intorno a lui in centomila
forme differenti che accende il desiderio di distruggere
queste forme a lui estranee, con l'obiettivo di scoprire il
vero sé stesso. Inizia, quindi, ad agire con il fine di
strappare queste immagini sbagliate di sé. Il protagonista
arriverà alla follia, che non è considerata in modo
negativo, ma è considerata come un momento in cui,
l’uomo riesce a vedere il mondo con "altri occhi", perché
finalmente libero dalle regole consuete. L'opera finisce
con la presentazione della "vera vita", finalmente libera
dalle costrizioni, capace di rinascere in ogni attimo.
Vitangelo Moscarda conclude che per uscire dalla prigione
in cui la vita rinchiude, non basta cambiare nome, ma
bisogna rifiutare ogni nome, inteso come la
rappresentazione della forma di una cosa, la sua parte
statica. Dunque, l'unico modo per vivere in ogni istante è
vivere attimo per attimo la vita, rinascendo
continuamente in modo diverso.
Uno, nessuno, centomila
Analisi :
La frammentazione dell’io è il tema
principale dell’opera. In questo romanzo
viene introdotto un nuovo personaggio: "il
forestiere della vita", colui che ha capito il
gioco e che perciò si isola, rifiutando di
assumere la sua parte, ed osservando gli
uomini imprigionati dalla "trappola" con un
atteggiamento umoristico. Qui Vitangelo
Moscarda rifiuta le centomila forme che gli
altri arbitrariamente gli attribui scono,
preferisce annullarsi come persona, vivere
senza alcuna coscienza di essere, come una
pianta o una pietra, decidendo così di
staccarsi dal proprio "fantoccio vivente’’.
Inoltre nel testo è condotta alle estreme
conseguenze la tesi dell’inconsistenza e
dell’illusorietà dell’identità individuale in
quanto nessuna forma è in grado di
adeguarsi alla infinitamente complessa e
multipla realtà della vita. Filosofia...
“Verso la fine della vita
avviene come verso la
fine di un ballo
mascherato, quando
tutti si tolgono la
maschera. Allora si vede
chi erano veramente
coloro coi quali si è
venuti in contatto
durante la vita.’’
...schopenhauer
Pensiero
• Il punto di partenza della filosofia di
schopenhauer è la distinzione tra fenomeno e
noumeno ovvero tra ‘’cosa così come appare’’
per Kant
e ‘’cosa in sé’’. il noumeno è un
il fenomeno è la concetto-limite che
realtà, unica realtà ricorda all’uomo i limiti
accessibile alla della conoscenza
mente umana per
Schopenhauer
il fenomeno è parvenza, il noumeno è quella realtà
illusione e sogno ciò che che si nasconde dietro
nell’antica sapienza indiana l’ingannevole trama del
veniva definito come il fenomeno.
velo di maya
Il fenomeno è una rappresentazione che esiste solo
dentro la coscienza (Il mondo è la mia
rappresentazione) ed ha due aspetti essenziali e
inscindibili la cui distinzione costituisce la forma
generale della conoscenza:
il soggetto l’oggetto
rappresentante rappresentato
esistono solo all’interno della
rappresentazione e sono
dipendenti tra loro. Sono
come le facce di una stessa
medaglia.
Schopenhauer si vanta di
aver trovato quella via
d’accesso al noumeno in
modo di lacerare il ‘’Velo di
Maya’’ e trovare il ‘’Filo
d’Arianna’’ grazie alla
‘‘ Il mondo come volontà e rappresentazione’’
La volontà di vivere è quel impulso che ci spinge a esistere e ad agire e il nostro stesso corpo non è che la manifestazione
esteriore delle nostre brame interiore mentre il mondo intero non è altro che il modo in cui si manifesta la volontà. La volontà
di vivere poi non è solo la radice noumenica dell’uomo ma l’essenza segreta di tutte le cose, ossia la cosa in sé dell’universo.
inconscia
è : non riguarda solo le
In quanto‘’al di creature dotate di coscienza, ma riguarda
là’’del fenomeno, tutto il mondo animato e inanimato;
la volontà unica
è : si colloca al di là
presenta caratteri della categoria del tempo e
contrapposti a dello spazio
quelli del mondo
della eterna
è : è oltre il tempo
rappresentazione: incausata e senza scopo
è : non ha
né una causa né un fine, è oltre la
causalità. Si manifesta quindi come una
forza cieca e libera
...Giovanni
Giolitti
Giovanni Giolitti (27 ottobre 1842 – 17 luglio
1928) è stato un politico italiano, più volte
presidente del Consiglio dei ministri.
Il periodo storico durante il quale esercitò la sua
guida politica sull'Italia è oggi definito età
giolittiana. Sebbene la sua azione di governo sia
stata oggetto di critica da parte di alcuni suoi
contemporanei, come ad esempio Gaetano
Salvemini che lo definì "ministro della malavita",
Giolitti fu uno dei politici liberali più
efficacemente impegnati nell'estensione della
base democratica del giovane Stato unitario, e
nella modernizzazione economica, industriale e
politico-culturale della società italiana a cavallo
fra Ottocento e Novecento. Giolitti volle un
programma opposto a Crispi, cioè privo di
grandi ambizioni (al contrario del governo forte
Storia... e dell’impresa d'Africa) e mirante ai problemi
della politica interna (politica di ordinaria
a politica del doppio volto
L'azione di Giolitti fu
caratterizzata da una
grande contraddizione,
per questo il suo modo di
far politica venne definito
del “doppio volto”:
• aperto e democratico
nell'affrontare i problemi
del Nord;
• Corrotto e senza scrupoli
verso i problemi del Sud.
er quanto riguarda il nord...
Non impedì gli scioperi ma
fece in modo che si
svolgessero sotto il controllo
dell’autorità promosse
numerose riforme in campo
sociale: venne riconosciuta
sostanzialmente la validità
degli scioperi per motivi
economici, venne
regolamentato il lavoro
femminile e minorile, fu resa
obbligatoria l’assicurazione istituì l’ispettorato del
contro gli infortuni sul lavoro , lavoro e nel 1912
regolamentò la sanità introdusse il suffragio
pubblica,ricostruì la Cassa universale maschile.
...mentre al sud
si serviva dei prefetti per reprimere
duramente le rivolte contadine. Nel
meridione credeva fosse giusto mantenere
il pugno duro, senza stabilire una linea di
dialogo. Venne accusato di aver esercitato
pressioni politiche, di aver ottenuto voti
grazie alla sua politica disinvolta e all’aiuto
della malavita.
Salvemini tracciò un quadro assai fosco
della politica dello statista piemontese e
affermò che “nessuno più di lui è stato così
brutale, così cinico , così spregiudicato
come lui nel fondare la propria potenza
politica sull’asservimento, sul
pervertimento, sul disprezzo del Mancante di una classe
Mezzogiorno d’Italia; nessuno ha fatto un
imprenditoriale, il Sud rimase
uso più sfacciato, nelle elezioni del
agricolo e l’unica valvola di sfogo
Mezzogiorno, di ogni sorta di violenze e di
fu l’emigrazione verso l’America
reati”. che spostò le tensioni sociali
Storia
dell’arte...
Pablo Picasso fu un
pittore spagnolo di fama
mondiale considerato
uno dei maestri della
pittura del XX secolo.
Maggior del cubismo. ...Pablo
picasso
La sua carriera artistica si può
dividere in 4 periodi: il periodo
Vita blu, il periodo rosa, il periodo
cubista e negroide e il
successivo periodo del
: cubismo sintetico. Nell'estate
del 1906, durante una
vacanza in Spagna, Picasso
entrò in una nuova forma
artistica segnata dall'influenza
dell'arte classica, iberica e
africana. Nel 1908, Picasso e
George Braque dipinsero
paesaggi in uno stile descritto
dai critici come composto di
piccoli cubi: da cui il termine
The demoiselles d’Avignon
Picasso ebbe un periodo in cui la sua
produzione artistica risultò
influenzata dall'arte africana (1907-
1909); se ne considera l'inizio il
quadro Les demoiselles d'Avignon
Autore: Pablo Picasso
Titolo dell’opera: Les demoiselles d’Avignon
Periodo di esecuzione: 1907
Soggetto: cinque nudi femminili e una natura morta
Collocazione attuale: New York, Museum of Modern Art
Dimensioni: 244x233 cm
analisi che rappresenta. Tra i colori dello
sfondo e quelli delle donne si nota un
certo contrasto cromatico: le tonalità
vanno dal rosa al giallo, dal bianco al
rosso, mentre lo sfondo tocca le
tonalità dell'azzurro e del grigio
passando per il marrone.
Le forme bi-tridimensionali sono
articolate in modo da distribuire i pesi
visivi quasi casualmente, senza un
ordine prestabilito. I corpi infatti sono
molto stilizzati, il giro vita appare
rispetto
sproporzionatamente sottile,
ai fianchi e alle spalle, che sono larghi.
Nella realizzazione delle figure centrali Una natura morta arricchisce il
Picasso ricorda la scultura iberica, quadro; vengono infatti ritratti alcuni
mentre nelle due figure di destra si ha frutti
l'influsso delle maschere africane. Le
singole figure si presentano con un
aspetto che sembra ignorare qualsiasi Lo spazio è indefinito e chiuso, in
legge anatomica. Tutto ciò è la quanto
premessa che Picasso tiene conto non lo sfondo si frantuma in tante schegge