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Sintesi
Introduzione Fotografia e Realismo - Tesina


Questa tesina prende in esame la fotografia come mezzo che rappresenta la realtà. L’invenzione della macchina fotografica costituisce la realizzazione di un sogno antico che era stato invano perseguito dagli artisti di tutti i tempi. Le prime ricerche su questa nuova tecnica incominciarono verso la fine del XVIII secolo, quando il progresso scientifico consentì la messa a punto delle prime camere ottiche, ma comparse ufficialmente quando Louis J.M. Daguerre comunicò all’Accademia delle Scienze che egli aveva perfezionato e denominato “degherrotipo” un procedimento che consisteva nell’impressionare con la luce di una camera ottica una lastra di rame argentata, precedentemente trattata con vapori di iodio.
Inizialmente la fotografia non ebbe rapporti facili con la pittura, poiché sviluppò soprattutto il genere della ritrattistica e sottrasse occasioni di lavoro ai pittori fornendo prodotti più accessibili ed economici. Tuttavia gli artisti cominciarono a tener conto delle possibilità offerte dal nuovo mezzo, utilizzandolo per ritrarre soggetti da inserire poi in composizioni più complesse ed ampie con un risparmio rispetto alla presenza continua di modelli umani.
I rapporti tra pittura e fotografia, nonostante le prese di distanza da parte dei pittori, presto si fortificarono dopo che nel 1860 con la fotografia istantanea si ebbe la possibilità di fissare i momenti successivi al movimento ad esempio un cavallo in corsa o atleta durante un’acrobazia; ci volle parecchio tempo, però, affinchè i pittori riconoscessero dignità al nuovo mezzo che intanto documentava vari aspetti della realtà come paesaggi, vedute urbane, campi di battaglia, ritratti di personaggi importanti e così via. Quasi parallelamente alla nascita della fotografia, verso il XIX secolo, è possibile collocare storicamente il movimento artistico del “Realismo”. In senso generico questo indica la qualità del modo reale nella rappresentazione artistica. Si afferma soprattutto in Francia con Courbet che definisce la poetica realista in un opuscolo scritto per l’Esposizione Universale di Parigi. La tesina di maturità inoltre permette anche di effettuare vari collegamenti con altre discipline.

Collegamenti

Fotografia e Realismo


Italiano - Giovanni Verga.
Storia - Seconda Rivoluzione industriale.
Storia dell'arte -Realismo.
Inglese - British realism.
Estratto del documento

G.Courbet

“Lo spaccapietre” 1849

“Signorine in riva

alla Senna” 1857 Millet

“L’ Angelus” 1858 Seconda rivoluzione

industriale

« La fine del XIX secolo è un periodo che corona un secolo di prodigiosi sforzi scientifici ed economici,

una nuova era di cui gli scienziati e i filosofi profetizzano la grandezza , nella quale la realtà supererà i

»

preparatori dell’Esposizione universale del 1900)

nostri sogni e fantasie (Atti

Nella seconda metà dell’Ottocento l’Europa occidentale estese la propria presenza nel mondo. Il suo

prestigio si fondava sulla superiorità nel campo scientifico e tecnologico e sulla potenza industriale e

capitalistica, rafforzato successivamente dalla scoperta di nuove fonti di energia e dall’utilizzo di nuovi

sistemi di comunicazione e trasporto. A questo processo di sviluppo industriale, che si protrasse fino agli

inizi del Novecento e che interessò altri stati del mondo come gli USA ed il Giappone, viene dato il nome

di Seconda Rivoluzione Industriale.

In generale, si parla di un processo di trasformazione economica che porta ad un sistema industriale ca-

ratterizzato dall’uso di macchine azionate da energia meccanica, dall’utilizzo di nuove fonti energetiche

per il potenziamento della forza lavoro operaia e della diffusione della fabbrica come principale luogo

incre-

di produzione nel quale si concentrano i mezzi di produzione. A questo, ne consegue un notevole

mento quantitativo e qualitativo.

Nasce così la figura del capitalista industriale, imprenditore proprietario della fabbrica e dei

• mezzi di produzione, che mira ad incrementare il profitto della propria attività favorendo di

conseguenza la nascita della classe operaia che riceve, in cambio del proprio lavoro, un salario.

La seconda rivoluzione industriale si sviluppa con l’introduzione dell’acciaio, l’utilizzo dell’energia, dei

prodotti chimici e del petrolio. Gli effetti della Seconda rivoluzione industriale furono più rapidi rispetto

a quelli della prima ed ottenne risultati più prestigiosi che determinarono una trasformazione rivoluzio-

naria nella vita e nelle prospettive dell’uomo. Le innovazioni tecnologiche che caratterizzano la seconda

rivoluzione industriale, non furono frutto di scoperte occasionali ed individuali, bensì di ricerche specia-

lizzate in laboratori scientifici e nelle università finanziate dagli imprenditori e dai governi nazionali per

il miglioramento dell’apparato produttivo.

Nel campo elettrico, soprattutto in italia, fu costruita la centrale termoelettrica a carbone per

• opera di Galileo Ferrari che favorì lo sfruttamento dei corsi d’acqua per la produzione di energia

elettrica. Qui lo sviluppo fu più lento ed ebbe incremento solo dopo il 1870, quando si produs-

sero i primi generatori, la dinamo e il motore elettrico. I progressi in questo campo permisero la

diffusione della rete elettrica ad uso civile per l’illuminazione nelle case e nei luoghi di

graduale lavoro.

Nel campo chimico invece in brevissimo tempo furono scoperti prodotti come fertilizzanti, colo-

• ranti sintetici, ammoniaca, dinamite, soda e prodotti farmaceutici quali disinfettanti ed analgesici.

Nel 1826 nacque la fotografia, sempre grazie alle scoperte della chimica, dapprima in bianco e

• nero e poi a colori nel 1867 e da essa si passò alla pellicola cinematografica nel 1895 quando i

fratelli Lumiere proiettarono il loro primo film. La fotografia fece la sua comparsa ufficiale nel

1838, quando J.M. Daguerre comunicò all’accademia delle scienze che aveva perfezionato e de-

nominato “dagerrotipo”, un procedimento che consentiva di fissare un immagine proiettata nella

camera oscura, sopra una lastra d’argento.

Numerose scoperte vennero fatte anche nel campo medico-scientifico e consentirono progres-

• si nel campo della chirurgia e in generale delle condizioni igienico-sanitarie negli ospedali

e nella vita quotidiana delle famiglie. Fu scoperta l’anestesia a base di etere e cloroformio e

l’applicazione dei raggi X per le diagnosi interne abbattendo l’alto tasso di mortalità infantile

e innalzando notevolmente l’età media della popolazione e le aspettative di vita delle persone.

I trasporti divennero molto più sviluppati e complessi. L’enorme sviluppo del trasporto fer-

• roviario rivoluzionò in breve tempo i commerci e la possibilità di movimento delle popola-

zioni interessate. Si ebbe la costruzione delle prime metropolitane, fra le quali quelle di Lon-

dra e Parigi, che permetteva di spostarsi facilmente all’interno delle aree urbane, enormemente

accresciutesi già dopo la prima rivoluzione industriale.

Nel 1883 l’ingegnere tedesco Gottlieb Daimler brevettò il primo motore a benzina efficiente.

• Pochi anni dopo, apparve la prima vettura a benzina. L’invenzione dell’automobile si rivelerà

di straordinaria importanza, con effetti rivoluzionari sulle abitudini e lo stile di vita dei paesi

industrializzati.

Anche le comunicazioni si fecero più veloci e intense. La scoperta dell’elettromagnetismo con

• l’invenzione del telegrafo prima e del telefono poi, permisero le prime comunicazioni inter-

continentali. Attorno agli anni quaranta del XIX secolo si svilupperà rapidamente in tutto

il mondo il telegrafo elettrico Morse. Sarà soprattutto la successiva invenzione del telefo-

no (1860) e la sua diffusione su larga scala che porteranno ad una vera rivoluzione nel campo

delle comunicazioni, imprimendo in poco tempo uno sviluppo totalmente nuovo nelle interre-

lazioni sociali e commerciali tra gruppi e individui.

Milioni di persone si trovarono a vivere e lavorare in enormi centri industriali dove le condizioni di

vita erano discutibili, la maggior parte degli stabilimenti era male areata e male illuminata, il lavoro

era spesso pericoloso, gli orari gravosi ed i salari molto scarsi. Peggio di tutti stavano le donne ed i

bambini, costretti a lavorare in condizioni pressoché di schiavitù.

Le città industriali vennero in pochi anni circondate da enormi periferie sub-urbane, tetre e malsane,

specialmente nel periodo anteriore alle scoperte medico-scientifiche. La rapida diffusione di questi

centri ne rese impossibile la pianificazione, l’igiene era pressoché sconosciuta e la sovrappopolazio-

ne favoriva sempre più la criminalità e le malattie. Solo negli ultimi decenni del XIX secolo le ammi-

nistrazioni delle grandi città iniziarono a pianificare interventi di ristrutturazione urbanistica su larga

scala. Anche il sistema finanziario, che era alla base dello sviluppo industriale, andò modificandosi:

• di poche grandi società a danno delle aziende

fabbriche e capitali si concentravano nelle mani

più piccole e più deboli dando così origine ai primi monopoli. I principi della libera concor-

renza si alterano con la formazione di nuove forme di coalizione e concentrazione industriale

cartelli,

e commerciale come quelle dei associazioni di imprese che producono beni simili,

che assegnano zone di smercio ai singoli imprenditori per contrastare la concorrenza sgradita.

trusts

Quando le coalizioni assumono la forma di fusioni tra industrie nascono i con lo scopo

di ridurre i costi di produzione, eliminare la concorrenza e realizzare migliori profitti agen-

do in regime di monopolio. Forma più aggressiva per contrastare la concorrenza straniera fu

dumping,

quella del vendita a prezzi maggiorati di beni sul mercato interno per compensare i

prezzi inferiori a quelli di costo praticati su i mercati esteri.

La legge emanata nel 1834, aboliva la “carità legale”, proibiva l’aiuto a domicilio e costringe-

• workhouse

va i poveri nelle nuove (case di lavoro), nuove versioni degli ospedali generali con

il medesimo rigido regime del passato di costrizioni e di privazioni, nonché di separazione se-

condo il sesso e l’età. Autore di questa politica fu Sir Edwin Chadwick (1800-1890).

Il 28 settembre 1864 nacque a Londra per iniziativa di Marx la prima Associazione internazio-

• nale dei lavoratori dove confluirono varie componenti del movimento operaio caratterizzato

da una eterogeneità di ideologie corrispondenti alle diversità del proletariato operaio costituito

da una classe operaia impiegata nella fabbrica, ormai ben strutturata, da lavoratori ancora a

metà tra l’artigianato e l’operaio industrializzato. Marx tentò di conciliare queste diversità di

posizioni indirizzandole su alcuni punti irrinunciabili quali l’autoemancipazione dei lavoratori,

il coordinamento internazionale degli operai, la conquista del potere politico ad opera dei pro-

letari. E. Hopper

E. Hopper was born in 1882 in Nyack on the Hudson River. In 1906 he moved to Paris

where he drew and painted city scenes. From 1908 he settled in New York where he

lived by commercial art and painted in his free time. No artist has painted a more revea-

ling portrait of 20th century America with a deep attachment to its everyday world.

“Nighthawks” 1942, now at

“The Art Istitute of Chicago” L. Freud

L. Freud was born in Berlin in 1922. He became a naturalized British subject in 1939.

During the 1930s he studied drawing and painting and gained a wide knowledge of En-

glish painting throught visits to art galleries. After the war, he began to paint and became

one of the most artist of his generation for his minute study of the human psyche throught

the plasticity of man’s face and body.

“Interior in Peddington” 1951,

The Trustees of National Museums and Galleries on Merseyside

A. Wyeth

A. Wyeth was born in Chadd Ford, in Pennsylvania, in 1917. He had his first-one show

when he was only twenty and achieved immediate success for his depictions of the ru-

ral people and landscapes of Pennsylvania and Maine. In 1939 Wyeth came to know a

brother and sister called Olson, on a remote farm in Maine where he spent the summer

painting region and portraits of Christina Olson until here death. His latest works include

240 studies of a woman named Helga.

“Christina’s Wolrd” 1948 ,

Museum of Modern Art Giovanni Verga

“Vita dei campi”

L’opera che segna il definitivo approdo di Verga al verismo è la raccolta di novelle “Vita dei campi”. La

raccolta fu pubblicata nel 1880 e comprende le novelle “La lupa” e “Fantasticheria”. Il tema principale

della raccolta è quello dell’impossibilità da parte dei miseri di risollevarsi dalla loro condizione. Non

mancano inoltre i temi della passione e della “roba” accennato però solo in qualche novella.

La Lupa

La novella è incentrata sul fosse amore della gnà Pina, soprannominata Lupa, per il giovane Nanni. Ver-

ga riesce a comunicare con la forza e la carnalità della protagonista, donna passionale ed inquietante, fin

quasi a renderla viva, facendone un personaggio indimenticabile della letteratura.

I contenuti principali sono la demonizzazione della donna sensuale e l’amore fosse e passionale che

porta lentamente alla morte; mentre gli elementi di pensiero e di poetica riguardano le tecniche narrative

utilizzate come l’impersonalità, la regressione e lo stranimento.

Fantasticheria

Apparse nel 1879 sulla rivista “Fanfulla della domenica” e fu poi inserita nella raccolta Vita dei Campi.

Si tratta di una lunga lettera indirizzata ad un’amica, del bel mondo e raffinata, con cui l’autore aveva

trascorso due giorni ad Aci Trezza, il villaggio di pescatori, vicino a Catania, dove sarà poi ambientato

il romanzo I Malavoglia. I ricordi di quel breve soggiorno sono un pretesto per riflettere sulla vita della

gente umile che vive nel villaggio, sui “poveri diavoli” che il tifo, il colera e le tempeste spazzano via

come formiche. Verga si sente partecipe delle disgrazie di quella gente e di quel mondo lontanissimo

dalla vita e dalle abitudini dell’amica.

I contenuti di questa novella sono il contrasto tra il mondo borghese e quello degli umili e l’ideale

dell’ostrica e la “religione della famiglia”; mentre gli elementi di pensiero e di poetica sono la visione

pessimistica della condizione umana, l’impossibilità del riscatto della miseria e la critica all’alta società.

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