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Sintesi

Introduzione Fotografia, tesina



Ho scelto come argomento della mia tesina la fotografia, per mostrare come un’arte come questa abbia influito sulla realizzazione di un dipinto, di come un testo possa essere descritto come uno scatto fotografico, della testimonianza che possiamo avere grazie alle fotografie e per questo avere una consapevolezza maggiore sui fatti accaduti. Infatti, semplicemente raccontare cosa è successo non è sufficiente per “immergerci” completamente, anche se i fatti ci colpiscono nell'animo, fino a che non vediamo la realtà cruda e nuda su uno scatto fotografico. La fotografia è la passione che ti prende dentro e ti sfida ogni giorno a trovare qualcosa di nuovo, di diverso e a catturarlo provando un immenso e profondo piacere ogni volta che scatta l'otturatore, ogni volta che a casa, rivedendo le fotografie, si sente d'essere riusciti a fare qualcosa di irripetibile. Per questo motivo ho scelto questo argomento per la mia tesina di maturità.

Collegamenti


Fotografia, tesina



Storia dell'arte- Impressionismo e Degas
Italiano- Verga: fotografo della realtà
Inglese- Lee Miller: Beauty and talent
Storia- Campi di concentramento
Materie di settore- Cenni sulla fotografia di moda
Estratto del documento

INTRODUZIONE .

‹‹Ciò che la fotografia riproduce all’infinito

ha avuto luogo una sola volta: essa ripete

meccanicamente

ciò che non potrà mai più ripetersi

esistenzialmente››. Roland Barthes

Come spiega la citazione, è questo il bello della fotografia. Catturare

un attimo che non sarà più come l’abbiamo appena visto, fissare in

uno scatto qualcosa che ci sembra unico e irripetibile.

Certamente ci sono delle regole da rispettare quando si scattano

delle foto, diverse per ogni campo, ad esempio per scattare foto

paesaggistiche o per fare dei ritratti, ed è importante conoscerle se

si vuole intraprendere una carriera di fotografo. Io non conosco tutte

le regole poiché non ho frequentato corsi specializzanti, anche se mi

sarebbe piaciuto, ma comunque ho la passione assoluta per la

fotografia e per questo motivo mi sono “istruita” con tutto ciò che

trovavo sia su internet che su riviste per potermi migliorare e avere

una conoscenza sufficiente per poter fare delle buone foto. All’inizio

puntavo a fare delle foto semplicemente belle da vedere, con una

corretta esposizione e la giusta luce.

Ma non voglio limitarmi a fare qualcosa di bello ma anche a scattare

foto che possano trasmettere emozioni, che puntino a suscitare in

chi l’osserva qualcosa di unico, come quando si osserva un dipinto o

si legge un’opera letteraria.

Per questo ho scelto come argomento della mia tesina la fotografia,

per mostrare come un’arte come questa abbia influito sulla

realizzazione di un dipinto, di come un testo possa essere descritto

come uno scatto fotografico, della testimonianza che possiamo

avere grazie alle fotografie e per questo avere una consapevolezza

maggiore sui fatti accaduti. Infatti, semplicemente raccontare cosa è

successo non è sufficiente per “immergerci” completamente, anche

se i fatti ci colpiscono nell’animo, fino a che non vediamo la realtà

cruda e nuda su uno scatto fotografico.

La fotografia è la passione che ti prende dentro e ti sfida ogni giorno

a trovare qualcosa di nuovo, di diverso e a catturarlo provando un

immenso e profondo piacere ogni volta che scatta l'otturatore, ogni

volta che a casa, rivedendo le fotografie, si sente d'essere riusciti a

fare qualcosa di irripetibile. 1

LA FOTOGRAFIA.

Cenni storici sulla fotografia.

La parola fotografia deriva dalle due parole greche: luce (φῶς | phôs) e grafia

scrittura con la luce.

(γραφή | graphè). Fotografia significa quindi

Le prime ricerche su questa nuova tecnica iniziarono nel XVIII secolo, grazie alla

messa a punto delle nuove camere ottiche in seguito al progresso scientifico.

Il primo modello di camera ottica consisteva in una cassettina di legno, dotata

frontalmente di un sistema mobile di lenti ( ) che, una volta puntato sul

OBIETTIVO

soggetto, lo rifletteva su uno specchio interno inclinato di 45 gradi e riproiettava

l’immagine capovolta su un vetro smerigliato. Se si poneva un foglio di carta

sottile sul vetro e ci si copriva con un panno nero (per attenuare il riverbero della

luce esterna), era possibile ricalcare per trasparenza l’immagine prospettica del

soggetto prescelto.

Nei primi decenni dell’Ottocento, il progresso della chimica permette di studiare la

sensibilità alla luce di determinati materiali che, se esposti e trattati in maniera

opportuna, riescono a registrare variazioni di luminosità. Si arrivò a sostituire il

vetro smerigliato con una lastra spalmata di qualche sostanza chimica sensibile

impronta

alla luce in modo che la luce imprimesse la lastra lasciando un’

permanente dell’immagine proiettata dall’obiettivo. Nasceva così la fotografia.

Veduta dalla finestra a

Le Gras :

La prima fotografia vera e propria venne

realizzata nel 1827 dal francese Joseph

Nicéphore Niépce. Usò una camera ottica

che aveva una lastra di peltro, resa

sensibile alla luce grazia a un particolare

composo chimico.

L’esposizione di questa fotografia richiese

otto ore.

La foto è in bianco e nero, la qualità e la

nitidezza dei contorni e la precisione della

messa a fuoco sono molto bassi. 2

La dagherrotipia:

A Louis-Jacques Mandé Daguerre si

dagherrotipia,

deve l’invenzione

una rappresentazione fotografica

che consiste nell’impressionare con

la luce di una camera ottica una

lastra di rame argentata, trattata

con dei vapori di iodio, che tende

ad ossidarsi ( ) in presenza

ANNERIRSI

di luce. Sulla lastra rimaneva

impressa la scena ripresa in

negativo, cioè con le zone in luce annerite e le zone in ombra che rimanevano

chiare. L’impiego di speciali sali di mercurio serviva a invertire l’immagine,

riconvertendo gli scuri in chiari e viceversa. Il limite dell’invenzione stava nel fatto

che non era possibile realizzare delle copie della fotografia, una volta invertita e

fissata, perché i sali di mercurio distruggevano il negativo.

L’invenzione e il rapido sviluppo della fotografia mettono in crisi il panorama

artistico del XX secolo. Infatti la fotografia risulta superiore nel campo del ritratto e

Felix Nadar

del reportage rispetto alla pittura. Fotografi come si specializzano

soprattutto nella ritrattistica arrivando a sviluppare abilità compositive e di

indagine psicologica del tutto analoghe a quelle di un pittore.

Pittura e fotografia sono arrivati a ritagliarsi i loro rispettivi spazi: grazie alla

fotografia, infatti, la pittura cessa di essere documentaria e si concentra

sull’analisi psicologica dei personaggi o sulle emozioni che l’artista desidera

trasmetterci. La fotografia deriva dalla pittura regole di composizione e di

inquadratura, insieme all’attenzione allo studio e al bilanciamento di luci e ombre.

Non a caso, gli artisti più attenti colsero immediatamente la straordinarietà

dell’invenzione e iniziarono a servirsene come aiuto per la propria pittura.

Edgar Degas,

Un esempio di ciò è l’impressionista che utilizzò numerosi scatti

fotografici, per approfondire lo studio del vero, riuscendo a cogliere posture e

movimenti mai prima rappresentati.

IMPRESSIONISMO ED EDGAR DEGAS.

I sopra citati Félix Nadar ed Edgar Degas furono due protagonisti del movimento

Impressionista. Fu proprio nell’atelier di Félix Nadar che il 15 agosto 1874 alcuni

giovani artisti, tra cui Edgar Degas, esposero le loro opere dopo che queste furono

rifiutate dai Salons ufficiali. Louis Leroy, un critico che doveva recensire la mostra,

osservando l’opera di Claude Monet “Impressione, sole nascente”, introdusse il

termine “Impressionisti”. L’ultima mostra impressionista, che segnò la fine di

questo periodo artistico, si tenne nel 1886. 3

L’Impressionismo è una tendenza della pittura che si sviluppa in Francia

(specialmente a Parigi) tra gli anni 70 e 80 dell’Ottocento, caratterizzata da un tipo

di pittura che si interessa alle tematiche della vita quotidiana, paesaggistiche che

vengono realizzate cercando di “cogliere l’attimo fuggente” e le sensazioni visive

en plein air.

che spingono gli artisti a dipingere Secondo i pittori impressionisti la

realtà muta continuamente di aspetto. La luce varia ad ogni istante, le cose si

muovono spostandosi nello spazio: la visione di un momento è già diversa nel

momento successivo. Tutto scorre. Nella pittura impressionista le immagini

trasmettono sempre una sensazione di mobilità.

Considerando la volontà degli Impressionisti di cogliere l’attimo fuggente, la

pennellata è costituita da tanti piccoli tocchi accostati, si elimina la linea di

contorno e le ombre non sono fatte usando il nero o il grigio, ma una tonalità più

scura del colore usato.

L’attimo fuggente della pittura impressionista ha analogie evidenti con la

fotografia. Anche la fotografia, infatti, coglie una immagine della realtà in una

frazione di secondo. E dalla fotografia gli impressionisti non solo prendono la

velocità della sensazione, ma anche i particolari tagli di inquadratura.

Questa influenza si ritrova principalmente nelle opere di Edgar Degas.

Figlio di un banchiere, compì regolari studi classici e si iscrisse a giurisprudenza,

mentre cominciava ad interessarsi alla pittura.

Frequentò corsi di pittura tenuti da Lamothe, un discepolo di Ingres, per poi

entrare all'École de Beaux- Arts nel 1855.

La parte più importante nella sua istruzione artistica fu l'assiduo studio degli

antichi maestri, del Louvre e dei maestri fiorentini, che studiò in Italia, dove visse

dal 1856 al 1859. Nel 1861 conosce Manet, che lo introduce nella cerchia dei

giovani impressionisti che si stringevano intorno a Claude Monet.

La natura di Degas però non è mai quella immediata derivante dalla sensazione

visiva, come in Monet, ma il frutto complesso di studi, riflessioni e accomodamenti

successivi.

Il decennio 1880/1893 rappresentò il periodo di massima notorietà per l’artista,

che

morì il 27 settembre 1917.

La lezione di danza (1873-1875). 4

Rappresenta il primo della serie dei dipinti delle ballerine. L’artista

rappresenta il momento in cui una giovane ballerina sta provando dei

passi di danza davanti al maestro e le sue compagne sono disposte in

semicerchio aspettando il loro turno di provare. IL TAGLIO CHE DEGAS

, ’ ,

IMPONE AL DIPINTO È DI TIPO FOTOGRAFICO E COME IN UN ISTANTANEA

’ .

ALCUNE FIGURE RISULTANO FUORIUSCIRE DALL INQUADRATURA

Ciò suggerirebbe una pittura di getto. Il grande equilibrio compositivo,

invece, e gli stessi temi di realizzazione (tre anni) stanno a

testimoniare come l’opera sia frutto di un complicato lavoro di atelier. I

gesti delle ballerine sono indagati con attenzione: ad esempio, la

ballerina con il fiocco giallo seduta sul pianoforte si sta grattando la

schiena con la mano sinistra, quella con il fiocco verde di spalle invece

sta sventolando un ventaglio. La rilassatezza e la spontaneità dei

soggetti sono possibili proprio grazie al punto di vista anonimo

dell’autore che nel rappresentarli usa una prospettiva occidentale

(“quasi spiata dal buco della serratura”) e non centrale.

La luce, che ingentilisce le movenze delle fanciulle, proviene in parte

da destra, dove immaginiamo esserci una grande finestra, e in parte

dal fondo, attraverso la finestra della stanza vicino.

Contrariamente agli altri Impressionisti, Degas non rifiuta ne il disegno

prospettico ne la sottolineatura dei particolari. Inoltre non abolisce ne

il bianco ne il nero.

L’assenzio (1875-1876).

L'Assenzio è ambientato nel caffè Nouvelle-Athénes. I soggetti sono

una donna ed un uomo che si trovano seduti ai tavolini di questo bar.

La donna è una prostituta di periferia, vestita in un modo

ridicolamente sontuoso, l'uomo è invece un barbone (c'è chi ipotizza

invece sia il suo protettore). 5

Dinanzi alla donna vi è un bicchiere verdastro contenente assenzio,

che da il titolo al dipinto. Davanti al barbone sta un calice di vino. I due

personaggi sono vicini ma lontani e lo percepiamo dallo sguardo

assente, come se stessero seguendo il filo invisibile dei loro pensieri ed

esprime solitudine e incapacità di comunicare. L’ INQUADRATURA È

,

SQUILIBRATA VERSO DESTRA QUASI A DARE IL SENSO DI UNA VISIONE IMPROVVISA E

. ’ ,

CASUALE L IMMAGINE È COSTRUITA IN MODO RIGOROSO COME EVIDENZIATO DALLA

.

PROSPETTIVA OBLIQUA SECONDO CUI SONO ORIENTATI I TAVOLINI DI MARMO IL

PUNTO DI VISTA È ALTO E DECENTRATO DI UN IPOTETICO OSSERVATORE INVISIBILE

, ,

CHE STANDO SEDUTO IN UN ALTRO TAVOLINO OSSERVA SENZA ESSERE VISTO E

.

RIESCE A COGLIERE LA SPONTANEA NATURALEZZA DI OGNI GESTO

GIOVANNI VERGA:

FOTOGRAFO DELLA REALTÀ.

‹‹Caro Farina, eccoti non un racconto, delle febbri e delle sensazioni che

ma l'abbozzo di un racconto. Esso sono passate per la carne.

almeno avrà il merito di essere Di questo che ti narro oggi, ti dirò

brevissimo, e di esser storico - un soltanto il punto di partenza e quello

documento umano, come dicono oggi d'arrivo; e per te basterà, - e un

- interessante forse per te, e per tutti giorno forse basterà per tutti. […]

coloro che studiano nel gran libro del Quando nel romanzo l'affinità e la

cuore. Io te lo ripeterò così come l'ho coesione di ogni sua parte sarà così

raccolto pei viottoli dei campi, press'a completa, che il processo della

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