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Sintesi
Storia: la Seconda guerra mondiale; la crisi iraniana degli anni '50; la guerra dei sei giorni

Economia: rapporto tra il prezzo del petrolio e la benzina
Estratto del documento

Il clima invernale rigido nel mar Baltico impedivano ogni forma di trasporto durante le stagioni fredde

limitando le mire espansionistiche dei Nobel sui mercati esteri. Per superare questa barriera naturale la Russia

autorizzò la costruzione di una ferrovia da Baku verso i porti del mar Nero. Una nuova via commerciale "a sud"

per consentire una commercializzazione del petrolio russo durante l'intero corso dell'anno. La realizzazione

dell'opera richiese forti finaziamenti dall'estero e fu completata dalla ricca famiglia ebrea dei Rothschild che

fece in questo modo la sua comparsa sui mercati russi tramite la fondazione della Caspian and Black Sea

Petroleum (Bnito). La città portuale di Batu divenne così uno dei porti più importanti del mondo nelle mani dei

Rothschild e dei Nobel. Il petrolio russo iniziava la sua conquista dei mercati mondiali e la Standard Oil

cominciò a guardare con preoccupazione verso i mercati orientali ed europei. Il "grande gioco" mondiale era

appena iniziato.

La nascita del mercato mondiale del greggio

L'apertura della via di Batum consentì alle società russe dei Nobel e dei Rothschild di espandere le proprie

esportazioni verso i mercati dell'Europa. Il "grande gioco" del petrolio aveva raggiunto una scala mondiale e

l'americana Standard Oil iniziò a comprendere il rischio di perdere il monopolio sul mercato mondiale del

greggio. Per contrastare la nascente concorrenza russa, la Standard Oil tentò inutilmente la strada dell'accordo

consociativo con le nascenti società russe per realizzare un trust mondiale. Tutte le proposte nascondevano però

la strategia di "scalare" le società. Una strategia intuita dai concorrenti russi, altrettanto scaltri degli americani

nell'adottare politiche finanziarie senza scrupoli.

Il petrolio russo alla conquista dell'Europa

La produzione russa di greggio aveva quasi raggiunto i livelli di quella americana. La Nobel Brothers adottò

una politica aggressiva di prezzo per conquistare i mercati di sbocco in Europa. La Standard Oil reagì

duramente a questa politica tramite il dumping, ossia la vendita del greggio americano sui mercati europei a

prezzi inferiori dei costi di produzione e di trasporto al fine di far fallire i concorrenti russi e riconquistare il

mercato mondiale. Il potere finanziario della Standard Oil consentiva non solo di coprire i costi ma anche di

realizzare vere e proprie campagne diffamatorie sulla presunta "cattiva qualità" del petrolio russo. Il terreno di

scontro tra la Standard, i Nobel e i Rothschild fu la Gran Bretagna dove, quasi contemporaneamente, le tre

società aprirono le proprie filiali commerciali. Il potere finanziario della Standard Oil era però troppo forte per

essere contrastato a lungo e le imprese russe iniziarono a guardare verso i mercati orientali per trovare altre

fonti di entrata economica.

Il Canale di Suez

La politica commerciale di Marcus Samuel

La politica di dumping nei prezzi sottocosto della Standard Oil sui mercati europei costrinse i concorrenti russi

a ricercare altre fonti di entrata per affrontare una concorrenza che oggi definiremmo sleale. Sia i Rothschild sia

i Nobel guardarono con attenzione ai lontani mercati di sbocco dell'estremo oriente. I Rothschild trovarono

un'intesa con Marcus Samuel, un abile commerciante londinese che da decenni aveva instaurato fiorenti

rapporti commerciali con l'estremo oriente grazie all'apertura del Canale di Suez. L'uso del Canale era stato

però proibito alle petroliere per ragioni di sicurezza e il transito era stato già negato anche alla stessa Standard

Oil. La via delle Indie per il petrolio sembrava pertanto chiusa per tutte le compagnie,ma l'accordo tra Samuel e

i Rothschild riuscì ad aprire le porte del canale alle sole petroliere inglesi. Da un lato la ricca famiglia inglese dei

Rothschild era titolare di una grande quantità di azioni del Canale di Suez, dall'altro il governo inglese

comprese immediatamente il vantaggio economico della decisione. La presenza di Marcus Samuel nell'impresa

garantiva una forte presenza commerciale inglese. Nel 1892 le petroliere di Samuel solcarono il canale per

commerciare il petrolio russo nei lontani mercati dell'estremo oriente. Una curiosità, tutte le petroliere di

Samuel portavano il nome di una conchiglia in onore al padre di Samuel che seppe sfruttare la rotta

commerciale con l'oriente per importare prodotti esotici e conchiglie rivendute a prezzi elevati sui mercati

occidentali. Marcus Samuel vide moltiplicare in breve tempo le sue fortune commerciali con l'oriente divenendo

uno degli uomini d'affari più importanti nell'Europa di fine ottocento. La Standard Oil era rimasta

completamente all'oscuro del piano commerciale di Samuel e si ritrovò del tutto spiazzata sui mercati orientali.

Il trasporto del petrolio americano era realizzato ancora tramite i barili, un sistema di trasporto diventato del

tutto obsoleto rispetto alla grande distribuzione organizzata da Marcus Samuel. Il "grande gioco" si era

spostato sui mercati dell'estremo oriente e la guerra commerciale era tutt'altro che finita. 4

I mercati orientali del greggio alla fine del '800

L'apertura del Canale di Suez alle petroliere inglesi di Marcus Samuel consentì al petrolio russo di conquistare i

lontani mercati dell'estremo oriente. La via commerciale tracciata da Samuel poneva il petrolio russo in una

posizione competitiva rispetto a quello americano. L'importanza dei mercati di sbocco orientali Il porto russo di

Batum, mediante l'uso del Canale di Suez, distava da Singapore ben 5.000 chilometri in meno rispetto al porto

americano di Filadelfia. I mercati asiatici, pur essendo marginali rispetto a quelli europei o americani,

garantivano alle compagnie russe un'importante fonte di entrata economica per affrontare la feroce

concorrenza della Standard Oil sui mercati europei. La Standard Oil era rimasta completamente all'oscuro del

piano di Samuel e si ritrovò impreparata ad affrontare l'apertura del Canale di Suez alle sole petroliere inglesi.

La reazione commerciale fu immediata ma senza alcun successo. Cercò di acquisire la Royal Dutch, una società

olandese operante nell'estrazione del petrolio nelle Indie orientali olandesi, dove esistevano interessanti riserve

di greggio nel territorio di Sumatra. La vicinanza dei pozzi petroliferi ai mercati di sbocco avrebbe permesso

una dura concorrenza alle compagnie russe anche sui mercati orientali. La "scalata" finanziaria tentata dalla

Standard Oil, però, non gli consentì di conquistare il controllo della Royal Dutch poiché la società olandese

associò il controllo della società soltanto al possesso di speciali azioni privilegiate. La Royal Dutch aveva pieno

appoggio del governo olandese ed era malvista una sua conquista da parte degli americani. Il mondo però stava

per cambiare ancora sotto la spinta dell'innovazione tecnologica. Da un lato la diffusione dell'elettricità rendeva

obsoleto il vecchio sistema d’illuminazione delle città tramite il gas o il petrolio, dall'altro avevano fatto la prima

comparsa le automobili con motore a scoppio. Tutto doveva essere rimesso in discussione e l'evoluzione dei fatti

favorì le compagnie americane.

La nascita del mercato dell'automobile

Alla fine dell'ottocento la spinta dell'innovazione tecnologica mutò gli equilibri petroliferi mondiali. La nascente

rete elettrica ridusse il fatturato delle industrie petrolifere fornitrici del gas di città. La precedente rete urbana

d’illuminazione era basata sull'utilizzo del gas o del petrolio. L’avvento dell’elettricità si presentò come uno

spettro del fallimento per molte compagnie petrolifere. Nello stesso periodo storico si diffusero rapidamente le

automobili come mezzo di locomozione privato alternativo alle carrozze. Il motore a combustione interna delle

automobili impiegava come carburante la benzina, un sottoprodotto della lavorazione del petrolio fino allora

d’importanza secondaria. Questo sconosciuto sottoprodotto della raffinazione del petrolio era usato come

solvente o per alimentare piccoli fornelli, con l’arrivo delle automobili fece l'ingresso sui mercati mondiali

acquisendo un crescente valore aggiunto. La domanda della benzina permise alle raffinerie petrolifere di

compensare il calo della domanda nel mercato urbano dell'illuminazione. L'ascesa economica degli Stati Uniti. Il

mercato delle automobili nacque contemporaneamente in Europa e negli Stati Uniti ma furono soltanto questi

ultimi ad assistere a una rapida crescita del mercato. L'introduzione della catena di montaggio di Henry Ford,

proprietario fondatore dell'omonima casa automobilistica americana, inaugurò il ciclo di produzione su scala

dell'automobile. La crescente scala produttiva ridusse i costi unitari di produzione e pertanto anche il prezzo

finale di vendita dell’automobile. In pochi anni l'automobile tutti i cittadini americani poterono acquistare

un’utilitaria e l’automobile divenne il bene di consumo di massa per eccellenza. Due leggende americane

s’incontrano. A beneficiarne, indirettamente, furono le compagnie petrolifere americane, tra cui l’ormai celebre

Standard Oil di Rockefeller, principale produttore e distributore dei prodotti di raffineria negli Stati Uniti

d'America. In Europa l'introduzione della catena di montaggio tardò per parecchi anni e il mercato

dell'automobile restò appannaggio soltanto per le élite e per i consumatori benestanti. Questa lentezza penalizzò

le compagnie petrolifere europee e asiatiche rispetto a quelle operanti nel territorio americano. Il mercato dei

carburanti non si limitò soltanto alle automobili. Dopo oltre cento anni il motore a vapore delle navi, dei treni e

delle caldaie fu sostituito con il motore a gasolio contribuendo a dare un'ulteriore spinta alla domanda mondiale

dei carburanti. La corsa verso gli Stati Uniti. Le innovazioni tecnologiche di fine ottocento trasformarono gli

Stati Uniti nel principale mercato di sbocco dei prodotti petroliferi mondiali. Le compagnie europee ed i

finanzieri di ogni parte del mondo iniziarono a valutare la localizzazione degli impianti d’estrazione e

raffinazione del petrolio direttamente negli Stati Uniti per avvicinare il punto di produzione al punto di consumo

ed evitare il peso del costo di trasporto del prodotto finito. Il grande gioco del petrolio era appena iniziato.

La fine della Standard Oil

La grande compagnia petrolifera fondata Rockefeller, la Standard Oil, non ha mai goduto della simpatia dei

cittadini e della stampa americana. Il rapido sviluppo economico negli Stati Uniti stava modificando

bruscamente il tessuto industriale micro concorrenziale americano soppiantato dalla nascita dei grandi

monopoli o trust in quasi tutti i settori economici. Agli inizi del novecento il capitalismo americano stava

perdendo la connotazione famigliare-pionieristica dell'emporio azienda per assumere quella moderna del

gigantismo industriale. L'opinione pubblica americana visse questa fase storica con la tipica paura per il

cambiamento e i giornali dell'epoca non fecero altro che enfatizzare i mali del nuovo capitalismo auspicando il

ritorno all'epoca concorrenziale americana. Il trust del petrolio era quello che meglio dipingeva la situazione. La

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politica commerciale aggressiva e senza scrupoli della Standard Oil non era poi così diversa dai trust nel settore

industriale. Era il segno di un mondo che stava cambiando in fretta senza dare modo alle generazioni americane

di adattarsi. Per questi motivi l’antitrust divenne un obiettivo particolarmente sentito dalla classe politica

americana. La fine della grande Standard Oil. Nel 1906 il presidente Roosevelt denunciò la Standard Oil per

cospirazione contro il libero commercio americano e nel 1909 la corte federale sentenziò lo smembramento

obbligatorio della compagnia di Rockefeller. Il grande impero commerciale fu scorporato tramite un piano

presentato nel 1911 dagli stessi vertici della Standard Oil. Dalla divisione della società nacquero le compagnie

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