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Sintesi
Italiano- Leopardi "canto notturno di un pastore errante dell'Asia"
Filosofia- Comte e il Positivismo
Storia- La Belle Epoque
Storia dell'arte- Monet "le Ninfee"
Latino- Seneca "epistulae ad Lucilium" lettera 41
Inglese- Wordsworth "I wandered lonely as a cloud"
Scienze- Terremoti
Estratto del documento

Quindi ha avuto un’infanzia deviata e difficoltosa. Il suo genio

filosofico e letterario inizia ad essere alimentato dalla sua forte

curiosità riguardo a ciò che succedeva fuori da Recanati, città priva

di circoli culturali. La sua curiosità lo spinse a chiudersi in quel

periodo che noi oggi chiamiamo “7 anni di studio matto e

disperatissimo” in cui egli, rifiutando ogni insegnante privato che il

padre gli affiancava, si chiuse nella vastissima biblioteca di famiglia

a studiare. Dopo questo periodo egli genera la sua prima critica

sulla poesia, ritenendo che lo scopo non doveva essere solo quello

di sfoggiare la propria erudizione ma che doveva essere quello di

trasmettere dei valori autentici, di bellezza. Egli riteneva che il

maggiore contatto con la natura lo si poteva avere solo con la

poesia classica. Fu così che iniziò il suo percorso lirico.

In Giacomo Leopardi, emblematico per la sua collocazione a

cavallo tra il romanticismo e il classicismo, la Natura segue il

percorso del pensiero filosofico dell’autore: in un primo periodo, o

fase del pessimismo storico, questa è considerata un’entità

benefica e positiva, poiché produce solide e generose illusioni che

rendono l’uomo capace di virtù e di saggezza. Nella seconda fase,

definita del pessimismo cosmico, si giunge alla concezione della

Natura matrigna, cioè di una Natura che non vuole più il Bene e la

felicità per i suoi figli. Essa è infatti la sola colpevole dei mali

dell’uomo; è ora vista come un organismo che non si preoccupa più

della sofferenza dei singoli, ma che prosegue incessante e

noncurante il suo compito di prosecuzione della specie e di

conservazione del mondo, in quanto meccanismo indifferente e

crudele che fa nascere l’uomo per destinarlo alla sofferenza.

Stile e metrica

Il canto del pastore ha un andamento in apparenza dimesso,

condotto su una tonalità “in minore”. Vi è la presenza di molte

interrogative indirette o come dubitative, mentre le reggenti sono

coordinate con congiunzioni modulate in espressioni avversative i

asseverative che, nell’insieme, rendono perfettamente la mobile e

problematica perplessità del pensiero che le informa. Il pensiero.

Esso è il nucleo ispiratore di questa poesia; ed è molto particolare:

quello cioè formulato da un “pastore errante dell’Asia”, da un

pastore che rappresenta in realtà una creatura di quella fantasia del

primitivo che fu tanto cara all’immaginativa leopardiana. Qui, colui

che incarna questo “primitivo”, non intende esprimere il proprio

stupore per la meravigliosa distesa dell’universo; o non lo stupore

soltanto. Egli, molto più drammaticamente, se ne chiede il perché.

Ne vorrebbe anzi afferrare le ragioni, in ciò stimolato da quella sorta

di sofferenza molto particolare che ha sempre provato e che prova

ancora, e che egli stesso descrive a lungo come “noia”.Il fatto è

insomma che la sua voce, la sua parola, hanno come una doppia

direzione e un doppio timbro: da un lato, sono la parola e la voce

che interrogano e “investigano”; dall’altro, la voce e la parola che,

interrogando e investigando, descrivono. Tutto il periodare

dubitativo o interrogativo che domina la lassa in questione nasce da

qui, da questo movimento di fondo che è ideologico prima d’essere

psicologico; e che tuttavia si fissa in “indeterminati” che sono,

insieme, rappresentazione cosmica dell’universo e

rappresentazione drammatica delle domande che proprio

dell’interrogante. Ecco quindi i “forse” e i “certo”. Ecco l’incalzare

del pastore che assale il suo muto interlocutore, la luna, quasi

aggredendola con una serie di interrogativi che, proprio in quanto

sono destinati a non avere risposta, risuonano drammaticamente

insoluti. Ed ecco quel paesaggio grandiosamente sospeso

nell’infinità degli spazi e del tempo la cui suggestione è prodotta da

un periodare che descrive mentre chiede.

Genesi e significato

Abbiamo detto che si tratta di una poesia appartenente al ciclo delle

poesie del pensiero del periodo recanatese. In questa poesia

possiamo scorgere quella voce di denuncia rivolta contro la natura.

Questa poesia più che rappresentare una svolta, rappresenta un

modo diverso di affrontare la medesima materia, ovvero l’infelicità e

la desolazione dell’esistenza dal punto di vista del compianto per

una generale condizione, umana e non umana. Dopo una serie di

domande, formalmente dirette e occultamente dirette, è come se

Leopardi desse una risposta: l’esistenza non ha senso; non hanno

senso le grandiose meraviglie dell’universo; non ha senso il suo

perpetuo movimento. La vita è male. Questa asserzione viene

proposta con tutte le riserve di un’anima che mostra di dubitare di

tutto tranne che del proprio personale dolore. La protesta, a questo

punto, è autorizzata a farsi universale. L’uomo, l’animale e persino

l’essere vegetale sono tutti, pur innocenti, le vittime predestinate di

una volontà insondabile e incomprensibile.

Riassunto

Nella poesia sopraindicata, il poeta, identificandosi in un pastore

nomade, vaga con il suo gregge in uno scenario illuminato dalla

luna che lo segue ovunque, ed il pastore si apre in un canto di

sostegno verso la natura. Egli dice che la luna forse conosce il

perché del succedersi del tempo e della vita, il perché del dolore

umano, il perché della noia, condizione che porta l’uomo ad

un’incessante volontà di conoscere il senso del proprio esistere. La

vita del pastore è continua sofferenza che non tende ad altro che

alla morte. Dice che il dolore della vita comincia dalla nascita, ed

infatti i genitori iniziano con il consolare il neonato. A questo punto il

pastore chiede alla luna il senso del far nascere un essere umano

per poi farlo soffrire, ed in questa circostanza capisce che forse la

luna non prova ne dolore ne sofferenza in quanto caratteristiche

solo umane. Il pastore quindi ritiene che la luna ha le risposte a

tutte le sue domande, ma o le condivide con lui. Allora inizia a

rivolgersi al gregge esternando che anche se le pecore sono come

lui mortali, sono molto più fortunate in quanto non provano noia e

dimenticano presto il dolore. Alla fine, però, la conclusione del

poeta è che probabilmente tutti i mortali provano le stesse

sensazioni. In quest’ opera possiamo scorgere il passaggio dalla

visione di pessimismo individuale a quella cosmica.

Possiamo quindi riscontrare che Leopardi, nel brano,

antropomorfizza la natura che circonda il pastore, tant’è che egli si

rivolge alla luna come se fosse una persona. Possiamo assistere

allo stesso fenomeno in “I wandered lonely as a cloud” di

Wordsworth.

WORDSWORTH

1770-1850

He is a romantic poet. In “Preface of Lyrical Ballads” we can

find all his think.

The “Preface of Lyrical Ballads” is considered as the

romantic manifesto.

The subject of poetry must be incident and situation from

common life, expecially humble rustic life, simply people

(because are in close cotact with nature). Is used a simply

language.

He tell that only children and poet have divine vision of life.

Role of imagination

Imagination is the capacity of “colouring” that is

“modifying” the objects observed, so as to present them in

an “unusual aspect”

Memory of the poet

Poetry is the “SPONTANEOUS OWERFUL OF POWERFUL

 FEELINGS”, but these feelings aren’t immediate. They

originate from “EMOTION RECOLLECTED IN

TRANQUILLITY”

The poet describes natural and simple objects but he

 doesn’t look at them with the realism of cold and

objective observation.

The mission of the poet

The poet is like a profet or a priest. He must open men’s

souls toreality of nature

The two main themes of his poetry:

Childhood

 Nature

 About childhood…

Our souls comes from God where we enjoyed a

 particular visionary faculty, which may be

identified with imagination

In infancy and in childhood the memory of this

 pre-existence is strong; so the child is closet to its

divine origin

About nature…

MAN AND NATURE

 Man and nature are inseparabile

 PANTHEISTIC VIEW OF NATURE: nature is the seat of the spirit

of the universe; Man and nature are parts of the same Mighty

Mind

 Nature comforts man in sorrow, it is a source of joy and

pleasure, it teaches man to love, to act in a moral way

 Nature is through a fusion with nature and through a quite

contemplation of her beauty, that man can rediscover the image

of God and become aware of his own inner life

 Wordsworth manteined that nature for from being a decorative

background (as with Augustans) was endowed with a spirit and a

life of her own

 By penetrating into her divine essence, man can learn virtue and

wisdom

 Nature is a source of joy, it teaches man to love, to act in a moral

way

 Fusion man-nature for reconsider the image of God

“I wondred lonely as a cloud”

1. Identification of the poet with nature (cloud, daffodils)

2. Antropomorphysation of the daffodils|they are descript if they

were human being (crowd of daffodils, heads, sprightly dance,

danced, sparkling waves)

(tra parentesi riferimenti al testo che indicano come I fiori siano

antropomorfizzati)

Natura e Positivismo

Il Positivismo è una corrente filosofica fondata sulla scienza, quindi

basata sul metodo sperimentale rifiutando la metafisica. Si basa su

dati empirici, su ciò che è reale e concreto, il conoscibile attraverso

i cinque sensi. Il positivismo deve liberare l’umanità dalle false

conoscenze teologiche e metafisiche attraverso l’applicazione della

Legge dei Tre Stadi di Comte, ovvero la legge evolutiva della

ragione collettiva e individuale. Il Positivismo nella convinzione di

aver trovato le leggi scientifiche della natura e della storia ha

inevitabilmente contribuito all'affermarsi di un dominio sulla natura

stessa. Infatti, conoscere le leggi della natura altro non è, nel

Positivismo, che la condizione per cambiare, sfruttare e rendere

soggetta la natura stessa. L'umanità dunque, paradossalmente tolta

dalla centralità teologica e metafisica, si innalza con lo stadio

positivo a "ricreatrice" della natura.

Comte

E’ il fondatore del Positivismo. Usa il metodo sperimentale

matematico e rifiuta la metafisica.

La Legge dei Tre Stadi è la legge evolutiva della ragione

collettiva e individuale per conoscere. Secondo questa

legge, l’umanità passa attraverso questi 3 stadi:

1. STADIO TEOLOGICO l’uomo attribuisce le cause degli

eventi a forze astratte credendo che queste cause siano

esterne agli eventi. CAUSE: ESTERNE-ASTRATTE

2. STADIO METAFISICO l’uomo attribuisce le cause degli

eventi a forze interne agli eventi stessi. Queste cause

però sono sempre astratte.

CAUSE: INTERNE-ASTRATTE

3. STADIO POSITIVO l’uomo dice che le cause degli eventi

sono materiali e sempre interne agli eventi stessi. Sono

spiegabili scientificamente.

CAUSE: INTERNE-MATERIALI

Comte divide il sapere in 5 scienze basate sulla

matematica. Tra queste, la Sociologia è l’unica che non

ha raggiunto il terzo stadio, e quindi non è ancora

considerabile come scienza.

Secondo Comte, la Sociologia deve raggiungere lo stadio

positivo, in modo da divenire scienza, oltre che

descrittiva e prescrittiva. Deve assumere il ruolo di

vertice della conoscenza e della prassi: essere la scienza

che descrive i modi della convivenza e guida

politicamente alla realizzazione della miglior convivenza

possibile, fondata sulla scienza positiva.

La Sociocrazia ideale filosofico e politico di Comte

Una società guidata dalla “classe speculativa” (i

sociologi) ovvero da coloro che incarnano lo stadio

positivo e propagandano la “nuova religione” della

scienza, contro le vecchie superstizioni.

Il rapporto antitetico uomo-natura nella II Rivouzione

Industriale

A livello storico, il positivismo si manifesta attraverso la seconda

rivoluzione industriale, un processo storico che prende avvio tra la

fine del XVIII secolo e la prima metà del XIX secolo in Inghilterra

per poi estendersi in tutto il mondo durante il XIX e il XX secolo. Di

particolare importanza sono le teorie, basate sulla filosofia

positivista, che vengono sviluppate durante la seconda rivoluzione

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