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Ho avuto una grande opportunità l’estate scorsa: un viaggio di volontariato a Pretoria in Sudafrica.
Ciò ha suscitato in me una ricerca per capire meglio e di più, ciò che sta dietro alla situazione passata, attuale e futura di quei popoli. Ho voluto riportare la mia esperienza nella mia tesina di maturità.
Ritengo quanto mai attuale l’importanza di capire la storia per studiarne le vie di uscita dai conflitti e dalle divergenze. Ovviamente il mio sarà una tesina frutto di una piccola ricerca che coinvolge questi campi di studio: Storia, Letteratura, Storia dell’arte, Inglese e Filosofia.
Storia: Il regime dell'apartheid.
Italiano: "Occasione d'amore" di Nadine Gordimer.
Arte: Amedeo Modigliani.
Inglese: Picasso, Les demoiselles d'Avignon .
Filosofia: L'arte per Hegel.
mondiale , perché sarebbe riduttivo. Quindi il mio accenno è
doveroso nei confronti di quelle vite che sono state
tormentate.
Un piccolissimo gruppo di conquistatori dopo il passaggio di
Diaz a Città del Capo iniziò ad approdare a quel porto che
meglio li avvicinava ai traffici con l’oriente. I primi ad avere
quest’approdo furono i portoghesi. Come si sa e come tutt’ora
avviene, tutto si muove per ragioni di mercato e per ragioni
di religione. Infatti quando Filippo secondo di Spagna
(intorno al 1600) controlla anche il Portogallo , chiude il
porto di Lisbona ai Paesi Bassi. Nel tentativo di bloccare la
ribellione protestante dei Paesi Bassi contro la dominazione
cattolica creandogli così un danno economico. Il risultato di
ciò fu la nascita della compagnia di Amsterdam che in breve
portò un discreto numero di olandesi a colonizzare prima
Città del Capo e poi il Sud Africa. Gli Olandesi che furono i
primi ad approdare erano di religione Calvinista, questo
particolare si rivelerà importante ai fini della non
integrazione tra bianchi e neri. Ovviamente chi oggi si
ritenga bianco in realtà nella propria storia ha parenti
colorati, perché sappiamo per certo che i bianchi hanno
avuto legittime nozze con Malgasce , con Asiatiche e con
Africane. Proprio perché gli Olandesi tendevano a
cristianizzare gli abitanti di Città del Capo. Questa era la
situazione che si presentava all’inizio delle colonizzazioni. È
opportuno fare un ulteriore passo avanti nel tempo per capire
cosa alla fine del 1700 abbia spinto questi uomini a spostarsi
all’interno del paese. Fu lo sbarco degli inglesi a Città del
Capo diretta conseguenza delle guerre Napoleoniche. Città
del Capo rimane sempre molto ambita per lo stesso motivo
per cui ci erano approdati gli Olandesi. Per cui nel 1806
questa propaggine africana diventa colonia inglese. Gli
Olandesi (Trekkers) alla ricerca di una vita facile si erano
spostati verso il nord cercando di occupare i terreni dei
Bantù. Quando pensiamo ai Bantù, ai boscimani oppure ai
Xhosa dobbiamo dimenticare che queste popolazioni fossero
primitive : si difendevano con le spade, non erano ne piccoli
ne pochi ne nomadi. Resa difficile perciò la vita ai Trekkers
questi tentarono il ritorno a Città del Capo. Quando diciamo
“resa difficile”, dobbiamo pensare a anni di guerre dove gli
indigeni ci misero molti loro giovani, ci persero pure terreni
oltre che al crearsi li la nascita dello schiavismo. Questo a
grandi linee era la situazione che il Sud Africa presentava
all’inizio del 1800. Diventato ormai il Sud Africa crocevia di
una società multi-razziale in cui comparivano più etnie nere,
più etnie bianche e asiatiche. Fu la spartizione delle terre la
causa delle lotte dilanianti e l’eccessivo imperialismo
Britannico a fare in modo che nascessero le prima riserve per
i neri. Costretti a vivere in esigui territori , con l’intenzione di
togliere gli aborigeni dalle loro terre, non da meno fu
l’imperialismo Olandese. Questi esclusi dalle decisioni
politiche britanniche (gli inglesi pagheranno un secolo e
mezzo dopo questa scelta) ripresero la ricerca di terra
sottraendola agli africani, ed entrarono dunque nel paese più
a fondo. Avide repubbliche boere (olandesi) accerchiate
dell’impero britannico strinsero il nodo al collo agli africani.
Passano anni di alterne vicende tra gli inglesi e boeri e di
tentativi politici. Ma un evento si rivelerà determinante per la
storia del Sud Africa: la scoperta dei diamanti. La “scoperta
dei diamanti strappò i bianchi dell’africa meridionale alla
monotona vita dei campi e li immerse di colpo in un
atmosfera di esaltazione collettiva paragonabile solo a quella
della febbre dell’oro Charlie Chaplin” ( G. Lucio Cerasi Pax
Boera Coines ed. ). Fu l’inglese Cecil Rhodes ad aggiudicarsi
le prime scoperte minerarie e le prime miniere. Da qui la
creazione di villaggi in cui africani neri uscivano dalle riserve
per andare in miniera per guadagnare un pezzo di pane. La
scoperta dei diamanti attirò speculatori e parassiti, che
sfruttavano i minatori bianchi e neri. Ciò portò a uno
sviluppo industriale come quello europeo. La guerra anglo-
boera negli anni trenta del 1900 creò non pochi problemi al
Sud africa tale per cui pur nell’ambito del Commonwealth la
Gran Bretagna lo rese indipendente. Iniziarono lì le vere leggi
razziste che noi conosciamo che davano supremazia ai
bianchi. Un piccolo balzo in avanti:
“eccidio di Shapeville” .Nel 1955 tremila delegati Bantù
promulgano la Carta della libertà (vedi testo pagina 105) che
poi verrà dichiarata illegale. A causa di ciò iniziano i tumulti
delle associazioni Bantù clandestine (1955-1965) che
portarono uno dei leader Nelson Mandela all’ergastolo per
sabotamento degli impianti ferroviari. I neri chiedevano un
diritto fondamentale la libertà di movimento sulla propria
terra, chiedevano di non tornare alle loro riserve dopo aver
servito i bianchi. Il brutale eccidio di Shapeville sconvolse gli
stessi boeri, furono arrestati e uccisi solo neri per aver tentato
di farsi arrestare lasciando in mano alla polizia il lascia
passare. Ecco che quando si parla di Apartheid si intende un
complesso e difficoltoso fenomeno che ha segnato e segna la
storia del Sud Africa. Arriviamo quindi ai giorni nostri e cioè
al 1990 quando finalmente al governo sale in carica Frederick
De Klerk. Purtroppo l’Apartheid non faceva che deprimere lo
sviluppo economico della nazione : la maggior parte della
popolazione è nera, questa non era in grado di accedere allo
sviluppo, cioè di comprare e vendere, non solo, non poteva
accedere alla cultura impoverendo anche il ceto medio.
Frederick de Klerk in carica come primo ministro , ordina la
liberazione di Nelson Mandela dopo oltre venti anni dalla
carcerazione iniziò il dialogo con i neri. Nel 1994 Mandela
viene eletto, con le elezioni a suffragio universale, come
presidente del paese.
NOTA: Apartheid era la politica di segregazione razziale
istituita dal governo di etnia bianca del Sudafrica nel
dopoguerra e rimasta in vigore fino al 1993. L'apartheid fu
applicato dal governo sudafricano anche alla Namibia, fino al
1990 amministrata dal Sudafrica. L'apartheid fu dichiarato
crimine internazionale da una convenzione delle Nazioni
Unite, votata dall'assemblea generale nel 1973 ed entrata in
vigore nel 1976 (International Convention on the Suppression
and Punishment of the Crime of Apartheid), e quindi
successivamente inserito nella lista dei crimini contro
l'umanità.
ITALIANO:
negli anni ’60 in Sud Africa continuava il regime
dell’apartheid istituito nel 1948 dal partito nazionalista di
Daniel Malan. Nel 1966 esce un testo di Nadine Gordimer ,
una Sud Africana bianca , intitolato : “ Occasione d’amore”.
L’autrice proviene da una ricca famiglia ebrea di lingua
inglese. In tutti i suoi testi mantiene una aristocrazia
letteraria e linguistica, pur non smentendo la sua
partecipazione politica nella vita del suo paese . L’autrice è
stata sempre impegnata politicamente a favorire l’abolizione
dell’apartheid. Si dichiarò una sudafricana bianca ma ciò non
le costò il carcere come a Mandela , ma pagherà il suo
impegno politico con la messa al bando di tre suoi libri.
In “Occasione d’amore” alterna il presente con i flashback
attraverso una divisione del testo in quattro parti che
consente una progressiva introspezione psicologica dei
personaggi. Si tratta di due coppie e di un terzo uomo: Jessie
e Tom Stilwell, appartenenti una classe intellettuale medio
borghese bianca ed Ann, sposata con ebreo Boaz Davis, che
si innamora del pittore sudafricano nero Gideon Shibalo. E'
proprio la relazione tra la donna bianca e il nero che
rappresenta la situazione storica del paese in quel momento.
La sofferenza causata dall'apartheid in una coppia mista, data
della divisione tra bianchi e neri ma anche la sofferenza
interiore dei sudafricani liberali divisi tra il retaggio familiare,
fatto di antichi privilegi di classe e il desiderio di riscatto
della segregazione dei neri. Un'ulteriore divisione c’è tra i
rappresentanti della servitù dei neri e la nuova generazione
che lotta. Questo è ciò che caratterizza la complessità del
problema sudafricano per i suoi nodi inestricabili nei quali si
trova immersa l’ autrice sia come donna che come scrittrice.
Nadine Gordimer in questo romanzo ci fa conoscere meglio
quello che passa dentro l'anima di un uomo e di una donna
scandagliando fin nelle pieghe più oscure, senza concessioni
al sentimentalismo e arrivando a svelare i pregiudizi di coloro
che esercitano il potere. Anche nei romanzi successivi
metterà in evidenza il finto liberalismo della classe media
borghese bianca, le difficoltà relazionali, la violenza che giace
nell'intimo dell'uomo, con una particolare abilità nel
descrivere la singolare esistenza nel mondo sudafricano.
Nella prima parte del libro viene messa a fuoco la personalità
di Jessie, una donna emancipata dopo un breve matrimonio e
un figlio che trova nell’unione coniugale con Tom la fase di
certezza della sua vita. Jessie dopo questa unione si ritiene
sufficientemente libera. La presenza di suo figlio Morgan la
costringe però a ricordare il passato. Un giorno si reca in un
locale il Lucky Star, l’unico che accetta ancora i bianchi e i
neri, e incontra il pittore Gibeon con Ann e capisce che i due
sono amanti. Ann ,arriva a casa di Jessie e Tom, moglie di
Boaz . In un importante conversazione tra Ann e Jessie , Ann
dice di essersi lasciata alle spalle il passato di una vita
monotona a Chelsea scegliendo di viaggiare e sposando un
ebreo che tornava di tanto in tanto in patria. Per Boaz andare
in Sud Africa significava studiare la musica nera, che per la
moglie era importante perché non lo occupava nella vita
politica. Gideon, l'artista africano che le capiterà di
incontrare e verso cui si sentirà attratta ha un percorso
esistenziale più tortuoso. I discorsi tra Gideon e Boaz ,
confermano al marito di Ann la sua vulnerabilità ma anche la
sua vita segreta al riparo dell'attività esteriore, ma non ritiene
opportuno affrontarlo per difendere il suo rapporto con
Ann. La Gordimer analizza la vita di ciascun personaggio, in
particolare di Ann e Gideon nel loro rapporto personale ma
anche in relazione alla società che li circonda. I due amanti si
rendono conto che fuori dalla fascia protettiva
dell'anonimato della città c'era la difficoltà a perché era pure
difficile chiedere una camera d'albergo, o di girare sulla
spiaggia da soli .L’elemento che accomuna Jessie con Ann e
Boaz è che anche lei come loro voleva cancellare il passato e
vivere il presente. La natura con i suoi umori ed elementi
entra in empatia con gli stati d’animo di Jessie e con quelli
della coppia clandestina. La loro occasione d’amore avrebbe
segnato l’occasione per sfidare i pregiudizi, ma la loro storia
alla fine si verifica essere istintiva e d’avventura.
La Gordimer ha posto l'accento sul legame tra letteratura e
impegno politico proprio in occasione del conferimento del
Nobel per la Letteratura nel 1991: "ci sono stati scrittori
condannati dai regimi repressivi perché hanno servito la
società scrivendo al loro meglio: la nostra 'avventura estetica'
diventa sovversiva quando i segreti vergognosi dei nostri
tempi vengono esplorati nel profondo". Conoscendo le sue
opere , questa dichiarazione ci conferma che la sua scrittura
è stata fino ad oggi il suo strumento di denuncia e di
resistenza.
ARTE:
Come introdotto nella parte storica il dominio dei bianchi in
Africa intendeva essere anche di supremazia culturale . Essi
intendevano considerare gli africani come persone senza la
dignità di una cultura, quasi che la vecchia Europa detenesse
un predominio pure culturale. Perciò nel periodo della
colonizzazione moderna, primi anni del 1900, furono portati
a Parigi le prime teste scultoree , le prime pitture e i primi
manufatti artistici che provenivano dall’africa. Non certo dal
Sud africa perché non c’era nessuno scambio tra le culture.
Picasso e poi Modigliani e altri artisti rimasero affascinati da