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Fisica: La nascita della fisica quantistica, il principio di indeterminazione di Heisenberg, il principio di corrispondenza di Niels Bohr
Biologia:La Teoria del Caos e la Teoria Neodarwinista
Per capire a che livello la teoria del caos mini la visione
deterministica della natura bisogna analizzare le motivazioni per cui
si manifesta l'effetto farfalla. Dal momento che non è chiaro quale
sia l'impatto delle fluttuazioni quantistiche casuali sui sistemi
macroscopici, vengono a delinearsi due possibilità che possono
essere ammesse sia singolarmente che in una loro combinazione. In
primo luogo è possibile che l'indeterminismo dovuto all'effetto
farfalla sia di carattere epistemologico, ossia che esso dipenda
dall'incapacità da parte di chi fa la previsione di raccogliere dati a
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sufficienza. Ciò avverrebbe proprio per via della struttura complessa
del sistema, che in quanto a tale determina l'impossibilità di
raccogliere dati sufficienti a causa della mole di informazioni che
riguardano il fenomeno in analisi. Un'altra possibilità è che le
variazioni imprevedibili dei sistemi complessi a livello macroscopico
siano dovute alle fluttuazioni quantistiche puramente casuali che
caratterizzano la loro struttura fondamentale. Queste due
possibilità si combinano più verosimilmente in un mix che
determina l'impossibilità di prevedere il comportamento dei sistemi
caotici. Tuttavia va sottolineato che la teoria del caos non mina il
determinismo in senso proprio, anzi non fa che risollevare le
questione già emersa nel '27 per via del principio di
indeterminazione di Heisenberg, ossia il dibattito intorno alle
proprietà ontologiche di determinismo ed indeterminismo.
Per approfondire la riflessione sul rapporto tra indeterminismo,
determinismo e libero arbitrio bisogna introdurre i concetti di
emergenza e di riduzionismo, sia epistemologico che ontologico.
Quest'ultimo, il riduzionismo ontologico, è alla base del metodo
scientifico e consiste nel prendere come assunto l'omogeneità
strutturale di tutti i livelli di descrizione dell'universo. In altre
parole il passaggio da inorganico ad organico, come del resto da
chimico a biologico a psicologico, non presenta né fratture né
contraddizioni. Dunque la vita e la coscienza non sono considerate
come "miracolose", in quanto al fatto che non hanno nulla di
strutturalmente diverso rispetto al resto dell'universo. L'ipotesi
opposta al riduzionismo ontologico afferma la presenza di una
"scintilla della vita" ed è storicamente nota come " Vitalismo". Essa
rappresenta oggi un'accusa da cui quasi tutti gli scienziati cercano di
sottrarsi. Il riduzionismo può anche essere epistemologico. Esso
consiste nella convinzione secondo cui un dato ramo della scienza
potrebbe sempre essere ridotto a un altro più fondamentale: ad
esempio la psicologia alla fisiologia, la fisiologia alla biologia, la
biologia alla chimica e tutto alla fisica. Sebbene questo tipo di
riduzionismo sia stato contestato dal filosofo Karl Popper, nel
panorama scientifico attuale e passato sono stati molti i fisici a
cercare la "Teoria del tutto"(un modello che possa spiegare ogni
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fenomeno dell'universo in termini fisici) e tra loro si trovano nomi
celebri come quello di Stephen Hawking e di Albert Einstein. Se il
riduzionismo porta a dividere in parti sempre più fondamentali
l'oggetto di studio, il concetto di emergenza fa riferimento ad una
visione organica del fenomeno in analisi. Infatti, sebbene sia
possibile, è scomodo descrivere fenomeni macroscopici come
l'anatomia umana in termini di particelle fondamentali (quark ed
elettroni). Perciò gli scienziati che si occupano di discipline quali la
biologia, medicina o la fisiologia utilizzano dei modelli
approssimativi per descrivere elementi macroscopici. Il
comportamento emergente è la situazione in cui un sistema (ossia
un insieme di elementi più fondamentali) esibisce delle proprietà
che non sono direttamente riconducibili alle caratteristiche del
singolo elemento fondamentale. Ad esempio, sebbene una singola
molecola d'acqua non sia umida, l'insieme di molte molecole viene
percepito come bagnato
(proprietà causata dalle
forze intermolecolari che
sono all’origine della
proprietà macroscopica
chiamata "tensione
superficiale”). Dunque il
concetto di emergenza
suggerisce che non
sempre le proprietà delle
singole parti
rispecchiano quelle del loro insieme macroscopico. La nozione di
emergenza deve però rimanere legata al riduzionismo
epistemologico per non generare l'errore concettuale rappresentato
dall' emergenza forte. Quest' ultima consiste nell' idea secondo cui
le proprietà emergenti dei sistemi macroscopici non derivino dalla
loro descrizione fondamentale. Secondo i sostenitori dell'emergenza
forte vi sono delle caratteristiche emergenti di alcuni sistemi che
non sono spiegabili a partire dall'interazione tra i componenti primi
che formano il sistema stesso. Quindi queste emergenze forti si
manifesterebbero magicamente, senza alcuna ragione
comprensibile. C'è chi pensa che, solo perché un sistema (per PAGINA 12
esempio il cervello) è costituito da molte componenti, è in qualche
modo esente dal riduzionismo e che qualcosa (il libero arbitrio)
“emerge in modo forte”. Il fatto è che non esiste un solo esempio
noto di un simile