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Sintesi
Italiano: Avanguardie Storiche e Futurismo

Storia: II Rivoluzione Industriale

Filosofia: Karl Marx e il Capitale

Inglese: The Victorian Age, Charles Dickens e Hard times (Coketown)

Francese: Guillaume Apollinaire e "La Petite Auto"

Tedesco: Die Industrialisierung e Gerhart Hauptmann "Die Weber"
Estratto del documento

FILOSOFIA ITALIANO

Karl Marx e il capitalismo Le Avanguardie Storiche

Lotta di classe Il Futurismo

Alienazione del lavoratore

STORIA

II RIVOLUZIONE

INDUSTRIALE

1814 - 1917

FRANCESE

Guillaume Apollinaire :

“La Pétite Auto”

TEDESCO INGLESE

Die Industrialisierung The Victorian Age

Gerhart Hauptmann : Charles Dickens :

“Die Weber” “Coketown”

Italiano

LE AVANGUARDIE STORICHE

Con il termine “Avanguardie” si indicano movimenti

artistico-culturali sviluppatesi in Europa dagli inizi

del '900 alla metà degli anni Venti circa. In

genere si parla di Avanguardie storiche per

distinguerle dalle Neoavanguardie sorte dopo la II

Guerra Mondiale.

Le Avanguardie storiche avevano delle tendenze

radicali a rompere con i codici artistici tradizionali

e con le convenzioni borghesi. Rifiutando tutti i

valori, gli avanguardisti mettevano in discussione il

valore e il concetto dell' arte; infatti, secondo

loro, l'arte deve scuotere, sconvolgere, scatenare

energie, deve contribuire a migliorare la vita. La

funzione dell' artista è quella di costruire una vita

“estetica” dominata dall'arte.

Per realizzare questo obiettivo le Avanguardie

valorizzarono al massimo la ricerca di nuove forme

espressive, facendo dello sperimentalismo il loro

orientamento metodologico: operando in gruppi per abbattere ogni barriere tra le

diverse forme d'arte.

Le Avanguardie che interessarono maggiormente la letteratura sono :

l' Espressionismo, il Futurimo, il Dadaismo e il Surrealismo.

Futuristi : Russolo, Carrà, Marinetti, Boccioni e Severini.

IL FUTURISMO

Nacque ufficialmente il 20 febbraio 1909 con la

Manifesto del

pubblicazione sul “Figaro”, a Parigi, del

Futurismo, redatto da Filippo Tommaso Marinetti.

Il Futurismo rifiutava ogni “passatismo” e tradizionalismo

in nome di un' arte che esaltasse la potenza delle

macchine e delle nuove tecnologie. I futuristi videro nella

“macchina” il simbolo dei tempi nuovi, che sostituiva un

nuovo ideale di bellezza a quello classico.

L'artista diventa così portavoce delle trasformazioni

introdotte nella vita quotidiana dalla civiltà tecnologica.

Da ciò deriva la sperimentazione di nuovi modi di

comunicazione, capaci di rompere i confini tra le diverse Filippo Tommaso Marinetti

arti e le diverse tecniche.

I temi cari al Futurismo furono, quindi, la rottura con le regole del passato, la

proiezione verso il futuro, l'esaltazione delle macchine e della velocità come

simbolo di progresso tecnologico.

Il suo influsso in Europa fu grande, soprattutto in Francia, in Germania e

soprattutto in Russia con Majakovskij. All' esperienza futurista è in parte

riconducibile anche l'attività del poeta francese Guillaume Apollinaire, irriducibile

sperimentatore formale.

La cittò che sale, Umberto Boccioni (1910). Storia

LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

(1870 – 1914)

La Seconda Rivoluzione Industriale si verificò a partire dal 1870, in Europa e

negli USA, e fu caratterizzata da un intenso sviluppo delle comunicazioni. Nella

navigazione, il motore sostituì definitivamente la vela, le grandi linee ferroviarie

collegarono interi continenti rendendo così gli spostamenti dell’uomo più facili ed

accessibili. Al vecchio gruppo di stati che avevano costituito il nucleo della prima

rivoluzione industriale, si aggiunsero nuove potenze industriali come l’Italia, il

Giappone, la Russia, l’Olanda e i Paesi Scandinavi. Insieme controllavano l’80% del

mercato mondiale. Si susseguirono una serie di invenzioni : la celluloide, che è

una delle prime materie plastiche,il frigorifero, la macchina da scrivere, il

ventilatore il motore a scoppio. Queste invenzioni cambiarono le abitudini di

intere generazioni; un esempio è l’acciaio,una lega di ferro e carbone, che

costituì l’ossatura dei paesi industrializzati in quanto veniva impiegato in tutti i

settori della produzione industriale.

La produzione industriale, dovendo soddisfare le esigenze di un mercato di

dimensioni mondiali, fu affidata ad aziende sempre più grandi che diedero vita a

nuove situazioni come i monopoli che si verificano quando un intero settore

produttivo è controllato da un unica azienda, i trusts che avvengono quando le

grandi aziende inglobano le più deboli e i cartelli che sono accordi di aziende dello

stesso ramo produttivo per arginare una concorrenza aggressiva. Al crescere

delle imprese si accompagnò la nascita della produzione di massa, con i prodotti

standardizzati, ossia con caratteristiche identiche. Questo nuovo principio

meccani stico del lavoro fu chiamato

“Taylorismo”, dal nome dell’ideatore

americano Taylor, e fu applicato con

grande successo nella catena di

montaggio per produrre automobili da

Harry Ford. Sul piano economico, lo

squilibrio tra paesi ricchi e poveri si

accentuò notevolmente. Inoltre episodi di

razzismo si fecero sempre più frequenti.

L’umanità fu divisa in razze di cui i Catena di montaggio newyorkese.

bianchi si ritenevano superiori alle altre per intelligenza e quasi per natura

biologica. Sul piano del commercio economico la Gran Bretagna restava

incontrastata, mentre nel settore della produzione industriale subì il sorpasso di

USA e Germania. Molti Stati, primi tra tutti Italia e Germania, adottarono la

politica del protezionismo, basata sull’aumento delle tariffe doganali e delle tasse

sulle merci importate, al fine di salvaguardare le industrie nazionali dal

commercio estero.

L' economia ottocentesca sembrerebbe quasi perfetta, ma ciò non è vero; nell'

Ottocento, infatti, più volte si ebbero crisi economiche.

La più grande crisi economica dell'Ottocento fu quella che durò dal 1873 al 1896

e che colpì sia l'economia europea sia quella statunitense. Questa crisi prese il

nome di Grande Depressione e comportò:

. Un grave periodo di crisi agraria, dovuta alla concorrenza de “nuovi granai”

extra continentali, condusse l'Europa ad affrontare la situazione attraverso

alcune misure, quali l'ampliamento delle zone coltivabili, la

diversificazione dell'agricoltura e, soprattutto, con

l'innalzamento delle barriere doganali.

. Nel settore industriale si assistette al crollo dei prezzi e

del profitto dovuto ad un eccesso dell'offerta dei beni

rispetto alla domanda.

L'aumento della disoccupazione riduceva la domanda e di

conseguenza metteva in crisi la produzione, generando

nuovi disoccupati. Manifestazione di

protesta dei disoccupati

a Toronto.

Molti contadini ed artigiani si trasferiscono in città per

lavorare nelle industrie. Questo fenomeno prende il nome di “urbanesimo” cioè

sovrappopolamento delle città. Essere proletari, ossia lavoratori che vendono la

propria forza-lavoro in cambio di salario, divenne una condizione comune a milioni

di persone che condividevano abitudini, stili di vita e a volte persino le abitazioni

come avveniva nei quartieri operai.

I proletari lavoravano dalle 12 alle 16 ore al giorno tutta la settimana, esclusa la

domenica, passando più tempo con i propri compagni di lavoro che con la propria

famiglia. Gli operai si autorappresentavano come un mondo a parte, opposta a

quella borghese e si sostenevano a vicenda con le società di mutuo soccorso.

L’accesso alla politica di fasce sempre più ampie di cittadini

portò alla nascita di grandi partiti politici distribuiti

sull’intero territorio nazionale e portatori di un'unica

ideologia per il governo della società.

Il 28 Settembre 1864 nacque a Londra, per iniziativa di

Marx, la prima Associazione internazionale dei lavoratori,

passata alla storia con il nome di Prima Internazionale, dove

confluirono varie componenti del movimento operaio

caratterizzato da una eterogeneità di ideologie

corrispondenti alle diversità del proletariato operaio

Karl Marx

costituito da una classe operaia impiegata nella fabbrica, ormai ben strutturata,

da lavorati ancora a metà tra l'artigianato e l'operaio industrializzato.

I primi risultati tangibili si ottennero con la Seconda internazionale a Parigi nel

1889, che decretò la giornata lavorativa di 8 ore, la proclamazione del 1 Maggio

come giornata internazionale dei lavorati, migliorò le condizioni di lavoro e

aumentò i salari.

La classe dominante negli ultimi decenni dell’ottocento fu ancora la borghesia che

comprendeva diverse figure sociali: gli imprenditori, i professionisti , gli alti

funzionari statali, i quali, come gli operai,condividevano stili di vita, abitudini,

quartieri residenziali, potendo però dedicarsi anche allo sport, svago a cui i

nazionalismo

proletari non potevano attingere. Per la borghesia il fu ciò che il

socialismo era per la classe operaia, un’ ideologia in cui riconoscersi

collettivamente e alla base alla quale c’era la

forte volontà di identificarsi con la propria

nazione. La civiltà industriale portò anche alla

nascita di nuove forme di cultura e spettacoli di

massa come il cinema, che grazie al lavoro dei

fratelli Lumière, ottenne un successo strepitoso.

Accanto a queste forme di cultura popolare

continuò ad esistere la cultura d’avanguardia con

l’affermazione del Futurismo e del Cubismo che è

una corrente artistica che si impose in Europa tra

ottocento e novecento. Anche in campo

scientifico, la seconda metà del XIX secolo fu un

periodo ricco di successi contro le malattie. Si

diffuse una fiducia assoluta in un inarrestabile

progresso e nella scienza che caratterizzò la fine

dell’Ottocento come un periodo di ottimismo o per Prima locandina della storia del

cinema.

meglio dire di Positivismo.

Industrializzazione fine '800.

Filosofia

KARL MARX E IL CAPITALISMO

Karl Marx nacque a Treviri, in Germania, nel 1818

da una famiglia ebraica convertita al

protestantesimo. Studiò a Bonn, a Berlino e a

Jena, aderendo dapprincipio alla filosofia hegeliana,

ma accogliendone ben presto le critiche di

Feuerbach. Collaborò per un certo tempo con un

giornale di Colonia e nel 1843 emigrò a Parigi, dove

l'anno successivo conobbe Friedrich Engels, col

quale strinse una profondissima amicizia ed una

stretta collaborazione.

Espulso da Parigi nel 1845, Marx si trasferì

dapprima a Bruxelles e poi a Londra, dove visse

grazie al sostegno del suo ricco amico Engels. Con

Manifesto del partito

questi, nel 1848, pubblicò il “ Karl Marx

comunista ”. Nel 1864 fondò l'Associazione

internazionale dei lavoratori, poi nota come Prima Internazionale. Morì a Londra

nel 1883. Il Capitale

L'opera maggiore di Marx è “ ” dove compie una critica dell' economia

politica. Questa critica si focalizza dapprima sull'analisi dell'economia politica

classica per realizzare una vera e propria

“anatomia” del sistema capitalistico.

La forma capitalistico-borghese della

produzione della ricchezza è caratterizzata

dal fatto che il mezzo per crearla è diventato

il “il lavoro in generale”, vale a dire il lavoro

che prescinde da ogni sua caratteristica

particolare e si presta a essere impiegato

come pura forza-lavoro da offrire e

acquistare come merce.

Infatti, secondo Marx, il lavoro ha un

significato “filosofico”: è un attività

fondamentale e basilare dell'uomo. Attraverso

“il fare” l'uomo riesce a migliorarsi, a

conoscere ciò che lo circonda modificando la

natura secondo i propri scopi. Il lavoro

permette di urbanizzare la natura e

contraddistingue l'uomo dagli animali.

Analizzando la società capitalistica e la condizione dei lavoratori Marx si rende

conto che il lavoro non ha più lo stesso significato: l'uomo non ha più la possibilità

di migliorarsi e il tipo di organizzazione del lavoro rende il lavoratore schiavo,

tanto da essere considerato come una bestia nelle mani del padrone.

Con ciò, il lavoratore perde la sua dignità e finisce per avere un'esistenza quasi

inumana.

L'economia politica, per Marx, aveva trascurato il rapporto tra l'operaio, il suo

lavoro e la produzione per celare l'alienazione, caratteristica del lavoro nella

società industriale moderna. Secondo il filosofo, l'alienazione rappresenta la

situazione dell'operaio nella società capitalistica in cui ha perduto sia l'oggetto

del proprio lavoro, sia il potere della sua stessa capacità produttiva in quanto la

sua forza-lavoro è proprietà del capitalista che ne dispone come e quando vuole.

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