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La tesina affronta l'argomento della pubblicità e della persuasione occulta. Tesina maturità argomenti: in Economia i produttori e i consumatori, in Storia il dopoguerrae la nascita della società dei consumi, in Filosofia Sigmund Freud e la scoperta dell’inconscio, in Italiano La coscienza di Zeno di Italo Svevo e in Inglese types of advertising.
Economia - I produttori e i consumatori .
Storia - Il dopoguerra e la nascita della società dei consumi.
Filosofia - Sigmund Freud e la scoperta dell’inconscio.
Italiano - La coscienza di Zeno di Italo Svevo.
Inglese - Types of advertising.
Kelly Silva V°C – GA Maturità – 2012/2013
La pubblicità è una forma di comunicazione di massa a
pagamento, attraverso la quale un’impresa presenta un
prodotto per incrementarne le vendite.
Il Ruolo della pubblicità è quello di spostare il consumatore dalla non conoscenza alla fase
della conoscenza (scoperta dell’esistenza del prodotto), per portarlo poi alla comprensione
(fase in cui egli da un certo credito al prodotto) e successivamente alla preferenza (fase nella
quale il consumatore si rende conto che un prodotto può offrire determinati benefici), per
arrivare infine alla decisione di acquistare il prodotto.
Non Conoscen Comprensi Preferen Preferen DECISIO
Conoscen za NE
za one za
Il significato di pubblicità deriva dal latino “rendere pubblico”, invece il termine inglese
originale advertising deriva dal verbo “to advertise” ovvero “promuovere, far conoscere”.
Questo afferma la sua definizione, cioè che la pubblicità è uno strumento unico che permette
alle imprese di far conoscere i propri prodotti con lo scopo di incrementare le proprie
vendite.
Le prime forme di pubblicità hanno radici molto antiche. Insegne e scritte pubblicitarie sono
state rinvenute in diversi scavi archeologici. Con la diffusione della stampa gli annunci sono
esclusivamente testuali e privi di immagini e
soprattutto gratuite. Solo nel diciottesimo –
diciannovesimo secolo diventeranno a
pagamento.
Produttori e consumatori .- Possiamo
considerare la pubblicità attraverso due punti di
vista: da una parte vi sono i produttori che, a
causa della forte concorrenza, fanno a gara per
promuovere la loro merce, mentre dall’altra
parte c’è il consumatore che spesso non riesce,
da solo, a valutare i pregi ed i difetti di quella
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merce e finisce quindi per seguire il proprio istinto che egli ingenuamente crede naturale e
libero ma che in realtà è fortemente condizionato dai “suggerimenti” pubblicitari che è
costretto anche involontariamente a subire.
La pubblicità funziona sempre? .- Spesso molti produttori e commercianti si chiedono se
la pubblicità sia veramente utile per la vendita dei loro prodotti, ma nutrono un vago timore
che se smettono di farla i loro concorrenti potrebbero trarne vantaggio. Altri, fanno
pubblicità perchè il pubblico abbia presente il loro nome. Altri perchè rende più facile avere
una buona distribuzione.
Un esempio recente è quello dell’ipad, prodotto dalla grande azienda tecnologica Apple.
Numerosi sono stati coloro che hanno fatto la fila dalla mattina presto davanti all’Apple
store di New York per accaparrarsi questo oggetto di alta tecnologia. Un servizio del Tg1 ha
mostrato che le stesse persone che erano in coda per il prodotto non sapevano nemmeno a
cosa servisse esattamente, ma erano lì a causa della grande curiosità suscitata dalla
pubblicità che ne era stata fatta. Quando la gente è
povera, i pochi
soldi a
disposizione sono quasi tutti assorbiti dalle spese
indispensabili per vivere (per es. cibo, vestiario).
Ma nell’età del benessere un numero sempre
maggiore di persone ebbe denaro sufficiente per
procurarsi non più beni di prima necessità, come
alimentari, ma anche beni di consumo durevoli,
come elettrodomestici, automobili, oggetti
d'arredamento, attrezzi per lo sport e per il
tempo libero… Beni e servizi che in precedenza
erano considerati un lusso.
Stava nascendo la società dei consumi, caratterizzata da una
quantità numerosa di persone (consumatori), da
cui proveniva una domanda crescente di beni e di
servizi.
La società dei consumi è un fenomeno che continua
anche oggi. Essa si regge su due pilastri fondamentali:
1. La produzione di grandi quantità di merci poco
costose e perfettamente identiche l’una
all’altra;
2. La pubblicità che crea i bisogni e spinge agli
acquisti. Pagina
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Le novità della scienza e della tecnica trovavano rapida applicazione in oggetti d'uso
quotidiano e trasformavano progressivamente la vita e le abitudini delle persone.
In molti casi la disponibilità d'energia elettrica permise la diffusione dei primi
elettrodomentici, apparecchi funzionanti ed elettricità, che resero più comoda la vita delle
famiglie. A poco a poco i ferri da stiro (apparsi nel 1953) elettrici occuparono il posto di
quelli caricati con braci ardenti o riscaldati sulla stufa, gli aspirapolvere (apparsi nel 1948)
assicurano alle abitazioni maggiore igiene e pulizia, i frigoriferi (apparsi nel 1962)
domestici permisero di conservare cibi deperibili cambiando le abitudini alimentari delle
persone, i ventilatori resero gli ambienti più confortevoli, le lavatrici (apparsi nel 1954)
elettriche fecero dimenticare i bucati a mano, la fatica
delle lavandaie.
Si moltiplicò il numero di telefoni installati nelle
abitazioni e quello degli apparecchi radio, già
abbastanza comuni dagli anni Trenta.
Divenne sempre più popolare il cinema, che fin dalla
prima metà del secolo aveva affascinato spettatori di
ogni strato sociale raggiungendo anche i villaggi più
piccoli e sperduti. Nel 1927 era stato prodotto il primo
film sonoro, vale a dire
parlato e accompagnato da musiche.
Per la loro popolarità radio e cinema erano potenti strumenti
di propaganda, in grado di influenzare l’opinione pubblica,
ma dagli anni Cinquanta – Sessanta il principale mezzo di
comunicazione fu la televisione che proprio allora usciva
dalla fase sperimentale, iniziata nel 1936.
La televisione per le masse inizio nel 1942 negli Stati Uniti e
dieci anni più tardi in Europa. Le prime trasmissioni
presentavano immagini in bianco e nero, poi – dal 1953 in
USA, dal 1977 in Italia – anche immagini a colori. Il televisore
divenne l’apparecchio tipico della società dei consumi, superò
per importanza radio e cinematografo e contribuì assai più di qualsiasi altro mezzo di
comunicazione a diffondere informazioni e cultura ma anche a propagare mode e
costumi e ad influenzare l’opinione pubblica.
Nelle case dei più fortunati e nei Bar, nel corso di tutto
l’anno, la televisione è ormai la padrona assoluta degli
spettacoli d'intrattenimento.
3 GENNAIO 1954, il battesimo ufficiale della
TELEVISIONE ITALIANA, dopo aver già mandato
in onda a Capodanno il messaggio augurale del Papa.
Le abitudini serali delle famiglie cambiano.- Nel
corso del 1954 si vendono circa 170.000 televisori. Il
successivo se ne venderanno 350.000. Invece, nel ’58
saranno già 1.000.000. Nel salotto dove troneggia il
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“nuovo focolare” s'invitano i parenti, gli amici, e anche i vicini di casa. Si fanno nuove
conoscenze e amicizie e anche fidanzamenti.
I primi televisori che compaiono nei negozi costano 250.000 lire (circa 130.00 €).
Nei Bar, nelle Locande e nelle Cantine, il televisore incentiva la clientela e quindi le
consumazioni; i locali si trasformano in vere e proprie sale cinematografiche con ordinate
file di sedie per gli spettatori, vi entrano anche le donne, che iniziano a seguire i primi
consigli della pubblicità. Viene così diffuso il rossetto, il “Profumo Paglieri”, la “saponetta
Palmolive”, lo Shampoo, il “dentifricio Durbans”.
Gli italiani che finora usavano i dialetti, in ambito locale, in famiglia e sul lavoro, iniziarono
a comprendere il vero significato di alcuni vocaboli in italiano. Le persone più anziane, quei
pochi che erano andati a scuola fino alla terza o alla quinta elementare, cercavano di portare
alla memoria parole apprese anni prima, però mai più usate, da tempo dimenticate. I più
giovani con più scolarizzazione sfoggiavano invece una discreta comprensione, e a quelli
che a scuola non c’erano mai andati cercavano di spiegare il significato di alcune parole o
battute.
La pubblicità subliminale è una forma di messaggio
promozionale, mandato ad una velocità o ad una dimensione
tale che la persona non la recepisce a livello cosciente, ma ne
esegue lo stesso il comando.
Il primo messaggio subliminale risale ai primi anni '50,
quando la Coca Cola, per promuovere il proprio prodotto,
inviava un frame ogni 5 minuti durante la proiezione dei
film nei cinema. Gli spettatori non si accorgevano di questo,
ma il prodotto registrò un incremento delle vendite del 36%.
Nel corso degli anni tanti sono stati i messaggi subliminali,
anche nella musica: essi hanno scopi principalmente
commerciali, politici, ma anche satanici o legati all'uso di
droghe.
L'inconscio, invece, è come un grande deposito di tutte le
nostre esperienze, azioni, cose dette e/o fatte, di cui magari a volte non ci ricordiamo più.
In altre parole, l'inconscio è come il custode di
tutto ciò che facciamo senza rendercene
conto, vale a dire inconsciamente.
Le forme di pubblicità ci assillano ogni
giorno: se osserviamo con occhio critico
uno spot televisivo, vedremo che ci dice
ben poco riguardo al prodotto, ma allora a
cosa servono tutte quelle elaborate immagini
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e le ricercate colonne sonore? Perché si cercano i migliori registi per tali filmati? Servono
per comunicare, ma non con la nostra coscienza; suoni ed immagini sono un linguaggio di
sensazioni, un linguaggio comprensibile direttamente dall’inconscio poiché i pubblicitari ed
i loro psicologi sanno che è quella la parte dominante, la sede della nostra volontà, la parte
da convincere; centrato l’obiettivo di stimolare un desiderio inconscio, l’acquisto è
garantito, perché la nostra parte cosciente, eseguirà l’ordine. Ecco perché le pubblicità sono
piene di belle donne, di gente sorridente, di panorami bellissimi con un sottofondo musicale
altrettanto armonioso: si deve formare l’associazione prodotto-bella vita, associazione che
alla nostra mente appare tanto più sicura quanto maggiore è la frequenza della ripetizione,
ecco perché la pubblicità è così ossessiva; si tratta di una sottile manipolazione occulta della
nostra mente che, nel linguaggio moderno, viene definita persuasione.
La vita psichica si compone di una parte conscia ed una inconscia. Fu appunto Sigmund
Freud, a stabilire per primo questa distinzione. Sia nella
nevrosi che nel sogno, è possibile osservare l’emergere di
pensieri, desideri, fantasie di cui il soggetto non ha
coscienza.
Già gli esperimenti compiuti nell’Ottocento dalla scuola di
psichiatria francese, mostravano l’esistenza di una parte del
soggetto non riducibile alla coscienza. I malati in questi
esperimenti venivano ipnotizzati. Mentre erano in questo
stato si impartiva loro un ordine, con la precisazione che
avrebbero dovuto eseguirlo una volta svegliati dallo stato
ipnotico. Puntualmente gli ammalati, una volta svegli,
eseguivano l’ordine ricevuto ignorandone il motivo.
È abbastanza chiaro che l’ordine, prima di realizzarsi, ovvero quando il soggetto era sotto
l’effetto dell’ipnosi, era inconscio, dal momento che il soggetto, una volta svegliato non
ricordava più di aver avuto un ordine, ma semplicemente lo eseguiva.
La vita psichica si compone ,quindi, di una parte conscia ed una inconscia. La parte
inconscia che consiste in pensieri, desideri e fantasie è in grado di agire sul resto della vita
psichica. Essa è cioè in grado di comunicare , in qualche modo i propri pensieri. Il rapporto
che c’è tra conscio ed inconscio in effetti,
deve essere visto proprio come un rapporto
tra due persone che si parlano.
L’inconscio però, non comunica come
normalmente l’uomo è abituato a
comunicare con la propria coscienza,
ma secondo leggi sue proprie, le quali
vennero definite da Freud nella sua
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“L’interpretazione dei sogni”
celebre opera e sono: spostamento,
condensazione, simbolizzazione.
E’ difficile per il soggetto a volte accettare ciò che l’inconscio in forma misteriosa gli dice ,
in quanto molto spesso i contenuti dei pensieri inconsci sono scomodi, fastidiosi ed
insopportabili per lui.
Se una persona ad esempio ha subito una delusione amorosa, tenderà a dimenticare la