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Sintesi
Storia: il primo dopoguerra (crisi e biennio rosso in Italia)

Italiano: Gabriele D’Annunzio

Diritto: la legge urbanistica n.1150/42; L’espropriazione e la legge 25/6/1865 n. 2359

Topografia: le strade

Costruzioni: i muri di sostegno

Inglese: method of construction
Estratto del documento

Il romanzo d’esordio dello scrittore, Il piacere, pubblicato nel 1889, è il primo della

lunga serie di prose che testimoniano in forma esemplare in quale modo D’Annunzio

costruisce e precisa la propria ideologia. Rispetto alla tradizione narrativa italiana

l’opera ha caratteristiche assai nuove, per comprendere le quali non è fuori luogo

ricordare che proprio nello stesso anno Verga scrive “Mastro don Gesualdo”.

D’Annunzio conserva, dell’impianto verista, la volontà di dipingere un affresco

sociale e di costume, all’interno del quale indugia a descrivere l’ambiente

moralmente malato, corrotto e ozioso dell’aristocrazia.

La vicenda, ambientata a Roma, ha per protagonista Andrea Sperelli, ultimo rampollo

di una nobile famiglia, un esteta il cui principio-guida è, secondo l’ideale dello stesso

D’Annunzio, quello di “fare” la vita come si fa un’opera d’arte. Il giovane trascorre il

tempo lontano dal “grigiore” della quotidianità, circondandosi di cose raffinate e

lussuose, immerso in attività fuori del comune. La sua esistenza viene però turbata

dall’abbandono dell’amante, la bella e misteriosa Elena Muti, che Andrea, nonostante

le numerose avventure frivole, non riesce né a sostituire né a dimenticare.

Ferito in duello, durante la convalescenza s’innamora, riamato, di Maria Ferres, una

giovane molto spirituale. Ben presto però il rapporto si complica per la somiglianza

fra le due donne: Andrea, sempre più tormentato dal ricordo di Elena, ricerca con la

nuova amante le sensazioni provate con l’altra e quando, durante una notte d’amore,

si rivolge a Maria chiamandola inconsapevolmente Elena, la donna inorridita capisce

la verità e lo lascia.

I motivi di fondo del Piacere presentano forti affinità con quelli del romanzo più

rappresentativo del Decadentismo europeo di quegli anni, À rebours, di Joris-Karl

Huysmans. Come il duca Jean Des Esseintes, protagonista dell’opera di Huysmans,

anche Andrea Sperelli è totalmente votato alla ricerca estetica, al pieno godimento

delle più raffinate sensazioni, e, come lui, destinato alla sconfitta.

Compare qui, in maniera estremamente esplicita, quel motivo che la critica ha

indicato fra quelli fondamentali della personalità dannunziana, il velleitarismo,

ovvero la frattura tra il desiderio di affermazione del proprio io e la costante

percezione dell’impossibilità di ottenerla. In questo senso, Il piacere anticipa le

posizioni che D’Annunzio verrà precisando nei romanzi successivi. Ma è

indispensabile ricordare ancora una volta che quest’opera testimonia l’eccezionale

capacità dello scrittore nel captare e assimilare le espressioni della più recente cultura

d’oltralpe, e si propone, proprio per questo, come il primo contributo italiano alla

definizione europea dell’eroe decadente che, dopo Des Esseintes, assumerà, in

Inghilterra, le splendide e ambigue fattezze di Dorian Gray, l’inquietante protagonista

dell’omonimo capolavoro di Oscar Wilde.

L’ARCHITETTURA RAZIONALISTA

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Si sviluppa negli anni dopo la prima guerra mondiale in America e in particolare a Chicago,

distrutta da un incendio. Le sue due caratteristiche fondamentali sono: il misticismo

utopistico e il culto della logica. Le sue matrici fondamentali sono: l’esperienza della

Bauhaus in Germania, De Stijl in Olanda, il Cubismo francese; dalle quali riprende la

tendenza alla sintesi estrema degli elementi. La necessità di costruire edifici capienti in

modo rapido porta all’utilizzo di materiali innovativi quali: il ferro, il vetro e il cemento

armato. Utilizzati senza ornamenti ma lasciati a vista.

Il cemento armato rivoluziona i metodi costruttivi poiché utilizzandolo è possibile sia

costruire edifici di notevoli dimensioni, senza ricorrere a vari accorgimenti strutturali per

evitare il sovrappeso, sia di creare spazi interni indipendenti dalla struttura portante, sia

infine di costruire un edificio sollevato da terra. Il calcestruzzo armato è formato da

cemento, sabbia, ghiaia, impastati con acqua; il composto così ottenuto viene colato

all’interno di strutture in legno con al centro un’armatura di ferro. Il primo ad utilizzare

questo nuovo materiale fu Francois Hennebique per realizzare solai, ma il primo ad

utilizzarlo a vista fu Auguste Perret con il palazzo di Rue Franklin a Parigi.

L’architettura razionalista nasce per la risoluzione di alcuni importanti problemi:

 Modificare i dormitori abitati dagli operai rendendoli luoghi più abitabili.

 Frenare la speculazione edilizia con dei piani regolatori.

 Creare dei polmoni verdi all’interno della città.

 Risolvere i problemi legati al traffico delle automobili.

 Creare un’architettura migliore che rifletta una società migliore.

Le Corbusier

Importante architetto razionalista che gode di una notevole fama grazie ai suoi scritti, ai suoi

dibattiti e conferenze. Dimostra una precoce abilità progettistica e i suoi maestri sono i più

grandi architetti del tempo: l’austriaco Hoffmann, il francese Perret e il tedesco Behrens.

Rimase per lungo tempo in Francia diventando un pittore cubista e coronando un nuovo stile

pittorico, il Purismo, una sorta di cubismo ridotto all’essenzialità. Le sue prime opere

risalgono al 1920( si tratta di ville private tra cui la villa Stein e la villa Savoye). Ritroviamo

in questi due edifici le principali caratteristiche del nuovo movimento e di tutti gli edifici

costruiti da Le Corbusier. La prima utilizza come strutture portanti dei sottili pilastri di

cemento armato, consentendo all’architetto di essere completamente libero nella

disposizione degli interni. Nella villa Savoye invece ritroviamo un altro elemento

caratterizzante del suo stile: l’armonia tra natura ed edificio. Questa è realizzata grazie

all’utilizzo di pilastri in cemento armato, da cui deriveranno i famosi pilotis (pilastri) con

cui si potranno costruire delle sorte di palafitte, che portano all’elevazione dell’edificio,. Le

facciate della casa sembrano essere circondate da un nastro formato da finestre costituite da

vetrate continue, mentre il tetto a punta scompare, sostituito da uno spiovente in cui trova

posto un ampio terrazzo e solarium. La struttura si presenta lineare, continua, aerea e

semplice. Altre sue opere sono altre ville, numerosi piani urbanistici ,tra cui famoso è quello

di Parigi, il progetto per la Società delle Nazioni e la chaise longue costituita da un solo

tubolare di ferro e imbottita con un rettangolo di tessuto.

L’architettura nel primo dopoguerra in Italia

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Dopo la prima guerra mondiale in Italia si sentì la necessità di una ricostruzione. Dunque, il

regime fascista finanziò diversi progetti architettonici. La nuova architettura riprese dalle

tematiche razionaliste di De Stijl e del Bauhaus per nuove soluzioni essenziali e

classicheggianti. Infatti si volevano recuperare i temi della romanità e la sua tendenza alla

fastosità. Con i finanziamenti del fascismo furono costruiti diversi edifici pubblici: stazioni,

scuole, uffici e piani urbanistici come Littoria, Sabaudia, Guidonia e Aprilia; e diverse

università di architettura e anche centri espositivi come la triennale di Milano e la prima

esposizione internazionale di architettura razionale. Grazie all’attenzione riservata

all’architettura italiana questa si guadagnò un posto di rilievo nel panorama internazionale.

Si svilupparono due diverse correnti: una più legata al fascismo e al classicismo e l’altra

meno monumentale ma più razionale. Nella prima corrente ritroviamo Marcello Piacentini

che eseguì diversi progetti per i centri di Bergamo e Brescia. Il suo stile era più

monumentale e celebrativo che razionalista e questo si vede bene nel progetto per la città

universitaria di Roma e nella via della conciliazione di fronte alla basilica di San Pietro.

Questo progetto suscitò immenso scalpore poiché portò alla distruzione di tutte le strette vie

che prima si trovavano di fronte alla chiesa e che avevano un preciso significato religioso.

Progettò anche il quartiere EUR, inteso come secondo centro della capitale in cui troviamo

uno stile meno monumentale ma più dechirichiano. Nella seconda corrente ritroviamo

Giovanni Muzio con uno stile più classicista e tradizionalista. Realizzò diversi edifici a

Milano monumentali e asimmetrici come il Cà Brüta. Il suo stile riprende dal ritorno

all’ordine pittorico come reazione alla confusione moderna e agli eccessi del futurismo.

Giuseppe Terragni

È il protagonista più originale del razionalismo italiano e membro del famoso gruppo sette.

La sua prima opera è il palazzo Novocomum a Como caratterizzato da una semplicità della

facciata e da una struttura angolare con cui contrasta la balconata ricurva. Ritroviamo nelle

sue opere l’insistenza sul misterioso rapporto tra cerchio e quadrato ripreso dai costruttivisti

russi e da Malevic e sull’importanza del numero tre, come si vede nel progetto per il

Dantaeum, un edificio volto a ricordare la divina commedia. Un’altra importante opera che

si trova sempre a Como è la casa del fascio con una struttura quadrata e priva di simmetria

nelle facciate, molto diversa dalle tradizionali opere fasciste in cui l’edificio doveva spiccare

per alcuni elementi in modo da attirare l’attenzione e dare l’idea del potere. Questo progetto

richiama la purezza della villa Savoye di Le Corbusier. L’altezza dell’edificio è la metà della

base e le quattro facciate sono tutte identiche fra di loro caratterizzate da un’alternanza di

pieni e vuoti rettangolari che contrastano con la parte bianca di marmo a lato lasciata per

ospitare le opere di arte moderna. All’interno si trova un salone centrale con un grande

lucernario e caratterizzato da una semplicità che rimanda alle ville romane . Il tetto è

costituito da diversi terrazzamenti che ritroviamo anche nella casa rustici a Milano.

Un’altra opera è l’asilo S.Elia curato nei minimi dettagli e dedicato ad un architetto

futurista. 9

Giovanni Michelucci

Membro del MIAR (movimento italiano per l’architettura razionale) e autore della stazione

ferroviaria di Firenze “ S.Maria Novella”, grazie a un progetto che vinse in un concorso.

Per la sua realizzazione utilizzò nel rivestimento lo stesso segno della chiesa e il

caratteristico andamento chiaro scuro di strisce marmoree. Per la sua semplicità e per

l’utilizzo di calcestruzzo armato, vetro, acciaio suscitò grande scandalo. Dopo la guerra

cambiò decisamente stile come si vede nella chiesa di S.Giovanni Battista collocata vicino

allo svincolo dell’autostrada per Firenze. Questa è ispirata alla cappella di Le Corbusier ed è

dedicata alle vittime per lavoro ad autostrada e il suo tetto richiama le tende dei nomadi,

questo perché lui identificava l’uomo moderno come un nomade. Per la sua realizzazione

utilizza una pietra tipica della toscana e invita ciascun muratore a utilizzare i propri metodi

di costruzione.

LA LEGGE URBANISTICA DEL 1942

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Notiamo che, in questo lunghissimo periodo di evoluzioni progettistiche e di razionali

princìpi, anche nell’ambito giuridico-urbanistico si presentano notevoli cambiamenti dal

punto di vista legislativo. Infatti, il 23 giugno 1942 l’allora Ministro dei Lavori Pubblici

Gorla presentò alla Camera la proposta di legge organica urbanistica che fu tramutata, senza

modifiche sostanziali, nella Legge 17.08.1942 n. 1150, tuttora in vigore nelle sue linee

essenziali. Questa legge è rimasta priva di attuazione per diversi anni : dapprima a causa

dello stato di belligeranza e poi per la necessità di provvedere urgentemente alla

ricostruzione dei fabbricati distrutti o danneggiati. Alla prima legge statale organica in

materia urbanistica approvata il 18 agosto del 1942 ricordata come legge urbanistica n.

1150/42, va riconosciuto il merito di aver introdotto importanti innovazioni al sistema delle

regole per lo sviluppo e l’assetto urbanistico delle città.

Tra le leggi che maggiormente hanno apportato modifiche al testo originario della legge

17.08.1942, n.1150 si ricordano:

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