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Sintesi

Introduzione Progresso e sviluppo tecnologico, tesina



È solo dopo molte indecisioni e ripensamenti che sono giunto alla scelta dell’argomento principe della mia tesina di maturità: il progresso e lo sviluppo tecnologico. Oltre ad essere un tema molto ricorrente oggigiorno, mi ha sempre interessato il modo in cui il mondo si sta evolvendo. In termini storici, credere nel progresso significa pensare che la storia sia necessariamente orientata verso un miglioramento della condizione umana, soprattutto in termini di benessere materiale di ciascun individuo e della collettività. Per me il progresso indica il processo di evoluzione e trasformazione delle condizioni umane. Esso ha caratterizzato e caratterizzerà sempre la vita dell'uomo nel suo fluire storico. Ma allora, il progresso ha avuto esclusivamente conseguenze positive per l'uomo? No, non è sempre stato così. Alcune conseguenze negative sono stati sotto gli occhi della società da molto tempo: l'ampliamento del divario tra i paesi più industrializzati e i paesi sottosviluppati, o più in particolare la sempre viva “questione meridionale”, la perdita dei veri valori della vita, ma anche il deterioramento dei rapporti interpersonali. Il progresso, seppur da una parte porti a risultati grandiosi come ho sottolineato nella mia tesina, ovvero anche attraverso la costruzione di impensabili opere architettoniche, già intorno alle metà del ‘800 alcuni personaggi illustri tra cui Giovanni Verga, iniziano a concepire una visione diversa del progresso, come qualcosa di limitato a una determinata parte di società. Verga infatti, pur teorizzando una concezione positiva del progresso ne sottolinea soprattutto degli aspetti negativi nella vita di coloro che verranno sempre sconfitti da esso, i cosiddetti “vinti", “vinti dal progresso”. Progresso che da un certo punto nel corso della storia ebbe la necessità di essere manifestato in qualche modo, per esprimere al meglio l’evoluzione e lo sviluppo di una nazione in particolare. È così che nascono le Esposizioni Universali, spesso anche al centro di contestazioni poiché non sempre ben viste dai critici. In effetti possiamo dire che se da un lato promuovono le novità o cercano di porre rimedio alle problematiche sociali più importanti, dall’altra, parlando in termini concreti, vanno a danneggiare il territorio coprendo grandi distese di suolo per la realizzazione della struttura manifestante, penalizzando così, non solo i grandi proprietari ma anche i piccoli proprietari dai terreni espropriati. Possiamo quindi concludere affermando che il termine progresso non è sempre associato a una condizione di benessere.

Collegamenti


Progresso e sviluppo tecnologico, tesina



Matematica - Dimostrazione matematica del profilo della Torre Eiffel.
Progettazione - Struttura in ferro: uso dei rivetti incandescenti.
Italiano - Positivismo: naturalismo in Francia e verismo in Italia.
Storia - Periodo della "Belle Epoque": Esposizione Universale 1889.
Inglese - The Great Exhibition, EXPO London 1851: Crystal Palace.
Estimo - Espropri per causa di pubblica utilità.
Estratto del documento

FIDUCIA NEL PROGRESSO: POSITIVISMO

In quel periodo l’affermarsi dell’industrializzazione favorisce il pragmatismo e la

fiducia nel progresso. In Francia il Positivismo, movimento filosofico e culturale, è

ispirato ad alcune idee guida riferite all'esaltazione del progresso scientifico. Il

termine Positivismo deriva etimologicamente dal latino positum, (participio passato

neutro del verbo ponere) vale a dire ciò che è fondato sulla realtà dei fatti concreti.

Positivo indica quindi: ciò che è reale e concreto, che si contrappone a ciò che è

astratto; ciò che è utile, efficace e produttivo in opposizione a ciò che è inutile.

L'autore principale è il filosofo francese Auguste Comte che nel Corso di filosofia

positiva indicò tre fasi che l'umanità aveva superato: teologica, nella quale gli uomini

vedevano il mondo come un prodotto di principi soprannaturali; astratta, dominata

dalla ragione ma non basata sull'osservazione dei fenomeni; positiva, ovvero del

positivismo, nella quale gli uomini cessarono d’interrogarsi sul perché dei fenomeni

ed iniziarono ad indagare il come essi si manifestano, a quali leggi ubbidiscono. Il

risultato più significativo, in ambito scientifico, della cultura positivistica è costituito

dalla Teoria dell'evoluzione di Charles Darwin. Questa era basata sul principio della

selezione naturale: in natura, solo le specie che possiedono caratteri favorevoli

all'ambiente riescono a sopravvivere e quindi a trasmettere tali caratteri alle

generazioni successive mentre le altre sono destinate a soccombere perché inadatte ad

esso. VERGA PESSIMISTA, ZOLA PROGRESSISTA

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Questa nuova visione positivistica ha avuto ripercussioni sulla letteratura di quel

periodo, caratterizzandola con forme realistiche ed oggettive. In particolare, con

l’ampliarsi delle problematiche sociali legati alla modernità industriali, molti scrittori

vengono indotti a privilegiare vicende contemporanee di interesse sociale, cercando

di ritrarle con una spiccata tendenza al realismo. È così che intorno al 1875 si

affermò, dapprima in Francia, e poi in Italia un nuovo tipo di narrativa “scientifica”,

legata al Positivismo e all’esaltazione del progresso: il Naturalismo francese e il

Verismo italiano. Queste correnti dominarono il panorama letterario per un paio di

decenni, prima che emergessero simbolismo e decadentismo. Gli autori principali dei

due movimenti sono, il già citato Zola, in Francia, e Giovanni Verga in Italia. Di

fronte ai cambiamenti sociali ed economici (urbanizzazione, industrializzazione in

Francia; emigrazione e questione meridionale in Italia) i Naturalisti si assunsero il

compito di rappresentare in modo oggettivo e scientifico i miseri e squallidi ambienti

cittadini in cui vivevano i lavoratori (prevalentemente operai, minatori), per

richiamare l’attenzione dei governanti. Fiduciosi nel progresso inarrestabile della

società, ponevano la letteratura al sevizio della trasformazione del mondo: descrivere

la vita dei più deboli poteva aiutarli. I Veristi italiani

invece furono più pessimisti, poco fiduciosi nelle

capacità del progresso, anche perché il loro campo di

indagine erano le campagne del Mezzogiorno.

BELLE ÈPOQUE E LE ESPOSIZIONI UNIVERSALI

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Nonostante nel Sud Italia si respirava un clima di sofferenza, nel resto della penisola

e dell’Europa la “Belle Èpoque” si faceva sentire: i benefici di queste periodo

portarono a degli standard di vita notevoli. L'illuminazione elettrica, la radio,

l'automobile, il cinema, il vaccino per il colera e altre comodità, tutte contribuirono

ad un miglioramento

delle condizioni di vita

e al diffondersi di un

senso di ottimismo. In

questo senso la

centralità di Parigi è in

buona parte dovuta

all’Esposizione

Universale che vi si

tenne nel 1889 per

celebrare il centenario della Rivoluzione Francese.

Le Esposizioni Universali, che prendono avvio quasi 40 prima, hanno inizio nel 1851

quando l'Inghilterra, o meglio Principe Alberto, consorte della Regina Vittoria, volle

organizzare una grande fiera in grado di attrarre tutte le ricchezze e le industrie del

mondo e di mostrare la grandezza di quelle britanniche.

CRYSTAL PALACE: EXPO LONDON 1851

And so, now I’m going to take into consideration the best known engineering

structure of the 19th century that housed the Great Exhibition of 1851 in Hyde Park:

the Crystal Palace, designed by Joseph Paxton, used to display products of many

countries throughout the world.

Joseph Paxton was the typical

self-made man, uneducated and

uncultured but with a brilliantly

inventive mind. By observing

the structure of a leaf, he

developed a greenhouse design

using standard iron and glass

elements. The Crystal Palace

design evolved from this, but on

a vast scale. It represented the

most ambitious glass

architectural projects of its time,

a construction made up of thousands sheets of glass. The idea of transparency and

dematerialisation was dominant during this time and architects tried to use glass to

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create buildings that focused on a sense of light and space. It was a giant structure

made entirely of glass and metal consisting in prefabricated elements to allow the

quick assembly and the possibility of full recovery. The geometry of the Crystal

Palace was a classic example of the concept of form following function, that recalls

us the period of modern architecture, because the shape and size of the whole

building was directly based around the size of the panes of glass made by the

supplier. After the Great Exhibition, the building was dismantled and reassembled in

Sydenham, where a fire destroyed it in 1936. And now a question taken for granted,

but if the Crystal Palace was built using iron and glass, how did it manage to burn

down so completely?

Of course the Crystal Palace had a metal and glass exterior, but the interior contained

a lot of burnable material, including wooden floors and tinder-dry elements, a large

amounts of paper and wooden furniture in the offices. The fire seemed to have started

in the central block in an office area, perhaps due to an electrical fault (electric

systems were commonly prone to danger in that period). No one seems to know

exactly how the fire started, no cause was ever definitely established and there were

rumours of arson. The structure offered few barriers to the spread of the fire, since by

its nature it was completely open inside, and so the ventilation helped growing up the

fire. Once the fire reached a high enough temperature the glass started shattering and

the metal frame collapsing as the metal heated up; the joints loosened and the rivets

or bolts fell out. Hot metal parts, falling from the roof, would have then spread the ire

to other as yet unaffected areas. So, this’s why Crystal Palace was destroyed by fire.

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ESPOSIZIONI PER TUTTO IL MONDO

Dopo Londra si susseguirono negli anni un gran numero di Esposizioni Universali

che interessarono le più grandi capitali del mondo: è la volta di Parigi, di Vienna, di

Melbourne e ancora di Parigi, con la straordinaria Esposizione Universale del 1889 di

cui abbiamo parlato poc’anzi. Ma cosa sono e che scopo hanno realmente le

Esposizioni Universali? Sono delle mostre espositive di portata internazionale

ospitate ogni 5 anni da un paese nel mondo. Lo scopo di esse è quello di promuovere

il progresso industriale e tecnologico a livello globale, mettendo in mostra le ultime

innovazioni tecniche e scientifiche che in qualche modo possono migliorare le

condizioni di vita sociale ed economica del pianeta. Il grande tornado delle

esposizioni investì anche Milano, che esordì nello scenario economico mondiale nel

1906. Dopo Milano ancora Esposizioni Universali in ogni parte del mondo. La

manifestazione stava ormai diventando strumento necessario di un paese per lanciare

la propria economia e la propria immagine di potenza politica e sociale. Oramai

troppi interessi erano entrati in gioco e la portata mondiale del fenomeno scaturì la

necessità di avere un regolamento a cui attenersi. Così, da questi presupposti venne

redatta la Convenzione di Parigi che sanciva la nascita del B.I.E - Bureau

International des Expositions. Con il nuovo secolo e la grande Esposizione del 1939 a

New York, inizia la nuova era delle Esposizioni Universali. La

Seconda Guerra Mondiale, però, non permette il regolare

svolgimento dell'esposizione universale del 1942, che avrebbe

dovuto svolgersi a Roma. In vista dell'evento, venne progettato

un avveniristico complesso urbanistico ed architettonico,

ancora oggi in piena attività: parliamo del quartiere EUR, il cui

acronimo è appunto Esposizione Universale di Roma. Il

complesso fu voluto fortemente da Mussolini per celebrare il ventennale della marcia

su Roma in concomitanza con la fiera internazionale. L'obiettivo urbanistico era

quello di rendere il nuovo quartiere polo di espansione della città verso il mare. Il

progetto originario, noto col

nome di E42, ideato

dall'architetto Marcello Piacentini

ed altri, fortemente ispirato

all'urbanistica classica romana

con elementi del razionalismo

italiano, si estendeva su 400

ettari, non fu portato a termine a

causa della guerra. Il progetto

definitivo, presentato nel 1939,

dopo drastici rallentamenti nei lavori dovuti all'evento bellico, fu ridefinito nel 1942 e

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completato alla fine degli anni '50 in occasione della XVII Olimpiade, con la

costruzione di moderni edifici, palazzi per congressi ed architetture sportive. Simbolo

dell'EUR è ancora oggi il Palazzo della Civiltà Italiana, meglio conosciuto col

soprannome di "Colosseo Quadrato", edificio che richiama alla mente i canoni tipici

dell'arte metafisica di Giorgio De Chirico. Questa serie di problematiche fanno sì che

le manifestazioni che riprenderanno solamente nel 1947. Ma è qualche anno dopo in

poi, con l'Esposizione di Bruxelles che si apre davanti la nuova frontiera delle

Esposizioni Universali. Da allora in poi infatti le Expo diventano strumento di

promozione politica, economica e sociale che vedeva la collaborazione dei più

potenti paesi del mondo per una crescita globale, che si confermerà definitivamente

con l'ingresso nelle convenzione delle

realtà asiatiche dall'Expo di Osaka nel

1970 e a quella di Shanghai del 2010. E

proprio nel 2015, con l’Expo di Milano,

l'Italia è stata al centro della scena

internazionale, per mostrare al Mondo

intero che lo Stivale è tutt'altro che da

buttare.

Dal primo maggio al 31 ottobre Milano

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