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Chimica
Psicologia
ma non è corretto, in questo caso, cercare una classificazione nelle materie istituzionali
PREMESSA
Da molto tempo ormai sono incuriosita e affascinata dalla possibilità di una vita in armonia con la
natura, come quella di culture antiche che ancora sopravvivono in varie parti del mondo. Questo è il
modello a cui sento di aspirare, lontano dall’ansia di vivere, frenesia e dalla violenza del mondo
contemporaneo e credo che l’intera umanità potrebbe ritrovare il proprio equilibrio se perseguisse lo
stesso scopo. Invece queste culture sopravvissute devono lottare faticosamente per riuscire a
resistere all’influsso delle culture moderne e non venir distrutte definitivamente. Sarebbe
un’enorme perdita culturale per l’intera umanità.
Il mio interesse è nato quando avevo dieci anni, grazie alla conoscenza di una persona che mi è
divenuta molto cara, proveniente dal Sud America. Questa mi ha permesso di conoscere un mondo
nuovo, del tutto sconosciuto prima, che ho imparato ad amare e ad appezzare.
Negli anni successivi è accaduto che la mia famiglia abbia ospitato per sei mesi una ragazza
paraguayana e che io sia andata a mia volta a vivere un’esperienza di scambio interculturale per un
semestre in Cile; questo mi ha avvicinato ulteriormente alla cultura latinoamericana ancora pregna,
nonostante l’invasione spagnola, di quelle antiche originali, facendomene sentire in qualche modo
parte. Non potendo approfondire il mio interesse verso tutte le diverse culture poiché argomento
troppo vasto, mi sono voluta concentrare su quella che è a me più cara e conosciuta e a cui mi sento
più legata. È la cultura andina e in particolare le sue pratiche mediche, che si fondano sul culto
della Pachamama, la Madre Terra, che ho deciso di affrontare in quest’area di progetto. Il mio
discorso si svilupperà quindi nel seguente modo: innanzitutto accennerò brevemente ai caratteri
della popolazione andina per poi proseguire affrontando il culto della Pachamama, la quale sta alla
base della medicina di queste popolazioni. Tratterò quindi dei curanderos, ovvero coloro che
praticano queste tecniche, ma che hanno inoltre altri ruoli nella comunità (quali per esempio di
botanico, di psicologo e di consigliere) per poi affrontare più nel dettaglio la loro medicina e le
terapie. In particolare mi soffermerò sull’uso della coca, pianta sacra agli andini, che ha un ruolo
molto importante sia nella medicina sia nella divinizzazione. Per concludere farò un breve
confronto tra la medicina occidentale e quella andina, esponendo la visione dei curanderos stessi.
Nella descrizione che segue utilizzerò parole e idee che potrebbero stridere con i concetti della
nostra cultura occidentale. Il mio intento è prima di tutto descrittivo, e non esprimerà la mia visione
personale dei problemi trattati, verso i quali sto ancora maturando una mia propria consapevolezza.
INTRODUZIONE
INTRODUZIONE ALLA POPOLAZIONE ANDINA
Millenni fa, prima dell’arrivo degli spagnoli, il Perù, la terra degli Andini, era molto ricca ma
difficile da abitare a causa delle sue caratteristiche (un vasto deserto, vette altissime..) e per questo
motivo essi dovettero imparare ad adattarsi a quelle condizioni e sopravvivere utilizzando in modo
ragionevole le risorse della natura. In questo modo scoprirono metodi per curare le malattie molto
diversi da quelli occidentali, ma non per questo meno efficaci, anzi, la loro medicina era, in
quell’epoca, in gran parte più sviluppata di quella occidentale. Questa viene tutt’ora utilizzata da
gran parte della popolazione, che la preferisce non solo per il costo più basso, ma per una maggiore
fiducia verso la loro tradizione. Gli Andini, hanno imparato a rispettare la natura e conviverci,
senza sfruttarla o recarle danno e il loro sistema politico, economico e sociale era strettamente
legato alla perfetta conoscenza del macrocosmo e dell’unione tra questo e il microcosmo.
CULTO DELLA PACHAMAMA
“Pachamama” è il nome in lingua quechua che viene utilizzato dalle popolazioni andine per
indicare la Madre Terra e letteralmente significa “Madre Universo”. La Pachamama è una divinità
venerata tutt’oggi da tutte le popolazioni latinoamericane, ma in particolar modo dagli abitanti
dell’altipiano andino, i Quechua e gli Aymara, e il suo culto è antico quasi quanto le popolazioni
stesse. Questa divinità rappresenta la Terra, la natura nel suo insieme ed è la divinità
dell’agricoltura e della fertilità, per cui rappresenta anche la donna per la sua fecondità, ma è
simbolo di morte poiché tutti, dopo essere nati da lei, a lei torniamo.
È considerata come una madre protettrice degli uomini e degli animali, che fa nascere, accudisce,
nutre e, giunta l’ora della morte, li fa ritornare a sé. Si dice che la Madre Terra abbia moltissimi
seni, ovvero le cime dei monti, con cui nutre i suoi numerosi figli: i fiumi sono il latte di vita e i
campi il suo fertile grembo. La Natura è un’alleata e, per questo motivo, mai considerata nemica.
Ogni individuo ed ogni essere vivente è figlio della Pachamama e per questo motivo deve esserle
riconoscente quotidianamente, ringraziandola, rispettandola e offrendole doni attraverso riti e
offerte; se non lo, è essa gli mostra il suo unico lato severo, infliggendo malattie e danni di vario
genere.
I riti alla Pachamama vengo celebrati in diverse occasioni e per diversi motivi: per calmare la sua
collera, per chiedere protezione contro malattie e disgrazie, per ringraziarla di tutto ciò che dona
ogni giorno all’uomo o per chiederle il permesso di compiere un lavoro che potrebbe danneggiarla.
Durante ogni rito vengono ripetuti i tre atti della creazione dell’universo, ovvero il pensiero, il
suono e il soffio, e per fare ciò vengono utilizzate le foglie di coca, pianta sacra agli andini, che
vengono poi seppellite in terra.
È il curandero del villaggio che, di solito, celebra i riti principali anche se quelli minori, possono
essere officiati da un semplice contadino, purché chieda perdono alla Pachamama se questo non
dovesse essere svolto correttamente. Solo il curandero infatti è a perfetta conoscenza dei metodi di
comunicazione tra uomo e Natura.
La Madre Terra è una divinità quotidiana e immediata che agisce direttamente e con la quale si può
dialogare in ogni momento, chiedendole forza e sostegno o chiedendo perdono con rispetto e con
amore per i danni a lei arrecati. Essendo una madre, un’entità viva in quanto energia, materia e
spirito, recarle un danno (per esempio estraendo minerali dalle sue rocce, tagliando boschi o
danneggiando i suoi paesaggi naturali) significherebbe ferirla e privarla di parti del corpo. Per
questo motivo ogni uomo deve usare in maniera attenta e ragionevole le sue risorse, cercando di
sfruttarle il meno possibile. Per gli andini è incomprensibile il saccheggio e lo sfruttamento che
alcuni popoli recano della natura: avvelenarla, inquinarla e impoverirla è considerato un crimine,
poiché prima o poi la Pachamama si ammalerà e per guarire cercherà di scuotersi per liberarsi di
tutto ciò che le reca danno. Ecco perché ogni andino, prima di compiere qualche azione che
potrebbe rivelarsi dannosa alla Pachamama, deve compiere un rito per chiederle il permesso e fare
un’offerta.
I CURANDEROS
I curanderos sono considerati da moltissime persone una sorta di ciarlatani o maghi delle Ande, ma
in realtà sono qualcosa di più che semplici stregoni. Essi, infatti, sono ricercatori dei segreti della
natura, devono possedere conoscenze molto vaste riguardanti sia l’uomo sia l’ambiente circostante,
e il loro compito è quello di aiutare le persone a vivere e morire bene. Un curandero deve possedere
in sé tutte quelle conoscenze che nel mondo occidentale sono separate, quali, per esempio,
l’astronomia, la sociologia, la botanica, la fisica e la chimica pratica, l’anatomia, la religione e la
psicologia, e grazie alle sue vaste conoscenze riesce a curare anche i mali ritenuti impossibili dai
medici occidentali. Gli antichi peruviani non concepivano l’uomo come un essere isolato e libero
dagli influssi della natura, ma parte integrante della Terra. Ritenevano che l’uomo subisse l’effetto
delle leggi naturali che governavano il nostro pianeta; per questo i curanderos dovevano conoscere
perfettamente la relazione tra uomo, la Terra e il cosmo.
Possono essere sia donne che uomini anche se, in genere,le donne sono più capaci a guarire, grazie
al loro legame più forte con la Pachamama, ed esistono diversi tipi di Curanderos in base al loro
grado di conoscenza.
Si può diventare curandero per iniziazione, per studio o per consacrazione. L’iniziazione viene fatta
dagli spiriti guardiani della terra che scelgono una determinata persona e maggiore è il numero degli
spiriti partecipanti, maggiore sarà il suo potere. In genere la persona prescelta non ne è a
conoscenza e, nel momento dell’iniziazione, viene colpito tre volte da un fulmine. Il primo lo
smembra, il secondo riunisce le parti divise e il terzo lo resuscita. Tutto ciò deve però realizzarsi in
particolari condizioni ed è importante che nessun essere umano lo veda, poiché la persona colpita
morirebbe. La persona, una volta colpita, si risveglia in un luogo distante dall’incidente con una
ferita a forma di croce da qualche parte nel corpo e con accanto una pietra cristallina con strisce di
colore rosso, che simboleggiano il sangue degli spiriti. Questa pietra è la pietra del fulmine e
possiede qualità magiche. Una volta risvegliata la persona dovrà riposarsi e seguire determinate
diete per purificarsi. Inoltre dovrà passare questo periodo di tempo riflettendo su quanto accaduto.
Un’altra forma di iniziazione comincia con una malattia inguaribile: la persona colpita deve cercare
di curarsi da solo preparando rimedi secondo il suo intuito o grazie all’aiuto degli spiriti della terra.
I Curanderos vivono nei villeggi o in comunità di Curanderos presenti soprattutto in Bolivia, Perù,
Equador e Colombia ma adesso sono molto pochi rispetto al passato e, vivendo lontano dalla
società, è difficile incontrarli. I loro principali strumenti di guarigione sono le erbe, poiché in esse è
racchiusa un’energia vitale, ma utilizzano anche tutto ciò che la natura mette loro a disposizione,
cercando di modificare questi elementi il meno possibile. I Curanderos sono grandi erboristi
e,grazie a questo, conoscono i luoghi esatti dove crescono certi tipi di erbe, sanno come e quando
raccoglierle e conoscono perfettamente il processo più adatto per conservarle e seccarle.
LA MEDICINA ANDINA
Nel mondo andino la salute è un bene collettivo e colui che si occupa della questa e del benessere
della popolazione è il curandero. Egli, però, è molto diverso da un medico occidentale, sia per le
diverse funzioni a lui attribuite, sia per le diverse tecniche da lui utilizzate per guarire una persona.
Innanzitutto il curandero pratica la medicina totale, ovvero cura non solo il corpo, ma insieme ad
esso anche la mente, lo spirito e l’energia di un individuo. Secondo la tradizione andina infatti
queste quattro parti sono legate strettamente tra di loro e se una di queste subisce un’alterazione, la
subiranno tutte. Il curandero potrà guarire una persona solo scoprendo la causa del malessere che lo
colpisce e dovrà utilizzare non solo le sue vaste conoscenze in anatomia e psicologia, ma anche
molto amore. L’amore, infatti, viene considerata la più grande medicina.
Secondo gli andini chi guarisce veramente un individuo è la natura stessa, che usa i curanderos solo
come mezzo per ristabilire l’equilibrio e la pace interiore di una persona. È necessario però che la
persona malata voglia veramente essere guarita, infatti il curandero e le medicine possono essere
buone per curare una persona, ma se questa non intende guarire, i mezzi utilizzati non possono
avere un effetto totale sul processo di guarigione. In certi casi comunque alcune malattie non
vengono guarite. Questo accade quando il curandero ritiene che questa porti a qualche
insegnamento e quindi lasciano che essa si curi da sola. Altre volte non vengono curate poiché si