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Sintesi
Musica: Pride (in the name of love)

Inglese: Martin Luther King

Spagnolo: Rigoberta Menchù

Italiano: Salvatore Quasimodo

Storia: Il fronte del Pacifico nella Seconda Guerra Mondiale

Geografia: Il Giappone

Scienze: Vulcani e terremoti (in particolare in Giappone)

Tecnologia: Energia nucleare e energia geotermica

Storia dell'arte: Picasso e Guernica

Scienze motorie: La staffetta e l'importanza della ginnastica durante il Fascismo
Estratto del documento

La primera persona es

RIGOBERTA MENCHU’

Rigoberta Menchú Tum es una

líder indígena guatemalteca,

miembro del grupo Quiché-Maya,

defensora de los derechos

humanos; embajadora de Buena

Voluntad de la Unesco y

ganadora del Premio Nobel de la

Paz en el 1992.

La Guerra civil de Guatemala tuvo lugar

entre 1962 y 1996, aunque la violencia

estalló años antes. La violencia la forzó al

exilio a México en 1981. Aquel mismo

año, su padre fue asesinado en la

embajada española en la Ciudad de

Guatemala mientras participaba en la

ocupación de dicha sede diplomática.

Me llamo Rigoberta Menchù y asì me

naciò la conciencia

Rigoberta escribiò una biografia durante

su vida hablando de la guerra civil en

Guatemala

Rigoberta en sus biografia describe la trágica

situación de los guatemaltecos, oprimidos y

asesinados. Rigoberta nos da un escenario de

rituales diarios y las antiguas creencias, los

pequeños gestos simbólicos que se refieren a

los mayas guatemaltecos, sus antepasados

Rigoberta recuerda la época cuando era

pequeña y se fue a trabajar con los padres en

la finca (plantación). Recuerda la muerte de

sus hermanos y sus padres (su madre

torturadas, violadas y asesinadas por el

ejército). L’Ermetismo

In Italia, tra gli anni Venti e Trenta, si afferma la più alta

espressione poetica del Novecento, l’Ermetismo.

I poeti ermetici intendono la poesia come momento di grazia,

come intuizione improvvisa del mistero della vita. Di

conseguenza le loro composizioni sono molto brevi, scarne,

diventano poesia pura, essenziale, che si esprime attraverso

poche parole di intenso valore simbolico, capaci di evocare

sensazioni straordinarie.

I poeti ermetici in modo essenziale esprimono il senso di vuoto,

la solitudine morale dell’uomo contemporaneo, il suo “male di

vivere” in un’epoca attraversata da tragiche esperienze. I poeti

ermetici più rappresentativi sono Giuseppe Ungaretti, Salvatore

Quasimodo e Eugenio Montale.

Giuseppe

Ungaretti Salvatore Eugenio

Quasimodo Montale

Salvatore Quasimodo

Salvatore Quasimodo nacque a Modica (Ragusa) nel 1901 e

trascorse l’infanzia e l’adolescenza in Sicilia. Dal 1919 al 1926

visse a Roma dove frequentò il Politecnico, ma abbandonò ben

presto gli studi. Trasferitosi a Firenze, venne a contatto con il

gruppo letterario della rivista “Solaria” e con l’esperienza poetica

degli ermetici.

Nel 1959 gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura.

Morì a Napoli nel 1968.

Nella prima fase della sua produzione, fino al 1942, Quasimodo

può essere considerato un poeta ermetico.

Appartiene a questa fase “Ed è subito sera”.

Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, la sua poesia

subisce un profondo cambiamento, passando a un forte impegno

civile e sociale.

Sconvolto dagli orrori della guerra, Quasimodo matura l’idea che la

poesia debba interessarsi delle problematiche dell’uomo

contemporaneo, ridandogli, dopo la tragedia della guerra, la

Milano, agosto 1943

Nell’agosto del 1943, nel pieno della Seconda guerra mondiale, la città di Milano fu

obiettivo di ripetuti bombardamenti che provocarono distruzione e morte. Di fronte a

tanto orrore l’animo del poeta è pervaso da un sentimento di profondo dolore.

Invano cerchi tra la polvere,

povera mano, la città è morta.

E' morta: s'è udito l'ultimo rombo

sul cuore del Naviglio. E l'usignolo

è caduto dall'antenna, alta sul convento,

dove cantava prima del tramonto.

Non scavate pozzi nei cortili:

i vivi non hanno più sete.

Non toccate i morti, così rossi, così gonfi:

lasciateli nella terra delle loro case:

la città è morta, è morta.

PARAFRASI

Milano è stata bombardata nell’agosto 1943: è inutile che si

cerchi tra le macerie le persone che si amano perché la città è

morta. Si è sentito l’ultimo botto nel canale della città. Anche

l’usignolo è caduto dall’antenna del convento e non si sente

più il suo melodioso canto prima del tramonto. Non si devono

più scavare i pozzi per i vivi, perché non hanno più sete e

nessuna voglia di vivere. Non si devono toccare i morti, si

devono lasciare dove hanno vissuto per tutta la loro vita, sono

gonfi e rossi per effetto della morte. La città è diventata

un’immenso cimitero.

INTERPRETAZIONE

Il testo parla di:

- bombardamento, che ha distrutto cose e persone;

- silenzio di morte, non turbato da nulla, neanche dal canto

dell’usignolo;

- disperazione: non c’è niente da fare, neanche seppellire i

morti, già custoditi sotto le macerie.

Le immagini sono forti, crude, reali. L’autore vuole condannare

la guerra, perché causa solo sofferenze e distruzione.

La Seconda guerra

mondiale:

il fronte del Pacifico

L’apertura del Fronte russo

(invasione nazista dell’Unione

Sovietica nel 1941) fu seguita

dall’apertura del Fronte del

Pacifico con l’entrata in guerra

degli Stati Uniti e del Giappone.

Negli Stati Uniti governava il

presidente Roosvelt, che era

favorevole all’entrata in guerra

perché era convinto che il nazismo

fosse una sciagura per l’umanità.

L’opinione pubblica era comunque

contraria alla guerra, perché essa

si svolgeva lontano, in Europa, e

non toccava i sentimenti degli

americani.

Pearl Harbor

Nel dicembre 1941 il Giappone bombardò la base navale

di Pearl Harbor che ospitava la flotta americana nel

Pacifico. In 2 ore gli aerei giapponesi distrussero 18 navi da

guerra, 230 aerei, uccidendo 4000 persone. A

bombardamento finito, l’ambasciatore giapponese

consegnò la dichiarazione di guerra alla Casa Bianca. Subito

dopo, anche Hitler e Mussolini dichiararono guerra agli Stati

Uniti.

Roosvelt chiamò questa data “giornata dell’infamia”.

Per qualche mese il Pacifico restò in mano ai giapponesi, i

quali occuparono gran parte del sud est asiatico,

dell’Indonesia e delle Filippine.

La bomba atomica

Gli americani riuscirono a strappare al Giappone tutte

le isole oceaniche. Tuttavia, il governo giapponese,

animato da un esasperato senso dell’onore,

resisteva.

Roosvelt morì nell’aprile del 1945 e il nuovo

Presidente, Harry Truman, esaminò la possibilità di

usare un’arma di tale portata da indurre lo stato

maggiore nipponico alla resa.

Dopo 2 anni di lavoro, infatti, un’équipe guidata dal

fisico Julius Robert Oppenheimer, aveva

sperimentato in California la prima bomba atomica.

Truman inviò al Giappone un ultimatum nel quale minacciava

la distruzione totale dell’arcipelago, se l’esercito non si fosse

arreso. L’ultimatum fu respinto e gli Stati Uniti, ottenuto il

consenso di Stalin, presero la gravissima decisione di

sganciare su 2 città giapponesi le nuove bombe nucleari.

Il 6 agosto 1945 la prima bomba atomica esplose ad

Hiroshima. La città fu rasa al suolo, 90000 persone morirono

nei primi 100 secondi e altre 80000 furono contaminate dalle

radiazioni.

Tre giorni dopo ne esplose una seconda a Nagasaki.

Il consiglio dei ministri giapponesi votò per proseguire la

guerra. Allora l’imperatore Hirohito decise personalmente la

fine del conflitto, annunciandolo alla nazione in un

drammatico messaggio radiofonico.

Il 2 settembre 1945, 4 mesi dopo la Germania, anche

l’impero giapponese firmò la resa.

Giappone

Ordinamento politico: monarchia costituzionale

Superficie: 372 824 km 2

Popolazione: 127 770 000 ab.

Lingua ufficiale: giapponese

Capitale: Tokyo

Territorio

L’arcipelago giapponese è costituito da oltre 3000 isole, quasi tutte disabitate. Le

isole principali sono 4: Hokkaido, Honshu, Shikoku, Kyushu.

Si sviluppa lungo una delle più importanti linee sismiche del pianeta (zolla del

Pacifico che incontra quella euroasiatica).

Il monte Fuji (3776 m), uno dei simboli del paese, è il vulcano più elevato.

Il territorio è occupato quasi interamente da catene montuose. I fiumi hanno un

corso breve e regime torrentizio.

Le attività umane hanno profondamente modificato sia il territorio sia la

vegetazione originaria. Il rapido processo di industrializzazione ha ridotto e

danneggiato il patrimonio ambientale. In tutte le sovraffollate città giapponesi vi

sono livelli elevati di inquinamento atmosferico; nei mari che circondano

l’arcipelago sono stati pescati pesci contaminati dal mercurio.

Il Giappone ha comunque iniziato un’intensa azione di tutela ambientale,

ottenendo significativi risultati.

Clima

La forma allungata determina condizioni climatiche diverse a

seconda della latitudine; il clima è inoltre condizionato dalle

correnti marine calde o fredde: dal Polo Nord proviene una corrente

fredda che determina clima rigido (a Hokkaido), da sud una

corrente tropicale determina vegetazione di tipo tropicale e

abbondanti piogge (a Kyushu e Shikoku).

Popolazione

E’ composta per il 98,4% da giapponesi. Il Giappone è uno dei paesi

industrializzati con la più alta densità di popolazione (343 ab./km ).

2

I maggiori insediamenti sono lungo le coste, soprattutto quella

orientale, dove si trovano le principali metropoli.

Tradizione e modernità

Il contesto sociale è quello tipico di una società moderna, urbana e

industriale. Restano comunque molti elementi della cultura

tradizionale, soprattutto nei costumi e nelle abitudini delle

popolazioni (es. ancora esiste il tipico villaggio rurale con case

addossate intorno al tempio scintoista). Le arti marziali sono ancora

insegnate nelle scuole. Durante le feste popolari vengono ancora

simulate le battaglie dei samurai, i guerrieri dell’antica età

imperiale.

Religione

La religione di stato è lo scintoismo. Si basa sul culto degli avi e

della natura.

Le città

La capitale del Giappone è Tokyo (circa 12 758 000 ab.). Qui hanno sede gli

istituti bancari e le agenzie finanziarie più importanti del paese, oltre a una delle

principali borse mondiali. La metropoli è anche un centro culturale molto vivace,

ricco di teatri, biblioteche e musei.

Altre città importanti sono Osaka, seconda città industriale del paese, Kobe, il

porto più importante, Yokohama, Nagoya, Sapporo e Kyoto.

Economia

Il paese è una delle maggiori potenze economiche mondiali. L’agricoltura è

molto produttiva, grazie ad opere di terrazzamento e a tecniche agricole molto

avanzate. La coltura più diffusa è quella del riso. Si coltivano anche tè, ortaggi,

legumi, patate, frutta.

Dai prodotti del mare i giapponesi ricavano metà delle proteine che consumano

quotidianamente. La pesca è praticata sia sotto costa sia al largo, fino ai mari

artici. Il paese è ai primi posti al mondo per quantità di pescato.

Dal punto di vista industriale il Giappone è all’avanguardia in molti settori:

primeggia nei settori siderurgico, metallurgico, meccanico, chimico, dell’industria

di precisione e in quella elettronica.

Il settore terziario occupa circa il 70% della popolazione attiva e da esso

proviene il 69% del reddito complessivo. Notevolissimo è il numero di addetti al

commercio. Vulcani in Giappone

Il Monte Fuji, anche noto con il nome non corretto

Fujiyama, è un vulcano alto 3.776 m ed è la montagna

più alta del Giappone. Con la sua cima innevata per

10 mesi all'anno, è uno dei suoi simboli, e gli shintoisti

lo considerano sacro al punto da ritenere doveroso

almeno un pellegrinaggio sulle sue pendici nella vita.

Terremoti in Giappone

Il terremoto di Sendai e del Tōhoku si è verificato l'11

marzo 2011 al largo della costa della regione di Tōhoku, nel

Giappone settentrionale, alle ore 14:45:23 locali alla profondità

di 30 km. Il sisma ha avuto magnitudo 9,0 con epicentro in

tsunami

mare e con successivo . È stato il più potente sisma

mai misurato in Giappone ed il quarto a livello mondiale. A

causa del terremoto si sono verificati 4 incidenti nella centrale

nucleare di Fukushima, e sono stati danneggiati molti altri

impianti nucleari.

Il Sistema Terra: Vulcani

Per VULCANO si intende una qualsiasi

spaccatura della crosta terrestre dalla

quale fuoriesce il magma sotto forma di

lava. In un vulcano distinguiamo:

il serbatoio magmatico (zona più

profonda dove si forma e si raccoglie il

magma);

Il camino (condotto attraverso cui il

magma fuoriesce);

Il cratere (bocca da cui fuoriesce il

magma).

Spesso sono presenti anche crateri

secondari più piccoli.

In rapporto all’attività vulcanica si hanno:

Vulcani attivi, se l’emissione di lava è costante o periodica, con

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