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"Dove è chiaro chi sono i buoni e i cattivi. E’ invece una tragedia antica. Cioè lo scontro tra due facce della giustizia.”(Amos Oz).
Sono queste le parole di un poeta ebreo che, in poche righe, riassume le vicende del suo popolo e di quello palestinese, giurati nemici dal 1948, l’anno dello scoppio del conflitto arabo-israeliano, tuttora in corso. Indirettamente, l’autore denuncia le ingiustizie della guerra e delle tragedie che ne conseguono, esortandoci alla realizzazione di un mondo più libero e tollerante, in cui si cercherà di non commettere gli stessi errori delle generazioni precedenti. Con gli argomenti proposti nella tesina, cerchiamo di comprendere il lento processo di pacificazione nel mondo, partendo da un conflitto abbastanza recente, quale il conflitto arabo-israeliano, per poi passare all’analisi di importanti personaggi che hanno contribuito a tale processo, come Sénghor, Martin Luther King Jr. ed altri e, quindi, ad argomenti di letteratura, musica ed arte che ci testimoniano gli orrori della guerra e della violenza nel mondo e il desiderio di pace e libertà di importanti personaggi, come Ungaretti e Schönberg. La tesina di terza media in questione è, quindi, finalizzato a darci un’idea generale su ciò che è accaduto e accade nel mondo per favorire il raggiungimento di un obiettivo tanto lontano da sembrare impossibile: la pace e la libertà fra gli uomini.
Italiano - Gli autori della Pace: Ungaretti, Pascoli e Remarque.
Storia - Il mondo islamico.
Geografia - Arabia Saudita, Iraq e Palestina.
Educazione civica - L'ONU e le organizzazioni internazionali
Lingua Francese - Le racisme, Léopold Sédar Senghor et la pollution.
Lingua Inglese - Martin Luther King: "I have a dream".
Arte e Immagine - Guernica, i disastri della guerra.
Educazione musicale - Arnold Schönberg e l’espressionismo musicale.
Scienze - Genetica: storia e attualità.
Educazione tecnica - Le fonti di energia non rinnovabile.
Scienze motorie - La violenza negli stadi.
Arabia Saudita, Iraq e Palestina
Arabia Saudita
Storia
Abitata in antichità da tribù nomadi dedite alla pastorizia e all’attività
carovaniera, l’Arabia Saudita fu unificata da Maometto, che vi diffuse, nel
VII secolo, l’Islam. Alla sua morte, seguì una fase di espansione: alla fine,
i territori conquistati dall’Impero Arabo erano compresi tra l’Africa
Settentrionale, la Penisola Iberica e la valle dell’Indo. Nel XIII secolo,
però, con l’avvento dei mongoli, si concluse il proprio potere sul
Mediterraneo. Successivamente, tra il XVI e il XX secolo, l’Arabia fu
soggetta agli ottomani, ma raggiunse l’indipendenza nel 1932. Oggi il
Paese è retto da una monarchia assoluta, che assume la forma di uno Stato
teocratico.
Territorio
L’Arabia Saudita occupa la maggior parte della Penisola Arabica. Si
affaccia a ovest sul Mar Rosso, a est sul
Golfo Arabico. Essa è, inoltre, occupata da
due grandi deserti sabbiosi: l’An-Nafud, a
nord, e il Rub-Al-Khali, a sud, anticamente
abitato (III secolo). Le montagne più alte si
incontrano sulla costa del Mar Rosso.
Verso il Golfo Arabico, invece, gli altopiani
si abbassano con ripidi declivi. I corsi
d’acqua sono scarsi: essi permettono la
formazione delle oasi. Il clima è arido e
con forte escursione termica. La vegetazione si limita ad erbe e arbusti.
11
Popolazione, città ed economia
L’aridità del territorio e il clima ostacolano lo sviluppo di insediamenti
urbani; per questa ragione la popolazione è costituita da nomadi, oppure si
concentra lungo la costa o nella zona centrale del Paese. Qui vi sorge la
capitale Riyadh, città moderna ed importante centro commerciale. Altri
centri urbani si trovano lungo la costa occidentale. La religione principale
è quella musulmano-sunnita. L’Arabia Saudita è particolarmente ricca di
petrolio e basa la propria economia sulla sua lavorazione: è il primo
produttore mondiale di petrolio e gas naturale. Questo suo monopolio
mondiale ha fatto sì che essa riesca anche ad imporre il prezzo sulla
vendita del greggio grazie all’OPEC, fondata nel 1960. Tale attività, però,
concentra la ricchezza nelle mani di pochi. L’agricoltura è limitata alle
oasi: per tale motivo, il governo ha promosso l’ampliamento delle zone
coltivabili. I pellegrinaggi religiosi presentano grande importanza per il
turismo. 12
Iraq
Storia
L’Iraq era parte dell’Impero ottomano quando poi venne amministrato
dalla Gran Bretagna nel 1920. Divenne una monarchia indipendente nel
1932 e una repubblica nel 1958. Nel 1979 assistiamo al colpo di Stato
eseguito da Saddam Hussein, che decreta l’inizio di una dittatura. Per
espandere il territorio, Hussein dichiarò nel 1980 guerra all’Iran e,
successivamente, al Kuwait, dove seguì la Guerra del Golfo, voluta dal
dittatore per impadronirsi dei giacimenti di petrolio, alla quale seguì, però,
la sconfitta dell’Iraq, grazie all’intervento dell’ONU. Nel 2003 cade la
dittatura con l’occupazione da parte degli USA. Proprio per via della
situazione politica e sociale del paese, l’ONU decise, in seguito, di
mantenere sul territorio una Forza multinazionale.
Territorio
Il territorio è prevalentemente
desertico, ma comprende anche una
regione pianeggiante, la Mesopotamia,
compresa tra i due fiumi Tigri ed
Eufrate e delimitata dall’altopiano
armeno e dai Monti Zagros. La portata
dei due fiumi si è ridotta a causa del
clima arido all’interno, tropicale nella
fascia costiera e desertico al confine
con l’Arabia. 13
Popolazione, città ed economia
La popolazione è concentrata nella Mesopotamia e nella regione a nord-
ovest. A causa dell’embargo, è aumentata la mortalità infantile per via
della mancanza di medicinali. La maggioranza della popolazione è araba,
con minoranze curde. La religione più praticata è l’Islam. La capitale,
Baghdad, di aspetto recente, è stata distrutta nel corso dell’ultimo conflitto.
L’economia del Paese è arretrata a causa delle guerre che si sono
susseguite. L’agricoltura, sebbene praticata con metodi tradizionali e
rudimentali, sfama il fabbisogno interno con colture quali legumi, ortaggi,
patate, sesamo, barbabietole e canna da zucchero, agrumi ed altre quali
vite, olivo, datteri, tabacco, oppio, cotone e lino. L’allevamento è praticato
allo stato nomade. L’industria petrolchimica è sviluppata grazie alle
enormi quantità di petrolio e metano presenti nel sottosuolo. L’artigianato
è sviluppato. 14
Palestina
Storia
Anticamente abitata dagli ebrei, la Palestina venne poi occupata dai
romani nel I secolo d.C., dagli arabi nel 637 e dai turchi nell’XI secolo.
Dopo la Prima Guerra Mondiale divenne dominio inglese, per poi ottenere
l’indipendenza nel 1948, l’anno in cui venne anche dichiarata la nascita
dello Stato d’Israele, in contrapposizione con l’Autorità Nazionale
Palestinese, alla quale dichiarò guerra: ancora oggi il conflitto è in corso.
Territorio
La Palestina è una striscia di terra
compresa tra il Mar Mediterraneo e le
Alture del Golan. Il territorio è
prevalentemente montuoso, con una lunga
catena montuosa parallela alla costa.
Presso il litorale mediterraneo, si sviluppa
una fertile pianura. A est si trova una
depressione nella quale ci sono il Lago
Tiberiade, il fiume Giordano e il Mar
Morto. A sud c’è una zona
prevalentemente desertica, il Negev.
Popolazione, città ed economia
La popolazione della Palestina è
aumentata nel dopoguerra, per via
dell’affluenza di coloni. Le zone più
popolate sono quelle costiere e il distretto
15
di Tel Aviv e Gerusalemme. Tel Aviv-Giaffa e Haifa sono le città
principali, assieme a quella di Gerico, capitale amministrativa dell’ANP, e
Gaza. Gerusalemme è sacra per le tre grandi religioni monoteiste: essa è
rivendicata come capitale sia da Israele che dall’ANP, ma l’ONU non la
riconosce come capitale , né per Israele né per l’Autorità Nazionale
Palestinese. La situazione economica fra i due Stati è molto diversa: se,
infatti, in Israele, nonostante la scarsità di zone coltivabili, l’agricoltura
riesce a sfamare il fabbisogno interno e permette l’esportazione, nello
Stato opposto, la situazione è più drammatica, a causa della limitatezza del
governo e la chiusura di tutti i confini. Sempre in Israele, inoltre, le
industrie, sia tradizionali sia belliche, che producono armi moderne e
sofisticate, sono sviluppate, nonostante la scarsità di risorse del sottosuolo,
per forza importate. Avanzata è la ricerca tecnologica. Il turismo balneare e
religioso è sviluppato. Per quanto riguarda le comunicazioni, l’ANP, divisa
in Cisgiordania e Striscia di Gaza, è dotata di un autostrada, di nome
“Corridoio di sicurezza”, che permette la comunicazione fra le due
regioni. 16
L’ONU e le organizzazioni internazionali
Una volta consumata la strage della Seconda Guerra Mondiale, nel 24
ottobre 1947 il Presidente degli Stati Uniti Roosvelt sostituì la “Società
delle Nazioni” con una nuova organizzazione in grado di garantire i
processi di pace e la sicurezza del mondo, “al fine di preservare le
generazioni future dal flagello della guerra”: la “Organizzazione delle
Nazioni Unite” (ONU), protagonista della pacificazione del mondo negli
anni seguenti. L’ONU ha sede a New York, nel “Palazzo di vetro”, e vi
sono aderiti tutti gli stati indipendenti, ad eccezione dello Stato del
Vaticano e Taiwan. Essa è formata da 2 consigli principali: il Consiglio di
Sicurezza e l’Assemblea generale, in collaborazione fra di loro. Il primo è
l’organo decisionale dell’ONU ed è formato dai rappresentati di 15 Stati,
di cui 5 permanenti e sono Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia e Stati
Uniti e altri 10 che ruotano. Il Consiglio ha come prima responsabilità il
mantenimento della pace e dell’ordine internazionale. Se uno Stato è
minacciato da un altro compromettendo il mantenimento della pace, il
Consiglio pratica un peacemaking, caratterizzato da incontri diplomatici
per trovare un comune accordo e porre fine alla minaccia di guerra. In caso
di conflitto armato, l’ONU passa ad una fase di peacekeeping, tramite il
quale manda sul campo di battaglia la propria milizia, i “Caschi Blu” che
non possono attaccare se non minacciati della vita ed hanno il compito di
favorire il processo di pacificazione. Dopo uno scontro, l’ONU reinstaura
pace e sicurezza con azioni di peacebuilding per ricostruire strutture
politiche, economiche e sociali. Se le prime due sanzioni risultano vane,
l’ONU procede con sanzioni economiche come l’embargo e azioni militari
collettive. Infine, il Consiglio può anche scegliere di scacciare uno Stato
membro se quest’ultimo non rispetta le regole imposte
dall’organizzazione. Secondo organo dell’ONU è l’Assemblea generale,
che decide pace e guerra con la maggioranza dei due terzi. Il Segretario
generale, capo dell’ONU, può chiamare le due assemblee per questioni
17
minaccianti la pace del mondo o il rispetto dei diritti umani. L’attuale
Segretario generale è il sudcoreano Ban Ki-Moon. La Corte Internazionale
di Giustizia è formata da quindici giudici eletti dall’Assemblea generale,
con sede all’Aja. Sono, inoltre, legate all’ONU varie agenzie, tra cui:
1. La FAO, che si interessa dei problemi della fame nel mondo e lo
sviluppo dell’agricultura.
2. L’OMS, o Organizzazione Mondiale della Sanità, che promuove lo
studio e la prevenzione delle malattie nel mondo.
3. L’UNESCO, che favorisce la collaborazione culturale tra gli Stati e
opera per la salvaguardia di opere d’arte considerate “Patrimonio
dell’Umanità”.
4. L’UNICEF, per la protezione dell’infanzia nel mondo.
Oltre all’ONU, esistono delle “Organizzazioni non governative”,
indipendenti cioè da qualunque governo. Le principali sono la “Croce
Rossa” e “Amnesty International”. La prima venne creata durante la II
Guerra d’Indipendenza dal francese Henry Dunant, sbalordito dall’alto
numero di caduti e feriti, che decise di creare un’organizzazione di
soccorso dei feriti in guerra. Oggi, questa organizzazione è diffusa in tutto
il mondo in maniera capillare. Amnesty International si batte, invece, per
la difesa e il rispetto dei diritti umani e fu creata dall’avvocato inglese
Peter Benenson nel 1961. Essa si batte per la liberazione di tutti i detenuti
per motivi non imputabili (diritto di opinione, religione ecc.), il
miglioramento delle condizioni nelle carceri, l’abolizione della tortura e
della pena di morte. Infine, vi sono “Médecins sans frontières” (medici
senza frontiere) e “Emergency”, che svolgono un ruolo analogo
rispettivamente alla Croce Rossa e ad Amnesty International.
Le racisme, Léopold Sédar Senghor et la pollution
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Le racisme
Le racisme est une conséquence de la guerre, particulièrement nefaste à la
vulgarisation du concept de paix dans le monde. C’est «l’haine pour les
ˮ
personnes “différents ». L ’homme a des préjugés. Il juge les autres avant
de les connaître mais, souvent, il se trompe, devenant aggressif: il est
raciste. Le raciste a peur de celui qui ne lui ressemble pas. Sous prétexte
qu’il n’a pas la même couleur de peau, ni la même langue, il se croit
meilleur que celui qui est différent de lui. Chaque être humain est unique.
Le racisme n’a aucune base scientifique. Il existe une seule race: la race ou
genre humaine, par op position à l’espèce animale. Pour combattre le
racisme, on doit apprendre à respecter. Le respect, c’est avoir de l’égard et
de la considération. Avec la culture, on apprende qu’il existe d’autres
peuples avec d’autres traditions, d’autres façons de vivre et qu’elles sont
valables que les nôtres…Apprendre à se connaître, à se parler, c’est cela
qui pourrait faire reculer le racisme. L’école est faite pour apprendre que
les hommes naissent et demeurent égaux en droits et différents, pour
renseigner que la diversité humaine est une richesse, pas un handicap.
C’est surtout auprès d’un enfant qu’on peut intervenir. En effet, un enfant
ne connaît pas le racisme, les divérsités, ni la « supériorité », mais ils sont