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Sintesi
Italiano- I principali aspetti della Pace e come applicarli nella vita
Tecnica- L'effetto delle armi chimiche: la follia umana
Arti motorie: Olimpiadi e Pace
Storia- La guerra del Vietnam e la Guerra Fredda
Estratto del documento

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Introduzione: il volo della pace

Volare nella libertà ma correndo rischi e fatiche per superare

la forza di gravità che agisce su di noi: la guerra e il conflitto.

Spalancare le ali della pace per scivolare nelle correnti della

vita che ruotano tra le nuvole. La similitudine del volo

rappresenta la pace come ciò che sostiene il mondo, come le

ali del nostro cuore. La pace è come un volo. Quando si

comprende la pace si ha un punto di vista elevato, che

permette di osservare tutto dall’alto, comportando una

maggiore comprensione dei fatti.

Volando si è liberi.

Si può scegliere dove andare e cosa fare del proprio

percorso. Si corrono anche dei rischi: dopo migliaia di

chilometri con le ali della pace spalancate si può cadere

vittima di uno sparo, un solo sparo che infrange la libertà

del volo. Si può finire avvolti in una coltre di nubi e perdere

il senso dell’orientamento. Il volo è una similitudine che

comporta molti aspetti della pace, come la libertà e la

possibilità di cadere nel conflitto, nella guerra.

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Che cos’è la pace?

Molto spesso nei dialoghi tra le persone si utilizza il concetto

di pace senza averne chiaro il significato. La parola pace ha

origine dal latino “pax” che a sua volta deriva dalla radice

indoeuropea pak-, pag- (fissare, pattuire, legare, unire,

saldare). Inoltre, un aspetto interessante è che il termine

“pace” deriva o comunque è collegato al termine pangere

(piantare), che a sua volta deriva dal termine greco pégnini.

Secondo il paradigma comune, si può definire la pace come

un fenomeno interpersonale che serve a pacare i disguidi, il

disaccordo fra persone e anche il disaccordo interno, in

ambito quindi psicologico. Inoltre, la pace viene definita uno

stato di quiete esterno come ad esempio un paesaggio privo

di disturbo antropico.

Il vocabolo “pace” è legato con numerose altre parole che si

possono definire sue importantissime ramificazioni:

indipendenza, non-violenza, bellezza, felicità, verità, onestà,

uguaglianza, amore, responsabilità, vita.

La pace è universale, essa contiene tutto il nutrimento di cui

un essere può avere bisogno.

Nel dizionario etimologico edito da Rusconi alla voce pàce

appare: “dal latino pak- (=il pattuire) collegabile a pangere

(=piantare). Moltissimi i derivati della stessa radice: pagare,

pala, patto, ecc. Pace era una divinità allegorica romana il

cui culto si diffuse in Roma dopo il 44 a.C. (guerra civile), ma

soprattutto dopo il 31 a.C. (Battaglia di Anzio). Il suo tempio,

sulla via Sacra, era splendido e frequentato anche da

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ammalati, convinti che la Dea potesse guarirli. Durante le

sue feste, le Pacalia, si celebravano solo sacrifici incruenti.

Era raffigurata come una donna con una cornucopia e un

rametto d’olivo. Spesso aveva fra le braccia il piccolo Pluto,

simbolo della ricchezza che accompagnava sempre Pace. Per

i Greci era Irene. SIGNIFICATO tranquillità dell’animo;

armonia; condizione di un popolo che non è in guerra.”

Partendo da questa descrizione si possono trarre molti

aspetti importanti ed interessanti della pace. Innanzitutto

cosa il vocabolo pace significhi: tranquillità dell’animo,

armonia e condizione di un popolo che non è in guerra. In

questo significato, però, viene tracciato un profilo quasi

costrittivo della pace; una situazione che non è la guerra,

non è un risveglio, non è definita come una nascita. Invece,

secondo me, la pace è un ideale, un ideale di bellezza che

rifiuta la violenza, che germoglia dentro di noi e che noi

cresciamo, consci che anche il fiore che nasce in noi sta

contribuendo alla nostra crescita. L’armonia, la tranquillità e

il rifiuto della guerra sono nati sotto forma di una Dea, la

Dea Pace. Questa divinità si diffuse soprattutto in periodi di

crisi e guerra, quando la fiducia veniva meno alle persone. I

Romani decisero quindi di creare un’entità immaginaria che

rispecchiasse la parte più oscura eppure la più intima che li

turbava durante le battaglie: la voglia di tranquillità e

armonia. Inoltre, questa Dea venne legata alla ricchezza, che

la accompagnava sempre. La pace infatti è una risorsa, una

ricchezza, non una misera speranza in cui cercare di riporre

l’ultima parte di noi ancora integra e preservata dalla

violenza che ci colpisce. 9

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Libertà

La parola “pace” è direttamente collegata alla parola

“libertà”, che comporta vari aspetti: essere liberi nelle

proprie decisioni, essere liberi di spostarsi all’interno del

proprio Paese senza discriminazioni ed essere liberi di far

valere i propri diritti. La convivenza pacifica e libera fra

nazioni, sessi o persone è sempre stata difficile e complessa.

A partire dall’ultimo secolo, gli ideali di pace hanno

cominciato a diffondersi dove la libertà non era concessa,

dove ai diritti fondamentali di una persona non era

permesso di esistere e manifestarsi.

La pace è un’àncora, la speranza che accomuna una lunga

fila di persone, popoli e animali.

La pace viene definita come un fenomeno interpersonale. La

pace comincia dentro di noi: con il nostro operato

quotidiano possiamo diffonderla attraverso l’amore e la

nostra felicità. 11

Bellezza

La bellezza è un elemento fondante che caratterizza la pace,

essa riempie tutta la vita e l’intreccio che ruota intorno ad

essa. Spesso, la sensazione che evoca la pace nel nostro

cuore è proprio la bellezza, lo stupore verso la magnificenza

della vita e della natura.

La pace è un ambasciatore della bellezza, è un messaggero

della natura, è la manifestazione più pura della vita. Ogni

creatura che nasce sulla Terra, dalla formica all’uomo, viene

a trovarsi dinanzi alla bellezza della sua stessa esistenza e

quindi della pace che essa comporta.

Uno sguardo, lontano sul mare,

scintillii d’acqua si infrangono su candide pietre,

Il suono del blu riecheggia nello spazio sconfinato,

l’orizzonte è nullo, la sola armonia è il richiamo dei gabbiani.

Il mare sa che la natura è bellezza,

egli è puro, limpido, egli ama se stesso.

Egli ha imparato che doveva insegnare,

al mio cuore ha insegnato la pace.

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La pace è una filosofia eppure essa ci accompagna

spontaneamente durante il nostro cammino, essa ci sussurra

come agire, come rispettare il mondo e come ricercare e

ammirare la bellezza. Un semplice passo nel verde di un

giardino ci spiega che il solo camminare è un’arte incredibile

e spettacolare, come la vita. La bellezza assume anche un

altro significato: la pace è spesso identificata come una

risoluzione di un conflitto. In questo caso la pace sussurra

all’uomo di cercare la via della bellezza. Certamente il

conflitto non porta bellezza, porta invece terrore, odio e

incertezza nel presente. Ci sono attimi in cui si sente di aver

perso la pace che ci accompagna. La bellezza è come sparita,

fatichiamo a ritrovarla e l’odio che è penetrato in noi scende

in profondità. Il nostro corpo diventa un involucro, un

involucro di odio e rabbia repressa, il contatto con il

presente è nullo, l’involucro impedisce di sentire i passi, di

ascoltare le parole del mare, del cielo, della vita, degli altri

uomini che appaiono come ideogrammi sperduti. Ma il filo

della pace è sempre lì, esso ci sarà sempre, è nato dentro di

noi e anche durante il conflitto esso sarà con noi, nascosto

ma evidente. La soluzione si può ricercare allora nella pace,

nella sua bellezza, nella natura, nell’amore. La bellezza di un

tramonto così come i suoni della natura possono farci

riflettere su quello che stiamo compiendo, su ciò che stiamo

facendo nelle relazioni; ma anche internamente, perché la

guerra non è solo esteriore ma anche e soprattutto

interiore. La pace implica il rispetto verso il mondo; la Terra

necessita del nostro aiuto per poter crescere, migliorare e

mostrare le sue bellezze. Rispetto verso l’ambiente, verso le

persone, verso un animale, verso il prato che si stende fra le

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colline e verso la persona che più abbiamo odiato. Dobbiamo

essere portatori di rispetto, bellezza e pace. Questo è il

compito che abbiamo da svolgere in qualsiasi momento,

anche nella più misera condizione. Questo atteggiamento

comporterà innanzitutto un risveglio interiore e una

maggiore consapevolezza di come agiamo, ma anche

rispetto dalle altre persone. Se esse non rispettano

l’atteggiamento di pace e bellezza che assumiamo, saranno

comunque spinte a rispettarlo e attuarlo, perché assumere

comportamenti offensivi verso una persona rispettosa con la

bellezza scintillante negli occhi è complesso specialmente

internamente, dato che ogni persona ha un cuore. Spesso

però la bellezza viene calpestata: impariamo a rispettare

anche lei. Noi siamo la bellezza.

“Parvenza di bellezza

inonda i suoni del mistero

mistifica i regni dell’incosciente

apre il cuore della vita

solo un canto nel bisbiglio.

La melodia della vita nel sussurro della libertà”

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Responsabilità

La pace comporta delle responsabilità personali;

responsabilità degli effetti delle nostre decisioni, dei nostri

comportamenti e anche responsabilità nei confronti della

pace stessa per il modo di vivere scelto da ognuno di noi. In

certi momenti la pace potrebbe essere dimenticata; la

responsabilità comporta però il non astenersi mai

dall’ascoltare la nostra “voce della pace”, che ci

accompagna sempre e dovunque.

“La pace e la bellezza si possono trasportare anche

attraverso uno sguardo, gli occhi sono la più bella

espressione della vita, misteriosi e reali”

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Pace e Guerra

La pace è stata sempre legata strettamente alla guerra, pax

(pace) era infatti l’opposto di bellum (guerra), e oggi la pace

mantiene il suo significato di opposizione alla guerra. Il

mondo è stato attraversato da numerosissime guerre e

dispute, molte delle quali ancora in corso. Alcune guerre

sono state quasi dimenticate e sono scivolate velocemente

nell’oblio, altre hanno cambiato la vita di milioni di persone

e di molte non si è mai saputo niente. Ma tutte le guerre, di

qualsiasi dimensione esse siano, portano morte, distruzione

e orrore. Sebbene la cultura della pace si stia lentamente

espandendo, le guerre continuano a dilaniare cuori e

sferrare colpi indelebili alla nostra storia. Da sempre l’uomo

ha avuto il desiderio della pace; la pace è, infatti, un modello

di vita che accomuna tutte le persone. Sin da bambini in noi

deve sbocciare il fiore della pace e l’odio per la guerra, l’odio

per la sofferenza ingiustificata, l’odio per tutte le cose che

possono provocare reazioni emotive squallide e soffocanti,

in cui non si ha la possibilità di scegliere come gestire i propri

momenti di sofferenza. Nella vita bisogna custodire ed

innaffiare il fiore della pace che in noi è sbocciato, noi siamo

parte di lui e lui è parte di noi, nostro compagno intimo. Se

consideriamo la vita come un fiore, esso dovrebbe appassire.

Quando noi moriamo, il fiore scompare lentamente, come

una figura evanescente, dal nostro corpo, ma la sua energia

rimarrà per sempre insieme a quella del corpo perché un

corpo non è solo materia ma anche energia. Il corpo è la

forma di energia più pura e forte che la natura abbia creato;

è invisibile e perenne, ne siamo impregnati ma dobbiamo

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scegliere noi come utilizzarla. La nostra energia della pace

ripudia la violenza e la guerra, ci protegge da esse, ci

costruisce un involucro volto a difendere la nostra dolcezza e

il nostro amore. La cultura della pace deve nascere e

maturare dentro di noi, perché siamo tutti partecipi alla

costruzione della pace nel mondo. Un mondo in pace è stato

il sogno di moltissime persone e lo è tuttora, ma uomini privi

di scrupoli non comprendono ancora che lo scopo della vita

non è fine a se stesso, ma alla bellezza della vita. Ogni uomo

sente la guerra come la distruzione del suo amore, del suo

punto più fragile e delicato. Eppure la pace riesce a

sopravvivere anche nel disastro. E’ affascinante come,

seppur con fatica, essa è sempre riuscita a sconfiggere la

rabbia o la pazzia, come dice una famosissima frase di

M.K.Gandhi: “Ricordate che in tutti i tempi ci sono stati

tiranni e assassini e che per un certo periodo sono sembrati

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