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Sintesi

Introduzione Opera artistica, tesina



Questa tesina di maturità tratta dell'opera d'arte.
“Nello scrivere un romanzo, l’autore presuppone un suo lettore, di cui cerca di prevedere le mosse, sia per assecondarle sia per contrastarle. Si determina così una sorta di partita a scacchi, in cui il lettore, a sua volta, è chiamato a partecipare attivamente, rispondendo alle diverse ipotesi narrative che l’autore può di volta in volta adottare. L’opera viene così concepita come un procedimento costruttivo, di cui via via si definiscono le scelte compiute fra le tante soluzioni possibili.”
Al lettore è permesso andare oltre ciò che lo scrittore voleva dire? Secondo Umberto Eco sì, è libertà del lettore cogliere qualcosa. L'interpretazione del lettore è sempre valida purché sia attinente al testo. Quanto detto è valido anche per l'opera d'arte? Questo interrogativo mi ha spinto a informarmi e a documentarmi sul modo di approcciarsi a un'opera d'arte e scriverne una tesina. Osservando un quadro, a primo impatto, vediamo più o meno tutti la stessa cosa, siamo capaci di descrivere cosa c'è in primo piano, sullo sfondo, ma ci fermiamo in superficie. Con un'osservazione più accurata si percepiscono aspetti diversi a seconda del nostro passato, dei nostri interessi e del nostro percorso di studi. Ad esempio un fisico farà caso all'aereo che sta volando in lontananza e vorrebbe poter calcolare la velocità con la quale sta viaggiando; un letterato noterà che quel piccolo scorcio di paese somiglia molto a quello descritto da un autore in una poesia a lui cara, mentre uno storico penserà che lo stesso scorcio potrebbe essere di quella famosa città dove scoppiò una importante guerra. Ho voluto prendere in esame l'opera "Giorno e notte" di Escher che, a mio parere, più si presta a collegarsi con le materie oggetto di studio del mio liceo e ho provato ad osservarla con mente matematica, letteraria, fisica, filosofica... L'ho inoltre sottoposta ai miei insegnanti e ho chiesto loro "cosa vedessero" in quest'opera. La mia tesina permette anche vari collegamenti interdisciplinari.

Collegamenti


Opera artistica, tesina



Letteratura Italiana: Pirandello, Il fu Mattia Pascal,la lanterninosofia.
Letteratura Latina: L'opposizione città-campagna.
Letteratura inglese: Dickens, Coketown.
Storia: La rivoluzione industriale.
Scienze Naturali: La teoria dell'evoluzione.
Educazione Fisica: La corsa.
Fisica: Il principio di indeterminazione di Heisenberg.
Filosofia: Il prospettivismo nietzscheano.
Estratto del documento

INGLESE

COKETOWN

This is Dickens’s famous description of Coketown. It comes from chapter 5: it is the

setting of the novel and a perfect example of a city planned and built according to the

principles of practical utility dear to the Utilitarians.

It was a town of red brick or of brick that would have been red if the smoke and ashes had allowed it; but as

matters stood, it was a town of unnatural red and black like the painted face of a savage. It was a town of

machinery and tall chimneys, out of which interminable serpents of smoke trailed themselves for ever and

ever, and never got uncoiled. It had a black canal in it, and a river that ran purple with ill-smelling dye, and

vast piles of building full of windows where there was a rattling and a trembling all day long, and where the

piston of the steam-engine worked monotonously up and down, like the head of an elephant in a state of

melancholy madness. It contained several large streets all very like one another, and many small streets still

more like one another, inhabited by people equally like one another, who all went in and out at the same

hours, with the same sound upon the same pavements, to do the same work, and to whom every day was the

same as yesterday and to-morrow, and every year the counterpart of the last and the next. […] You saw

nothing in Coketown but what was severely workful. If the members of a religious persuasion built a chapel

there - as the members of eighteen religious persuasions had done - they made it a pious warehouse of red

brick, with sometimes (but this is only in highly ornamental examples) a bell in a birdcage on the top of it.

The solitary exception was the New Church; a stuccoed edifice with a square steeple over the door,

terminating in four short pinnacles like florid wooden legs. All the public inscriptions in the town were

painted alike, in severe characters of black and white. The jail might have been the infirmary, the infirmary

might have been the jail, the town-hall might have been either, or both, or anything else, for anything that

appeared to the contrary in the graces of their construction. Fact, fact, fact, everywhere in the material

aspect of the town; fact, fact, fact, everywhere in the immaterial. The M'Choakumchild school was all fact,

the school of design was all fact, the relations between master and man were all fact, and everything was fact

between the lying-in hospital and the cemetery.

Coketown, Chapter 5 12

Coketown is the classic city that reflects the period of the Industrial Revolution: it’s an

imaginery town but it’s possible to locate Preston-city, near Manchester.

In this passage we can distingiush the presence of many symbols that give us the idea of

the existing problems inside this particular place.

The town is depicted by different colours: the brick of "innatural red and black", "black

canal", "the river that ran purple "and it’s

evident the atmosphere of pollution due to the

tall chimneys and machinery that work

continuously "for ever and ever".

The city appears monotonous not only in the

colours but also in the sounds, in the noises, in

the buildings ,in the streets.

What’s about its inhabitants? As in a painting,

the inhabitants’ expression communicate only the monotony and sadness of life in this

industrialized town.

People have lost their personality, their individuality: they are equally like one another

and look like robots.

By the use of metephors, we can clearly deduce the presence of two types of risk that

coexist and cause not only serious physical dangers (pollution) but even psychological

problems.

The alienation due to the repetitive life in Coketown is a significative and worrying

message of the existence of a psycological risk that workers may suffer.

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SCIENZE NATURALI

LA TEORIA DELL’EVOLUZIONE

Nel VI secolo a.C. il filosofo Anassimandro aveva spiegato l’origine degli animali e degli

esseri umani sostenendo che «dall’acqua e dalla terra risaldate nacquero pesci o animali

simili; entro di loro di generarono feti umani che crebbero fino alla pubertà poi, spezzate

le loro membrane, ne uscirono uomini e donne che erano ormai in grado di nutrirsi

autonomamente» questa concezione materialistica venne poi offuscata dal pensiero di

Aristotele nel IV secolo a.C. che descrisse accuratamente 581 specie animali e le collocò in

un sistema gerarchico, la Scala naturae, dalle più semplici alle più complesse. Egli

esclude ogni idea di evoluzione, convito della fissità e della immutabilità delle specie. Per

secoli l’idea aristotelica dell’immutabilità delle specie venne accettata come verità

dogmatica. Tale convinzione iniziò ad essere messa in discussione in seguito al lavoro di

scienziati sui sedimenti geologici e sui fossili come James Hutton (principio

dell’attualismo, secondo cui la Terra in passato sarebbe stata modellata dalle le stesse

forme tuttora in atto, emergeva via via la consapevolezza di una natura in continua

trasformazione), Georges Cuvier ( teoria del catastrofismo: i fossili erano resti delle

vittime di catastrofi successive che avrebbero periodicamente flagellato la terra) e

Charles Lyell (sosteneva che le forze naturali che hanno agito nei diversi periodi

geologici sono le stesse che agiscono attualmente e che le grandi trasformazioni sono il

risultato di piccoli cambiamenti, lenti e graduali, avvenuti nel corso di millenni).

All’inizio dell’Ottocento Jean-Baptiste de Lamarck propose una teoria secondo cui le

specie si trasformavano nel tempo per effetto dell’ “uso e disuso delle parti” e dell’

“ereditarietà dei caratteri acquisiti”: usando o non usando le diverse parti del corpo, un

individuo poteva cambiarne le caratteristiche e quindi trasmettere questi cambiamenti

alla prole. L’esempio più famoso è quello del collo delle giraffe, infatti, secondo la teoria

di Lamarck, gli antenati delle giraffe attuali, sforzandosi di raggiungere le foglie degli

alberi, avrebbero acquisito un collo più lungo e poi trasmesso questa caratteristica ai

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discendenti. Le tesi di Lamarck furono accolte con freddezza e risultavano troppo deboli

per scardinare la visione creazionistica, ovvero che Dio avesse plasmato in origine ogni

creatura sulla terra, riservando agli esseri umani la supremazia sulle altre specie.

Per una spiegazione scientifica coerente dell’evoluzione si dovette attendere il lavoro di

Charles Darwin, il quale, dopo un lungo viaggio per mare intorno al mondo, formulò la

teoria

sua teoria della discendenza con modificazioni, che oggi è conosciuta come

dell’evoluzione. Nell’opera egli sostenne che tutte le forme di vita

L’origine delle specie

condividono un’origine comune, che le specie moderne sono discese, attraverso

modificazioni, da forme antenate e che il meccanismo che causa le modificazioni, cioè

l’evoluzione delle specie nel tempo, è la selezione naturale.

Egli argomenta la sua tesi partendo da due osservazioni:

1) spesso i membri di una popolazione hanno caratteri variabili, la maggior parte dei

quali è ereditata dai genitori;

2) tutte le specie possono generare una prole più numerosa di quella che può poi

trovare sostentamento nell’ambiente.

Darwin, da un saggio di Malthus, dedusse che la disparità fra numero di individui e

risorse disponibili portasse a una “lotta per la sopravvivenza”: a ogni generazione, solo

una piccola percentuale delle uova deposte, giovani nati e semi dispersi, completa lo

sviluppo e arriva a sua volta a riprodursi; tutti gli altri individui vengono uccisi dai

predatori, dalle malattie, dalla carenza di cibo.

Da queste due osservazioni sulla variabilità dei caratteri ereditari e sulla tendenza a

generare prole in soprannumero, Darwin deduce due conseguenze:

1) in un determinato ambiente li individui in possesso di tratti ereditari vantaggiosi

(adattamenti) hanno una maggiore probabilità di sopravvivere e riprodursi e

tendono ad avere una prole più numerosa a sua volta in grado di riprodursi e di

trasmettere quei tratti alle generazioni successive;

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2) nel corso delle generazioni, i tratti posseduti dagli individui in grado di

sopravvivere e riprodursi con maggiore successo diventeranno più comuni nella

popolazione rispetto

ai caratteri che si

sono rivelati meno

vantaggiosi.

È bene evidenziare

che: non sono i

singoli individui a

evolvere me le

popolazioni, che

cambiano da una

generazione all’altra; la selezione naturale può agire esclusivamente sui caratteri

ereditari, aumentandone o riducendone la frequenza in una popolazione; l’evoluzione

non è diretta a un fine e non porta a organismi perfettamente adattati; espressioni come

“lotta per l’esistenza” e “sopravvivenza del più adatto” sono fuorvianti perché possono

suggerire l’idea di scontri diretti tra gli individui.

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EDUCAZIONE FISICA

LA CORSA

Nella tecnica della corsa veloce, il velocista impiega la massima potenza muscolare dei

suoi arti inferiori. La corsa atletica è l’azione di moto risultante da una serie di stimoli,

effettuati alternativamente sul terreno dagli arti inferiori per effetto dei quali, l'intero

peso del corridore è spostato nella direzione d'avanzamento. La velocità dell'atleta

dipende esclusivamente dall'intensità degli stimoli al suolo. L'azione di un arto (inizio

del passo), proietta il corpo in una traiettoria tesa,

che si conclude con l'arrivo al suolo dell'altro arto

(fine del passo). Quest'ultimo ammortizza l'arrivo

al suolo del peso del corpo piegandosi

leggermente, e da questo piegamento si crea la

condizione per la successiva estensione. Nell'atto

della corsa si distinguono due fasi ... fase

d'appoggio e fase aerea. La prima comprende i

movimenti che gli arti inferiori compiono durante tutto il tempo in cui uno di loro è a

contatto con il suolo. Durante questa fase l'azione dell'arto in appoggio si identifica in un

molleggio da cui scaturisce l'effetto propulsivo. Le braccia si muovono in oscillazione

coordinata, che compensa il movimento degli arti inferiori. La seconda ha inizio nel

momento in cui il piede si distacca dal terreno e termina quando l'altro vi prende

contatto. L’arto, staccato dal suolo, si flette al ginocchio ed avanza per naturale ed

esclusiva reazione alla stimolo esercitata sul terreno. Ciò accade mentre l'altro si estende

verso il basso e ritorna dietro. Tali movimenti non devono essere disturbati

assolutamente da gesti violenti e voluti al fine di velocizzare l'azione della corsa. Esercizi

specifici per l'incremento della velocità progressivo: l'eserciz

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