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Introduzione Opera d'Arte totale - Tesina
L'argomento della mia tesina di maturità è la concezione di Opera d'Arte Totale, teorizzata, in principio, dal musicista Richard Wagner ed, in seguito, diventata centrale nell'espressione di numerosi movimenti artistici.
Ho scelto questo argomento poiché, durante l'anno scolastico, una materia che ha decisamente colpito il mio interesse è stata storia dell'arte. In particolare, nell'ambito dello studio dell'arte delle Secessioni in Europa, alcuni cenni all'Opera d'Arte Totale di Richard Wagner mi hanno incuriosita, così ho deciso di approfondire l'argomento nella mia tesina e scoprirlo dalle origini.
Inoltre, partecipando alla visita d'istruzione alla mostra 'All the World Futures' alla Biennale di Venezia, ho avuto modo di entrare a contatto con opere d'arte totalizzanti, ormai caratteristiche nell'arte contemporanea, che coinvolgono lo spettatore sotto tutti i sensi e riuniscono insieme in un'unica opera tutti gli ambiti artistici.
Ho deciso, dunque, nella mia tesina di analizzare l'idea su cui questa fusione delle discipline artistiche si basa e il modo in cui ha trovato espressione, partendo dalla musica di Richard Wagner e il pensiero artistico del filosofo Nietzsche, per poi svilupparsi all'interno di movimenti artistici complessivi come la Secessione Viennese, l'Avanguardia Futurista ed, infine, accennando a come i progetti delll'architettura del Bauhaus siano stati creati in funzione di questa concezione artistica.
Collegamenti
Opera d'Arte totale - Tesina
Filosofia - Pensiero artistico di Nietzsche.
Storia dell'arte - La Secessione Viennese, Il Bauhaus, Il Futurismo.
Italiano - Il Futurismo.
Berlino e Vienna.
Gustav Klimt e la Kunstgewerbeschule (Scuola delle arti applicate), che egli stesso
aveva frequentato, ebbero un ruolo attivo all'interno della Secessione viennese, che
ebbe inizio nel 1897. Tale
scuola viennese era un
luogo di formazione
aggiornato e attivo, dove
insegnavano l'architetto
Josef Hoffman e il pittore e
grafico Koloman Moser, che
spingevano gli studenti
verso quell'esigenza di
rinnovamento che la città
necessitava. Il comune di
Vienna concesse a Joseph
Maria Olbrich di costruire un
intero edificio dedicato alla
Secessione, decorato poi da
Klimt. Sulla facciata del
palazzo è iscritto il motto Joseph Maria Olbrich, Palazzo della Secessione a Vienna
«Der Zeit
della Secessione: ihre Kunst, der Kunst ihre Freiheit» (Ad ogni tempo la sua arte,
ad ogni arte la sua libertà).
L'incessante elaborazione cui erano giunte architettura, arte e
decorazioni viennesi aveva dato origine alla pubblicazione
della raffinatissima rivista 'Ver Sacrum' (Primavera Sacra), dal
1898 al 1903. Questa rivista, guidata da Klimt, per i
secessionisti di inizio Novecento, è simbolo di una ricerca di
rinascita attraverso l'arte e teorizza l'idea della
Rivista Ver Sacrum
compenetrazione delle arti; essa è, infatti, il frutto di un'armonica fusione tra poesia,
illustrazione, grafica e musica. Josef Hoffman, Gustav Klimt e Kolo Moser, lavorano ad
uno strumento culturale finalizzato a «risvegliare stimolare e diffondere» attraverso
fonti eterogenee.
È evidente, dunque, come il concetto della Gesamtunstwerk sia esaltato anche dagli
artisti della Secessione viennese, i quali progettano, dipingono, scolpiscono e
decorano in vista di una fusione idealizzata tra le varie arti.
L'esempio per eccellenza della prospettiva di questi artisti figurativi si trova nella
realizzazione da parte di Klimt e Olbrich del Palazzo della Secessione Viennese, che
avviene tra il 1897 e il 1898. Esso, noto come 'Secession', è tuttora sede di
un'incessante attività espositiva di arte contemporanea. L'edificio è concepito come
un'opera d'arte totale, unità inscindibile di pittura, architettura e decorazione, sulla
base della concezione secessionista, che ereditava teorie elaborate in ambito
letterario e musicale, come ad esempio quelle di Richard Wagner.
«La grande opera d'arte totale dovrà sintetizzare in sé tutti i generi d'arte, per
sfruttare ciascuno di essi come semplice mezzo e annientarlo in vista del risultato
globale di tutti i generi fusi insieme» (Richard Wagner, 1849)
L'elaborazione di Olbrich contiene, in compendio, questo pensiero e si presenta, infatti,
come una perfetta integrazione di architettura e decorazione.
L'edeificio venne realizzato dall'architetto sulla base di un disegno di Klimt, che
prevedeva una costruzione simile a quella di un tempio. Tale disegno fu mantenuto
soprattutto per quanto riguarda l'ingresso, che sembra avvolto da un'aura mistica
all'interno della quale possono accedere solo gli iniziati. Nel complesso, esso è
caratterizzato da un'armonica modulazione di parallelepipedi candidi, su cui sono incisi
motivi floreali e vegetali dorati. Sull'articolazione compatta dell'edeficio si erge la
cupola, composta dall'intreccio di foglie d'alloro (simbolo della consacrazione ad
Apollo, Dio delle arti) in ferro battuto ottonato.
Nel 1902, inoltre, si ebbe l'intervento di Klimt al palazzo: in occasione della mostra
celebrativa di Ludvigh Van Beethoven, l'artista dipinse il celebre 'Fregio di Beethoven',
inneggiante alle capacità salvifiche dell'arte. Si tratta di una sorta di 'Inno alla Gioia'
trasformato in pittura, brano che, per altro,
il giorno dell'inaugurazione della mostra fu
davvero cantato da un coro guidato dal
direttore dell'Opera di Vienna, Gustav
Mahler, mentre Isadora Duncan danzava nel
suo nuovo stile che accentuava la libertà e
l'espressività del corpo. Grazie a questa
esposizione, allestita da Josef Hoffmann, il
palazzo è divenuto un insieme inscindibile di
espressioni artistiche diverse.
Il fregio di Gustav Klimt si estende su 34
metri di pittura, su ben tre pareti. Esso fu
realizzato dall'artista con inserimenti di
materiali diversi, come polvere d'oro, vetri, Interno del Palazzo della Secessione di
frammenti di specchio, madre perle, bottoni, Vienna
pietre dure e perfino sabbia e chiodi da
tappezziere. Questo dipinto, costituito da
frammenti di realtà, rappresenta la narrazione allegorica dell'anelito dell'uomo alla
felicità, raggiunta attraverso l'arte.
Gustav Klimt, Fregio di Beethoven (1902)
Il Palazzo della Secessione Viennese, si mostra, dunque, come una vera e propria
sintesi dell'idea wagneriana di fusione tra le varie discipline artistiche: in un'aura di
misticismo pone al centro delle sue esposizioni musica, danza, architettura e arti
figurative, divenendo, in tal modo, un'opera d'arte totalizzante a tutti gli effetti.
6. Le «compenetrazioni simultanee» delle arti
nell'Avanguardia Futurista
Il Futurismo è, innanzitutto, da considerarsi un'avanguardia complessiva, poiché si
tratta di un movimento organizzato attorno a manifestici teorici che ne definiscono la
linea in ogni campo, dalle arti alle tendenze politiche.
Il movimento fu fondato da Filippo Tommaso Marinetti nel 1909, con la pubblicazione
'Primo Manifesto del Futurismo' 'Figaro'.
del sul giornale francese Il manifesto ha un
contenuto ideologico più che artistico e, afferma la necessità di abolire musei,
accademie, biblioteche, in quanto luoghi finalizzati a salvaguardare la cultura e la
tradizione del passato. La nuova arte, invece, deve fondarsi sulla società moderna,
deve enfatizzare la realtà industriale, deve celebrare le macchine, la velocità, il
dinamismo e l'energia. Gli esponenti del Futurismo italiano sono Filippo Marinetti, Carlo
Carrà, Fortunato Depero, Giacomo Balla e Umberto Boccioni.
Anche all'interno dell'Avanguardia futurista è
possibile mettere in luce una tendenza a una
fusione tra le arti, in quanto i futuristi si fanno
portatori di una nuova idea di cultura totale
innovativa e dinamica.
Carrà , uno dei massimi esponenti del «pittura
movimento, dichiara che la loro arte sia
di suoni, rumori e odori», annunciando, così, la
nascita di un'arte totale, che prevede la
cooperazione attiva di tutti i sensi. Marinetti nel
'Primo Manifesto del Futurismo' esprime
«le maree
l'intenzione degli artisti di cantare
multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle
capitali moderne».
Egli, inoltre, attua un radicale rivoluzionamento
delle forme espressive, attraverso l'introduzione
delle 'parole in libertà', ovvero delle tavole
parolibere che prevedono la distruzione della
sintassi e della punteggiatura, sostituita da segni
msicali e matematici, a favore di una disposizione Filippo Marinetti, Parole in Libertà
tipografica tutta nuova, nei cui versi a volte compaiono anche frammenti di giornale. È
di fondamentale imporanza, quindi, l'intuizione di Marinetti, il quale capisce che il
linguaggio letterario ha una maggiore possibilità di diffondersi, se unito a quello visivo;
le sensazioni visive, uditive ed olfattive sono, per tanto, al centro di questa nuova arte.
«Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire
l'universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente» (Giacomo Balla)
Dunque, una delle caratteristiche salienti del movimento d'avanguardia futurista,
come, del resto di tutte le altre avanguardie, consiste nel tentativo di raccordo tra le
espressioni artistiche maggiori e quelle che, discutibilmente, in precedenza erano
state definite 'arti minori'. Il Futurismo italiano ha il merito di essere stato, senza
dubbio, anticipatore in questo campo, secondo solo alle Secessioni, ma primo nel
portare una compenetrazione tra arte e vita quotidiana sulla base di una piena
consapevolezza teorica.
Nel 1915 venne pubblicato da Balla e Depero il manifesto intitolato 'Ricostruzione
Futurista dell'Universo', in cui venne teorizzata l'estensione dei principi di dinamismo,
dell'anticlassicismo e dell'apertura al rinnovamento in ogni campo dell'attività
creativa: dalla progettazione di giocattoli alla moda, dall'arredo al disegno di oggetti,
dalle decorazioni abitative al manifesto pubblicitario.
I progetti di Balla, però, raramente
presero forma e, in ogni caso, rimasero
entro la cerchia dei suoi amici, tranne in
casi isolati come la realizzazione di un
movimento ritmico di luci per la
scenografia di 'Fuochi d'Artificio' del
musicista Igor Stravinskij, nel 1916,
nella cui rappresentazione la luce
elettrica danzante rappresentò l'unica
ballerina presente sul palco. Ad ogni
modo, nonostante la difficile
realizzazione di tali progetti, i Futuristi
italiani, avendo posto in primo piano
queste intenzioni innovative di
compenetrazione tra discipline artistiche
Giacomo Balla, scenografia di 'Fuochi d'Artificio' e la partecipazione attiva di tutti i sensi
di Igor Strvinskij con gioco ritmico di luci, 1916. nelle opere, possono essere considerati,
anch'essi, degli anticipatori della cosiddetta arte totale.
7. Il Teatro Totale
Il teatro di Bayreuth, un teatro d'opera situato nella parte Nord dell'omonima città di
Bayreuth, in Germania, è dedicato esclusivamente alle rappresentazioni dei drammi
musicali del compositore tedesco Richard Wagner. La struttura, infatti, fu arrangiata
dallo stesso Wagner (senza l'autorizzazione dell'architetto) e la costruzione, terminata
nel 1876, avvenne sotto la sua supervisione.
Le caratteristiche peculiari del teatro di Bayreuth sono l'assenza di palchi laterali, la
semplicità di arredi interni, la disposizione semicircolare della sala e, soprattutto, la
buca per l'orchestra, definita golfo mistico, che sprofondando sotto il palcoscenico ed
essendo coperta da un tetto, fa in modo che l'orchestra sia totalmente invisibile agli
spettatori. Questo elemento fu essenziale per Wagner, poiché permetteva al pubblico
di concentrarsi sul dramma e di non essere distratto dai movimenti del direttore.
Inoltre, la recita di un'opera, contrariamente a quanto avveniva nella maggior parte
degli altri teatri dell'epoca, non veniva considerata una semplice occasione di svago,
bensì una vera e propria rappresenzazi