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Sintesi
Introduzione Novecento, dalla catastrofe alla rinascita tesina


Questa tesina prende in esame il Novecento, secolo caratterizzato da eventi catastrofici, ma anche positivi. Tesina maturità argomenti: in Storia lo scenario politico dopo le grandi guerre, in Italiano l'ermetismo e Salvatore Quasimodo, in Calcolo il campionamento, in Informatica i database e l'applicazione software in Access, in Elettronica le tecniche di trasmissione, in Inglese Lans and Wans, The post-World War II, in Sistemi la sicurezza delle reti e in Matematica gli integrali.

Collegamenti

Novecento, dalla catastrofe alla rinascita tesina


Storia: Lo scenario politico dopo le grandi guerre.
Italiano: L’ermetismo e Salvatore Quasimodo.
Calcolo: Il campionamento.
Informatica: I database e l’applicazione software in Access.
Elettronica: Tecniche di trasmissione.
Inglese: Lans and Wans, The post-World War II.
Sistemi: La sicurezza delle reti.
Matematica: Gli integrali .
Estratto del documento

1

 STORIA: Lo scenario politico dopo le grandi guerre

 ITALIANO: L’Ermetismo – Salvatore Quasimodo

 CALCOLO: Il campionamento

 INFORMATICA: I Database - L’applicazione software in Access

 ELETTRONICA: Tecniche di trasmissione

 INGLESE: Lans and Wans - The post-World War II

 SISTEMI: Sicurezza delle reti

 MATEMATICA: Integrali 2

Storia

Lo scenario politico dopo le grandi guerre

Il 26 giugno 1945 venne sottoscritta da 51 paesi, la Carta di San Francisco con la speranza di

ricostruire un mondo migliore dopo le grandi guerre. Questo trattato diede vita all’ONU,

cioè l’Organizzazione delle nazioni unite, con lo scopo di preservare le generazioni future

dal flagello della guerra; affermare e difendere ovunque i diritti dell’uomo e favorire il

progresso economico e sociale di tutti i popoli. Questo comune obiettivo pacifico, si rivelò

immediatamente molto difficile da raggiungere, infatti l’alleanza fra Unione Sovietica; Stati

Uniti e Gran Bretagna, nata per combattere il nazismo durante la Seconda guerra mondiale,

si tramutò in contrapposizioni sempre più aperte.

A soli due anni dalla fine del conflitto, venne coniato il termine “guerra fredda” per indicare

lo stato di tensione esistente fra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Una condizione in cui le

due superpotenze, si combatterono con le armi della diplomazia e della propaganda,

esibendo le proprie potenze militari ma senza arrivare mai a scontrarsi frontalmente. Prima

della fine della guerra, i tre grandi, cioè Roosevelt; Churchill e Stalin, alla conferenza di

Yalta, in Crimea, avevano prefigurato l’idea di una divisione dell’Europa in sfere di influenza

in cui ogni popolo aveva il diritto di scegliere la forma di governo preferita. Nel dopoguerra,

però, era ormai diventato irrealizzabile il grande disegno di cooperazione internazionale e

gli Stati Uniti dichiararono l’impegno di difendere la propria sicurezza e a sostenere i popoli

liberi che si opponevano ai tentativi di oppressione da parte di armate esterne, attuando la

strategia del contenimento che consisteva nell’arginare ogni tentativo di espansione

dell’influenza sovietica e del comunismo in Europa e nelle periferie del pianeta.

Altre tensioni fra gli ex alleati, emersero alla conferenza di pace di Parigi del 1946, il cui

scopo era quello di delineare una nuova situazione geopolitica in Europa ridefinendone

l’intera cartina. L’unico problema su cui non si trovò nessun accordo fu quello sul problema

della sistemazione territoriale della Germania, che rivestiva un’importanza strategica sia 3

per l’Unione Sovietica che voleva controllarla totalmente, sia per gli anglo-americani che

volevano ricostruirla sia economicamente che politicamente.

A causa di questo motivo, il governo della Germania est, costituito dall’Unione Sovietica,

fece costruire il Muro di Berlino

allo scopo di isolare

fisicamente Berlino Ovest,

costituto dagli alleati

americani; britannici e francesi

e impedire la libera circolazione

delle persone tra i due territori.

All’altro capo del mondo,

intanto, un altro evento

rendeva ancora più tesa la

situazione internazionale, cioè

la vittoria della rivoluzione

comunista in Cina,

concludendo il lungo conflitto

fra comunisti e i nazionalisti che nonostante l’appoggio americano, dovettero soccombere

militarmente, permettendo la proclamazione della Repubblica popolare cinese. Sotto la

protezione statunitense, i nazionalisti si rifugiarono in Taiwan dove venne fondata la

Repubblica della Cina nazionalista.

Nei primi anni del dopoguerra, nonostante quindi le varie tensioni, si formò un modello

bipolare di relazioni internazionali, fondato sul dominio competitivo fra Stati Uniti e Unione

Sovietica. La situazione interna dell’Europa occidentale, era costituita da un sistema di

alleanze, sotto la direzione degli Stati Uniti per il loro potenziale economico-militare. I paesi

del blocco occidentale, firmarono il patto atlantico nel 1949, un’alleanza politico-militare,

costituita da varie forze militari integrate sotto un unico comando, la Nato, il cui obiettivo

prevedeva la difesa collettiva in caso di aggressione contro uno dei paesi aderenti.

All’interno delle democrazie occidentali, si diffuse un forte clima di sospetto e di

intolleranza. Negli Stati Uniti, infatti, vennero aumentati i controlli di lealtà sui funzionari

pubblici e le indagini sui privati, perché si era diffusa la paura di una cospirazione comunista

internazionale che aprì una violenta caccia alle spie comuniste che sconvolse per quattro

anni la vita del paese, finché non venne bloccata dal presidente repubblicano Eisenhower.

L’Europa orientale, controllata dall’Unione Sovietica, era costituita, invece, da una cintura di

stati satelliti, cioè direttamente dipendenti da Mosca, i quali subirono una trasformazione

economica e politica sul modello sovietico. In un primo periodo, l’Unione Sovietica

appoggiò i governi comunisti che si erano formati nei diversi paesi, in seguito però, attuò

pesanti confische nei confronti dei paesi da essa controllati che dovettero cedere buona

parte della loro ricchezza. A partire dalla metà del 1947, l’Unione Sovietica trasformò il

proprio controllo sull’Europa orientale, in vero e proprio dominio e con vari sistemi

intimidatori, abolì ogni forma di pluralismo, creando regimi a partito unico costituiti da 4

comunisti e socialisti. Durante il 1949, si verificò una forte ribellione da parte di oppositori e

di alcuni comunisti stessi che erano contrari ad accettare la completa sottomissione

all’Unione Sovietica. Molte delle stesse persone che avevano condotto i comunisti al

potere, vennero processati ed eliminati per essersi ribellati.

Il dopoguerra russo fu tremendo e le speranze della popolazione in un miglioramento del

tenore di vita andarono completamente distrutte, anche perché la dittatura raggiunse livelli

altissimi con frequenti condanne a morte e deportazioni nei gulag. 5

Italiano

L’Ermetismo

Il termine “ermetismo” può essere ufficialmente riconosciuto nel 1936, quando Francesco

Flora, un critico accademico, pubblica il libro La poesia ermetica che si ferma tuttavia a

considerazioni ancora generiche e superficiali.

Un’importanza ben più decisiva riveste il saggio di Carlo Bo Letteratura come vita. Il testo

contiene i fondamenti teorico-metodologici della poetica ermetica, in quanto chiarisce

un’esigenza diffusa, che caratterizza ormai la poesia più recente, quella dei lirici nuovi.

Seguendo le linee interpretative offerte da Bo, l’Ermetismo fa coincidere la poesia con la

vita, intesa come la realtà più intima dell’uomo, al di fuori di ogni superficiale confusione

con atteggiamenti o pose esteriori. La letteratura non va quindi intesa come un’abitudine o

un semplice mestiere, ma rappresenta forse la strada più completa per la conoscenza di noi

stessi. La letteratura si identifica con l’Io profondo del soggetto, con la sua dimensione

spirituale più autentica, risalendo alle origini centrali dell’uomo. In questo senso cerca di

raggiungere le radici dell’essere, in quanto mira ad una purezza di valori che si propone

come scopo esclusivo la ricerca della verità; ma si tratta appunto di una verità spirituale e

non materiale. La poesia vive nel rapporto esclusivo dell’individuo con se stesso, al di fuori

di ogni altro legame con la collettività e con le difficoltà dell’esistenza quotidiana. La

letteratura come vita significa così il rifiuto della storia, risolvendosi in una letteratura che

aspira a collocarsi fuori del tempo.

Il rifiuto di ogni compromesso o contatto con la storia ha particolari conseguenze anche sul

piano delle scelte tecniche e pratiche. Tra queste sono da registrare la chiusura dello

scrittore in una forma di individualismo totale e la scelta di un linguaggio arduo ed oscuro,

al limite dell’incomunicabilità. La poesia si rivolge ad un ristretto numero di persone, in

particolare a coloro che ne condividono l’impostazione e le attese; dal messaggio letterario

viene escluso di conseguenza la maggior parte del pubblico abituale. Lo strumento 6

privilegiato dell’espressione resta quello costituito dall’analogia, come tramite di un

processo che coglie realtà misteriose, trasferendo i dati dell’esperienza su un piano di

situazioni interiori e spirituali.

Come aveva insegnato Ungaretti, il centro su cui converge questa ricerca è costituito dalla

parola che si fa evocatrice ed allusiva, per caricarsi di significati molteplici e indefiniti.

Presentandosi come pura, la poesia finisce per costruire la vera e sola realtà oltre che la

fonte privilegiata della conoscenza, interrogandosi sul senso della vita ed offrendo risposte

che riguardano il destino ultimo dell’uomo, sospeso fra il tempo e l’eternità.

Il termine “ermetismo” era così destinato a divenire sinonimo di oscurità e di indecifrabilità,

spesso volute ed accentuate, che hanno dato lo spunto alle interpretazioni più banali e

superficiali. Proprio il rifiuto di confrontarsi con la storia diventerà un capo d’accusa rivolto

spesso contro gli ermetici nel clima politico profondamente mutato del dopoguerra; ma essi

potranno facilmente rispondere che la totale chiusura in uno spazio interiore rappresentava

il solo modo di sottrarsi alla retorica e alle scelte culturali del fascismo, evitando ogni

possibile compromesso ed assumendo un implicito valore di dissenso. Resta il fatto che,

secondo una generale linea di tendenza, la loro poesia, fin dagli anni della seconda guerra

mondiale, tende ad aprirsi maggiormente nei confronti della realtà, portando ad una

progressiva diversificazione delle soluzioni espressive.

Salvatore Quasimodo

Uno dei più significativi esponenti dell’Ermetismo è

Salvatore Quasimodo. Nato a Modica, in provincia di

Ragusa, trascorre l’infanzia e la giovinezza in Sicilia,

trasferendosi in vari paesi a causa dei frequenti

spostamenti del padre capostazione. Durante un

soggiorno a Firenze, suo cognato Elio Vittorini, lo

presenta ad Eugenio Montale, il quale gli pubblica le

prime poesie su “Solaria” e presso le edizioni della

rivista esce anche la raccolta dell’esordio Acque e

terre, seguita da Erato e Apollion. Nel 1934,

trasferitosi a Milano, Quasimodo ottiene la cattedra

di Letteratura italiana al Conservatorio. Le Nuove

poesie vennero pubblicate nello stesso anno nel

volume complessivo Ed è subito sera, che prende il

titolo dalla lirica più nota del poeta, divenuta quasi

modello della sua scrittura.

Queste raccolte fanno di lui uno dei più significativi

esponenti dell’Ermetismo. Sul piano stilistico, avviene un radicale distaccamento con la

lingua parlata; la parola si dissocia da ogni forma di volontà comunicativa, assumendo un

valore assoluto, che tende all’astrazione. E’ facile notare la frequenza delle analogie e i

sostantivi utilizzati al plurale per aumentare gli effetti di indeterminatezza, insieme ad un 7

uso degli aggettivi che tende ad attenuare e sfumare. La nostalgia della terra siciliana e

l’infanzia, sono i temi ricorrenti della raccolta Acqua e terre che nel ricordo diventano

qualcosa di mitico e subiscono gli influssi del linguaggio dannunziano e pascoliano.

Nell’esprimere il rapporto fra la realtà e la propria condizione privata, la parola del poeta

assume un timbro magico ed evocativo che offre un’originale interpretazione della poetica

ermetica. I motivi di fondo, legati alla trasfigurazione favolosa del proprio passato e

all’insoddisfazione del presente, si ritrovano in Oboe sommerso, dove il linguaggio si avvale

di un lessico più ricercato, tramato di relazioni analogiche per esprimere il mito della

solitudine dell’uomo nel dolore della vita. Nelle parole di Quasimodo comincia a verificarsi

un graduale mutamento che si renderà più evidente nelle raccolte del dopoguerra: Giorno

dopo giorno; La vita non è sogno; Dare e avere. Il verso diventa più lineare, i temi si

arricchiscono di elementi tratti da una realtà più concreta. Nel dopoguerra la poetica di

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