Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 19
Nascita della psicoanalisi tesina Pag. 1 Nascita della psicoanalisi tesina Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Nascita della psicoanalisi tesina Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Nascita della psicoanalisi tesina Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Nascita della psicoanalisi tesina Pag. 16
1 su 19
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
Filosofia - S. Freud (cenno a Marx)
Letteratura - La coscienza di Zeno (Italo Svevo)
Soria - La seconda rivoluzione industriale
Storia della musica - Il teatro espressionista
Estratto del documento

Scrivendo questo elaborato ho notato come ogni evento, ogni piccola cosa

che succede nel mondo non sia fine a sè stessa, ma sia indispensabile per

la nascita di qualcosa di più grande e questo, secondo me, succede anche

nella vita di tutti i giorni, in cui ogni gesto che compiamo incide

profondamente nella vita, non necessariamente di chi ci sta intorno, ma

anche di chi ci incontra per caso. Ogni evento è concatenato, tutto è

collegato a qualcosa e tutto ha una qualche conseguenza, niente è fine a

sè stesso. Questo è quello che ho imparato da questo percorso

interdisciplinare: cercare di guardare oltre le apparenze e allontanarsi da

una conoscenza settoriale e scandita in base alle discipline.

1. FILOSOFIA: LA “RIVOLUZIONE FREUDIANA”

1.1. IL CASO DI ANNA O.

hystéra,

Il termine isteria deriva dal vocabolo greco utero, e sta ad

indicare uno stato patologico della psiche che si manifesta con sintomi

somatici; al tempo di Freud si pensava fosse una malattia organica tipica

delle donne. 3

Il caso di Anna O., descritto negli “Studi sull’isteria”, rappresenta un punto

di svolta nella nascita della psicoanalisi. Protagonista del caso è Bertha

Pappenheim, una donna giovane, bella, fantasiosa ed intelligente seppur

profondamente sofferente. Bertha, figlia di una benestante famiglia

viennese, cominciò a manifestare i primi squilibri in seguito allo

sconvolgimento provato dovendo sorvegliare il padre moribondo. La

madre di Bertha, preoccupata, si rivolse al miglior medico di Vienna: il

dottor Joseph Breuer, poiché la ragazza manifestava sintomi quali tosse

nervosa, disturbi visivi, strabismo convergente, paralisi dei muscoli del

collo e degli arti, incapacità di parlare un’altra lingua al di fuori dell’inglese

(nonostante conoscesse bene anche italiano, francese e tedesco),

idrofobia, rifiuto del cibo, allucinazioni.

Breuer diagnosticò una forma di isteria e perciò decise di applicare il

metodo ipnotico, recandosi ogni sera a casa della ragazza. A volte anche

in stato di trance rimaneva muta, altre volte dalle sue labbra usciva un

torrente di parole in quattro lingue, altre riusciva ad esprimersi

correttamente.

Breuer si rese conto che Bertha viveva in due mondi: in uno si

comportava in modo coerente, riuscendo ad esprimere i suoi sentimenti,

mentre nell’altro era in preda ad allucinazioni e a immagini senza logica

che non le permettevano di esprimersi sensatamente. Ben presto il

medico si accorse che la ragazza riusciva ad eliminare i sintomi, uno alla

volta, ricordando il momento in cui il sintomo era comparso; il primo

sintomo che riuscì ad eliminare fu l’idrofobia, comparso quando aveva

visto il cane bere dal bicchiere della governante rimanendone molto

disgustata.

Da quel momento in poi, anche altri sintomi ripresentatisi dopo la

morte del padre scomparvero o regredirono: diradarono le allucinazioni,

scomparve la paralisi alla gamba destra e i suoi ragionamenti si fecero più

lucidi. Nonostante diverse ricadute la paziente sembrava dare notevoli

segni di miglioramento, soprattutto dopo che il medico ebbe incrementato

il numero di visite giornaliere. Dopo diciotto mesi di assiduo lavoro le

sedute erano terminate e apparentemente con un buon esito, quando

Breuer ricevette una chiamata urgente dalla madre della ragazza poiché

la figlia era in preda a terribili convulsioni e ad una gravidanza isterica il

cui presunto padre sarebbe stato proprio il dottore. Breuer non poté fare

altro che interrompere la cura e affidare la paziente ad un collega. 4

Dopo un po’ di tempo ne parlò con il giovane Sigmund Freud e tra i

due si instaurò una solida collaborazione. Freud aveva inoltre avuto modo

di conoscere gli studi sui fenomeni isterici portati avanti da Jean-Martin

Charcot, quando si era recato a Parigi. Grazie allo studio del caso di Anna

O., Breuer e Freud, mettono a punto il “metodo catartico”. Si pongono poi

il problema dell’eziologia e arrivano a sostenere che le cause dell’isteria

sono di tipo psicologico e non da interpretarsi in chiave somatica,

andando contro alla medicina positivista e materialistica ottocentesca.

1.2. PRIMI PASSI VERSO LA PSICANALISI

Attraverso il trattamento con l’ipnosi dei casi d’isteria i due medici

poterono constatare la connessione tra i sintomi del paziente e

determinati fatti dimenticati della sua vita passata. La loro ipotesi iniziale

fu che le reazioni emotive causate da tali eventi fossero rimaste prive di

sfogo, ma questi impulsi continuavano a produrre sintomi patologici

nonostante provenissero da fatti ormai remoti; per far sì che

scomparissero si costatò, quindi, che occorreva riattivare il ricordo del

fatto originario per rendere possibile la manifestazione degli impulsi a

esso legati. Restava da chiarire il perché dell’oblio del fatto originario; la

prima ipotesi (sostenuta soprattutto da Breuer) fu che gli eventi venivano

dimenticati dal paziente perché erano stati vissuti in un momento al limite

della coscienza, la seconda (sostenuta soprattutto da Freud) fu che gli

eventi venivano dimenticati a causa della spiacevole natura del fatto

stesso, che portava la persona interessata a difendersi eliminando dalla

coscienza in modo consapevole il ricordo per lei inaccettabile. Questo

pone le basi del concetto, elaborato in seguito, di rimozione. Freud

sostenne poi l’applicabilità del metodo catartico anche a casi più

complessi di quelli isterici, come le nevrosi ossessive che implicano la

presenza ossessiva di un’immagine o la ripetizione indispensabile di un

comportamento.

Da tali presupposti cominciarono a delinearsi le prime spiegazioni

riguardo ai sintomi isterici, ossia: nel soggetto che vive un evento

traumatico si determina una reazione di difesa che consiste nella

rimozione del fatto stesso; a causa di determinate circostanze viene

negata la normale espressione attraverso gesti, parole o azioni della

carica emotiva legata all’evento, la quale determina la formazione dei

sintomi, organici nei casi di isteria e psichici nei casi di nevrosi ossessiva. 5

Nel periodo compreso tra il 1895 e 1900, Freud pervenne alla

conclusione che l’origine di tutte le nevrosi fosse sessuale poiché i fatti

rievocati dai suoi pazienti tramite l’ipnosi avevano questa natura. Scoprì,

infatti, che molti episodi narrati dai pazienti rivelavano l’esistenza di una

complessa sessualità infantile.

Le teorie di Freud iniziarono così ad essere indipendenti rispetto a

quelle di Breuer, costituendo il nucleo della successiva nascita della

psicoanalisi.

Viene in seguito abbandonata da Freud la pratica dell’ipnosi poiché i

sintomi che scomparivano con la terapia della catarsi, si ripresentavano

quando il malato la interrompeva; perciò ne ricava che la temporanea

guarigione fosse dovuta al potere di suggestione assunto del terapeuta

nella relazione che veniva a formarsi con il paziente, relazione

caratterizzata da un forte attaccamento affettivo a sfondo erotico

(transfert), che impediva di risolvere il conflitto interiore oggetto della

cura. Freud approda così al metodo delle libere associazioni, il cui

obiettivo era di rompere quella resistenza esercitata inconsapevolmente

dal paziente nei confronti della cura. Tale metodo è basato sulla tecnica di

far raccontare al paziente tutto ciò che gli viene in mente in modo che tra

le varie parole da lui pronunciate si instaurino delle catene associative

collegate con il materiale rimosso che si vuole riportare alla luce, il quale

funge da campo gravitazionale verso cui sono attratti i pensieri del

malato; i tre principi fondamentali per una buona riuscita sono: la

rilassatezza - favorita dalla posizione supina del paziente disteso su un

lettino -, la consapevolezza che non verrà sottoposto ad alcun giudizio e la

sincerità. Il terapeuta, che siede alle spalle del paziente, dovrà solo offrire

spunti per far parlare il paziente.

Molti di questi elementi confluiranno poi nella scoperta dell’inconscio,

ossia di un’attività non meno rilevante di quella razionale nella vita

psichica dell’uomo.

Per cercare una conferma alle sue ipotesi, Freud si sottopone a

un’autoanalisi di 4 anni utilizzando il metodo delle libere associazioni e

individuando nell’analisi dei sogni una via per accedere all’inconscio.

“il sogno è un fenomeno psichico pienamente valido e

Secondo Freud

precisamente l'appagamento di un desiderio ”, desiderio spesso occulto

che necessita di una complessa interpretazione per essere compreso.

Freud scopre nel sogno l’esistenza di due livelli di significato: il contenuto

manifesto, più immediato e costituito dalla scena onirica come viene

6

vissuta dal soggetto, e il contenuto latente, più nascosto e identificato

con l’insieme di tendenze che danno luogo alla scena onirica. Il primo trae

in genere il suo materiale dalla vita recente, mentre il secondo da un

tempo lontano come l’infanzia.

Il sogno è il sintomo di desideri non realizzati e rimossi, perché ritenuti

inaccettabili dal soggetto, generalmente desunti dalla sfera sessuale, che

si esprimono in forma allusiva e simbolica.

Proseguendo nell’autoanalisi, Freud, approfondisce anche i meccanismi

della memoria e scopre che le forze operanti nei sogni e nei sintomi

patologici sono presenti anche in altri fenomeni: i lapsus (errori

involontari nel parlare) e gli atti mancati (dimenticanze, rotture

accidentali di oggetti, azioni inutili, disattenzioni varie…); in essi individua

due fattori: la presenza di un’intenzione consapevole e la tendenza

inconscia che agisce sulla prima. La conclusione di Freud è che l’origine

dei lapsus e degli atti mancati è da ricercarsi in cause inconsce e, come

per i sogni, la loro interpretazione apre una porta verso l’inconscio.

La psiche, al suo interno, contiene numerosi sottoinsiemi e si struttura in

modo topologico cioè presenta delle zone distinte. La coscienza

rappresenta solo una piccola parte e la sua funzione è quella di porci in

contatto con il mondo esterno; accanto ad essa c’è l’inconscio, in cui sono

sepolti ricordi e situazioni avvertiti come sconvenienti o immorali, che

vengono allontanati in modo permanente dalla coscienza. Dall’inconscio si

distingue il preconscio, che contiene gli elementi psichici che sono stati

dimenticati solo momentaneamente. Questa teoria rappresenta la prima

topica, sostituita negli anni ‘20 da una seconda topica, che divide la

psiche in istanze e funzioni anziché in zone. Secondo questa

interpretazione la psiche si divide in Es, Io e Super-Io. L’Es (termine

tedesco che indica il pronome neutro di terza persona singolare)

rappresenta la vita pulsionale inconscia, non conosce né il bene né il

male, ma asseconda la tendenza a soddisfare immediatamente il bisogno

e il desiderio; ignora le leggi della logica, il principio di non contraddizione

e i rapporti di spazio e tempo. Il Super-Io è la coscienza morale ovvero

l’insieme delle proibizioni che sono state instillate nell’uomo fin da piccolo,

il quale le ha assunte come modello ideale di comportamento; tale

funzione è in parte cosciente, in quanto implica un modello che l’Io ha di

fronte a sé, e in parte incosciente, in quanto alcuni elementi che lo

compongono derivano da processi di cui non siamo consapevoli. L’Io è la

parte più organizzata della personalità che ha il compito di mediare tra le

7

altre due istanze. Freud afferma che all’Es e al Super-Io si aggiunge anche

il mondo esterno.

"Spinto così dall’Es, stretto dal Super Io, respinto dalla realtà, l’Io lotta per

venire a capo del suo compito economico di stabilire l’armonia tra le forze

e gli impulsi che agiscono in lui e su di lui; e noi comprendiamo perché

tanto spesso non ci è possibile reprimere l’esclamazione : la vita non è

facile!"

La struttura conflittuale della psiche è all’origine della formazione delle

severi padroni”,

nevrosi, che si presenta quando, l’Io, pressato dai suoi “

non riesce più a mantenere l’equilibrio. I sintomi nevrotici, come i sogni e

gli atti mancati, sono i risultati di questo conflitto ed esprimono quindi in

Dettagli
Publisher
19 pagine
6 download