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imperialistici e antisemiti. Ben presto Hitler prese il comando del
Führerprinzip.
partito assumendo così il titolo di Si occupò
immediatamente della propaganda raggiungendo così l’intera nazione,
puntando sull’umiliazione subita con la sconfitta della I Guerra
Mondiale. Dopo vari tentativi di sciogliere il partito da parte di
avversari, nel 1930 contava circa 400.000 iscritti oltre ad aver ormai
Führerprinzip,
raggiunto il potere. In questa fase si rafforzò il
sconfinando in quello che sarebbe stato un vero e proprio culto; già da
Heil Hitler.
tempo, del resto, si era affermato il saluto Il partito sviluppò
mezzi propagandistici assai efficaci ed aumentò il suo potere di
attrazione su determinati strati della popolazione, infatti vennero
prodotti cinegiornali e pellicole commissionati e finanziati interamente
dal regime; i temi principali erano: denigrazione dei nemici del
nazismo, stimolazione delle masse all’adesione al partito ed
all’impegno bellico, esaltazione di eroi nazisti e stimolazione all’odio
razzista nei confronti degli ebrei (che venivano dipinti come un popolo
corrotto e criminale). Violenza ed aggressività diffamatoria furono
ampiamente utilizzati come mezzi di lotta politica contro gli avversari.
Hitler riuscì ad annientare i partiti avversari, li sciolse e li segnò come
illegali, lasciando il proprio partito come l’unico legale. Questo portò il
numero degli iscritti a diverse milioni di tedeschi. Ogni settore della
popolazione era organizzato, sorvegliato ed indottrinato dal partito.
Inoltre per il controllo e la repressione venne poi attivata la SS
(squadre di difesa). Hitler proclamava nella sua propaganda, il progetto
di una grande Germania che radunasse tutte le genti di lingua tedesca.
Tutto ciò faceva presa sulla popolazione tedesca a causa del clima
causato dalla disfatta della I Guerra Mondiale: Hitler propose infatti un
piano di ampliamento del territorio nazionale, giustificandolo con la
spazio vitale
necessità di allargare lo per il popolo tedesco. Le altre
nazioni dovevano sottomettersi alla razza ariana, in virtù della propria
superiorità, destinata com’era a regnare sul mondo intero, in quanto
Mein Kampf
l’unica portatrice della civiltà, infatti Hitler nel suo scrisse:
il declino e la sparizione dell’Ariano riporterebbe sul mondo ere di
barbarie. Nemici degli ariani erano in primo luogo gli ebrei, responsabili
del disastro economico e della diffusione delle ideologie marxiste e
liberali. Ma l’ideologia nazista raggiunse tutti i ceti negli anni della crisi:
nel 1929, l’anno della grande crisi economica mondiale, buona parte
dei grandi imprenditori tedeschi cominciarono a guardare con favore a
Hitler e al suo programma, e ingenti somme di denaro presero ad
affluire nelle casse del Partito nazista, oltre a ricevere l’appoggio dalle
classi medie, dai piccoli proprietari e dai disoccupati colpiti dalla grave
depressione economica. Sostenuto dall’opinione pubblica Hitler iniziò
l’azione bellica e di conquista verso Paesi vicini. Ciò portò allo scoppio
della II Guerra Mondiale. Nella prima fase del conflitto la Germania
sembrò avere la meglio; Hitler e i suoi uomini diedero allora il via alla
soluzione finale,
cosiddetta organizzando la deportazione in campi di
concentramento e di sterminio e l’eliminazione di milioni di ebrei,
zingari, omosessuali, malati mentali, oppositori politici ecc. L’esito 18
della guerra fu negativo per la Germania: i capi del partito furono
processati da un tribunale militare internazionale; al partito
nazionalsocialista, oltre ad essere sciolto, fu vietata la ricostituzione.
FASCISMO: Partito Nazionale Fascista: il nome
fascio littorio,
deriva dal simbolo del potere nella Roma antica.
Caratteristiche principali del fascismo erano: monopolio del potere da
duce),
parte di un unico partito, culto del capo (il disprezzo per la
civiltà liberale e quindi soppressione delle libertà politiche e civili, idea
della collaborazione tra le classi, controllo totale da parte dello Stato su
ogni settore (politico, economico, sociale e culturale), oltre al controllo
dei mass-media che dovevano attuare una propaganda volta a
mobilitare le masse e inquadrarle in organizzazione inerenti al partito o
comunque allo Stato. Inoltre in esso troviamo un forte nazionalismo
vittoria mutilata
dettato dalla delusione della della I Guerra Mondiale.
Negli anni Venti giunse al potere sostenuto dai ceti medi, dagli agrari e
da diversi settori della burocrazia e dell’esercito, nonché da Vittorio
Emanuele III, che diede a Mussolini l’incarico di formare un governo
sostenuto anche da popolari e liberali, un governo dove i 2/3 dei seggi
in Parlamento erano assegnati al partito che deteneva la maggioranza.
Mussolini mutò il proprio partito in partito di governo tramite la
creazione di nuovi organi: Gran Consiglio del Fascismo e la Milizia
Volontaria per la Sicurezza della Nazione. A seguito dell’assassinio di
Giacomo Matteotti (deputato socialista che aveva osato sfidare
pubblicamente il fascismo), Mussolini sciolse i partiti di opposizione e
limitò la libertà di stampa, espulse dalla Camera i deputati antifascisti,
vietò lo sciopero, mise al bando i sindacati, introdusse la pena di morte
e istituì il Tribunale Speciale per la difesa dello stato per reprimere ogni
forma di dissenso. 18
Ormai raggiunto il pieno potere Mussolini lanciò una nuova parola
“Credere,obbedire, combattere!”,
d’ordine: così il regime pretese l’oro
del popolo per combattere la guerra in Africa. Successivamente riuscì a
raggiungere un accordo con la Chiesa, firmando i Patti Lateranensi (lo
Stato del Vaticano veniva riconosciuto come uno stato indipendente ed
il cattolicesimo dichiarato religione di stato in Italia). Formatosi l’Asse
di ferro, ovvero l’alleanza con la Germania, il regime chiede anche il
ferro al popolo, infatti comincia una propaganda molto forte.
Significativi i seguenti manifesti:
Anche per l’economia emanò leggi che affermavano il pieno controllo
da parte del partito (come l’organizzazione delle corporazioni) sempre
accompagnate da propaganda, come il manifesto: 18
Come è possibile notare la propaganda fascista fu un mezzo
importantissimo per influenzare l’opinione delle masse, oltre ad
intimidire gli avversari politici. Mussolini, consapevole del potere
cinematografo la
divulgativo e persuasivo del aveva coniato un motto:
cinematografia è l’arma più forte. A tale scopo fondò l’Istituto Luce,
strumento principale di propaganda fascista attraverso la diffusione dei
cinegiornali. Tutto il materiale girato dall’Istituto Luce veniva
personalmente visionato da Mussolini, che a tale occupazione dedicava
cinemobili,
un giorno a settimana. Inoltre creò i strutture viaggianti che
proiettavano nelle piazze i cinegiornali permettendo così una diffusione
a macchia d’olio. Durante la II Guerra Mondiale le truppe dell’Istituto
Luce vennero inviate al fronte per documentare le atrocità della guerra
pur nascondendo le grandi difficoltà in cui si trovava l’esercito italiano.
Mentre in Germania i film girati durante il regime nazista furono
improntati all’esaltazione dei principi del partito, in Italia si puntò su
films tesi all’evasione ed alla tranquillità, ma badando a non
contrastare il regime. Pochi furono i films tesi alla propaganda fascista.
Anche lo sport acquista valore propagandistico. All’interno dei giornali
sportivi dell’epoca ritroviamo spesso comunicati, messaggi o
dichiarazioni di Mussolini o di gerarchi più o meno prestigiosi. Inoltre lo
sport si prestava alla propaganda in senso nazionalistico e militaristico
perché consentiva l’esaltazione della giovinezza, della prestanza fisica
lo sport è
e della razza. Un giornale sportivo arrivò a ad affermare: “
un’arma. È un modo di essere e di divenire di un popolo guerriero” .
un popolo guerriero
Definire il popolo italiano serviva ad alimentare il
sentimento nazionalista, suscitare il ricordo del grande impero romano 18
(al quale si faceva spesso riferimento e che si poneva come modello da
seguire e da raggiungere) e giustificare la decisione di entrare in
guerra prima contro l’Africa, poi al fianco di Hitler. Ecco alcuni
manifesti:
Mentre del tutto negativa la propaganda verso gli U.S.A. che si erano
i liberatori
proclamati delle masse dai regimi totalitari e difensori della
democrazia.
ERMETISMO
Una posizione alquanto simile a quella degli antifascisti conservatori, la
tennero i poeti che scrissero tra le due guerre; questa corrente venne
Ermetismo.
chiamata Il nome deriva proprio dalla loro poetica oscura,
misteriosa e persino ambigua, appunto ermetica. Essa fu caratterizza
da: versi brevi (formati anche da una sola parola), abolizione della
punteggiatura e frequente ricorso all’analogia e al simbolo. I poeti
ermetici utilizzarono questo stile perché la poesia era vista come
intuizione-rivelazione proveniente dalla zona più remota dell’essere, 18
quindi arrivava come enigmi. Essa aveva il valore di rivelazione
dell’umano, così i poeti davano testimonianza del valore dell’esistenza,
e non della realtà. Gli ermetici davano una funzione incantatoria alla
poesia, la parola veniva caricata di significato per catturare la realtà. Il
verso non è più narrativo e delle volte composto da una singola parola
perché carica di significato, viene abolito l’articolo e la punteggiatura
per lasciare libera interpretazione al lettore, che faceva parte di una
ristretta élite. Solamente con la II Guerra Mondiale gli ermetici
scriveranno per raggiungere un pubblico più vasto, per ridare la fiducia
nel futuro ed esprimere tutto il disgusto per la guerra. Il porto sepolto
Si data l’inizio dell’Ermetismo con la pubblicazione de
(1916) di Giuseppe Ungaretti. In questa raccolta ritroviamo le
caratteristiche principali dell’Ermetismo: dolore intimo dell’uomo,
difficoltà di vivere e la solitudine dell’individuo. Tutti aspetti vissuti in
prima persona da Ungaretti nella triste esperienza della I Guerra
Mondiale. Allo scoppio della guerra il poeta si arruolò come soldato
semplice, vivendo così l’esperienza dei combattimenti nelle trincee e
riversandole nelle sue poesie esprimono tutti i sentimenti e le emozioni
Allegria).
vissute (contenute nella raccolta VEGLIA
Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita
Cima Quattro il 23 dicembre 1915
Ungaretti scrive questa poesia durante la sua permanenza al fronte,
ispirata da un’esperienza vissuta. Egli trascorre tutta una notte vicino
un compagno massacrato,
ad il contatto così stretto con la morte
provoca in lui la reazione opposta: si sveglia in lui un forte desiderio di
lettere piene d’amore.
vita, ispirandogli La sua descrizione del
compagno morto e delle sue emozioni e sensazioni provate, risultano
essere una testimonianza della vita nelle trincee. I versi 4
(massacrato), (digrignata), (penetrata),
6 10 sono composti da una
sola parola; questi tre versi vogliono evidenziare la crudeltà della 18
15(tanto)
guerra; mentre il verso va ad indicare quanto forte sia
l’attaccamento del poeta alla vita. Ungaretti qui esprime tutto lo stile
degli ermetici, infatti ritroviamo versi composti da singole parole
cariche di un grande significato, assenza della punteggiatura e utilizzo
di simboli e metafore. SAN MARTINO DEL CARSO
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
È il mio cuore
il paese più straziato
Valloncello dell’Albero Isolato il 27 agosto 1917
Anche qui ritroviamo versi brevi, un ritmo spezzato e la completa
mancanza della punteggiatura. Tutto questo va ad evidenziare la
desolazione del paesaggio distrutto dalla furia della guerra. Ma il poeta
nel paesaggio rivede il suo cuore, distrutto anch’esso dalla crudeltà
della guerra e dal dolore d’aver perduto i propri cari, e così il cuore di
nessuna croce