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Introduzione tesina su Napoli
L’argomento di cui tratterò, e, spero in maniera esaustiva, è la mia amata Napoli; il motivo fondamentale che mi ha portato alla scelta di tale tema è stato la visione del film, in ambito scolastico, de <<Le Quattro Giornate di Napoli>>, lungometraggio drammatico del 1962 diretto da Nanny Loy e mostratoci per ricordare i terribili episodi dei giorni dal 27 al 30 settembre di 71 anni fa in cui Napoli fu protagonista e prima città europea ad insorgere contro i Nazi-Fascisti con gli scugnizzi delle quattro giornate di Napoli, armati fino ai denti, che avevano ben chiaro dov’era la barbarie. Il motivo secondario, ma non per questo meno importante, è l’attaccamento alla mia Terra, che è da sempre fonte di ispirazione per scrittori, poeti e artisti, che qui hanno trovato un motivo per esprimere la propria genialità. Il mio personale coinvolgimento è dovuto, in terzo luogo, ai miei nonni che sin da piccola, oltre ad avermi insegnato che <<Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente>>, mi hanno sempre parlato di come si viveva durante quella <<Inutile guerra che non portava altro che morte e distruzione>>e che loro hanno vissuto in prima persona. Attenendomi al mio tema, quindi, ho scelto in primo luogo di sviluppare ed illustrare, in storia, i terribili episodi che si sono succeduti nei giorni dal 27 al 30 settembre del 1943 a Napoli, in cui il popolo partenopeo, stanco dei continui soprusi dei Nazi-Fascisti, si ribellò ed insorse contro quest’ultimi. Per collegare filosofia, invece, quello che mi ha incuriosito è stata una frase scritta sul giornale il Corriere della Sera: << Napoli si è ribellata e si è inorgoglita, tra l’ordine e il disordine>> così sono riuscita a trovare Nietzsche che con la coppia di opposti <<apollineo>> e <<dionisiaco>> intende, con il primo, l’elemento razionale e ordinato, mentre, con il secondo, l’elemento irrazionale e caotico. Come sappiamo Napoli è da sempre la culla di grandi autori e quindi come non citare il grande Eduardo De Filippo, per italiano, che in questa città ha trovato un motivo per esprimere la propria genialità in campo teatrale che in parte venne ispirata dall’incontro con il teatro di Luigi Pirandello. Per latino e scienze della Terra mi sono ispirata alla Napoli del I sec. d.C.; Napoli infatti è una città che dal punto di vista territoriale sorge e si sviluppa all’ombra del Vesuvio. L'eruzione del Vesuvio verificatasi nel 79 d.C. e accuratamente documentata negli scritti di Plinio il Vecchio, pubblicati postumi dal nipote Plinio il Giovane, distrusse Pompei, Ercolano e Stabia, le stesse città che oggi sono fortemente a rischio a causa del dissesto idrogeologico che incombe su di esse. Per inglese ho scelto Charles Dickens, il quale tra il 1844 e il 1845 compì un viaggio in Italia e sfruttando l’occasione ebbe il piacere di visitare diverse città italiane, fra cui Napoli mettendone in risalto luci e ombre della città partenopea. Per arte invece ho fatto riferimento ad un quadro di Renoir, pittore francese dell'Impressionismo, che ha saputo raffigurare le tante sfumature della baia di Napoli con il Vesuvio sullo sfondo. Per le materie scientifiche, infine, cui matematica e fisica, mi sono orientata verso il concetto di opposto infatti per la prima ho scelto il teorema di Bolzano il quale afferma che una funzione per avere almeno un punto in cui si annulla, deve essere necessariamente continua in un intervallo [a ;b] e f(a) e f(b) devono essere valori di segno opposto; per la seconda invece ho scelto il magnetismo in quanto in esso si individuano due poli opposti; infatti non esiste materiale magnetico che sia monopolare.

Collegamenti
Tesina su Napoli
Storia: Le quattro giornate di Napoli diretto da Nanni Loy.
Filosofia: Nietzsche: apollineo e dionisiaco.
Italiano: Eduardo De Filippo.
Latino: L'eruzione del Vesuvio documentata da Plinio il Giovane.
Inglese: Il soggiorno in Italia e anche a Napoli di Charles Dickens.
Storia dell'arte: La baia di Napoli dipinta da Renoir.
Matematica: Il teorema di Bolzano.
NAPOLI: ETERNA LOTTA FRA GLI OPPOSTI
LA CITTA’ PARTENOPEA TRA ORGOGLIO E RANCORE; TRA ORDINE E DISORDINE.
Il 12 settembre 1943 il colonnello
tedesco Scholl aveva assunto il
comando della città con pieni poteri
e ordinando il coprifuoco dalle 20 alle
6 e lo stato d’assedio. Egli emanò
inoltre un ordine il quale prevedeva
che per ogni tedesco ferito o ucciso
sarebbero stati fucilati cento
napoletani. Vi fu un episodio in
particolare però che scosse il
sentimento popolare: sulle scale della
sede centrale dell'Università degli studi
di Napoli “Federico II” avvenne
l'esecuzione di un giovane marinaio,
cui migliaia di cittadini furono costretti
ad assistere e a cantare inni fascisti e
ad inneggiare a Mussolini e ad Hitler.
Ormai la rabbia e l'esasperazione dei
napoletani era altissima, in seguito alle
esecuzioni, alla cattura della
popolazione civile, alla miseria e alle
distruzioni della città, ed era grande il
desiderio di liberarsi dei tedeschi. Il 23
settembre intanto, una nuova misura
repressiva adottata dal colonnello
Walter Scholl prevedeva lo sgombero di tutta la fascia costiera cittadina sino ad
una distanza di 300 metri dal mare; contemporaneamente, un manifesto intimava
la chiamata al servizio di
lavoro obbligatorio per
tutti i maschi di età
compresa fra i diciotto e
i trentatré anni, in pratica
una deportazione
forzata nei campi di
lavoro in Germania. Alla
chiamata risposero
soltanto 150 napoletani
sui previsti 30.000 al che
Scholl decise di inviare
ronde militari per la città
per i rastrellamenti e la
fucilazione immediata
degli inadempienti.
L'insurrezione popolare fu
allora inevitabile.
Il 27, 28, 29 e il 30 settembre 1943, Napoli, dunque, visse quattro giornate di fuoco,
di eroismo e di gloria. 3
NAPOLI: ETERNA LOTTA FRA GLI OPPOSTI
LA CITTA’ PARTENOPEA TRA ORGOGLIO E RANCORE; TRA ORDINE E DISORDINE.
27 SETTEMBRE: Il 27 settembre, ci fu un'ampia retata dei tedeschi che catturarono
in vari punti della città circa 8.000 uomini: questo fu il segnale di guerra. Le prime
fucilate scoppiarono al Vomero dove caddero decine di studenti, impiegati e
operai napoletani che, guidati dal tenente Enzo Stimolo, avevano avuto il
coraggio di ribellarsi. Dal Vomero l’insurrezione si diffuse in tutta la città. Durante
l'intera giornata, aspri combattimenti si susseguirono in diverse zone della città tra
gli insorti e i soldati tedeschi. I partigiani, agli ordini del tenente Stimolo, pensarono,
quindi, di sferrare un attacco a sorpresa a Castel Sant’Elmo, presidiato dai
tedeschi, per impossessarsi di armi. Intanto, gruppi di giovani avanzavano verso
via Foria, via Toleto (dove avvennero altri scontri), verso il Vomero ed il bosco di
Capodimonte (dove colonne di civili vennero fatti prigionieri) cantando inni
patriottici; il popolo così prese coraggio aprendo le finestre per battere le mani ai
coraggiosi. Inoltre tra via Scarlatti e via Cimarosa una motocarrozzetta tedesca fu
ribaltata e i due occupanti morirono: i tedeschi giunsero in forze e diedero
battaglia, nel tardo pomeriggio del 27. Vi furono morti da entrambi i lati.
28 SETTEMBRE: L’indomani il tenente Stimolo venne a sapere che i tedeschi
avevano fatto delle retate al centro del Vomero e che alcuni prigionieri erano
tenuti nello stadio vomerese: si pensò quindi di liberarli, ma ci si rese conto
dell’estrema difficoltà di un impresa del genere. Stimolo riunì i suoi uomini e
decisero comunque di tentare la liberazione dei prigionieri. Lo stadio fu circondato
e i partigiani iniziarono a dar battaglia; dapprima i tedeschi risposero al fuoco.
29 SETTEMBRE: Il giorno seguente si videro uscire dallo stadio tre autocarri militari
che sventolavano un grande drappo bianco, seguiti dai primi gruppi di prigionieri
in seguito alla trattativa tra il Col. Walter Scholl e il Ten. Enzo Stimolo per la
riconsegna dei prigionieri; Scholl ottenne di aver libero il passaggio per uscire
da Napoli, in cambio del rilascio degli ostaggi. Per la prima volta in Europa i
tedeschi trattavano alla pari con degli insorti civili.
30 SETTEMBRE: Nel pomeriggio del 30 settembre, le truppe tedesche avevano già
iniziato lo sgombero della città per il sopraggiungere delle forze anglo-americane.
Tuttavia i combattimenti non cessarono e i cannoni tedeschi che presidiavano le
alture di Capodimonte continuarono a colpire per tutta la giornata.
Il 1° ottobre, Napoli si era
completamente liberata
dai nazisti e dai fascisti; gli
alleati entrarono a Napoli
alle 9,30, mentre i partigiani
inseguivano le truppe
tedesche; terminarono così
le Quattro giornate di
epica lotta, durante le quali
il popolo napoletano riuscì
a vincere un nemico
numeroso e ben armato. 4
NAPOLI: ETERNA LOTTA FRA GLI OPPOSTI
LA CITTA’ PARTENOPEA TRA ORGOGLIO E RANCORE; TRA ORDINE E DISORDINE.
Filosofia: Friedrich Nietzsche – Ordine e Disordine
L’opera di Nietzsche è divisa in fasi, che costituiscono
le tappe di un pensiero che si evolve continuamente.
Solitamente si distinguono quattro fasi:
-Gli scritti giovanili, -Gli scritti intermedi, -Gli scritti di
Zarathustra e, -Gli scritti degli ultimi anni.
Per quanto riguarda il periodo giovanile, esso è
influenzato dal musicista Wagner e da Schopenhauer.
Questi scritti comprendono: -‘La nascita della tragedia
dallo spirito della musica. Ovvero: grecità e
pessimismo’ e –‘Considerazioni inattuali’. La prima è
un’opera composita nella quale coesistono filologia,
filosofia, estetica e teoria della cultura. Il motivo
centrale di ‘La nascita della tragedia’ è la distinzione
fra <<apollineo>> e <<dionisiaco>>. Con questa
coppia di opposti, Nietzsche intende con l’apollineo l’elemento razionale e
ordinato, mentre con il dionisiaco l’elemento irrazionale e caotico. In un primo
tempo apollineo e dionisiaco convivono separati e opposti. In un secondo tempo
apollineo e dionisiaco si armonizzano fra di loro, dando origine a capolavori
sublimi. Infatti la grande tragedia manifesta un perfetto “accoppiamento” fra
apollineo e dionisiaco. Nella terza fase, invece, la sintesi tra dionisiaco e apollineo
venne meno in quanto l’apollineo trionfa sul dionisiaco fin quasi a soffocarlo; il
prevalere dell’apollineo coincide con l’inizio della decadenza della tragedia, e
dietro ad essa vi è quindi la decadenza della civiltà occidentale e trova il suo
simbolo nell’opposizione fra spirito dionisiaco e spirito socratico e la celebrazione
di essi coincide con una forma di celebrazione della vita che non è né pessimista
né ottimista. Da ciò il problema dei rapporti fra Nietzsche e Schopenhauer. Da
Schopenhauer Nietzsche deriva la tesi del carattere doloroso e
<<raccapricciante>> dell’essere. Di Schopenhauer respinge l’ascesi. Infatti, alla
noluntas schopenhaueriana egli contrappone un atteggiamento di entusiastica
accettazione dell’essere nella globalità dei suoi aspetti. La vita è dolore, lotta,
distruzione, crudeltà, incertezza, errore. Essa non ha né ordine, né scopo. Due
atteggiamenti sono allora possibili di fronte ad essa. Il primo è quello della rinuncia
e della fuga. Il secondo è quello dell’accettazione della vita così com’è. Il mondo
è una sorta di gioco costituito dalla lotta fra gli opposti; solo l’arte riesce a
comprendere veramente il mondo.
In ‘Considerazioni inattuali’ Nietzsche critica la cultura contemporanea. Nella
seconda inattuale, ‘Sull’utilità e il danno della storia per la vita’, Nietzsche si
schiera apertamente contro lo storicismo e lo storiografismo, sostenendo che
l’”eccesso” di storia indebolisce le potenzialità creatici dell’uomo in tal modo
sentendosi in balia del passato l’uomo risulta incapace di creare qualcosa di
nuovo nel presente e finisce per accontentarsi di una sorta di consumismo della
storia. Secondo Nietzsche il fattore “dimenticanza” risulta indispensabile alla vita.
Innanzitutto, perché senza incoscienza non c’è felicità. In secondo luogo, perché
per poter agire nel presente, occorre saper dimenticare il passato. Nietzsche
individua danno e utilità della storia per la vita; è utile quando la storia è al servizio
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NAPOLI: ETERNA LOTTA FRA GLI OPPOSTI
LA CITTA’ PARTENOPEA TRA ORGOGLIO E RANCORE; TRA ORDINE E DISORDINE.
della vita, quindi, quando è usata per guidare la nostra azione presente e il nostro
tentativo di costruire il futuro. E’ invece dannosa quando si vive con lo sguardo
sempre rivolto al passato. Egli inoltre individua tre specie di storia che hanno
ognuna sia un aspetto positivo che un aspetto negativo: -la storia monumentale, -
la storia antiquaria e – la storia critica.
La storia monumentale è propria di chi guarda al passato per cercarvi modelli e
maestri che non scorge nel presente; l’aspetto negativo è che questo tipo di storia
tende a esaltare il passato cancellando gli avvenimenti negativi.
La storia antiquaria è propria di chi guarda al passato con fedeltà e amore;
l’aspetto negativo di questo tipo di storia è che rimanendo ancorata al passato
ostacola ogni azione che porti innovazione.
La storia critica è propria di chi guarda al passato come a un peso da cui liberarsi
per poter vivere e sente la necessità di rompere con il passato; l’aspetto negativo
di questo tipo di storia risiede nella sua presunzione di poter recidere il passato
<<con il coltello>>, dimenticando che noi siamo il risultato di precedenti
generazioni e che non è possibile liberarsi totalmente dal loro condizionamento.
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NAPOLI: ETERNA LOTTA FRA GLI OPPOSTI
LA CITTA’ PARTENOPEA TRA ORGOGLIO E RANCORE; TRA ORDINE E DISORDINE.
Italiano: Il teatro di Eduardo De Filippo e Luigi Pirandello
EDUARDO DE FILIPPO: Eduardo De Filippo occupa
un posto a parte nel panorama del teatro italiano.
Egli è fra le personalità più interessanti e geniali di
tutto il mondo recente; anzi possiamo dire che sia
il solo che s’inserisca nel grande filone del nostro
teatro, ovvero quello di Goldoni, riformatore del
teatro comico del ‘700, di Pirandello ecc. Egli
ritrae la vita di tutti i giorni tragica e comica
insieme, miserabile e allegra, rumorosa, che si
agita nelle vie e nelle case di Napoli. De Filippo
tratta un umorismo amaro, che presuppone
un’esperienza di vita vissuta e sofferta. Egli si
propone <<di illuminare i visi dietro le maschere,
di ritrovare la verità dietro le menzogne e le
ipocrisie>>. Nella sua attività di autore e di attore, Eduardo ha stabilito col
pubblico una comunione diretta. Intensione di Eduardo è costringere il pubblico a
ridere e a piangere, a piangere di se stesso. Si propone, inoltre, di aiutare il suo
pubblico a vedere in se stesso e fuori di se, additandogli le miserie più evidenti, i
desideri e i sogni più irrealizzabili. L’attività di Eduardo si svolge in due periodi: un
primo momento si colloca fra le due guerre ad iniziare dal 1925, data del suo
primo lavoro, Uomo e galantuomo. Di questo periodo è da ricordare, tra la varietà
dei suoi lavori, Natale in casa Cupiello, lavoro nato come atto unico e che poi
divenne una commedia in tre atti. In questa commedia si può riconoscere la
caratteristica del teatro di Eduardo: la comicità si mescola alla sofferenza.
Ulteriore motivo tipicamente eduardiano è il realismo delle scene tratte dalla vita
reale di tutti i giorni. Natale in casa Cupiello, quindi, segna l’inizio delle grandi
commedie di Eduardo. Eduardo si avvicinò inoltre al teatro di Pirandello. In
particolare, la dialettica e la modernità ispirarono ad Eduardo nuove invenzioni
teatrali che presentano alcuni elementi caratteristici, già sviluppati nelle opere
precedenti. Tra queste opere ricordiamo Io, l’erede, L’abito nuovo e Non ti pago
del 1940. Dopo quest’ultima commedia, Eduardo per ben quattro anni non
compose più nulla; in questi anni però il suo pensiero fu occupato dagli orrori della
Seconda Guerra mondiale. Eduardo fu tra i pochi artisti che osò descrivere la
tragica realtà del dopoguerra. La grande stagione dei suoi capolavori inizia, dal
1945 in poi, con Napoli Milionaria dove Eduardo dimostra di vere scelto
definitivamente il proprio modello teatrale; in essa fa rivivere, infatti, la tragedia