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Introduzione Lolita, tesina
La seguente tesina tratta di Lolita, un romanzo di Vladimir Nabokov.
In queste pagine, la mia attenzione non si vuole concentrare solo sulla descrizione o sul semplice commento di un romanzo, ma anche sull'analisi dello scandalo che questo causò già dalla sua prima pubblicazione in lingua inglese a Parigi, nel 1955 e su quella del profilo psicologico dei personaggi che ne determinarono la "scabrosità"; infatti un romanzo come Lolita, sul cui l'affair non si è ancora smesso di dibattere, ha un perchè della sua discutibilità anche dopo quasi sessant'anni.
Collegamenti
Lolita, tesina
Italiano - Naturalismo, Flaubert
Filosofia - coazione a ripetere e complesso di Edipo di Freud
Storia - dalla Rivoluzione Bolscevica alla fondazione dell'Unione Sovietica.
della sua discutibilità anche dopo quasi sessant'anni. La storia è quella del professor Humbert Humbert, che
narra in prima persona il ricordo della sua esperienza da cui dipese tutta la sua vita, davanti a una giuria in un
processo a cui non ebbe potuto nemmeno partecipare in quanto morì prima di trombosi coronarica. E' un
insegnante di mezza età di Letteratura Francese che, trasferendosi nel New England, affitta una camera a
Ramsdale nella casa di una vedova, la signora Haze. In questo modo fa la conoscenza di Dolores Haze, la figlia,
dodicenne ribelle e maliziosamente spregiudicata che gli richiama in mente il suo primo amore, quand'egli aveva
tredici anni. Nonostante la differenza di età, egli perde completamente le testa per la giovane, tanto da sposare
la madre, di cui non è minimamente interessato (e ciò lo capiamo a primo impatto nel leggere quali umilianti
nomi egli le riserva, come "grassa Haze", "la poveretta", "mamma foca", "la serpe") per rimanere al suo fianco.
Dopo la morte della signora Haze ha così inizio una relazione morbosa e concreta (inizialmente, non poteva
essere altro che astratta) costituita da viaggi che trascineranno Humbert in un vortice di euforie e turbamenti, di
angosce e di gioie sconfinate, un pericoloso gioco di luci ed ombre in un rapporto, quello con la figlia-amante,
che alterna istanti di grande dolcezza a episodi di isterici litigi.
Dopo tre anni, Lolita, oppressa dalle gelose attenzioni del patrigo-amante, fugge con Clare Quilty, considerato
l'antagonista di Humbert, è il regista e commediografo di cui una delle rappresentazioni teatrali è partecipe la
stessa Lolita, durante i suoi anni scolastici ed è un personaggio apparentemente gentile ma che poi si rivelerà il
vero uomo perverso della storia, che si differenzia da Humbert, in quanto egli si interessa unicamente al lato
pedopornografico delle ragazzine ed è alla continua ricerca di reclute per i suoi interessi cinematografici.
Entrambi gli uomini non sono figure ammirevoli ma, tra i due, è sicuramente Quilty l'uomo peggiore, in quanto da
Lolita non pretende un amore devoto, obbediente e tenero che pretende Humbert, ma semplicemente il suo
corpo. Humbert rivedrà Lolita dopo quattro anni, sposata con un coetaneo ed al sesto mese di gravidanza. Il
romanzo termina con l'assassinio di Quilty da parte di Humbert che per questo motivo finirà in carcere, iniziando
a scrivere le sue memorie (ovvero, il romanzo).
La mia posizione sta in difesa di tale romanzo considerandolo in tutti i suoi aspetti, sia dal lato immorale e quasi
incestuoso che da quello malato e ineguagliabilmente poetico. La conseguenza di questa scelta è forse il rischio
apparente di prendere le difese di uno psicopatico pedofilo, ma la mia difesa parte proprio da questo pregiudizio:
Humbert Humbert non è un comune animalesco pedofilo, ma è un uomo "puro", romantico, meditativo e dedito
alla scrittura, consapevole della sua psicopatologia, delle sue "crisi di follia" e della sua deviazione sessuale, la
cui unica colpa è quella di innamorarsi pazzamente dell'idea di una ninfetta che chiama Lolita e che vuole solo
per se', in tutte le sue tenere linee e in tutta la sua innocenza. Come può la mente malata di un uomo, che si
autoinfligge le colpe della sua malattia data da un'inesorabile coazione a ripetere freudiana, che inventa i più
complessi giochi di prestigio per non corrompere il fiore di una minorenne e goderne solo mentalmente, in un
universo parallelo partorito da lui, che quando viola i suoi limiti mentali e finisce per privare gli anni di pubertà di
una giovane diavoletta si condannerà a vita in una gabbia di angoscia, come può tale mente venire scambiata
per quella di un criminale, perverso e guidato dai soli impulsi dell'Es pedofilo?
Humbert Humbert è il protagonista, la vittima, la marionetta di una storia la cui narrazione, tra l'altro, non
contiene ne' termini ne' descrizioni oscene ne' tanto meno alcun incitamento positivo alla ninfofilia, solo allusioni
alle scabrosità senza mai descriverle esplicitamente.
Lolita, la co-protagonista, è invece il boia, la torturatrice e la dominatrice delle marionette.
Ho voluto dedicare questa tesina al privilegio che ho avuto di comprendere l'aspetto poetico del romanzo
nabokoviano, in quanto lo stesso autore ha utilizzato un linguaggio tutt'altro che popolare per la stesura di quello
che divenne una delle sue opere più illustri e ha indubbiamente scelto un pubblico d'élite a cui indirizzarlo,
probabilmente perchè già prevedeva una difficile scalata al successo per l'opera, come lui stesso affermò in
un'intervista: "Mi ha stupito già il fatto che il libro fosse pubblicato." Se l'individuo il cui intelletto è il risultato di
una cultura di massa descrive il personaggio di Humbert Humbert come "pedofilo", l'individuo situato nel
pubblico d'élite scelto da Nabokov ha la capacità di superare una comprensione talmente poco esaustiva che
non si impegna nell'oltrepassare lo strato superficiale di un profilo psicologico caratterizzato da un aspetto
profondamente poetico, dando così dimostrazione che l'accorgimento di tale aspetto non è altro che la chiave
per trascendere l'apparente scabrosità che ha portato alla condanna non solo di un immenso lavoro letterario
ma anche a quella di un uomo insano, ossessionato, a causa della sua delectatio morosa nei confronti di una
ragazzina "solipsizzata e al sicuro" in quanto vittima di molestie in un contesto gnoseologico-metafisico.
La lingua e lo stile
Questo linguaggio "alto" lo possiamo riconoscere non solo durante tutta la lettura del romanzo, ma anche grazie
ai riferimenti letterari, di non semplice accorgimento, che Nabokov implicita come se stesse mettendoci alla
prova. In prima linea vi è il riferimento forse più visibile: il nome del primo e indimenticabile amore di Humbert
Humbert, che insieme al tragico destino di entrambi (di Annabel per la sua morte prematura di tifo e di Humbert
per il suo psico-fisico "eterno ritorno" nietzschano dell'amata figura di ragazzina), fanno pensare che Nabokov si
sia ispirato alla poesia di Edgar Allan Poe: Annabel Lee.
[...] Ma molto era più forte il nostro amore
che l’amor d’altri di noi più grandi-
che l’amor d’altri di noi più savi-
e né gli angeli lassù nel cielo
né i demoni dentro il profondo mare
mai potran separare la mia anima dall’anima
della bella ANNABEL LEE:
giacché mai raggia la luna che non mi porti sogni
della bella ANNABEL LEE;
e mai stella si leva ch’io non senta i fulgenti occhi della bella ANNABEL LEE:
e così, nelle notti, al fianco io giaccio
del mio amore – mio amore – mia vita e mia sposa,
nel suo sepolcro lì in riva al mare,
nella sua tomba in riva al risonante mare.
Un altro esempio è l'allusione all'ultimo verso della poesia che apre Les Fleurs du Mal di Baudelaire [ "Hypocrite
lecteur, - mon semblable - mon frère!" da cui Nabokov si ispira nel Cap. II, paragrafo 26: Humbert si rivolge così
al lettore: “Reader! Bruder!” (p. 326). Bruder (=fratello, in tedesco) ].
Inoltre c'è da far notare al lettore quanto Nabokov abbia studiato anche sulla fonetica nell'incipit in lingua
originale inglese, in cui troviamo più lettere in allitterazione:
Lolita, light of my life, fire of my loins. My sin, my soul. Lo-lee-ta: the tip of the tongue taking a
trip of three steps down the palate to tap, at three, on the teeth. Lo. Lee. Ta.
She was Lo, plain Lo, in the morning, standing four feet ten in one sock. She was Lola in slacks.
She was Dolly at school. She was Dolores on the dotted line. But in my arms she was always
Lolita. TRADUZIONE ITALIANA
Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della
lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta.
Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era
Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le
mie braccia era sempre Lolita.
Anche nel resto del testo troviamo l'attenzione per tale figura retorica, in
accostamenti di due parole:
infinitely inferior
perverse purposes
humble Humbert
sintagmi più complessi:
blackness in the blue of my bliss
bones, brains, bronze hair and blood
a volte riguarda sia l’inizio, sia la fine delle parole:
dangerous Dolores,
hypothetical hospital
Durante la lettura del testo, sono presenti anche paranomasie:
Rapist/therapist; Guilty of killing Quilty
Bland Mrs. Haze, complete with camera, grew up like a fakir's fake tree
e giochi di parole bilingui:
Maffy on Say = ma fiancée
[la mia fidanzata]
Arthur Rainbow = Arthur Rimbaud
così come dei neologismi:
solipsized
daymare
bubbleblood
Inoltre è presente un anagramma interessante, il quale non fa altro che sottolineare l'altezza del linguaggio di
un'opera poetica, che richiama il famoso romanzo dell'inglese James Joyce:
Vivian Darkbloom, anagramma di Vladimir Nabokov
- Lett.: “fiore nero”
- Allusione a Conrad, Heart of Darkness, e a Bloom, protagonista dell’Ulysses di
Joyce
Nel testo troviamo anche riferimenti più "visibili", meno impliciti come i sopraccitati, come varie intertestualità.
Autori russi: Gogol’, Puskin, Dostoevskij, Turgenev
Poe, Annabel Lee, Lenore e The Raven; William Wilson e Gordon Pym
Mérimée, Carmen
I poeti francesi: Baudelaire , Rimbaud, Verlaine
(già citato)
I grandi autori del modernismo europeo: Joyce , Proust, Eliot
(già citato)
Lewis Carroll, Alice
Altri autori: Poeti latini (Catullo, Ovidio), Dante, Petrarca, Shakespeare, Cervantes, Marlowe,
Ronsard, Goethe, Sterne, Rousseau, Melville, Byron, Keats, Coleridge, Blake, Chateaubriand,
Browning, Stevenson ecc.
Voci dell'opinione pubblica sul nome Lolita
« Io non conosco il romanzo ecc., però questo nome mi sa tanto di prostituta. Mi dispiace. »
« A me sa di... bè hai capito, no? Ma non l'ho etichettato per una canzone o un libro... Mi sa e basta. Non so
perchè. »
« In francese significa ragazza facile. »
« Mia cugina nata qualche mese fa avrebbe dovuto chiamarsi Lola ma apriti cielo! Tutti a fare i vaghi e a dire
"ma Lolita sa un po' di...". Solo per quello stupido libro... a me piaceva davvero, ma alla fine l'hanno chiamata in
un altro modo per via delle critiche. »
« "Lolita" è la storia di una bambina che turba e sconvolge i sensi di un adulto. Da quel momento il nome lolita
(con la minuscola e come nome comune) indica appunto la preadolescente acerba, ma già capace di suscitare
eccitazione sessuale. Prima di allora, con un termine mitologico si diceva "ninfetta". »
« Tra noi ragazzi, a Instanbul, è un nome che si usa per indicare una ragazza con cui vorremmo avere
un’avventura. »
« mah...non l'avevo mai sentita questa storia dello scandalo...come può un nome essere scandaloso? »
Fonte: internet, amici e parenti
Queste considerazioni ci fanno riflettere su come un libro o un film possano determinare la sorte di un semplice
nome, ponendogli un'accezione negativa o positiva, talvolta anche in maniera inconscia. E' chiaro che un
romanzo come Lolita avrebbe finito col sconvolgere l'opinione pubblica per i suoi contenuti, ma c'è da dire anche
che libri e film, comunque i mass media in generale, hanno di per se' un potenziale ammaliante: poichè hanno
un pubblico vasto infatti, tendono a uniformare l'opinione pubblica, la cui cultura di massa si oppone in modo
diretto a quella "cultura alta" o d'élite che ho già citato per intendere il pubblico a cui si rivolge Vladimir Nabokov.
Questo ci porta alla conclusione che i nomi sono legati alla storia dalla quale emergono, inevitabilmente, e che
un mezzo di comunicazione di massa ne può cambiare le sorti.
Per esempio il nome Lucifero, considerato da alcuni anche come un bel nome, è il nome di un'essere malvagio,
è stato inventato appositamente per lui; Lolita era invece un nome già esistente che ha avuto la "sfortuna" di